[LQS] c'era un tempo

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    È sorprendente la facilità con la quale le persone dimenticano. Come un grave difetto di genetica, che si portano appresso tutti. Dimenticano nel piccolo e nel privato come nel grande e nel collettivo. Dicono sia utile per superare il passato, ma è una sciocchezza: è del futuro che devono avere terrore. Poi, ogni tanto capita un tempo in cui scoprono qualcosa di antico e tutti fanno furore. Atlas è molto vecchio e di cose antiche ne ha tante: un migliaio di città in rovina, un milione di monumenti a dèi ed eroi che nessuno ricorda, ponti che portano a nulla. Queste cose dimenticate, per quanto importanti, hanno tutte una cosa in comune. Sono state fagocitate da qualcosa che forse è anche peggio del Divoratore. Questo Mostro diverso dalla Bestia è chiamato dagli uomini Tempo, ma al contrario dell'altro non si agita spesso. Eppure davanti a lui si inchinano tutti, eroi, dèi e metropoli, ed ogni cosa bella assume il pathos della fragilità. È bene che le persone lo ricordino, ogni tanto.
    Una Stagione, in fondo, è anche questo. Un modo per ricordare quello che proprio non vogliamo.

    c'era un tempo
    - la quinta stagione -
    dayrst2

    Dayrst, Gioiello del Deserto
    A mezzogiorno, Dayrst è una viva città del Lesathar, baciata dallo stesso sole di tutte le sorelle della sua regione, senonché respira a grandi boccate, questa città, e si muove con la frenesia e l'attenzione stralunata di un uomo adulto scampato solo di recente alla minaccia. Di fatto, i dayrstiani sono gente forte, che si direbbe ben pratica con le calamità, sopravvissuta com'è a molte sventure: dal sangue dei fratelli, alla fame e alla sete. Disgrazie della civiltà moderna, diremmo, che gli uomini portano da sé, ma non per questo meno pericolose di un terremoto o un uragano, o quei tanti malanni propri di una stagione. Ciò che ci interessa è che la gente di qui ha cominciato a contare i giorni quando altri contavano altrove i mesi, perché mai troppo sicura di sopravvivere, di vedere una nuova alba. È un buon esercizio, per quanto sfiancante, che l'ha resa allerta, potente e vivace, forse un pizzico paranoica. E poiché nel mezzogiorno di cui parliamo Sua Maestà Regina Ezra Qooraj è impegnata altrove, c'è qualcosa proprio di questa paranoia nelle stanze di palazzo, nel bisbiglio un po' cospiratorio un po' terrificato dei capi di città, riuniti dalla notizia che il doge ha dichiarato una Quinta Stagione. Ma ancora la città non sa nulla, e nelle sue arterie vivono solo risate e scherzi di uomini stanchi, ma pronti a tutto.

    Al pomeriggio, Dayrst è ancora, seppure non più baciata dal sole, che comincia a tramontare su alcune città prima di altre. A mescolarsi con i suoi abitanti, che sono ancora forti e forse più belligeranti che a pranzo perché chiamati a difendere il gioiello del loro deserto, c'è però qualcosa d'altro, per tutti incomprensibile, che vaga per le arterie della città. Anzi, che sta fermo, come sbucato dal niente, in attesa e in religioso silenzio, chiuso in una conta mentale che procede in maniera inesorabile, ma lontana dal tempo di cui gli uomini sono soliti servirsi. Perché gli uomini possono anche essere pronti alle calamità, ma ce ne sono alcune inimmaginabili, persino nei sogni più audaci. E di sogno è la consistenza di Dayrst, dai palazzi alle persone, ora. Un "ora" assai diverso, e molto più incomprensibile.

    Alla sera (ma ne siamo sicuri?), Dayrst non è più, almeno per come la conoscete, e i suoi abitanti, per forti che siano, non più sono. No, forse sto correndo troppo. Alle volte, è meglio ripercorrere i passi uno a uno, anche i propri. Prima avanti e poi indietro, perché il futuro non è poi così certo. Dopotutto, in mezzo ci siete voi, che siete portatori sani (ma non troppo) di caos. Allora cominciamo dalla parte più importante, senza fretta di andare oltre. Osserviamo un momento.
    Ecco una farfalla. Di quelle rare meraviglie dayrstiane, che hanno il potenziale di uragano e che la nuova regina ha portato a milioni. Badate, non è di quelle creature che si preoccupano di contare i mesi, ma al più i momenti, e qualcuno riterrà che ha tempo a sufficienza. Tutti diranno che non ha alcuna paranoia. Sta per posarsi con tutta la sua grazia su un fiore, se non per il fatto che non lo fa, cristallizzata nell'aria in una curva magica, resa etera da una polvere d'oro tutt'attorno. Così ha inizio l'Apocalisse di Dayrst. Con l'ultimo battito d'ali di una farfalla.

    È una storia che comincia proprio così: c'era un tempo, in Dayrst, che è stato clemente con la bellezza.
    E poi con nient'altro.




    Qm PointYou know the drill. Introducete i personaggi come sapete, secondo che dice il Matto. Poi, prima di arrivare, Iniziativa su Arcana o Percezione. La piaga di Dayrst è la stessa che affligge il Mare del Tempo oltre il Baluardo: è proprio un peccato che nessuno abbia mai indagato prima, nevvero? La prova è di livello 1(uno)-11(undici)-12(dodici)-13(tredici). In linea di massima, svolgerete le prove chiamate da me nei post e chiamerete le vostre in supporto.
    E davvero, davvero, non fate fallimento critico, o avremo una giocata molto breve. Non ci sono successi critici.
     
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    Ascolta, ascolta, ascolta bene.
    C'è stato un tempo, prima delle Stagioni, quando la vita e Terra, suo padre, prosperavano insieme. (La vita aveva anche una madre. Le è accaduto qualcosa di terribile.) Il nostro Padre Terra sapeva che avrebbe avuto bisogno di vita intelligente, così usò le Stagioni per plasmarci partendo dagli animali: mani intelligenti per costruire oggetti e menti intelligenti per risolvere i problemi, lingue intelligenti per lavorare insieme e sensipinae intelligenti per avvertire i pericoli. Le genti diventarono prima come serviva a Padre Terra e poi più di quanto gli servisse. Poi ci rivoltammo contro di Lui e da allora Lui arde di odio per noi.
    Ricorda, ricorda ciò che dico.

    NARRAZIONE DEI DOTTRINOLOGI, La creazione delle tre genti, parte prima


    C'è un Matto. Questo mi sembra un buon inizio per una storia. Gli inizi sono importanti, perché vengono sempre da una fine; in questo caso la fine è quella con la effe maiuscola, è proprio la Fine. La Fine del mondo, dicono. In verità è solo un'altra Stagione.
    Ci sono anche una regina e un sassolino, ma per questo ci sarà tempo più avanti.
    C'è un matto, dicevamo. Bene, quel matto sei tu. Anzi, sei il Matto, se cogli la sfumatura. Sei la carta migliore del mazzo, e la peggiore. E hai davanti a te una Fine del mondo come ce ne sono state altre. Lo sappiamo, lo abbiamo visto. E abbiamo scelto di non dimenticare. Sappiamo che non ti fa paura, che non ti importa. Importa a noi, cazzo.
    Ti guideremo, da questo nostro cuore indiviso. Sarai l'eroe che nessuno di loro avrebbe voluto, questo sì che sarà un bello scherzo. Pensa a quanta gente darà fastidio doverti ringraziare. Fai bene a ridere, vedo che stai entrando nello spirito.
    Ora ascolta. Ciò che devi ricordare è questo: la fine di una storia è solo l'inizio di un'altra; è già accaduto, dopo tutto. La gente muore. I vecchi ordini passano. Nascono nuove società. Quando diciamo "è la fine del mondo!", di solito è una bugia, perché in realtà il pianeta sta bene.
    Ma è così che finisce il mondo.
    È così che finisce il mondo.
    È così che finisce il mondo.

    - O forse no, se possiamo farci qualcosa.

    Alioth, il Porto.

    C'è un gatto, un gatto nero e pasciuto, che si aggira per il molo. Sembra gli piaccia quell'odore che è un misto di pece, salsedine, alghe in putrefazione e cordame bagnato. Il gatto vede qualcosa, e la fissa intensamente come per essere sicuro che si tratti esattamente della cosa che stava cercando. Si lecca una zampa con fare gattesco, quindi con uno zompo innaturale perfino per uno della sua specie raggiunge l'impavesata di tribordo di una nave attraccata.
    Quella nave è appena giunta da Dayrst, e il ponte è un andirivieni di marinai e spalloni e uomini d'arme che paiono particolarmente indaffarati, ma al gatto questo non sembra interessare granché. I suoi occhi sono fissi sul cassero, dove una giovane donna e un giovane (quasi) uomo conversano amabilmente, rimirando il profilo aguzzo della Dominante che si stende davanti a loro.
    Il gatto passeggia pigramente lungo il corrimano, ha l'aria indolente a dispetto dello sguardo deciso. C'è qualcosa che solletica il suo spirito, sta pregustando una preda ma prima vuole baloccarsi un po'. Anche giocare col cibo è una malvagia (ma divertente) abitudine felina. Con pochi salti raggiunge il cassero.
    - Miao - dice, in tono neutro, cercando di attirare l'attenzione. Senza riuscirci. I suoi occhi azzurri si impastano di viola, la cosa gli è dispiaciuta. Lo so bene, perché quel gatto sono io, e questi due stronzi non apprezzano un'entrata teatrale.
    Puoi dargliene una migliore, mi dice una voce. Sento molte voci diverse, dentro di me. No, non sono matto. Non nel senso che intendete voi, comunque.
    Uno schiocco secco, il rumore di qualcosa che va in frantumi (la mia pazienza). Adesso al posto del gatto c'è un tanghero sui trent'anni, viso smagrito e pallido, capelli neri arruffati, una feluca ben piantata in testa e un tabarro nero avvolto intorno al corpo. Me ne sto seduto in un equilibrio precario sul parapetto, le gambe accavallate in una posa molle, volgare.
    - Macciao, Ricciolidoro! - dico, salutando la donna con una certa confidenza. Abbiamo dei trascorsi.
    Le faccio l'occhiolino, saprà riconoscermi anche se l'ultima volta non avevo questo aspetto.
    - Pronta per un altro giro?
    Non aspetto una risposta. Non mi serve, non la voglio, non saprei che farmene. Salto giù dal parapetto, atterrando sul legno del cassero con una certa eleganza di cui mi compiaccio per qualche istante. Me lo posso ben concedere, in fondo sto per andare a salvare il mondo.
    - A quanto pare, Dayrst è in pericolo. O meglio, sarà in pericolo. E tu non potrai farci proprio niente... puff! La tua bella capitale, andata! Sparita! Unichtozhen!
    Accenno un passo di danza, volteggio su me stesso. Lo faccio spesso quando sono felice - e cazzo sì, sono felice adesso. Perché sto per combinare davvero un bello scherzo a questi due che giocano a fare i fidanzatini in visita alla Dominante per il Carnevale.
    - Si dà il caso che io possa... come dire? Concederti l'opportunità di intervenire. Basterà fare un salto in avanti, roba da nulla.
    Sogghigno, squadrando per bene il tipo che le sta accanto.
    - Ovviamente viene anche Tremotino, qui! Non si dica che voglio separare due innamorati.
    Mi chino verso di loro, cercando i loro sguardi, tentando d'indovinare la sorpresa, l'angoscia, il tormento, la paura - ognuna di queste cose, e poi tutte insieme, la confusione, il caos. Io ci campo, con quello.
    - Andiamo! - dico, stridulo, voltando loro le spalle.
    Poi mi fermo, dandomi una gran manata in fronte. L'ultima parte della sceneggiata a loro beneficio.
    - Quasi dimenticavo. Un dettaglino, una quisquilia: potrebbero esserci delle interferenze, quindi ecco... scegliete bene il momento in cui scendere.
    Mi volto, stavolta davvero.
    - Pronti?
    Di nuovo, non aspetto una risposta. Non ho mai detto che potevano scegliere.
    Rumore di vetri infranti - proprio come sarà Dayrst - e poi non siamo più lì.
    Andiamo a salvare questo patetico mondo agonizzante.

    •••


    Sono immensamente grande, sono immensamente piccolo. Non inseguo l'immortalità, l'onnipotenza, né la gloria. Non al denaro, non all'amore, né al cielo. Vedo mondi fluire intorno a me, tutte le infinite possibilità del tempo, implicite nella contingenza del divenire. Le lascio sfilare via in un caleidoscopio di colori empirei, niente di tutto questo fa per me. Li sovrasto, sono il mio regno - e io un sovrano tediato e irritato che ha sempre bisogno di un nuovo giocattolo. Dove passato, presente e futuro sono la stessa cosa - quello è il punto di vista di dio; io sono lì, ma non sono dio. Potrei, ma non voglio. Non sono matto, ve l'ho detto. Sono solo annoiato.
    Lo spazio e il tempo si piegano al mio volere. Io sono il caos.
    Salverò il mondo, perché non ho ancora finito con lui.
    Perché, quando sarà il momento, sarò io a distruggerlo. Ma non è ancora quel tempo.
    Lasciate che vi mostri... (Glielo mostreremo, Cerash.) ...cosa può una forza incontrollabile.

