[Contest] New Year

Contest Concluso - Vincitore: •pendulum•

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    Introduzione



    Benvenuti al nuovo contest a tema di Black Atlas.
    Il tema sarà "l'anno nuovo", con tutte le implicazioni del caso, non per forza inerenti lo spirito delle feste. Tutti gli utenti sono invitati a partecipare, che abbiano oppure no un personaggio giocante convalidato.
    Le proposte accettate sono solo giocate in forma autogestita. Il contest può essere correlato ad un personaggio giocante oppure essere una storia estemporanea fra png. I due parametri di valutazione saranno "Qualità Narrativa" e "Attinenza ai Temi".

    L'iscrizione avviene in questo stesso topic, inserendo nel proprio post il link alla Scena GdR che si intende presentare. La Scena dovrà avere, nel proprio titolo o nel sottotitolo il tag [Contest].


    Criteri di Valutazione


    La valutazione consisterà in un punteggio da 0 a 5 nei parametri elencati, calcolato secondo le stesse basi di valutazione di ogni giocata del forum, e sarà correlata da un'analisi del parametro.

    Qualità Narrativa: Indica la capacità del giocatore di descrivere e narrare i vari aspetti del proprio prodotto. Un luogo, una razza, un personaggio o una storia sono tanto più convincenti e interessanti quanto più la loro descrizione e narrazione è accurata.

    Attinenza ai Temi: Indica la fedeltà ai temi trattati e al materiale di base del forum. A partire dal setting, che è fantasy medievale, alle eventuali particolarità dell'ambientazione. Maggiore sarà l'attenzione del giocatore nel proporre qualcosa di attinente ai temi proposti e maggiore sarà il punteggio a questa voce.


    Termini di Iscrizione e Premi


    Saranno prese in considerazione ai fini del contest tutte le produzioni che verranno segnalate in questo topic fino al 15/01/2022.
    Tutti i partecipanti riceveranno un premio di massimo 500 EXP secondo formato di valutazione citato prima.
    Il vincitore vedrà il proprio lavoro premiato come giocata di vetrina e riceverà un premio di ulteriori 250 EXP.


    Edited by Tied - 27/1/2022, 21:23
     
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    - there's always some time to write -

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    L'Illerillallo

    Buon anno :blobsnuggle:
     
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    Un brindisi all'anno che verrà
     
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    Savour the morrow, di Pendulum


    Savour the morrow è la storia di una lunga e tribolata notte vissuta da Oakley, il giocattolaio; una notte che lo mette davanti ai suoi limiti, che riesce a mettere in dubbio la sua morale e persino la sua visione del mondo. Il tutto inizia con una bevuta in una locanda e il susseguirsi degli eventi procede con una calma ben calcolata, fino all'esplosione del climax nel dialogo finale, un attimo prima della catarsi, che si risolve infine in quella che potremmo definire una sconfitta.
    Dal punto di vista puramente narrativo, l'elaborato è scorrevole e pregno di uno stile ben definito, che solo saltuariamente viene sporcato da ripetizioni ("aveva guadagnato qualche spicciolo, oltre ad essersi risparmiato qualche possibile scheggia") e pleonasmi ("quella piccola cittadina.") - oltre che da un layout che pur risultando gradevole alla vista, rende contigue alla narrazione pura - e a volte anticlimatiche - le riflessioni mentali del protagonista ("Cosa hai da guardare, bastardo? Strinse il pugno fingendo di strangolarlo e tentò di proiettare i pensieri più maligni"). Saltuariamente l'utilizzo reiterato delle "d" eufoniche sporca la pur pregevole scorrevolezza del testo ("Lo portò ad un uomo che sedeva ad uno sgabello di distanza"). Nella prima parte dello scritto è possibile notare una certa tendenza all'utilizzo di aggettivi che tendono a descrivere la situazione piuttosto che mostrarla - una soluzione che, al netto delle regole narrative, risulta comunque efficace. Si registra inoltre quella che potremmo considerare un'assertività silenziosa che si riflette nell'utilizzo del verbo "annuire" nelle sue varie forme ("Il suo sorriso si rilassò e annuì" [...] "Oakley annuì a sua volta") e più in generale, per tutta la prima parte dello scritto, il linguaggio del corpo di Oakley è perfettamente in linea con le emozioni del personaggio.
    La seconda parte dello scritto, la meno corposa, è anche quella che lascia qualche perplessità in più - quasi sia stata scritta in un secondo momento rispetto alla prima. Il cambio di registro è notevole sin dalle prime parole - e tuttavia anche qui alcune ripetizioni tendono ad abbassare il livello di fluidità del testo (" Faceva male, voleva piangere ma le lacrime non volevano uscire."); a questo si aggiunga una lieve imprecisione colloquiale relativa al congiuntivo ("Come diavolo era possibile che non riusciva nemmeno a piangere" in vece di "Come diavolo era possibile che non riuscisse a piangere").
    In tutta questa seconda parte, il verbo riuscire è indubbiamente il più abusato, e tuttavia riesce nell'intento di suggerire ciò che il protagonista non è in grado di fare, lasciandolo intrappolato nella propria incapacità (fisica, ma anche emotiva).
    La terza parte dello scritto è quella, per così dire, risolutiva: cercando di superare la propria incapacità di agire, Oakley prova una mossa definitiva, cercando una morte che forse non agogna in maniera del tutto onesta. Il dialogo con Gytras è davvero ben scritto e assai puntuale nel rimettere Oakley al proprio posto, costringendolo a confrontarsi con i limiti della sua persona, suggerendo che il giocattolaio sia stato, verso se stesso, un po' troppo indulgente. Anche qui, una ripetizione rovina leggermente il messaggio lanciato dallo spirito ("ti proteggono da chi ti vuole far del male, il mondo esiste per essere la tua preda, eppure il massimo che sai fare è piagnucolare perché qualcun altro si fa male."), ma si tratta comunque di una cosa marginale.

