#11. Qurashi

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    Trafiletto Modifiche20/04/2023 - Topic aggiornato alla patch "Scandrial" v3.2.

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    INDICE DI NAVIGAZIONE
    Introduzione ~ Aspetto ~ Storia ~ Cultura ~ Demografia ~ Riferimenti


    Introduzione

    Popolo dell'Oceano. I Qurashi sono una delle più antiche civiltà di Atlas, composta da creature marine dalle più svariate forme. Nella lingua comune vengono chiamati Naataridi o, impropriamente, Uomini-Pesce. Un tempo erano considerati i signori dei mari e grandi mercanti, nonché i più potenti alleati dell'Impero di Arevik. Dalla caduta dell'Impero, tuttavia, con l'emergere di Alioth e delle Sorelle come nuove potenze commerciali dell'Est restaurato, i Naataridi hanno scelto di perseguire una politica isolazionista che nel tempo ha fatto quasi dimenticare il loro ricordo.
    Allo stato attuale, pur non desiderando particolari contatti con l'esterno, non sono xenofobi e vanno generalmente d'accordo con tutte le altre razze, che hanno interessi per lo più distanti dai loro. Sono una visione assai rara sulla terra ferma, per lo più popolano il Naatar e controllano le acque intorno al loro arcipelago.


    Aspetto


    «Avete mai provato a guardarne uno da vicino? Viscide creature, tutti loro: è un bene che se ne stiano ben lontani dalla terraferma.»

    ― (Exebia, esploratrice parnavi.)



    I Qurashi sono una delle razze più variegate di Atlas. A seconda che siano abituate ad una vita anfibia o a una prettamente subacquea, il loro aspetto può variare: se sulle isole è possibile imbattersi creature anfibie dalle forme antropomorfe, negli abissi è più facile incontrare varie tipologie di pesci. A seconda dell'aspetto, la loro altezza può variare molto, dai cento ai duecentoventi centimetri. Questo fa di loro la razza che più di ogni altra è in grado di rivaleggiare con i Qytir quando ad altezza, sebbene i loro corpi siano generalmente più snelli e meno imponenti rispetto ai draconiani.
    Risulta difficile stilare un preciso elenco di fattori comuni all'aspetto: la maggior parte di loro presenta squame, pinne, branchie e dita palmate su zampe anteriori e posteriori (quando presenti); il colore della pelle può variare dal bianco al verde o bluastro, con le dovute eccezioni; gli occhi, dai colori e dalle forme più variegate, sono generalmente sclere opalescenti prive di iride e pupilla.
    Sono capaci di sopravvivere in superficie per lunghi periodi, e, nel caso di alcuni esemplari dalle fattezze crostacee, addirittura la prediligono. Non sono note forme molluscoidi, e gli stessi Qurashi ci tengono molto a sottolineare come non siano in alcun modo imparentati con gli Halun, né i loro antenati Malakoi.
    Sebbene coloro che abitano l'arcipelago abbiano un arco vitale simile a quello umano, difficilmente andando oltre i novant'anni, quelle sottomarine riescono a sopravvivere anche per alcuni secoli.
    Un discorso a parte va fatto per gli ibridi - specialmente per gli ibridi fra Naataridi e umani, ovvero tritoni e sirene: questi hanno un'aspettativa di vita mediamente più lunga, ma in genera vantano anche una minore forza fisica.


    Storia


    «Eravamo navigatori e mercanti. Adesso siamo solo un branco di pavidi allevatori, e qualche pirata.»

    ― (Tupu, nobile Qurashi.)