    Il Matto
    Aspetto attuale: Fedor, il Tanghero.

    Risorse: 52/52 (salute) - 92/92 (energia) - 10/14 (stress)
    Classi di Difesa: 9 - 5 - 7
    Ferite: Nessuna.
    Status: Nessuna.
    Bonus: +1 Attacco (dal Legame con Ezra, lv. 3); +2 Arcana dall'equip.
    Malus: Nessuno.
    Competenze: Arcana IX - Carisma IX - Furtività VII - Società VI
    Specializzazioni: Polimorfismo, Manipolazione dello Spazio, Manipolazione del Tempo.
    Prestigio: Influeza XVI - Notorietà II
    Equipaggiamento:
    - Il Matto (Arcano Maggiore): Arma Superiore II (+2 Arcana); Mangiamana Superiore II; Nascosto; Versatile I. Attacca su Volontà e Riflessi, Difende su Riflessi.

    Passive: Ispirazione, Trionfo, Testardo II, Ferocia, Analisi.
    Azioni:
    1) Prova di Arcana: Spesa: 4 (stress). Effetto: 13 (9 Arcana +4 stress).


    Riassunto: Il Matto arriva, riscrive il concetto di edginess, e poi si porta via Ezra e Riven, spostandoli avanti nel tempo fino all'Apocalisse e rilocandoli a Dayrst.
    La prova è intesa come di viaggio nello spazio-tempo (ne ho parlato con Tied), ma a causa di possibili interferenze date dalla Stagione, Riven e Ezra devono pickare il momento giusto per "scendere" al momento giusto (così narrativamente ha senso che dobbiate fare una prova anche voi). E niente, divertiamoci e cerchiamo di non far sparire Dayrst.

    Nota: Unichtozhen: 'Distrutta', in Ravdo.
     
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    - c'era un tempo -
    la quinta stagione

    C'era una volta - anzi, c'erano una volta, un re, una regina, e la loro amata bambina.
    Come, non ti piacciono più le fiabe? Eppure da piccola le divoravi. Forse era perché non avevi ancora visto il mondo là fuori, e custodivi teneramente un'immagine di esso che non aveva nulla a che vedere con la realtà delle cose. Il mondo ti piaceva, dopotutto, dalle mura del tuo palazzo. Era un padre gentile anche lui, provvidente, e chi lo abitava lo trattava con le stesse mani delicate di tua madre. Poi sei cresciuta, sei cresciuta e ti sei disillusa: principessa, Imperatrice. Ora anche il tuo cuore canta quella canzone amara e lenta, sebbene tu cerchi di non tendere l'orecchio. So bene quanto ti rechi fastidio saperti vulnerabile, sapere che anche coloro a cui tieni lo sono, e che quelle mani non sono affatto amabili quando sgretolando come cristalli di zucchero ciò che ami.
    Allora iniziamo dalla fine, preferisci? Ne hai viste di fini. Puoi quasi considerarti una maestra, un'artista delle fini. Sei tornata nel tuo impero, nella tua casa, tra la tua gente, proprio al momento giusto: quello della fine. Hai visto Dayrst che come un vecchio languiva irrequieta nel letto, sollevandosi e sospirando, contraendosi nei suoi ultimi rantoli. Proprio da quegli ultimi palpiti sei riuscita a trarne una nuova fioritura. Per questo dico che sei una maestra della fine. Forse perché, giusto in quei momenti, hai capito che la fine di una storia non è altro che l'inizio di un'altra - la tua. Vuoi che le persone ti ricordino, ma sai bene che i ricordi sono fragili come foglie costrette all'andare incerto del vento, come le ossa che diventano deboli con l'età. Lo pensi, ne sei consapevole quando ti guardi allo specchio nella tua camera regale e ti pettini i capelli che si riversano sulle spalle come una cascata di seta nera. Sei giovane, un fiore, sei al tuo inizio. Ma non durerà per sempre. La tua città è audace e coraggiosa: le sue mura come le viuzze raccontano la storia dei suoi patimenti; gli edifici tutti, nella loro apparente leggerezza, sono temerari e arditi, e il tuo palazzo ancor più degli altri, eretto a sfidare il cielo. Il tuo popolo ha imparato ad essere previdente, in parte grazie a te, in altra parte grazie al tarlo del casomai. La terra, questo pianeta, è sia particolarmente abile nel guarire le proprie ferite che decisamente creativa nei suoi casomai. E si dà il caso che questa ferita, questa quinta stagione, questa fine del mondo potrebbe coincidere con la fine di un altro mondo: il tuo. Non vorrai abbandonare Dayrst anche questa volta, non è vero?

    ✧✧✧


    Il viaggio a bordo della Farfalla Dorata verso Khalzjan proseguiva in una certa indolenza che non dispiaceva affatto alla sovrana di Dayrst. La nave aveva appena attraccato ad Alioth, una breve sosta per respirare una tanto agoniata boccata di normale quotidianità prima di riprendere una questione alquanto delicata con le Ombre, nel Sirrah. Ezra smorzava l'attesa e il vago senso di angoscia per l'accaduto intrattendendosi in chiacchiere con Riven a poppa, quando risentì un'altra volta un rumore che aveva imparato a conoscere. Il rumore di un cielo di vetro che si infrange, del tempo che si incrina, dei sogni che muoiono. « Macciao, Ricciolidoro! Pronta per un altro giro? ». Si girò, alzando gli occhi, verso dove le arrivava quella voce. Non potevi che essere tu, ancora. Non credevo ci saremo rivisti così presto. No, non era assolutamente pronta, ma sapeva che non importava a colui che aveva che aveva conosciuto sotto un'altra forma e, questa volta, nemmeno a lei stessa. Si trattava di salvare la sua capitale dopotutto; aveva anche appreso che, nonostante l'incomprensibità delle azioni di quella creatura, proprio quest'ultima aveva sempre mantenuto la parola data. « Scusalo » bisbigliò con un filo di voce al Wordsworth, mentre tutto prese a vorticare attorno a lei. Uno, due, tre.
    C'era, un tempo.



    2IrpHvN

    EZRA QOORAJ

    3iDHCVF


    Livello: 19
    Energia: 96 Salute: 40 Stress: 8/13
    Riflessi VII Tempra IV Volontà VIII
    Arcana VIII Carisma VIII Percezione V Società VIII
    Rango XI Ricchezza V

    Legami:
    ✧ Riven W. [1]: [Vendicativo (A)]
    Tutte le azioni offensive del personaggio migliorano di una unità contro bersagli che hanno attaccato il personaggio oggetto di legame.
    ✧ Il Matto [2]: [Cooperativo (S)]
    Tutte le azioni di supporto o di effetto di stato nocive del personaggio migliorano di una unità, se il personaggio oggetto di legame è nei paraggi.

    Specializzazioni:
    ~ ammaliare, specializzazione di carisma;
    ~ animare oggetti, specializzazione di arcana.

    Abilità passive:
    ~ abilità passiva di supporto, avvelenatore mostruoso;
    ~ abilità passiva di supporto, aura malefica II (fragilità);
    ~ abilità passiva di recupero, ispirazione;
    ~ abilità passiva di recupero, rigenerazione.

    Artefatti:
    — Arcano Maggiore, L'Imperatrice: [Scala su Arcana] [Attacca su Volontà, Difende su Riflessi] [Versatile: Riflessi][Equipaggiamento Superiore II: +2 Arcana] [Nascosto] [Arma Insidiosa II: Fragile]
    — Arcano Maggiore, L'Imperatrice: [Mangiamana superiore]

    Azioni:
    Prova di iniziativa su Arcana: spesa 5 stress, effetto 13 (9+5).

    Riassunto:
    //

    Note:
    Cross my heart and hope di non aver scordato niente. :blobowo2:


     

     
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    c'era un tempo,
    prima parte

    Quella volta, in una triste mezzanotte, l'alchimista, debole e stanco, meditava su alcuni bizzarri, curiosi volumi sulla magia di Arevik consegnatigli dal doge per approfondire gli studi. Inclinava la testa, quasi sonnecchiando, quando all'improvviso giunse un colpo, come se qualcuno stesse gentilmente bussando alla porta della sua stanza. Sarà l'oste, mormorò, e lo ignorò. Si tirò su, poi prese un pezzo di carta che se ne stava insofferente sul comò di fianco al letto. Lo aveva poggiato lì prima di sdraiarsi ed ora era un momento buono come un altro per esaminarne il contenuto. Il simbolo della casata dei Wordsworth era impresso sulla ceralacca che teneva chiusa la busta: era intimorito - ed era curioso - del messaggio.

    Nel tiepido bagliore dell'ultima candela, in quella notte rigida e solitaria, l'uomo stese sulla già affollata scrivania la lettera che aveva ricevuto il giorno stesso. La lesse a bassa voce, decifrandone il linguaggio con la scioltezza dell'amanuense e, mentre spostava la sedia e si accostava alla brace ancora calda nel caminetto ormai spento, soppesava il valore d'ognuna delle ruvide parole che aveva appena scorso.
    Girò la testa per guardare il proprio riflesso nel piccolo specchio ovale sulla parete, però non vide nulla più che fumo e nebbia, immerso com'era nel tepore sanguigno della fiammella morente su quell'ultima candela che se ne stava nel mezzo del suo lago di cera disciolta sul piattino dov'era stata posata.
    Si accarezzò il viso, percorrendo col palmo della mano la guancia e il mento, tastando la sua pelle che è così simile a quella di un essere umano. Il fuoco iniziò a tremare senza preavviso, proprio come stava a fare il suo respiro. Un soffio di vento si era infilato sotto la finestra, forse. Qualunque fosse la ragione la candela si spense. Senza più luce se non quella della brace in fin di vita, si limitò a toccare nuovamente la lettera. Ne saggiò le macchie scure coi polpastrelli, come potendo vedere, come potendo leggere con le mani qualcosa di differente, qualcosa che i suoi occhi avevano ignorato, fuggito, cercato invano nella falsità del riflesso di una candela nel piccolo specchio ovale appeso al muro spoglio. No, no.

    « Mia figlia sta morendo, Riven. Una malattia che non ho mai incontrato prima, che la ha fatta scivolare in un coma profondo, me la sta portando via. Credo di avere trovato un rimedio - si tratterebbe di fare qualcosa che è contro ogni senso di umanità. Non so se ho il coraggio, per questo sto ancora cercando. Potrò avere bisogno del tuo aiuto, in caso ti invierò un'altra lettera. In attesa che tu mi risponda,
    tuo fratello Ardyn »

    Prestando più attenzione, accanto allo specchio, sulla parete, notò uno strano ritratto: era un uomo con due occhi cupi, una barba lunga e scura. Lo guardò a lungo e lui ricambiò lo sguardo. Forse la fine non è un nuovo inizio, forse la fine è soltanto la fine. Lo scorrere del tempo magari non è ciclico e raggiunta la conclusione non resta altro che lasciare il palco a qualcun altro. La persona nel dipinto lo continuava a fissare, e lui si rattristava all'idea che sua nipote potesse morire prima di lui. S'interrogava se valesse la pena di combattere per un mondo che stava marciando inesorabilmente verso l'oblio, poi ricordò che se il mondo non se lo merita se lo meritano quantomeno le persone che caparbiamente lo abitano.

    Sognando, o forse morendo, si alzò con lentezza. Riaprendo gli occhi ritornò a posare la schiena su quel muro freddo che dopo una notte gli era quasi familiare. C'era luce, era mattino. Per lunghi minuti rimirò il soffitto; stese le labbra in un sorriso vuoto, lontano, come se la coscienza avesse lasciato il corpo alla dolce tirannia dell'atarassia. Si raccolse solo quando sentì di potercela fare ad affrontare la realtà. Prese le proprie cose, ponderò se lasciare la lettera, e senza salutare si diresse verso la residenza del doge.
    Mentre usciva ripensò a quella piccola candela riflessa nello specchio, alla piccola nuvola di fumo che si sollevava dallo stoppino. Allora trascinami svanendo attraverso i cerchi di fumo della mia mente, per le nebbiose rovine del tempo, oltre le foglie gelate, oltre gli spaventosi alberi infestati, fuori nella spiaggia ventosa, lontano dalla vorticosa portata di questa folle sofferenza.

    Forse la fine non è un nuovo inizio, forse la fine è soltanto la fine.
    Se è così, tanto vale combattere perché non arrivi.