    La storia ha in sé il pregio di essere nel complesso ben scritta: le ripetizioni e i cali di tensione che si sono fatti rilevare sono ampiamente diluiti all'interno di uno scritto piuttosto corposo e per questo non influenzano più di tanto la lettura. Dal punto di vista narrativo la scrittura è piuttosto matura; al contrario, per quanto riguarda l'attinenza al tema, sebbene venga affrontato il tema di una fine rimandata a causa dell'intervento di Gytras che impedisce ad Oakley di portare a compimento il suo intento suicida, non festeggia propriamente un inizio (o un "nuovo" inizio). E per quanto lo spirito cerchi di ispirare il giocattolaio a celebrare il domani piuttosto che temerlo , a pesare ancora di più sono le parole che non vengono scritte: Oakley infatti non replica, rimane in silenzio, né cerca più di uccidersi. Questa sua resa silenziosa lascia un finale aperto che non lascia intendere se questa notte abbia fatto da spartiacque per un nuovo inizio - una nuova 'visione della vita e del domani' - o meno.

    L'Illerillallo, di Deer Fren


    L'Illerillalllo è il racconto (in rima) di un sogno che avvolge la notte di capodanno di Seras. La Yùnner affronta un cataclisma composto di urine e feci che si abbatte sulla Dominante con il suo solito spirito.
    Il contest si divide in tre parti: la prima è quasi un prologo, che si limita a delineare la situazione in cui Seras inizia a sognare; più che dare un pretesto, si limita a contestualizzare l'avvenimento. La parte centrale, in rima, è - come segnalato dall'autore - un rifacimento di un'opera ben nota. La conclusione vede Seras osservare con aria sognante i tetti di Alioth, ricordando con allegria l'assurdo sogno appena fatto.
    Narrativamente, la prima e la terza parte sono ben scritte, non si rilevano errori di sorta e anzi - come spesso accade quando si tratta di Seras - la scrittura è ben delineata nelle sue principali caratteristiche, allegra e scanzonata. La parte centrale, forte anche dell'imprinting dato dall'opera originale, è ben adattata al contesto aliothiano e raggiunge vette altissime di un umorismo che sa come approfittare di ciò che di primo acchito potrebbe sembrare triviale.
    Per forza di cosa, tuttavia, va tenuto in considerazione che la parte centrale dell'elaborato - quella che di fatto racconta in rima gli avvenimenti del sogno e che vuole essere il cuore del contest - è una (pur pregevole) rielaborazione di altra opera.
    Per quanto riguarda l'attinenza al tema, questa appare un po' latitare: se da una parte lo scritto è divertente e produce ben più di un sorriso, dall'altra parte il tema del "nuovo" viene raccolto e citato esclusivamente en passant nel finale, quando la notte e il sogno vengono collocati con maggiore precisione cronologica, e precisamente nella notte di Capodanno. Il tema non viene quindi affrontato in sé, ma solo posto come sfondo a un turbine di follia che attraversa il sogno della Yùner.