    I Qurashi sono una civiltà antichissima e, per quanto indietro si possa provare a risalire, è noto che abbiano sempre abitato i mari di Atlas, anche se non esclusivamente. Solo dopo la frattura dell'Atlante la gran parte della popolazione si stabilì nel Naatar, e solo alcune comunità fluviali o lacustri sopravvissero sul continente. Le comunità marine erano comunque tutte piuttosto unite e rapidamente colonizzarono gli atolli disabitati più distanti dalle coste dell'Est.
    La civiltà dei Naataridi conobbe la propria età dell'oro a cavallo tra l'ottavo ed il nono secolo dopo l'avvento del Divoratore. Grazie ai buoni rapporti con l'Impero di Arevik e al naturale predominio sui mari, i Qurashi si affermarono come validissimi mercanti e navigatori straordinari, i loro insediamenti crebbero come fiorenti porti commerciali e le loro celebri perle erano vendute in tutto il continente. Il Cataclisma di Dalgon prima (corresponsabili dei loro successi commerciali) e la fondazione dell'Impero Qytir poi inflissero un duro colpo al regno naataride: dalla nascita di Treyarch, i popoli del mare conobbero per la prima volta dei rivali sul mare con cui era assai difficile mercanteggiare. Temendo di doversi scontrare con l'impero draconico da un momento all'altro, l'élite dei naataridi scelse di fondare una nuova capitale per il regno, più facile da difendere della precedente, e così venne fondata Tekeli, sul dorso di un'enorme balena millenaria perennemente in movimento per il Naatar, sostanzialmente imprendibile e irraggiungibile per chiunque non sapesse dove trovarla.
    La caduta di Arevik fu però il colpo definitivo alle ambizioni Naataridi: temendo (con qualche ragione) il vento della rifondazione dell'est che aveva travolto l'impero fondato dai galzani, i Qurashi abbandonarono le loro rotte commerciali con il continente, accontentandosi del dominio sull'oceano, lontano dalle coste, dando vita a una politica autarchica e quasi del tutto isolazionista. Tekeli, la balena che era anche la capitale del regno, venne imbrigliata dal potere arcano in cui i Qurashi erano particolarmente versati, e costretta a seguire una rotta innaturale, letteralmente sparendo dalla geografia atlassiana. Una volta inabissatasi, la città semovente non riemerse per i successivi trecento anni, fino ai giorni nostri.
    Le piccole comunità lacustri e fluviali vennero per lo più soppresse dagli Halun, nelle paludi del Veh Dreyva, e dai Qytir nell'Impero. Tuttavia, non essendosi mai alleate con Arevik e non rappresentando - per numero e carattere della popolazione - un pericolo, fiorirono nell'est, dove sopravvivono sotto il protettorato Alothiano. Queste comunità sono comunque considerate traditrici (faalata, in lingua Qurashi) dai popoli del mare e appellate con lo sprezzante titolo di 'senza sale', in riferimento al loro popolare i corsi d'acqua dolce.


    Cultura


    «Mi chiedo come abbia fatto a sopravvivere così a lungo un popolo in cui ciascun individuo non ha alcuna contezza di sé.»

    ― (Luvul, luminobile elari.)


    I Naataridi non sono xenofobi, a spingerli all'isolazionismo sono stati la paura e l'istinto di conservazione, non certo il nazionalismo sfrenato. Tre secoli senza quasi alcun contatto con l'esterno, tuttavia, hanno reso la popolazione subacquea particolarmente retriva e conservatrice, fortemente attaccata alle proprie tradizioni. Più aperte sono le comunità anfibie dell'arcipelago, che in qualche sporadico caso mantengono rapporti commerciali con alcuni mercanti delle Sorelle o più raramente di Lothringen; queste comunità, sebbene ufficialmente facciano parte del Reginato dei Mari, sono per lo più state abbandonate a loro stesse e sono quindi in grado di autoregolarsi, pur mantenendo un certo grado di lealtà nei confronti della sovrana.
    Quella dei naataridi sopravvisuta con maggiore successo fino ai giorni attuali è una società matriarcale, la cui capitale è affidata alla Sovrana - che annualmente si riproduce con diversi partner selezionati, e i figli così generati già da adolescenti vengono spediti in giro per l'oceano a governare piccole comunità, con la consueta attenzione per le femmine. La sovrana, tuttavia, trae consiglio dall'Assemblea Pantalassica, formata dalle matrone più anziane e influenti, provenienti da tutte le comunità Naataridi ritenute abbastanza grandi o influenti da dover essere rappresentate all'interno di questo consiglio che conta generalmente fra i cento e i duecentocinquanta membri.
    La necessità di mantenere le comunità unite, figlia dell'isolazionismo, ha portato i Naataridi a sopprimere il concetto stesso di individualismo: per quanto possa sembrare strano tutti, a partire dalla sovrana, ragionano sempre ed esclusivamente in termini di comunità, e mai personale. I più banali esempi di egoismo vengono puniti severamente e non è raro che molti di coloro ritenuti colpevoli, o comunque ritenuti incapaci di pensare in termini comunitari, vengano condannati all'esilio.
    Per quanto concerne le specie lacustri e fluviali, esse sono numericamente irrilevanti e per lo più non hanno mantenuto una cultura propria, integrandosi perfettamente con quelle presenti nei territori in cui sono, di fatto, ospiti. Queste comunità, in genere molto piccole, non possiedono un governo autonomo (per quanto ogni comunità abbia un capo, solitamente il più anziano) e sottostanno alle leggi locali; la loro sopravvivenza, tuttavia, è garantita dal Doge, che non ha dimenticato il loro apporto durante la ribellione.


    Demografia


    «Ci hanno chiamati codardi per essere fuggiti dal mondo, ma che mondo è questo, che viene divorato un pezzetto alla volta?»

    ― (Roimata, mercante Qurashi.)



    Concentrati quasi unicamente negli abissi del Naatar o in qualche piccolo arcipelago, i Qurashi sono considerati una forza esaurita su Atlas, di cui rimangono solo poche vestigia. Le specie d'acqua salata vengono per lo più considerate estranee agli atlassiani; tuttavia, possiedono delle peculiarità uniche e sono molto ricercati come marinai e navigatori. Le specie d'acqua dolce sono generalmente bene accolte in tutto il continente poiché ritenute inoffensive, oltreché perfettamente integrate.