    • • •


    Alioth la riconosci anche a centinaia di metri di distanza: è una donna splendida, ha forme solenni e ha il collo e i polsi cinti da gioielli che brillano come stelle nel buio. Si tratta di una breve sosta alla quale il doge non avrà da ridire - Ezra e Tokki gli hanno salvato la vita dopotutto - prima di partire alla volta di Khalzjan. L'aria che spira a poppa è piacevole, suscita nostalgia. È da tempo che non torna a casa, così si ripromette che una volta salvato il mondo lo avrebbe fatto con la regina al suo fianco. Nel bel mezzo del via vai di persone non lo nota neppure il gatto nero che cammina sul corrimano, almeno fin quando non cambia forma, assumendo fattezze - vagamente - umane. Il rumore di vetri che si infrangono e la arrendevolezza di chi ormai è convinto che niente possa filare liscio, neanche una volta. Ezra gli chiede scusa e lui tira un sospiro. Sta tranquilla, non importa, ché tanto è diventata un'abitudine questa.
    Dayrst rischia di sparire, andiamo a salvarla. Uno, due, tre. Il mondo è una trama infinita fatta di forme e colori tutti diversi, percorsa interamente dal potere del cambiamento. È la prima volta che viaggia nel tempo, ma ha l'impressione di conoscere la strada. Quando scendiamo, ti infilzo come uno spiedino.

    RIVEN WORDSWORTH:
    SALUTE 50 · ENERGIA 90 · STRESS 8 (13-5)
    RIFLESSI 8 (6) · TEMPRA 8 (6) · VOLONTÀ 8
    ARCANA VIII · NATURA VIII · PERCEZIONE VIII · SOCIETÀ V

    Specializzazioni:
    1. magia di Arevik, arcana.
    2. chimica, natura.
    3. metallurgia, natura.
    4. teletrasporto, arcana.
    5. modificare ambiente, arcana (preparato).
    6. creare barriere, arcana (preparato).

    Abilità passive:
    1. fortezza: -1 pt. attacco, +4 pt. RTV (non attiva).
    2. difesa maggiore ii: due volte a turno, subisce -2 danni da un'azione difesa.
    3. generoso: può frapporsi fra un attacco e un qualunque bersaglio per scudarlo con azione attiva o passiva senza incorrere in penalità.
    4. preparato: +2 specializzazione (scelte).
    5. intrepido (d): ottiene uno slot azione extra quando difende con successo un alleato.
    6. difesa miracolosa ii: quando la salute è al 50% ottiene +4 rtv, quando scende sotto la soglia critica ottiene +8 rtv.

    Legami:
    1. EZRA QOORAJ, (liv. 3): resiliente [+1 azioni difensive].

    Equipaggiamento:
    ~ Naav:
    1. equip. offensivo.
    2. scala su arcana, attacca su tempra.
    3. arma curatrice ii: può effettuare un'azione di cura che avrà effetto pari al danno.
    4. mangiamana superiore: quando impiegato in un'azione base, può bersagliare energia.
    5. nascosto: Riven può evocare Naav al suo fianco quando desidera.

    ~ Luwan:
    1. equip. offensivo/difensivo.
    2. scala su natura, attacca su riflessi.
    3. nascosto: l'arma può essere evocata in ogni momento.
    4. armatura superiore iv: +2 punti tempra; +2 punti riflessi.
    5. attacco ampio superiore (d) ii: può spendere un'azione per attaccare o difendere ad area, la potenza sarà pari alla metà della competenza di giustifica; le abilità difensive possono essere usate ad area, la potenza sarà pari alla metà del consumo.

    Note:
    Tied sei felice adesso?



    Edited by .artificial - 9/5/2023, 17:33
     
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    Il momento giusto non è sempre qualcosa di troppo semplice da inquadrare. Immaginate una storia d'amore, proprio al fiorire. Sguardi languidi, respiri spezzati. Gote sempre più rosse, due labbra che si studiano, il primo bacio. Qual è il momento giusto, in questa storia? Quello che vorremmo vedere sempre. Qualcuno direbbe "l'attimo prima del bacio". Che cosa romantica. Allora eccoci qua.
    L'attimo prima della fine.
    No, non prima della fine del tempo, anche se quello smetterà di scorrere comunque. E certo non prima della fine di Dayrst, o questa sarebbe una storia troppo breve. No, il momento giusto è nel mezzo. Nel mezzo abbastanza da saltare i convenevoli e arrivare subito al dunque. Proprio come piace a noi.

    Dayrst è, di nuovo e ancora. Ed è bellissima. Ricordate la farfalla? Questa volta, però, ad essere dorata non è solo lei, ma tutto quanto. Tutto è animato da un bagliore di polvere d'oro che increspa l'aria, ma è l'unica cosa a muoversi. La sabbia, le piante, le mura, le persone. Tutte immobili, tutte avvolte in un vortice che scorre con un tempo lentissimo (ma è l'unica cosa a muoversi). Voi apparite nella piazza centrale della città. Ezra, tu la conosci molto bene, e immobilità nel tempo a parte, è esattamente come la ricordi l'ultima volta, il che, a suo modo, è molto molto confortante, per almeno una decina di motivi. Vicino a voi è un bambino, che gioca proprio davanti a Riven e quasi lo tocca. Sta correndo, o almeno il corpo lo crede ancora, ma poiché il tempo è fermo, dalla vostra prospettiva ha una gamba sollevata e il corpo in una torsione inespressa che lo lascia orientato in maniera troppo innaturale nello spazio, tale che potrebbe cadere rovinosamente a terra da un momento all'altro: se non avete mai avuto un'idea di fragilità, eccola. Il bambino rincorre una trottola sfuggita alle regole del gioco. In un certo senso, anche voi. Un'anomalia di cui nessuno s'è accorto. A differenza del bambino, potete muovervi nello spazio. Forse non nel tempo (ma quello ad almeno uno di voi risulta naturale), ma al vostro corpo non interessa e continuate a respirare come avete sempre fatto, a pensare, a muovervi, forse pure a scoreggiare, se siete abbastanza temerari da provare proprio tutto. Siete gli unici a poter fare questo, almeno finché non alzate la testa nel chiedervi da dove arriva tutto l'oro, e scoprite che il sole non ha deciso di splendere in maniera speciale solo per Dayrst. Anche se ha deciso di farlo altrove - altre storie, altri eroi. C'è tanto da raccontare in una Stagione.

    Più o meno sopra la testa del tanghero di tre metri è una figura nuova, che proprio non riconoscete nello scenario di Dayrst. Né del Lesathar, né dell'Atlas, per quanto ne sapete. Ed è una figura gigantesca, perfettamente in grado di contenervi tutti e tre assieme, ma dovrete spostarvi e muovervi di qualche passo per comprendere la complessità delle sue geometrie. La sua superficie è irregolare, fittamente decorata. In oro, appunto, ma anche smalti colorati, pietre e preziosi, modellati a ricordare ciò che a Dayrst in questo momento manca: il tempo. È così lavorato da ricordare un involucro Hederati volto a festeggiare qualcosa, come l'incoronazione di un grande Re. Un fitto strato, direste, di particolari assolutamente inutili volti ad abbellire qualcosa con un gusto estraneo ai costumi dell'Atlas. Ma non è un mangiapietra quello che state osservando. Non ha una cuorgemma, e Riven potrebbe giurare sulla tomba delle sue buone intenzioni che non ha un buon ritmo, affatto. Anzi, non lo ha per niente, ma come un buco nero comincia ad assorbire il suo, quindi a muoversi, ruotando su se stesso, e dissipando polvere d'oro a lenti raffiche. Vi è utile a capire, se non lo avete già fatto. È un uovo, dal guscio pulsante di vita propria. A vista d'occhio, ne contate almeno dodici su tutta la città. E cosa fanno, le uova?
    Schiudono. Ma queste contano, anche.

    Dayrst, e uno.



    Qm PointVi ritrovate a Dayrst, con in testa tante tante uova fabergé. E credetemi, non volete che schiudano.
     
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    La scossa che passa si ripeterà. L'onda che si ritrae ritornerà.
    La montagna che brontola ruggirà.

    TAVOLA UNO, Sulla sopravvivenza, verso cinque


    Il tempo smette di girarmi intorno e rallenta insieme al suo degno compare (lo spazio). Sono un ragazzino irrequieto, riottoso, che non vuole più saperne di quella giostra. Anche le meraviglie finiscono con l'annoiare. Fermate tutto, voglio scendere. Tutto si ferma, io scendo. La facilità con cui accade ha smesso di sorprendermi; una volta mi sarei compiaciuto delle mie capacità, ma non oggi. Oggi siamo qui per uno scherzo più crudele e più raffinato. Vediamo di farci odiare subito. Lo penso, ma non lo dico. Non c'è bisogno che sappiano (anche se Ezra già lo sa, e Tremotino lo sospetta. Sembra un ragazzo sveglio, imparerà in fretta).
    Il mondo davanti a me è una distesa dorata e immobile. Qualcosa (qualcuno?) gioca con il tempo; penso che lo considererò un omaggio alla mia persona. Sorrido, allargando le braccia.
    - C'è da dire che il dorato sta bene su Dayrst.
    Se ignoriamo il dettaglio che tutto sembra essersi congelato in un preciso istante, la capitale è ancora integra. Siamo arrivati in tempo - esattamente come avevo promesso. Mi piace mantenere le promesse, dà agli altri l'idea che io possa essere affidabile, in fondo. Questo rende molto più divertente deludere le aspettative.
    Sollevo lo sguardo: sopra di noi c'è... un uovo? Un uovo dorato, traslucido, ricoperto di incrostazioni di gemme e altri preziosi. Qualcuno ha deciso di decorarle in quella maniera, è evidente - così come è evidente che ci troviamo di fronte a qualcosa di eccezionale.
    - Qualche idea? - domando, ma non sto parlando con i miei compagni.
    La voce di Hvitserk, dentro di me, risponde solerte (più solerte di quanto vorrei).
    - No, ma se le fate schiudere è un cazzo e tutt'uno.
    Annuisco, guardo Ricciolidoro e Tremotino.
    - Però! Simpatici gli ovetti. Danno un tono all'ambiente. Meglio non attaccarli, potrebbero decidere di schiudersi.
    L'uovo sopra di noi sta girando, gli altri lo imitano. Sembra stiano rispondendo a qualcosa, ma cosa? E quella polverina dorata?
    - Facciamo un esperimento... - dico sottovoce. C'è un bambino lì, immobile anche lui. E c'è una trottola, di quelle che si lanciano con lo spago. La raccolgo e la scaglio verso l'alto. Le mie scarse capacità atletiche non rendono merito alla teatralità del gesto. Pazienza. La trottola rallenta man mano che raggiunge la polverina, fino a fermarsi, immobile a mezz'aria. Il suo tempo è sospeso, e lo sarà anche il nostro se non stiamo attenti.
    Ricciolidoro dice qualcosa sul Baluardo. Deve trattarsi di una roba da Mangiapietre. Noiooooosi, quelli. Hanno troppo tempo a disposizione per essere divertenti - e se c'è qualcuno che sa quanto possa essere avvilente avere troppo tempo, beh, quello sono io.
    Mi sento in vena di esperimenti, quest'oggi. Vediamo cos'altro possiamo combinare. Sollevo due dita, l'indice e il medio, e fra loro compare in uno scintillio la mia carta - il Matto. La lancio per aria, e il mio sorriso potrebbe apparire sinistro mentre lo faccio. Arrivata all'altezza dell'uovo, la carta si ferma e assume la forma di una scopa. Non posso volare, ma posso comunque andarci abbastanza vicino.
    - Con permesso.
    L'educazione prima di tutto. Schiocco le dita e mi ritrovo lì, sospeso a mezz'aria, in piedi sul mio arcano-scopa. L'uovo è davanti a me; molto grande, molto dorato. Riesco quasi a guardare il mondo attraverso la sua consistenza gelatinosa e traslucida. Ridacchio.
    - Uovo ricco, mi ci ficco!
    Allungo una mano, un dito proteso pronto a cogliere una minima essenza dell'uovo, come farebbe un bambino con una torta coperta di crema. Voglio solo un assaggio, sempre avuto un debole per le uova. Il mio dito affonda in quella consistenza gelatinosa, quasi fastidiosa. E poi si ferma, diventa immobile.
    - Non mi pare il caso di prendersela così - protesto.
    Provo a liberare il dito, con scarso successo. Credo di essermi intrappolato da solo. Oh beh, pazienza.
    - Era proprio necessario? - domanda Hvitserk.
    Scuoto il capo. Loro non possono sentirlo, ma io sì. Mi vedranno parlare da solo e penseranno che sono matto. Non sono matto. Ma loro lo pensano già.
    - Oh, insomma. Non ho fatto niente di male.
    - Sarà, ma la tua... la nostra mano non se la sta passando bene.
    Ha ragione. il mio amico Mangiapietre. Il mio dito immobile è diventato dorato, e ormai quasi tutta la mano lo sta imitando. L'uovo ha cominciato a tremare e sballonzolare, imitato da tutti i suoi simili. La cosa sarebbe divertente, se non fossi bloccato.
    - Questa è roba vostra, no? - gli domando. - Allora sbrigatela tu.
    Muto ancora il mio aspetto; adesso sono un meraviglioso Hederati di roccia marmorea, di un bel colorito grigio attraversato da venature dorate. La mia testa è tonda, senza capelli. Non posso cedere davvero il controllo a Hvitserk, ma posso assumere il suo aspetto e sperare che l'uovo si lasci convincere.
    - Su, ovino bello, non fare così.
    Inutile dirlo, la cosa non serve a molto. Poi Tremotino fa qualcosa - o almeno credo - e le uova smettono di gemere e agitarsi. Il mio dito viene lasciato andare. E poi... qualcosa esplode, e tutto diventa prima dorato e poi bianco. Quando torno a vedere, sono di nuovo accanto a quei due. Le uova sono tornate immobili, non fanno più... nulla. Non piangono, non si dimenano, non ruotano nemmeno. E l'uovo sopra di noi ha perso almeno una porzione della sua armatura decorativa, le cui pietre non brillano più. Ci ha mandati indietro. Lo realizzo con un filo di stupore, mentre riassumo le sembianze di Fedor e mi accorgo che il mio dito è ancora attaccato alla mano - ma che la medesima e tutto l'avanbraccio fino al gomito è avvolto da una patina dorata. La cosa mi delizia, in qualche modo: è la prima volta che qualcuno mi sballonzola nel tempo a mia insaputa. Quindi è così che ci si sente.
    Tremotino sembra molto soddisfatto di sé. Ho fatto bene a portarlo con noi, si sta rivelando più utile del previsto. Mi dice qualcosa sul fatto che gli devo un favore.
    - Vi ho dato la possibilità di salvare il regno della tua ragazza - rispondo ridacchiando.
    - Se ti accoltello stiamo quasi pari.