    In conclusione, l'Illerillallo è una proposta che, pur divertendo, difetta di un approccio diretto e fondamentale al tema del contest.

    Vita Nova, di † V i o l e t †


    Vita Nova è una prova piuttosto suggestiva, che attraverso una narrazione in prima persona accompagna il lettore nel marasma emotivo della giovane Lissa, che attende la celebrazione del Capodanno per dichiarare pubblicamente l'amore per la sua compagna Arya, convolando con lei a giuste nozze proprio durante la liturgia della fine dell'anno, accogliendo così, insieme al nuovo anno, anche una nuova vita.
    Per quanto attiene la narrazione non si rilevano particolari errori grammaticali e solo qualche sporadica ripetizione che comunque non influenza in maniera particolare il valore del testo. Sporadicamente si può notare un eccessivo utilizzo di aggettivi e avverbi, che tuttavia tendono a definire meglio situazioni e stati d'animo senza rendere il tutto eccessivamente ponderoso. L'opera trasmette - suo malgrado - un senso di inquietudine: sembra impossibile che tanta felicità, tanta gioia, possa trovare libero sfogo senza risultare in qualche modo macchiata o minacciata. Cosa che però non avviene, accompagnando il lettore verso il lieto fine.
    L'autore si fa forte della narrazione in prima persona per rendere al meglio il tumulto emotivo della protagonista e - nella prima parte dello scritto - del suo stretto rapporto con la madre che sembra subodorare qualcosa nella relazione affettuosa tra Lissa e Arya - anche se non immagina quanto le due ragazze siano decise.
    D'altra parte, l'utilizzo della prima persona tende a focalizzare tutto sull'introspezione del personaggio che, pur offrendo passaggi pregevoli (ne sia un esempio la descrizione del 'modo di pensare e agire' tipico del villaggio), può a tratti risultare inconcludente nel suo girare intorno alla felicità di fondo.
    Costruisce tuttavia molto bene l'attesa di ciò che avverrà, e una certa morbosa curiosità verso ciò che potrebbe rovinare il lieto finale.

    Il risultato è uno scritto suggestivo, che forse tende un po' a perdersi nella circonvoluzione emotiva della protagonista, ma che si attaglia bene con il tema proposto e trova il suo perché nella descrizione dell'unione di corpo ed anima delle due giovani.

    Un brindisi all'anno che verrà, di H I G


    Un brindisi all'anno che verrà è un testo che propone uno scorcio di vita passata del brizzolato Cervantéz; ambientato a Leoke, il villaggio senza pretese che racchiude la storia passata del personaggio, lo scritto presenta più una serie di descrizioni e riflessioni che vere e proprie azioni.
    La narrazione gode di un certo stile, cui l'utente è visibilmente uso, ma già dalle prime battute presenta, seppure con un buon vocabolario, delle frasi eccessivamente lunghe ("E tutte affaccendate, impegnate a correre a destra e a sinistra, al fine di portare a termine un preciso compito che era stato loro ordinato di eseguire. Burattini variopinti che ballavano ai bordi delle vie intrattenendo i passanti; mastodontici buoi che trainavano l'aratro nei campi agricoli mentre i contadini sonnecchiavano beati al riparo sotto le fronde di alberi iridati; simpatici spaventapasseri che dondolavano e ciondolavano sulle cime dei tetti, riparando crepe qua e là nelle tegole e nei comignoli; spassose piovre umanoidi che si affannavano in cucina, comportandosi come vere e proprie governanti, cucinando pasti, riordinando stanze e lavando abiti, tutto nello stesso momento; soffici cagnolini parlanti che tenevano compagnia ai bambini mentre le madri riposavano su comodi letti; e qualsiasi altra cosa, anche la più buffa immaginabile, a Leoke sicuramente l'avreste trovata."). Pur inframezzato dai vari punti e virgola e quindi da pause brevi, il periodo risulta eccessivamente lungo, fonte di appesantimento per il lettore.
    Anche in altri periodi più brevi, si nota una certa resistenza all'utilizzo del punto - quasi si tratti di una pausa troppo forte ("Un detto popolare, forse, una sorta di incoraggiamento morale, senz'altro, un inno alla vita"), il che offre la sensazione di trovarsi davanti a un testo teatrale - ovvero a qualcosa che si presti più ad essere declamata che ad essere letta.
    La descrizione della tipica 'festa di Capodanno' di Leoke occupa la porzione centrale del testo, risultando invero vagamente triste nel suo essere così moderata, così priva di eccessi - e solo una scusa per ritrovare parenti e amici e dividersi in gruppetti. E questa emozione di pacata tristezza si riflette anche su Cervantéz che si ritrova a fare i conti con le proprie miserie, realizzando di essere solo un granello di sabbia pronto ad essere dimenticato - ma non prima di aver sofferto il giusto.
    L'attinenza al tema proposto, al di là della collocazione cronologica nella notte di Capodanno, si ha solo nelle righe finali, ovvero nella conclusiva risoluzione del personaggio che, nel suo brindisi solitario, propone per sé un nuovo inizio.