    Il Matto
    Aspetto attuale: Fedor, il Tanghero.

    Risorse: 52/52 (salute) - 92/92 (energia) - 8/14 (stress)
    Classi di Difesa: 9 - 5 - 7
    Ferite: Nessuna.
    Status: Nessuna.
    Bonus: +1 Attacco (dal Legame con Ezra, lv. 3); +2 Arcana dall'equip.
    Malus: Nessuno.
    Competenze: Arcana IX - Carisma IX - Furtività VII - Società VI
    Specializzazioni: Polimorfismo, Manipolazione dello Spazio, Manipolazione del Tempo.
    Prestigio: Influenza XVI - Notorietà II
    Equipaggiamento:
    - Il Matto (Arcano Maggiore): Arma Superiore II (+2 Arcana); Mangiamana Superiore II; Nascosto; Versatile I. Attacca su Volontà e Riflessi, Difende su Riflessi.

    Passive: Ispirazione, Trionfo, Testardo II, Ferocia, Analisi.
    Azioni:
    1) Prova di Arcana: Spesa: 3 (stress). Effetto: 12 (9 Arcana +3 stress).


    Riassunto: Quello che si è detto in supporto. Per quanto riguarda lo stress speso (3) ho dimezzato arrotondando per eccesso (quindi ho considerato una spesa di 2).


    Edited by vøx - 20/5/2023, 03:03
     
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    - c'era un tempo -
    la quinta stagione

    L'attimo prima della fine ha il sorriso rassicurante e la pelle lattea di una donna incantevole: nasconde il viso mentre si diletta a giocare vezzosamente con il suo abito accarezzato dal vento. Resti a guardarla come se fosse diventata il centro del tuo essere fino a che i vostri sguardi non collimano, e il tuo tradisce una certa malinconia per una ribellione che vuole durare ancora. Uno, due, tre.
    Arrivarono a Dayrst per scoprire che la fine si era accoccolata dentro di lei, e che il suo corpo - scivolato in un lungo sonno - stava lì, immobile e rannicchiato. La sovrana si sarebbe lasciata scaldare da quella visione che, come la nenia di una nutrice lontana, prese a cullarla, illudendola così per un breve attimo di potersi abbandonare dolcemente. Non era la fine, o almeno non lo era ancora, e la propria capitale continuava ad ergersi immutata nel suo splendore. Innaturalmente immutata, tutta avvolta in una fragile crisalide dorata. Solo un alito dorato la smuove. Dayrst è inerte, e la si guarda come qualcosa di orrendo e perciò irresistibile: di sottecchi, distogliendo poi gli occhi per poi parlarne perchè non è possibile fare altrimenti. Le viuzze, le case, i mercati sono fermi come se fossero parte di un gioco perverso di un collezionista di istanti. Dayrst è inerte, forse sogna. Cosa sognano le città? Magari il loro tempo, quello in cui ridevano della loro bellezza, delle sale reali lustrate che consentivano - almeno per un po' - di dimenticarsi delle nefandezze del mondo fuori. Dayrst però è ancora meravigliosa, forse lei sogna semplicemente il tempo.
    Colui di cui non sapeva ancora il nome e che vestiva l'aspetto di un tanghero non attardò a farsi riconoscere: con un gesto affettato prese l'unico oggetto che sembrava esser sfuggito all'immobilità - una trottola - e lo scagliò in aria, con grande rammarico della sovrana. Non siamo qui per giocare, anche se questo apparentemente non valeva per tutti. Se lo doveva aspettare, esattamente come quando lasci un bambino profondamente annoiato da solo. A tuo rischio e pericolo. Il giocattolo rallentò progressivamente al contatto con la polverina fino a paralizzarsi, come intrappolato, a mezz'aria. Cercò consolazione nel viso di Riven come cercò di trovare una verità, una risposta alternativa a quella che si stava dando. « Hai...mai visto qualcosa del genere? » sospirò, nascondendo a stento la frustrazione. « No, mi spiace, non ho mai visto qualcosa di simile ». Alzò il capo per scoprirsi sormontata da... un uovo dalle dimensioni colossali. Divertente davvero, ma non abbiamo nulla da festeggiare. Si spostò, scostando il viso verso prima da un lato e poi dall'altro, quindi prese a perlustrare la zona a occhiate veloci: quello che avevano sopra la testa non era l'unico uovo, ma ne poteva contare almeno un'altra dozzina. Ritornò con il naso all'aria ed esaminò più meticolosamente la superficie di quell'oggetto, ritrovando delle somiglianze con qualcosa che ricordava di aver letto, o qualcosa che le avevano riferito diverso tempo prima. « Queste decorazioni » indugiò come a voler essere sicura di quello che stava per dire « queste decorazioni mi ricordano quelle del Baluardo ». Si voltò verso i suoi compagni, inchiodandoli con lo sguardo « Non sono semplici orpelli, quelli, tantomeno sono... docili quanto possono sembrare. Si tratta di tecnologia hederati, quindi prestate attenzione a non intraprendere azioni avventate ». Non arrivò a terminare la frase che vide il mutaforma montare su una scopa e tentare l'ennesima impresa sconsiderata. Lo vide dirigersi in alto e ficcare il proprio dito nella gelatina, intingendolo in essa come ad assaggiare un delizioso dessert. « Ma non ti hanno mai insegnato che » e si ammutolì, seccata, portandosi la mano sulle tempie. Che non si mangiano le caramelle degli sconosciuti - o le uova. Di male in peggio, e siamo solo all'inizio. « Questo deficiente è amico tuo? » le chiese Riven dopo aver rumorosamente poggiato la mano sul suo viso. Non è propriamente mio amico, è più una conoscenza. « Ti avevo detto di scusarlo » commentò con un tono che lasciava trapelare la propria mortificazione e al contempo irritazione. È fatto così, ovvero male. Per un breve attimo levò gli occhi al cielo come a dire datemi-la-forza-per-sopportare-quell'incosciente e li riportò sul Wordsworth, la cui pelle pareva ribollire; poi qualcosa accade, forse proprio per merito di quest'ultimo. Un'esplosione, e si ritrovano tutti e tre al punto di partenza - dito del tanghero compreso -, ma questa volta l'uovo aveva perso per buona parte la sua armatura variopinta. Si guardò i piedi, il sinistro era avvolto dalla stessa patina che increspava l'aria e sperò che non si sarebbe trovata di lì a breve a doverlo trascinare. Però devo dire che l'oro mi dona.


    2IrpHvN

    EZRA QOORAJ

    3iDHCVF


    Livello: 19
    Energia: 96 Salute: 40 Stress: 7/13
    Riflessi VII Tempra IV Volontà VIII
    Arcana VIII Carisma VIII Percezione V Società VIII
    Rango XI Ricchezza V

    Legami:
    ✧ Riven W. [1]: [Vendicativo (A)]
    Tutte le azioni offensive del personaggio migliorano di una unità contro bersagli che hanno attaccato il personaggio oggetto di legame.
    ✧ Il Matto [2]: [Cooperativo (S)]
    Tutte le azioni di supporto o di effetto di stato nocive del personaggio migliorano di una unità, se il personaggio oggetto di legame è nei paraggi.

    Specializzazioni:
    ~ ammaliare, specializzazione di carisma;
    ~ animare oggetti, specializzazione di arcana.

    Abilità passive:
    ~ abilità passiva di supporto, avvelenatore mostruoso;
    ~ abilità passiva di supporto, aura malefica II (fragilità);
    ~ abilità passiva di recupero, ispirazione;
    ~ abilità passiva di recupero, rigenerazione.

    Artefatti:
    — Arcano Maggiore, L'Imperatrice: [Scala su Arcana] [Attacca su Volontà, Difende su Riflessi] [Versatile: Riflessi][Equipaggiamento Superiore II: +2 Arcana] [Nascosto] [Arma Insidiosa II: Fragile]
    — Arcano Maggiore, L'Imperatrice: [Mangiamana superiore]

    Azioni:
    Prova di Società sulla tecnologia hederati - spesa 3, effetto 11.

    Riassunto:
    Come da supporto, metà dello stress speso ritorna (2 punti arrotondando).

    Note:
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    Edited by Angrboða - 23/5/2023, 00:15
     
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    c'era un tempo,
    seconda parte

    Il viaggio attraverso lo spazio e il tempo ha inizio e si conclude nell'arco di un breve, intenso istante.
    Scuote la testa un momento e riapre gli occhi lentamente, ancora intontito dall'aver percorso anni interi in meno di un singolo secondo. Nonostante abbia (quantomeno potenzialmente) la capacità di farlo non ha mai tentato prima - ora ha la certezza che non tenterà mai. È una sensazione simile a soffrire di mal di mare, il che è strano considerato che un hederati non dovrebbe poter provare cose del genere. Ruota le spalle ed il collo, simulando movimenti umani per distendere muscoli che non lo sono; tira un respiro profondo, prende piena consapevolezza di sé e comincia a guardarsi intorno.
    Dayrst la riconosce subito: le zanne che minacciano di bucare il cielo le si vedono ancora in lontananza, il porto e le vele delle navi, persino le persone sembra siano le stesse. L'aria è satura di polvere dorata, come quella delle antiche farfalle ospiti nel corpo della regina: forse sono connesse in qualche modo?
    Tutto è immobile, in stasi - loro sono gli unici in grado di muoversi in un mondo che pare non volere più farlo, una donna che sta coricata di lato ad attendere che la morte la faccia sua nel sonno. Lo stranisce che un regno bruciante di vita come quello di Dayrst possa essere incorso in una sorte così cupa. Ha un nonsoché di poetico quanto le è accaduto - o le accadrà -, sia anche in un modo perverso e ironico.
    Fa finta di non aver visto lo strano uomo che li ha trasportati fin lì giocare con una trottola.
    « Hai... mai visto qualcosa del genere? » gli domanda Ezra.
    « No, mi spiace, non ho mai visto qualcosa di simile » le risponde sinceramente l'alchimista.
    Mentre esamina la capitale nota pure le uova colossali che stanno sospese a pochi metri sopra di essa; le nota, ma inconsciamente le ignora. Solo quando la regina alza lo sguardo, e lui fa spontaneamente lo stesso, prende effettivamente atto della loro esistenza. Le osserva attentamente, facendo pure qualche passo indietro per scrutarne più a fondo i dettagli, e non può non sentire una certa ansia. Non è il loro aspetto ad intimorirlo, quanto il fatto che esse non producano nessun ritmo - ed è questa la ragione per cui le ha inizialmente scambiate per parte dello sfondo. Ogni cosa possiede un ritmo, persino le divinità che ha incontrato - e ne ha incontrate fin troppe per una persona soltanto - ne avevano uno.
    Poi avverte un'eco di sé stesso provenire da qualsiasi cosa esse siano e non ha più dubbi: sono vive, ed estremamente pericolose. Non riesce a non considerarle un abominio, giacché rappresentano qualcosa che va contro tutto quello che egli ha sperimentato in quanto hederati. Nonostante questo, Ezra gli dice che è proprio di tecnologia della sua specie che si tratta e non ha ragione per non crederle. Gli intricati disegni e bassorilievi, le gemme preziose e gli altri vari, numerosi orpelli che adornano la superficie dei gusci non dovevano essere originariamente parte di quelle entità e veicolano un potente incantesimo di distruzione. Pure queste uova, in una maniera che non è ancora in grado di decifrare, hanno contribuito allo sterminio dei draghi e così la sensazione di timore che ha provato la scopre avere radici concrete.
    Sta esaminando la situazione, valutando le opzioni, quando il loro traghettatore spazio-temporale si tira su una scopa come in una pessima fiaba per bambini e ficca il dito in una delle uova, che poi non riesce a tirare più fuori. A quel punto Riven si colpisce rumorosamente il volto con la mano aperta, dopodiché si massaggia piano le tempie nel tentativo di quietare l'istinto che ha d'ucciderlo. Lo vede anche mutare forma e assumere l'aspetto di un hederati e si interroga se lo sia davvero, ché se lo fosse stato avrebbe certamente - almeno lo spera - evitato di fare cose del genere. Si volta verso Ezra, e con tono seccato le domanda: « Ma questo deficiente è amico tuo? », a cui lei risponde che gli aveva detto di scusarlo.
    Un pianto, o quantomeno un ritmo che vuole rassomigliarvi: sta soffrendo.
    Può funzionare, dice tra sé e sé, se è in grado di comunicare dovrebbe essere in grado di ascoltare.
    La pelle artificiale comincia a ribollire come se qualcosa stesse bruciando dentro il suo corpo, gli organi appositamente realizzati per contenere magma la pompano attraverso le vene e le arterie ed alterano il suo aspetto affinché convenga meglio le sue intenzioni: lascialo andare, non vogliamo farvi del male. E così la creatura si calma, tornando inattiva: « Mi devi un favore, cerca di non scordarlo ».
    Subito dopo le altre uova iniziano a piangere a loro modo, ed è un rumore assordante; è un esercito di mocciosi a cui hanno rubato il ciuccio. Non fa in tempo a tapparsi le orecchie - non che sarebbe servito a molto - che un'esplosione abbagliante li riporta indietro a quando erano appena arrivati.
    « Che cazzo è successo? » sputa le parole come se fossero un'imprecazione: i viaggi nel tempo iniziano a stargli decisamente sulle palle. Si gira intorno un'altra volta, quindi si guarda e si tasta per verificare se anche stavolta è tutto intero. Mentre lo fa scopre che il suo braccio sinistro è interamente coperto da una patina dorata: non è un buon segno, non ha dubbi, ma non sa ancora quanto debba preoccuparsi.
    « Vi ho dato la possibilità di salvare il regno della tua ragazza » gli dice il matto ridacchiando.
    « Se ti accoltello stiamo quasi pari ».
    « È più probabile che tu riesca a fare una frittata con quelle uova che accoltellarmi » gli risponde.
    « E apprezzo la possibilità, ma da adesso in poi evita di fare stronzate mangiapietra ».

    RIVEN WORDSWORTH:
    SALUTE 50 · ENERGIA 90 · STRESS 7 (8-3+2)
    RIFLESSI 8 (6) · TEMPRA 8 (6) · VOLONTÀ 8
    ARCANA VIII · NATURA VIII · PERCEZIONE VIII · SOCIETÀ V

    Specializzazioni:
    1. magia di Arevik, arcana.
    2. chimica, natura.
    3. metallurgia, natura.
    4. teletrasporto, arcana.
    5. modificare ambiente, arcana (preparato).
    6. creare barriere, arcana (preparato).

    Abilità passive:
    1. fortezza: -1 pt. attacco, +4 pt. RTV (non attiva).
    2. difesa maggiore ii: due volte a turno, subisce -2 danni da un'azione difesa.
    3. generoso: può frapporsi fra un attacco e un qualunque bersaglio per scudarlo con azione attiva o passiva senza incorrere in penalità.
    4. preparato: +2 specializzazione (scelte).
    5. intrepido (d): ottiene uno slot azione extra quando difende con successo un alleato.
    6. difesa miracolosa ii: quando la salute è al 50% ottiene +4 rtv, quando scende sotto la soglia critica ottiene +8 rtv.

    Legami:
    1. EZRA QOORAJ, (liv. 3): resiliente [+1 azioni difensive].

    Equipaggiamento:
    ~ Naav:
    1. equip. offensivo.
    2. scala su arcana, attacca su tempra.
    3. arma curatrice ii: può effettuare un'azione di cura che avrà effetto pari al danno.
    4. mangiamana superiore: quando impiegato in un'azione base, può bersagliare energia.
    5. nascosto: Riven può evocare Naav al suo fianco quando desidera.

    ~ Luwan:
    1. equip. offensivo/difensivo.
    2. scala su natura, attacca su riflessi.
    3. nascosto: l'arma può essere evocata in ogni momento.
    4. armatura superiore iv: +2 punti tempra; +2 punti riflessi.
    5. attacco ampio superiore (d) ii: può spendere un'azione per attaccare o difendere ad area, la potenza sarà pari alla metà della competenza di giustifica; le abilità difensive possono essere usate ad area, la potenza sarà pari alla metà del consumo.

    Note:
    Perdonate il ritardo, sigh.

     
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    Se un Dio del Tempo esiste farete bene a immaginarlo parecchio incazzato, perché quello che succede qui - quello che state facendo - ha proprio scombinato i suoi piani. Di parecchio. Ma è il brutto dell'avere a che fare con leggi naturali che ancora in pochi hanno compreso. In effetti, li avete proprio accartocciati su loro stessi, quei piani. Pertanto, ne siete usciti proprio all'inizio, seppure con qualche informazione in più. C'era un tempo, di nuovo. Una goduria per gli amanti della ripetizione.
    Dayrst è proprio come quando siete arrivati dopo il viaggio temporale chiesto dal Matto, avvolta nell'oro, le uova sospese sulle vostre teste. Tutto uguale? In effetti, no. C'è della polvere d'oro su di voi, che vi rende piuttosto pesante muovervi. No, più lenti. Come se stesse trascinando un pezzo di voi che ha un'ancora in un punto indefinito dello spazio: è una sensazione non troppo piacevole, ma d'altronde vi è appena esploso in faccia un uovo. Ma c'è di più. Arriva presto alle vostre orecchie il suono di qualcosa che tocca il suolo e rimbalza due volte, con piccoli movimenti. Poi muore. È la trottola di legno del bambino, che il Matto ha usato per i suoi esperimenti. Poi lo vedete: se prima era avvolto da strali dorate, ora (sarebbe meglio: in questo tempo) il bambino è libero, e comincia a muoversi. Lento, come un anziano che cerca di tirarsi su, poi più veloce, come un corpo che muove in acqua. Il mondo sembra rispondere alle sue esigenze, e solo per questo non cade rovinosamente a terra mentre muove anche e ginocchia in aria come se volesse istruirvi tutti quanti al movimento, prima di scoccare finalmente il piede a terra e andare ad una velocità normale. Rincorre la sua trottola, fregandosene se un attimo prima era sostenuto da chissà quale forza, finché non la acchiappa allungando una mano. Felice, si volta verso i suoi amici, un sorriso largo a cui manca qualche dentino. Ma sta sorridendo a un branco immobile, che non ha tempo, e la sua faccia diventa espressione di un solo quesito: amici, tutto bene?
    Beh, non proprio. Sono fermi nel tempo com'è stato lui, dopotutto. Tutta Dayrst ancora lo è. A parte lui. Che pensiero spaventoso, deve essere: per questo si guarda attorno, spaesato, finché non riconosce voi, prima di tutto come le anomalie che siete. In un posto dove l'attimo prima non c'eravate. La sua Regina, il Cavaliere che la accompagna e un Matto. No, siete voi quelli spaventosi.
    Lascia cadere la trottola, sentendosi colpevole di chissà quali nefandezze.
    Non... non sono stato io! S-Signora!
    In una Stagione i bambini crescono più in fretta. Ecco, lui ha ancora l'aspetto che più si avvicina ai suoi dodici anni, volto piccolo ma guance piene. Un taglio ordinato dei capelli bruni, come vuole mamma. Vestiti più o meno puliti, su cui mamma avrebbe forse qualcosa da dire. Ma è la testa a cambiare prima. Ha appena capito che quando sei davanti alla tua Regina e a due uomini armati di cattivissime intenzioni, è davvero meglio inchinarsi, così lo fa. Solo che poi scoppia a piangere.

    Come se non aveste già abbastanza problemi. Ma c'è una seconda cosa che cambia. Questa volta, l'uovo vicino non fa proprio nulla per seguire il ritmo di Riven. C'è però un altro uovo poco lontano interessato a un Ritmo. Uno a cui non dovrebbe mai avvicinarsi nessuno: quello del Matto.

    Dayrst, e uno (ancora).



    Qm PointVi risparmio le battute sulle frittate, tanto ci ha già pensato Riven.
    Siete in Dayrst (di nuovo), con in testa tante uova fabergé, ai piedi un bambino e la sua trottola.
     
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    TAVOLA UNO, Sulla sopravvivenza, verso dieci


    Il tempo è esploso. O qualcosa del genere.
    Osservo le uova mentre Tremotino mi dice qualcosa riguardo il fatto che non riuscirei ad accoltellarlo. Mi chiama Mangiapietre. Raramente ho sentito così tante sciocchezze tutte insieme, ma non ho intenzione di infilarmi in un duello verbale del genere. Vuole impressionare la sua bella. Lo compatisco in silenzio. Non ho certo bisogno di quello per impressionare qualcuno, io. Non sono venuto qui per conquistarmi i favori dell'Imperatrice. Sono venuto qui per rovinare la festa a qualcuno. Mettiamoci a lavoro.
    Non faccio in tempo a finire di dirlo che qualcosa mi distrae. Il bambino si muove. Il bambino che fino a un momento prima era immobile si muove. E piange. Rumorosi, i bambini, piccoli esseri incapaci e fastidiosi. Mi impedisce di pensare.
    - Oh, fate stare zitto quel... quel... coso!
    Ricciolidoro mi fulmina con lo sguardo. Dice che è solo un bambino. La cosa mi interessa davvero pochissimo: per lei sono i suoi sudditi, per me una distrazione. Non devo amarli, e nemmeno proteggerli singolarmente. Io punto al bersaglio più grosso.
    - Quello che è. Lo preferivo prima: fermo, e soprattutto zitto. Non possiamo preoccuparci anche di lui. Che ne dite se lo spedisco da un'altra parte?
    Il moccioso ricomincia a frignare. Devo averlo spaventato. Non ricevo una risposta, e la cosa mi lascia vagamente sorpreso. In fondo, la mia è una proposta ragionevole: non possiamo preoccuparci di fare da balia asciutta a un moccioso spaventato mentre cerchiamo di capire come salvare l'intera Dayrst.

    - Stanno prendendo il mio ritmo.
    Lo dico come se dovesse significare qualcosa di importante. Le uova iniziano a tremolare. Probabilmente non è un buon segno. Non sono davvero un Mangiapietre, non posso sentire i ritmi e non posso modulare il mio, ma ovviamente so cosa sono. E mi rendo conto che delle enormi uova in armatura capaci di manipolare il tempo dovrebbero avere a che fare con me il meno possibile. Potrò anche sembrare pazzo, ma arrivo almeno fino a tanto.
    - Tremotino. Quella cosa che hai fatto, quando gli hai fatto saltare l'armatura... Lo hai spaventato. E lui ha scelto di tornare indietro a quando si sentiva al sicuro.
    La cosa che non mi è chiara è quanto queste uova abbiano effettivamente una cognizione di sé e di ciò che le circonda. Ha scelto di tornare indietro per essere al sicuro e deve avere collegato l'unirsi al ritmo di Tremotino con ciò che è avvenuto dopo.
    - Non credo capiscano davvero il concetto di consequenzialità. Probabilmente ha solo scelto di fare le cose in maniera diversa. Procede per tentativi. E quando lo fa, perde un po' di controllo sul resto. Per questo il moccioso...
    Ricciolidoro consola il bambino. E Tremotino si mette a parlare con le uova. Circa. Qualcosa del genere, comunque. A quanto pare riesce a comunicare con loro; non ho idea di come faccia e che il Grande Arcano mi prenda se me ne frega qualcosa del come. L'importante, adesso, è avere informazioni.
    Tremotino dice le uova prima stavano al freddo. Beh, non mi stupisce: Ricciolidoro ha parlato del baluardo, abbiamo ben detto che questa è roba da Mangiapietre. Probabilmente stavano da qualche parte nel vero nord.
    Ricciolidoro ci spiega come potremmo liberarci da queste magnifiche decorazioni dorate che ci si sono sparse addosso. Dovrò collaborare con Tremotino. La cosa non mi disturba particolarmente: è sciocco, ma decisamente utile. Io non devo piacergli un granché, ma posso capirlo. Gli ho rovinato la luna di miele, e più in generale non posso dire di essermi mai impegnato per piacere alle persone. Sarebbe troppo poco divertente.
    In qualche modo, riusciamo a liberarci dei nostri impedimenti - solo io e Ricciolidoro, però. Tremotino sembra avere un po' il complesso del martire, il che è un bene. Se le cose dovessero mettersi male, avremo qualcuno disposto a sacrificarsi senza battere ciglio. Non serve dirgli che sarebbe stato sacrificato comunque. Se vuole sentirsi un eroe, non sarò certo io a disilluderlo, anzi: mi serve proprio questo. Gli eroi fanno sempre una brutta fine per permettere a quelli come me di campare un po' di più.
    Infine, i due si lanciano in un esperimento. Devo aver lanciato una moda. In verità, temo che anche noi, come l'ovetto, dovremo procedere per tentativi. Vedo delle farfalline, percepisco qualcosa di freddo. Stanno provando a raffreddare la polvere e vedere che effetto produce. Interessante. Il braccio di Tremotino si crepa. Non un buon segno. Sembra che il problema, in fin dei conti, sia proprio quella polverina e la sua interazione col clima: il caldo rallenta il tempo, il freddo lo accelera. Ma è una interazione che non smuove il tempo in generale, ma solo quello relativo della persona colpita. In altre parole, l'intera Dayrst, al momento, è una diacronia che solo per caso risulta immobile nello stesso momento. E c'è da fare affidamento sul caldo del deserto, ché un tornado in queste condizioni rischierebbe di far morire di vecchiaia tutti gli abitanti in poche ore, forse in minuti.
    Sospiro. Continuiamo a raccogliere informazioni, procedendo per tentativi, ma siamo ancora lontani dalla soluzione. Non è esattamente questo quello a cui pensavo, parlando di salvare il mondo.
    - Che ne dite di dare un'occhiata in giro?