    In conclusione, la proposta è ben scritta e salvo quanto già fatto notare non ha particolari errori da un punto di vista della scrittura. Latita l'azione e persino le pur buone intenzioni introspettive risultano annacquate dalle descrizioni, fin al finale che risulta un po' tirato via di corsa, quasi ci fosse fretta di concludere, lasciando la sensazione che l'idea avrebbe meritato una trattazione più lunga e attenta.

    Conclusioni


    Quattro sono le proposte per questo contest dedicato al nuovo anno, ognuna delle quali ha una sua particolarità sia a livello puramente narrativo che di approccio al tema - per quanto la collocazione temporale nella notte di Capodanno sia stato un pattern ricorrente. Ancora una volta i parametri di valutazione sono stati la Qualità Narrativa e l'Attinenza al tema. Nelle valutazioni finali ha avuto, infatti, un grossissimo peso l'attinenza al tema proposto e il suo svolgimento.

    Savour the morrow è un contest a suo modo ambizioso ma convincente, che solo a tratti risente di qualche distrazione di troppo. Il tema trova una sua trattazione, ma la resa finale di Oakley lascia aperto uno spiraglio, rifiutandosi di essere risolutivo in questo senso. Voto 3,3/5.

    L'Illerillallo è una prova spassosa e scanzonata, come sempre quando si tratta di Seras l'autore riesce a strappare ben più di un sorriso. Risente tuttavia di un'attinenza al tema che è solo cronologica. Voto di 2,8/5.

    Vita Nova è uno spaccato - anche questo ambientato durante la notte di Capodanno - interamente incentrato sull'emotività di un amore così sincero, puro e assoluto da oscurare ogni altra cosa. Soffre un po' una certa involuzione nella sua parte centrale, dovuta al ripetersi di alcuni pensieri e dinamiche già espresse in precedenza. L'attinenza al tema è piena, anche se interpretata in una maniera non particolarmente originale. Voto 3,25/5.

    Un brindisi all'anno che verrà è un contest semplice, che nasce da un'idea bella e triste, che racchiude in sé la realizzazione della propria disperata condizione e insieme la risoluzione per un cambiamento futuro. La realizzazione, tuttavia, risulta frettolosa e non del tutto efficace. Voto 3/5.

    In conclusione, ogni contest ha messo in evidenza i propri pregi e difetti. Laddove l'Illerillalllo è una prova allegra e scanzonata, capace di trascinare il lettore in un divertentissimo delirio, manca di una vera attinenza al tema proposto. Un brindisi all'anno che verrà è una prova che risulta frettolosa nell'esecuzione, oltreché statica nella narrazione, pur presentando delle descrizioni davvero ben fatte. La gara per la vittoria è a due, tra la Vita nova, contest dal titolo ambizioso, che presenta uno spaccato emotivo che risulta coinvolgente facendo leva sulla narrazione in prima persona, mostrando tuttavia un amore così puro da risultare assoluto e capace di oscurare ogni altro aspetto della personalità della protagonista e di ogni comprimario. Infine, la vittoria va - di corto muso - a Savour the morrow che fa invece dello stile narrativo e della solidità interpretativa dei personaggi il suo punto forte, offrendo una narrazione che inizialmente procede sonnacchiosa - proprio come Oakley - e che raggiunge il suo apice climatico nel finale.
    Pendulum si aggiudica la vittoria del contest.

    Il premio finale è così composto:
    Deer Fren, 280 EXP di valutazione
    H I G, 300 EXP di valutazione
    † V i o l e t †, 325 EXP di valutazione
    •pendulum•, 330 EXP di valutazione +250 EXP per la Vittoria.

    Ringraziamo per la partecipazione.


    eVPLFF4

     
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5 replies since 1/12/2021, 23:20   336 views
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