    Il Matto
    Aspetto attuale: Fedor, il Tanghero.

    Risorse: 52/52 (salute) - 92/92 (energia) - 8/14 (stress)
    Classi di Difesa: 9 - 5 - 7
    Ferite: Nessuna.
    Status: Nessuna.
    Bonus: +1 Attacco (dal Legame con Ezra, lv. 3); +2 Arcana dall'equip.
    Malus: Nessuno.
    Competenze: Arcana IX - Carisma IX - Furtività VII - Società VI
    Specializzazioni: Polimorfismo, Manipolazione dello Spazio, Manipolazione del Tempo.
    Prestigio: Influenza XVI - Notorietà II
    Equipaggiamento:
    - Il Matto (Arcano Maggiore): Arma Superiore II (+2 Arcana); Mangiamana Superiore II; Nascosto; Versatile I. Attacca su Volontà e Riflessi, Difende su Riflessi.

    Passive: Ispirazione, Trionfo, Testardo II, Ferocia, Analisi.
    Azioni:
    1) Prova di Arcana: senza spesa.
    2) Liberare il Matto.
    3) Liberare Ezra.


    Riassunto: Quello che si è detto in supporto.


    Edited by vøx - 2/6/2023, 16:52
     
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    - c'era un tempo -
    la quinta stagione

    Due viaggi nel tempo e un rapimento notturno nel giro di pochi giorni non sono una cosa una cosa da tutti. Forse abbiamo giocato un po' troppo. Ritorniamo all'inizio, o quasi. C'era, un tempo, una regina, un nobile e un tanghero, della polvere dorata sui loro arti, una dozzina di uova scintillanti e una di queste per metà distrutta. Poi, due piccoli tonfi a cui la mezzelfa rispose sgranando gli occhi: la trottola lanciata in aria dal tanghero e rimasta come intrappolata a mezz'aria è caduta; e ancora, assunse un'espressione tra la sorpresa e lo sgomento alla vista del bambino - prima immobile - che prese a rincorrere il suo giocattolo e nel farlo si voltò verso altre tre anomalie del luogo. Si inginocchiò, scoppiando in un rumoroso pianto senza ritegno e singhiozzando scuse. Si rivolse alla sovrana come signora, provocandole un leggero mancamento: quanti anni mi dai. Perdoniamolo, è scosso. Il tanghero non era della stessa opinione, mostrando un lampante fastidio e una sorta di amnesia per il nome per esseri di età compresa tra la nascita e l'inizio della fanciullezza.
    « Bambino. È solo un bambino » e si accovacciò su un ginocchio per guardare il viso stravolto dal pianto del piccolo. « Va... va tutto bene » continuò come a volerlo tranquillizzare, dissimulando una ovvia preoccupazione. « Ricordi cosa è accaduto prima di...di questo? ».
    Sperava di poter ottenere qualche informazione aggiuntiva, magari aveva scorto qualcosa di sinistro, di insolito, prima dell'apparizione delle uova. Le confidò che stava solo giocando con i suoi amici, sottolineando che quando lo stava facendo non c'erano uova in cielo e nemmeno i tre in piazza. Be', nemmeno tu c'eri sulla mia nave. Poco dopo prese a singhiozzare ancora più energicamente - il tanghero non deve stargli particolarmente simpatico.
    « Sta...scherzando. Ha un'ironia tutta sua, ma non vuole davvero farti del male » quindi passò il dorso della mano sulle sue guance piene, confidando di calmarlo. Non avevano bisogno di un bambino esagitato, e la minaccia che se ne andasse correndo alla cieca in una Dayrst fragile e dormiente era tangibile - di matto ne bastava uno.

    « Stanno prendendo il mio ritmo ».
    Ezra sollevò il capo. Era vero, qualcosa era cambiato: l'uovo più vicino non si muoveva, ma un altro poco distante cominciò a tremare, e con lui tutti gli altri. Sapeva di Riven e della sua natura di hederati, ma ancora le sfuggiva cosa fosse precisamente l'altro loro compagno, eppure quella costatazione stava a significare che in qualche misura condividesse la stessa specie del Wordsworth. Il tanghero esordì spiegando la sua teoria, vale a dire che Riven aveva spaventato l'uovo e che questi aveva scelto di tornare indietro a quando si sentiva al sicuro. Forse l'uovo, grazie a una rudimentale cognizione di sè, ha giudicato pericolosa la manipolazione di Riven ed è tornato indietro nel tempo per scegliere di non ripetere l'esperienza.
    « Probabilmente ha solo scelto di fare le cose in maniera diversa. Procede per tentativi. E quando lo fa, perde un po' di controllo sul resto. Per questo il moccioso... »
    Per questo il moccioso è libero come è libera la sua trottola - continuò il pensiero silenziosamente. Se perdesse in misura maggiore il controllo potrebbe allentare la presa su un numero superiore di cose... ma sarebbe eccessivamente rischioso, per Dayrst e per loro. Non le era ben chiaro, inoltre, che effetti avrebbe avuto la polverina dorata sui loro corpi, se non quello di rendere i movimenti estremamente faticosi da compiere. Trascinò il piede sinistro.

    Anche Riven cambiò strategia, optando per seguire la strada della diplomazia, quindi conversando in qualche oscura maniera con le uova. Stette ad osservare la scena, alzando un sopracciglio in un arco di perplessità.
    « Dicono che quando erano ancora nell'Hederath le cose erano diverse, quanto sta succedendo qui è qualcosa di anomalo: il freddo magari può contenerle? ».
    Non era un pensiero poi così assurdo - sicuramente il meno irragionevole che poteva esser giunto alle orecchie della mezzelfa nelle ore precedenti. Il Lesathar, Dayrst, non ha lo stesso clima dell'Hederath ed è possibile che l'interazione tra la temperatura e le uova possa aver dato origine ad alcuni strani effetti collaterali. Potevano procedere anche loro per tentativi, sfruttando la polvere dorata che era stata sputata loro addosso nell'esplosione poc'anzi avvenuta.
    « Vediamo che succede, ora ».
    Socchiuse gli occhi, facendo emergere dal palmo un nugolo di farfalle brinose il quale si andò a posare sul braccio del Wordsworth, e si augurò di aver avuto l'intuizione giusta, chè non si sarebbe perdonata la possibilità di nuocergli.
    Il pulviscolo scivolò via rarefacendosi come nebbia, ma anche l'arto di Riven mutò, crepandosi. Impallidì alla visione, e nella sfortuna era stato un bene non tentare su se stessa: la sua pelle, i suoi muscoli, non erano artificiali. Ora avevano un'altra informazione: la temperatura sembra influenzare l'effetto della polvere. Il caldo pare rallentare il tempo di ciò che essa tocca, il freddo accelerarlo. Si sentì sollevata di non aver provato a raffreddare l'intera Dayrst, che sarebbe miseramente sfiorita insieme alla sua gente. Riven si unì poi malvolentieri e piuttosto nervosamente al tanghero, collaborando per eliminare la polvere dorata da quest'ultimo e da Ezra ma non dal nobile, che in un certo senso sembrava essersi affezionato ad essa - o per meglio dire, alla peculiare reazione data dal freddo.
    Si unì al sospiro del tanghero. « Sì, non credo che restando fermi riusciremo a cavarne qualcosa di buono da questa situazione » quindi si rivolse a Riven. « Andiamo? »

    2IrpHvN

    EZRA QOORAJ

    3iDHCVF


    Livello: 19
    Energia: 96 Salute: 40 Stress: 6/13
    Riflessi VII Tempra IV Volontà VIII
    Arcana VIII Carisma VIII Percezione V Società VIII
    Rango XI Ricchezza V

    Legami:
    ✧ Riven W. [1]: [Vendicativo (A)]
    Tutte le azioni offensive del personaggio migliorano di una unità contro bersagli che hanno attaccato il personaggio oggetto di legame.
    ✧ Il Matto [2]: [Cooperativo (S)]
    Tutte le azioni di supporto o di effetto di stato nocive del personaggio migliorano di una unità, se il personaggio oggetto di legame è nei paraggi.

    Specializzazioni:
    ~ ammaliare, specializzazione di carisma;
    ~ animare oggetti, specializzazione di arcana.

    Abilità passive:
    ~ abilità passiva di supporto, avvelenatore mostruoso;
    ~ abilità passiva di supporto, aura malefica II (fragilità);
    ~ abilità passiva di recupero, ispirazione;
    ~ abilità passiva di recupero, rigenerazione.

    Artefatti:
    — Arcano Maggiore, L'Imperatrice: [Scala su Arcana] [Attacca su Volontà, Difende su Riflessi] [Versatile: Riflessi][Equipaggiamento Superiore II: +2 Arcana] [Nascosto] [Arma Insidiosa II: Fragile]
    — Arcano Maggiore, L'Imperatrice: [Mangiamana superiore]

    Azioni:

    Riassunto:
    Come da supporto.

    Note:
    //


     



    Edited by Angrboða - 7/6/2023, 03:15
     
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    c'era un tempo,
    terza parte

    C'era un tempo, e c'è ancora; come una trottola che guizza da un lato all'altro in una stanza colma d'oro il gruppo si ritrova nuovamente al punto di partenza. Tuttavia, diversamente da quanto pensava appena tornato indietro, qualcosa è effettivamente cambiato: il bambino che prima se ne stava immobile in una posa plastica ha ripreso a muoversi, e inizia a piangere chiassosamente quando il suo sguardo incrocia il loro: in qualche maniera sembra sia riuscito a liberarsi dalla morsa che le uova esercitavano su di lui o - più probabilmente - esse hanno speso parte del loro potere per riavvolgere il tempo, e questa ne è stata una conseguenza. Ciò che hanno fatto in quel futuro che è ormai andato perso ha alterato il presente - e mentre il matto ed Ezra parlano con il bambino, il primo bisticciandoci e la seconda consolandolo, le loro azioni avranno ripercussioni irreversibili qualunque siano le scelte che le gigantesche armi di distruzione di massa sospese sopra Dayrst - coscienziosamente o meno - intraprenderanno.
    - Stanno prendendo il mio ritmo.
    Ed ha ragione - stavolta è il suo al quale puntano - peccato che dal suo tono è evidente che non abbia assolutamente idea di ciò di cui sta parlando. Riven ora che esamina il tanghero con più attenzione ha la sensazione ci sia qualcosa d'incredibilmente sbagliato in lui, come se un mucchio di persone risiedessero nello stesso corpo, oltre a delle note dissonanti che non ha mai sentito prima. È realmente un hederati? O ha avuto un contatto con la sua specie e questo ha lasciato un segno profondo? In ogni caso, non ha difficoltà a immaginare perché le uova abbiano avuto una reazione diversa, abbiano preso a tremolare.
    - Tremotino. Quella cosa che hai fatto, quando gli hai fatto saltare l'armatura… lo hai spaventato. E lui ha scelto di tornare indietro a quando si sentiva al sicuro. Non credo capiscano davvero il concetto di consequenzialità. Probabilmente ha solo scelto di fare le cose in maniera diversa. Procede per tentativi. E quando lo fa, perde un po' di controllo sul resto. Per questo il moccioso...
    Gli dice rivelando che sono giunti alle stesse conclusioni - nonostante sia un pazzo pare piuttosto svelto e ciò lo rincuora ché non ha alcuna voglia di fare da tata, specialmente a lui che sa come viaggiare nel tempo e che è l'unica e sola ragione per la quale si trovano ad affrontare questo pandemonio.
    Dopo una rapida rassegna delle opzioni a sua disposizione, l'alchimista opta per il dialogo. Amplificando i propri sensi e usando quanto è in sua natura per aprire un canale di comunicazione con quelle creature, che fin da subito hanno dimostrato di non avere cattive intenzioni nei loro confronti: le invita a fermarsi ché muovendosi potrebbero irrorare ulteriormente la città di polvere d'oro e domanda se c'è una ragione in particolare del perché si trovino qui e da dove provengano. A dimostrazione del fatto che non ha mai torto le uova effettivamente rispondono in modo gentile, se così si può definire, fermandosi almeno per un momento. Si tratta di creature semplici che - a quanto sembra - non riescono a intendere cosa Riven esattamente stia chiedendo, pertanto riformula il quesito inviando immagini che rievocano casa. La sua pelle nel frattempo continua a ribollire, mutando sommessamente a seconda del messaggio che cerca di trasmettere, ad eccezione del braccio rivestito d'oro che invece resta fermo, inerte al cambiamento. Non sono consapevoli di dove si trovino né di cosa stanno facendo, di stare giocando col tempo, soltanto che prima erano in un luogo freddo e che allora non stava accadendo quanto sta accadendo qui a Dayrst. È piuttosto semplice dedurre che, essendo tecnologia hederati, si riferiscano all'Hederath.
    - Dicono che quando erano ancora nell'Hederath le cose erano diverse, quanto sta succedendo qui è anomale: il freddo magari può contenerle?
    Riflette ad alta voce, domandandosi se la temperature avesse effettivamente un qualche effetto su di loro e sulla polvere dorata che generano, quindi si volta versa Ezra e il tanghero e gli indica il braccio.
    - Forza, fate del vostro peggio (che tanto sono abituato al peggio).
    L'abitudine a sacrificarsi per il prossimo è qualcosa che lo ha sempre contraddistinto, magari tutto risale alla sua stessa creazione - è lo scudo dei Wordsworth, e uno scudo ha questo come unico scopo. In più perdere un arto per lui non rappresenta affatto un problema, potendone generare un altro utilizzando il magma che circola nel suo corpo. La regina non se lo fa ripetere e dà vita a un nugolo di farfalle fredde come ghiaccio. Al contatto con le creaturine la pelle inizia a fratturarsi in più punti e l'oro cambia forma: diventa volatile come pulviscolo e gli avvolge il braccio finché la pelle si intravede appena. Lo muove per accertarsi di quali siano state le conseguenze e tira un sospiro di sollievo.
    - Mh, dunque è questo che succede: è... inaspettato.
    La polvere ha un effetto differente sullo scorrere del tempo in base alla temperatura: il caldo accelera, il freddo invece rallenta o ferma. Lui è un hederati per cui la velocità a cui si consuma ha poco conto, anzi questa ritrovata rapidità non può che avvantaggiarlo. Riflette un altro momento, poi l'illuminazione.
    - Statemi lontano, rischiate di diventare cenere se vi avvicinate troppo.
    Dice a malincuore prima di fare un passo indietro, ché non sopporta di stare lontano da Ezra.
    Tenta di conversare ancora una volta con le uova, però non scopre granché. Poi un lampo di genio della regina, Riven con la sua capacità di controllare i ritmi e il pazzo con il suo potere di manipolare il tempo potrebbero liberarli dalla paralisi. Un secondo esperimento, che si rivela un successo: adesso l'alchimista è il solo ad avere ancora la polvere addosso - o quantomeno intorno - a sé. Esamina il braccio ancora un po' e si domanda se non sia una buona idea lasciarlo in questo modo, limitarsi a contenere gli effetti che le altre persone potrebbero subire standogli di fianco, magari utilizzando roccia e metallo.
    Ezra lo fa riemergere dalla trance in cui era caduto, invitandolo a perlustrare il posto.
    - Certo, non che abbiamo molt'altra scelta dopotutto.

    RIVEN WORDSWORTH:
    SALUTE 50 · ENERGIA 90 · STRESS 5 (7-2)
    RIFLESSI 8 (6) · TEMPRA 8 (6) · VOLONTÀ 8
    ARCANA VIII · NATURA VIII · PERCEZIONE VIII · SOCIETÀ V

    Specializzazioni:
    1. magia di Arevik, arcana.
    2. chimica, natura.
    3. metallurgia, natura.
    4. teletrasporto, arcana.
    5. modificare ambiente, arcana (preparato).
    6. creare barriere, arcana (preparato).

    Abilità passive:
    1. fortezza: -1 pt. attacco, +4 pt. RTV (non attiva).
    2. difesa maggiore ii: due volte a turno, subisce -2 danni da un'azione difesa.
    3. generoso: può frapporsi fra un attacco e un qualunque bersaglio per scudarlo con azione attiva o passiva senza incorrere in penalità.
    4. preparato: +2 specializzazione (scelte).
    5. intrepido (d): ottiene uno slot azione extra quando difende con successo un alleato.
    6. difesa miracolosa ii: quando la salute è al 50% ottiene +4 rtv, quando scende sotto la soglia critica ottiene +8 rtv.

    Legami:
    1. EZRA QOORAJ, (liv. 3): resiliente [+1 azioni difensive].

    Equipaggiamento:
    ~ Naav:
    1. equip. offensivo.
    2. scala su arcana, attacca su tempra.
    3. arma curatrice ii: può effettuare un'azione di cura che avrà effetto pari al danno.
    4. mangiamana superiore: quando impiegato in un'azione base, può bersagliare energia.
    5. nascosto: Riven può evocare Naav al suo fianco quando desidera.

    ~ Luwan:
    1. equip. offensivo/difensivo.
    2. scala su natura, attacca su riflessi.
    3. nascosto: l'arma può essere evocata in ogni momento.
    4. armatura superiore iv: +2 punti tempra; +2 punti riflessi.
    5. attacco ampio superiore (d) ii: può spendere un'azione per attaccare o difendere ad area, la potenza sarà pari alla metà della competenza di giustifica; le abilità difensive possono essere usate ad area, la potenza sarà pari alla metà del consumo.

    Note:
    Apommerda.



    Edited by .artificial - 7/6/2023, 12:59
     
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    Vi allontanate lasciando le uova quasi-senzienti in uno stato di depressione apparente, fatto che il solo Riven è però in grado di percepire e comunicare, quando non di comprendere o condividere. Quanta poca empatia per queste povere creature strappate al loro angolo di mondo; d'altronde è in corso una Stagione, e l'apocalisse tende a fare brutte cose alle persone. Pure a chi sopravvive.
    Che siate uomini freddi, comunque, lo ha capito pure il bambino, lui strappato invece al tempo di tutti i suoi affetti, che vi segue di malavoglia, sempre nel suo stato di soggezione dinnanzi alla regina. Il piccolo suddito di Dayrst dal futuro ancora incerto si esprime ad alta voce in una qualche colorita espressione territoriale - che suona come "per la lingua biforcuta degli Alishaan", in atlassiano - quando vede la magia di Ezra così vicina a lui. Siete fortunati che resti solo in disparte ad osservare occhioni spalancati le farfalle portatrici del gelo, piuttosto che vederlo rincorrerle, cosa che in cuor suo farebbe. Ma il Tanghero... ha la vaga impressione che non tollererebbe simili comportamenti. Così, se ne sta in disparte, e per lo più zitto, per tutta la durata del tragitto.
    Esplorate la città immobile con fare meticoloso, passando per la piazza del mercato, gremita di uomini senza tempo, quindi per le postazioni di guardia, i quartieri altolocati, infine quelli poveri. Tutto ammantato da quella polvere dorata, tutto in stasi. È una bella immagine di Dayrst, dopotutto, ma non vorreste fosse eterna: solo lo sforzo di una grande compagnia di attori. Alla fine, è il piccolo figurante scampato allo sfondo che vi corre davanti, ritrovando con gli occhi quella che, probabilmente, è casa sua. Non lo dice, però, e il suo entusiasmo smonta piuttosto in fretta. Capite bene perché: chiunque vi sia là dentro, è costretto all'immobilità dalla stessa maledizione che aveva colpito anche lui, e vedere i suoi affetti in quelle condizioni... no, non è pronto per una cosa del genere. Chi lo sarebbe?
    Mamma... – è l'unica lamentela che si lascia scappare. Ma non è una parentesi del tutto infruttuosa, e ve ne accorgete forse quando la sua espressione cambia, ora interrogativa e poi spaventata, come quella di chi vede un fantasma, o un'ombra scura nella notte illune. Il ragazzino allunga il dito ed indica in alto nel cielo, vicino ad una delle uova. Ecco un'ombra, appunto. Scura come la notte, ma in un cielo dorato. Se ne sta aggrappata come una fottuta scimmia ad una delle nuove amiche di Riven, nell'atto di, intuite, manomettere l'armatura hederati che la contiene. Poi si gira, e pone su di voi un singolo occhio rossosangue là dove sarebbe la testa. Da dove sia uscita questa autentica mostruosità, di preciso, non ne avete proprio idea.
    Non sembra però troppo incline a ragionare con voi, né rendere conto a nessuno delle proprie azioni. Esattamente, cosa ci facevano ancora le uova al nord?

    Io penso di chiudermi in casa, sì? – Lo chiede, ed è tanto carino nel farlo, ma se la da a gambe lo stesso prima di qualunque replica.




    Qm PointIniziativa, ragazzi. La spesa di stress è 2-3-4-5 e la prova è comune. Non importa chi o quanti di voi spendono: vincete assieme, fallite assieme. C'è Critico (ma il successo se l'è rubato il ragazzino), e ci sono diversi fallimenti.
     
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    Il corpo appassisce. Un capo che dura si affida ad altro.
    TAVOLA TRE, Strutture, verso due


    Io non sono un capo. Mi interessa mettere in chiaro questa cosa: non sto guidando nessuna spedizione per salvare il mondo. Ho solo pensato che sarebbe stato divertente mettere nei guai qualcuno. Se mi metto nei guai da solo finisco per annoiarmi, mi serve partecipazione. E un pubblico. Potrei avere la vocazione del guitto. In ogni caso, non sono un capo. Non ho bisogno di affidarmi a nulla che non sia il caos. Il caos è equo, offre a tutti le stesse possibilità.
    La mia proposta viene accolta. Iniziamo ad aggirarci per Dayrst, e sì che è una bella passeggiata. La città è grande - non per nulla è una capitale. E potrebbe apparire anche fiorente e viva, se non fosse tutto così immobile, catturato in quell'istante di tempo rattrappito, così contratto da fare impressione persino a me. A dispetto di quanto splendore possa avere accumulato, Dayrst sembra un gioiello: estremamente grazioso, ma inutile. Un incubo dorato da cui nessuno si sveglierà, se non facciamo qualcosa. Dobbiamo solo capire cosa.
    Attraversiamo i quartieri e sono tutti diversi e tutti uguali. Il bambino ci viene dietro, ma non si lamenta troppo. Devo averlo spaventato abbastanza perché non diventi petulante. Qualcuno potrebbe dirmi che sono una creatura senza cuore. La verità è che ne ho molti, ma pure nell'enormità di tempo concessomi non intendo dedicarne a consolare un marmocchio. Il modo migliore per salvare lui e tutta Dayrst è non perdere tempo. Il resto è il ridicolo corollario di qualche anima pia che non è morta abbastanza in fretta.
    Arriviamo ai quartieri poveri. E questi - come in tutte le capitali - sono poveri davvero. Sembrano un po' meno irragionevoli, adesso che sono ricoperti di polvere dorata. Una pausa dall'indigenza, dal dolore, dalla dignità offesa, dalla fame. Per qualcuno, lì, quell'intermezzo sospeso potrebbe non essere del tutto un male. Il bambino sembra eccitato da qualcosa. Chiama sua madre. O meglio, sospira la parola. Deve essersi reso conto che anche lei sta giocando a fare la statua.
    - Oh, magnifico! - sbotto. - Ci mancava proprio la mozione degli affetti.
    Il moccioso indica qualcosa nel cielo. Qualcosa di scuro, un'ombra che si staglia sul cielo dorato di Dayrst. Appollaiata su una di quelle tante uova che pendono su di noi come una condanna, una tragedia annunciata. E in quella catastrofe imminente che potrebbe scatenarsi a ogni sospiro, un'ombra con un solo, enorme occhio rosso al posto della faccia sta tentando di sabotare l'armatura di una delle uova. Armatura che potrebbe anche servire a limitarne gli effetti. O a impedire loro di schiudersi.
    Lo osservo per alcuni istanti. Non sembra il tipo ragionevole a cui chiedere spiegazioni. Sorrido, divertito.
    - Adorabile!.
    Per fortuna non ho mai avuto intenzione di parlamentare.
    Tremotino si fa avanti.
    - Quell'ombra... non ha un ritmo, il che vuol dire che non è di questo mondo...
    Tremotino aggiunge qualcosa, ma non lo sto già più ascoltando. Il resto lo scoprirò menandolo, presumo.
    Una voce dentro di me mi suggerisce qualcosa. Informazione utile, la esterno agli altri due.
    - Se lo attaccate, mirate all'occhio.
    Bene, sono stato fin troppo collaborativo; è il momento di andare in scena.
    L'arcano svolazza di fronte a me, una carta nero pece che reca solo il simbolo di quello che qualcuno sostiene sia il mio nome. Forse sono solo un simbolo anche io.
    Il Matto.
    Schiocco le dita, e davanti a me non c'è più una carta ma due lance d'onice, eleganti e luttuose. Ho un certo gusto per i dettagli. Una è l'arcano originale, che mi svolazza intorno. L'altra è una copia. La scaglio contro l'ombra.
    - Con permesso, vado a controllare se ha un culo da rompere.
    E poi non sono più lì. Quando la lancia sta per impattare contro il nemico, distorco lo spazio, mi ritrovo davanti al nemico - un po' più in alto di lui. Agguanto l'arcano nella sua nuova forma, provo a impalare quell'occhio sanguigno e inquietante. Una nuova copia dell'arcano è già nell'altra mano libera. Scaglio quest'arma nella direzione opposta a quella in cui si trova l'ombra. Vorrei dire che sto sorridendo, ma in realtà è un ghigno.
    - Ciao, carino! - dico. Distorco lo spazio, di nuovo: la lancia scompare dal punto in cui si trovava, ricompare diretta contro il nemico. Questo attacco è divertente e spettacolare, ma impreciso nel direzionare il colpo. Potrei mancare l'occhio. Meglio essere sicuri.
    Stringo con la destra l'Arcano originale, affondo un colpo senza mollare la presa; non sto lanciando un giavellotto, sto infilzandolo con la punta. Non sono molto forte, ma sopperisco con una grande volontà di fare del male (e la capacità di muovere l'Arcano con il pensiero aiuta, in effetti).
    Non so cosa gli altri due abbiano intenzione di fare, ma immagino la priorità sia proteggere l'uovo.
    Tutto questo avviene in pochi istanti. Poi mi ricordo che io non so volare. Dopo l'ultimo colpo, l'Arcano scompare dalla mia mano, mentre sto precipitando. Ricompare sotto di me, ha sempre la forma di una carta ma molto più grande. Una piattaforma su cui atterrare a mezza altezza.
    Questo sì che potrebbe essere divertente.


    Il Matto
    Aspetto attuale: Fedor, il Tanghero.

    Risorse: 52/52 (salute) - 72/92 (energia) - 5/14 (stress)
    Classi di Difesa: 8 - 4 - 6
    Ferite: Nessuna.
    Status: Nessuno.
    Bonus: +1 Attacco (dal Legame con Ezra, lv. 3); +2 Arcana dall'equip; +2 in Attacco da Ferocia.
    Malus: -1 a tutte le Classi di Difesa.
    Competenze: Arcana IX - Carisma IX - Furtività VII - Società VI
    Specializzazioni: Polimorfismo, Manipolazione dello Spazio, Manipolazione del Tempo.
    Prestigio: Influenza XVI - Notorietà II
    Equipaggiamento:
    - Il Matto (Arcano Maggiore): Arma Superiore II (+2 Arcana); Mangiamana Superiore II; Nascosto; Versatile I. Attacca su Volontà e Riflessi, Difende su Riflessi.

    Passive: Ispirazione, Trionfo, Testardo II, Ferocia, Analisi.
    Azioni:
    1) Divergenza: Il Matto scaglia il suo Arcano - sovente in forma di spada, ma l'abilità si applica a qualsiasi forma - contro il nemico, per poi teletrasportarsi istantaneamente nella posizione dell'artefatto, agguantandolo al volo per vibrare un colpo violentissimo e inaspettato; in alternativa, può utilizzare il dominio dello spazio per teletrasportare l'artefatto stesso, variando quindi la direzione da cui arriva l'attacco. Questa abilità può essere applicata all'artefatto o a una sua copia. Tuttavia, trattandosi di un colpo particolarmente violento e imprevedibile nell'esecuzione, tende a essere piuttosto impreciso. Se colpisce l'avversario, tuttavia, genera un effetto adrenalinico causato dall'artefatto stesso che tende a potenziare i successivi attacchi.
    Si intendono aventi come tramite l'artefatto o una sua copia, quindi eligibili ai fini dell'abilità artefatto [Mangiamana II].
    [Offensiva] [Arcana su Riflessi] [Consumo: Alto] [Impreciso] [Esaltante II: Se infligge danno, +6 in Attacco per il turno]
    [Costo: 10 (8 Alto +4 Esaltante II -2 Impreciso)] [Effetto: 22 (8 Alto + 9 Arcana + 2 dall'Equip + 2 da Ferocia + 1 dal Legame)]


    2)Divergenza: Come sopra. Se l'attacco precedente infligge danno, questo beneficia di +6 al danno.
    [Offensiva] [Arcana su Riflessi] [Consumo: Alto] [Impreciso] [Esaltante II: Se infligge danno, +6 in Attacco per il turno]
    [Costo: 10 (8 Alto +4 Esaltante II -2 Impreciso)] [Effetto: 22* (8 Alto + 9 Arcana + 2 dall'Equip + 2 da Ferocia + 1 dal Legame)]

    Se l'attacco precedente infligge danno, questo minaccia 28 danni.

    3) Attacco Base. Arcana su Riflessi. 14* danni minacciati.
    *Se l'attacco precedente fa danno, questo minaccia 20 danni. Se entrambi gli attacchi precedenti hanno inflitto danni, questo minaccia 26 danni.
    A differenza dei due attacchi precedenti, questo proccherebbe eventualmente il fatale da Analisi (Punto Debole) per ulteriori 4 danni.


    Riassunto: Attivo Ferocia: -1 a tutte le classi di difesa in cambio di un +2 in Attacco. Utilizzo 2 volte l'Abilità Divergenza. Entrambi colpi fruiscono di Esaltante II (quindi ognuno genera +6 in attacco nel turno se fa danno). Concludo con un base (che hopefully sfrutterà i potenziamenti) che scala su Arcana e colpisce riflessi. Avendo utilizzato solo azioni di una competenza e Classe di Difesa, (Arcana, Riflessi), nel prossimo turno ottengo +4 in Arcana e +4 in Riflessi.
    EDIT: Ah sì, ho anche speso 3 stress per l'iniziativa.


    Edited by vøx - 15/6/2023, 19:45
     
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    - c'era un tempo -
    la quinta stagione

    Dayrst dorme, forse sogna. Dorme nel suo bozzolo dorato, e la si sfiora con lo sguardo come un soprammobile bellissimo ma estremamente fragile, un soffio di ciò che era prima - un soffio e potrebbe sgretolarsi. Dayrst respira piano, incredibilmente piano, e tra gli Hat'keli filari di persone aspettano, da chissà quanto, un'udienza dalla loro regina, e chissà per quanto tempo ancora lo avrebbero fatto. Mercanti dalle mani inanellate reggevano una grande varietà di stoffe finemente lavorate, capannelli di famiglie reggevano con grande sforzo ceste ricolme dei frutti dei loro orti; padri dai visi tracciati da una profonda tristezza per la malattia di un figlio o di una moglie che rimangono così, chiusi in quel dolore intimo, solo pensato e inespresso. E ciarlieri, razza diffusa e lacciuoli del diavolo nelle bocche che ricamano parole. Dayrst dorme, ma nel guardarla non suscita tenerezza. Non è il sonno di una bambina tranquilla dalle labbra ridenti e i capelli sciolti, tantomeno una visione che scaccia i cattivi pensieri. È l'udire di un canto storto di una vecchia megera che profetizza e annuncia cupe novelle.

    Continuarono a camminare tra le guardie marionetta ben piantate alle imboccature delle strade, tutte tese ad assicurare l'ordine, a sventare i pericoli: peccato che il nuovo nemico era silenzioso e non aveva odore o sapore, forse non si vedeva neppure. Il bambino li seguiva, e se Ezra si fosse girata avrebbe incrociato i suoi occhioni tristi, così simili a quelli della mezzelfa che si ritrova a portare la corona di un regno divenuto un incubo patinato dal quale non riesci a svegliarti; e c'erano rabbia e dolore in ogni fibra del suo essere anche se una regina non può concedersi di far trasparire limpidamente i propri sentimenti. Inghiottì, e inghiottì ancora quando arrivarono nelle periferie - le stesse che erano state lordate, distrutte e poi salvate da un guerriero dagli occhi di giada - ché le sensazioni e le figure dei suoi ricordi salirono su, dal fondo del cuore come uno sciame terribile di insetti, un accordo di amarezza che proveniva da lei ma anche da ciò che la circondava. Il bambino si fermò lì, tra le casupole malandate, guardandosi attorno prima e poi inchiodando gli occhi su una di queste con lo stesso entusiasmo soffocato che aveva mostrato poco prima, nel voltarsi e scorgere i suoi compagni ancora simili più a statue che a umani. Mamma, un'unica parola sfibrata cade dalle sue labbra, quindi indicò il cielo con un dito silenziosamente, come si fa quando la paura di essere scoperti è tanta. Un'ombra scura che spezza un cielo dorato, un orrore aggrappato ad una delle uova nel tentativo di manometterne l'armatura. Avevano già saggiato cosa potesse accadere con una mossa azzardata, e se fossero saltate in aria sarebbe stata una tragedia - seppur dorata - senza eguali. L'oscurità si girò, posando il suo unico occhio sugli astanti; il piccolo si rintanò in casa, una graziosa farfalla dorata lo seguì - un dono della mezzelfa, così che un'altra creatura animata potesse intrattenerlo.

    « Adorabile! »
    Adorabile? Sei davvero sbagliato dalla testa ai piedi, tanghero - in un'altra circostanza, la sovrana avrebbe commentato quell'entusiasmo inconcepibile, come il poco, pochissimo gusto di chiunque avesse mandato quella cosa nera in una Dayrst dorata.
    « Quell'ombra... non ha un ritmo, il che vuol dire che non è di questo mondo... », ma il tanghero era già a mezz'aria, suggerendo in volo di attaccare mirando all'occhio.
    Mezzo giro del polso, l'arcano dell'Imperatrice comparse ben saldo tra le dita. Sono la corona, l'abbondanza, la fecondità e il suo contrario, la mia volontà plasma.
    Il pugno si aprì, la carta volteggiò sopra il capo imbibendosi di energia e creando due sfere auree che presero a dilatarsi, splendenti e rutilanti. Immersa nel chiarore schioccò la lingua. « Vai », uno dei due globi si infranse e si rifuse assumendo la forma di uno stiletto che si scagliò contro l'occhio. « Via » una terza sfera di luce si formò nel palmo e venne lanciata perentoria verso lo stesso punto, seguita dall'esplosione e riaggregazione in forma di lama anche del secondo globo rimasto pulsante a mezz'aria.

    Dayrst dorme, forse sogna, ma spero si svegli. Presto.


    2IrpHvN

    EZRA QOORAJ

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    Livello: 19
    Energia: 56(96-20-20) Salute: 40 Stress: 5/13
    Riflessi VII Tempra IV Volontà VIII
    Arcana VIII Carisma VIII Percezione V Società VIII
    Rango XI Ricchezza V

    Legami:
    ✧ Riven W. [1]: [Vendicativo (A)]
    Tutte le azioni offensive del personaggio migliorano di una unità contro bersagli che hanno attaccato il personaggio oggetto di legame.
    ✧ Il Matto [2]: [Cooperativo (S)]
    Tutte le azioni di supporto o di effetto di stato nocive del personaggio migliorano di una unità, se il personaggio oggetto di legame è nei paraggi.

    Specializzazioni:
    ~ ammaliare, specializzazione di carisma;
    ~ animare oggetti, specializzazione di arcana.

    Abilità passive:
    ~ abilità passiva di supporto, avvelenatore mostruoso;
    ~ abilità passiva di supporto, aura malefica II (fragilità);
    ~ abilità passiva di recupero, ispirazione;
    ~ abilità passiva di recupero, rigenerazione.

    Abilità attive:
    Arcano Maggiore: Replica: Capacità propria dell'Arcano dell'Imperatrice è quello di replicare ciò con cui viene in contatto, perché nulla può essere escluso dal giudizio e dal comando della sovrana. A livello esclusivamente narrativo, la portatrice potrà copiare una abilità avversaria di cui sia stata oggetto, a condizione che questa sia entrata in contatto o con il suo corpo (avendo quindi inflitto dei danni) o con l'Arcano (essendo quindi stata difesa per tramite di questo). La replica funge da espediente narrativo e non può mai alterare le proprietà di questa abilità (ovvero i suoi tag), e possono essere copiate solo abilità offensive.
    [Offensiva] [Arcana su Volontà] [Consumo: Critico] [Velenoso: Spossatezza] [Costo: 20] [Effetto: 24]

    Artefatti:
    — Arcano Maggiore, L'Imperatrice: [Scala su Arcana] [Attacca su Volontà, Difende su Riflessi] [Versatile: Riflessi][Equipaggiamento Superiore II: +2 Arcana] [Nascosto] [Arma Insidiosa II: Fragile] [Mangiamana superiore]

    Azioni:
    1. Ezra infligge passivamente 8 punti di fragilità tramite Aura malefica II;
    2. Ezra utilizza Arcano Maggiore: Replica;
    3. Ezra tenta un attacco base con Arcano Maggiore, L'Imperatrice mirando a Riflessi, scala su Arcana per 8 punti danno;
    4. Ezra conclude utilizzando nuovamente Arcano Maggiore: Replica.

    Note:
    Come da supporto, Ezra spende 1 punto stress per partecipare alla prova di Iniziativa livello 5. Il malus spese grandi procca nel prossimo turno di combat avendo raggiunto la spesa dei 2/5 dell'energia con l'ultima abilità utilizzata.

     

     
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