    «Alcuni di loro, le piccole comunità, possono fare bene all'Est restaurato; ma i loro cugini salati e litigiosi, è meglio che rimangano lontani dalle coste.»

    ― (Mileras il Vecchio, senatore di Shenavan.)



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    Figli rinnegati dell'Est. Se le piccole comunità d'acqua dolce che popolano i corsi fluviali del Suhayl e le oasi del Lesingawan sono generalmente ben viste e lodate per il loro spirito pacato e la capacità di integrarsi perfettamente con le tradizioni e le leggi locali, il discorso è ben diverso per quanto riguarda le specie provenienti dal Naatar. Non si tratta di vere e proprie comunità, quanto piuttosto di singoli individui o sparuti gruppi di una manciata di elementi, spesso imparentati fra loro. Questi sono solitamente esuli riciclatisi come navigatori e marinai, più raramente come mercanti, e risiedono nelle grandi città portuali dell'Est. Unica eccezione a questa regola è la piccola comunità di pirati Qurashi nascosta tra i canali del Rohs Sirrah; costoro si sono fatti la nomea di efferati criminali, intenti a saccheggiare le coste, villaggi e piccoli insediamenti, nonché di assalire le navi che incrociano nelle loro acque, siano queste mercantili o da guerra, e a prescindere da quale bandiera battano. Nel complesso, la loro esistenza viene tollerata ma Alioth e le Sorelle si sono sempre dimostrate fredde nel riallacciare rapporti diplomatici sostanziali con il Reginato; persino gli scambi commerciali con le comunità dell'arcipelago sono condotte da privati.





    «Spiriti dispettosi che infestano le sorgenti e i laghi, ma dovreste sentire il loro ritmo: così distante, così malinconico.»

    ― (Khel, artigiano hederati.)



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    Miraggi tra i ghiacci. La presenza di Naataridi al nord è quasi nulla. Tra le nevi del Tovis è difficile trovare comunità di specie d'acqua dolce, che solo in casi rarissimi occupano piccole sorgenti e fiumi - più spesso vivono in laghi ghiacciati, lontani dalla vista delle altre razze. Questo li ha resi, nell'immaginario comune, qualcosa di più simile a spiritelli delle acque che una vera e propria razza. I Ravdoshi nutrono nei loro riguardi una sorta di timore reverenziale e non è raro che lascino doni a loro indirizzati nei pressi delle sorgenti o sulla riva dei fiumi. I Mangiapietre, dal canto loro, sono più inclini a riconoscerli come una vera e propria razza, ne apprezzano il ritmo e il carattere normalmente quieto. Nel Moraive, tuttavia, non è raro che siano preda dei Rinnegati, tanto che è difficile fare una stima di quanti Naataridi siano sopravvissuti in questa regione. Per quanto riguarda le specie salmastre, al contrario, queste sono sostanzialmente non pervenute al nord, trovando quelle acque troppo diverse da quelle a cui sono abituati.




    «Sgrunt. I pesci dovrebbero rimanere sott'acqua.»

    ― (Ghalgamoth, mercante Qytir.)



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    Gli spiriti liberi dell'Atem Lehelet. A ovest, le comunità Naataridi invertono i ruoli: le comunità d'acqua dolce sono perseguitate o rese schiave tanto dai Qytir, quanto dai Parnavi e dagli Halun - cui non sono mai stati in grado di contestare il dominio sulle paludi. Le specie d'acqua salmastra sono invece in grado di sopravvivere - sebbene, anche in questo caso, non si contino comunità nutrite - nelle città portuali e più in generale nel Lothringen. Questi esemplari, come detto per quelli residenti nel Laendriel, sono spesso marinai, più raramente mercanti o pirati, che si guardano bene dall'avvicinarsi alle paludi o all'altopiano, visto i loro rapporti storicamente non idilliaci con i Parnavi. Tendenzialmente, si tengono alla larga anche dal cuore dell'impero, e per lo più trascorrono la loro vita in mare agli ordini di qualche mercante o armatore Qytir. I draconiani, almeno sulla carta, sembrano tollerare i Naataridi più di quanto non facciano con altre razze, almeno finché il loro numero è contenuto. Si tratta, comunque, di un equilibrio piuttosto precario: sebbene i Qytir siano ad oggi l'unico governo che ufficialmente intrattiene rapporti diplomatici con i Qurashi, questi promettono di mantenersi distesi solo finché Tekeli rimarrà inabissata.



    Riferimenti

    Allo scopo di favorire la corretta interpretazione della razza, la gestione fornisce all'utenza un elenco di materiale di ispirazione supplementare, quali una lista di prestavolto suggeriti e tipicamente usati dai giocatori per meglio inquadrare lo stile generale di gioco, eventuali supporti audiovisivi o focus aggiuntivi in ambiti diversi, quali ad esempio l'abbigliamento e la moda corrente della razza, o ancora giocate simboliche. Le voci verranno ampliate periodicamente.


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    Edited by Tied - 20/4/2023, 17:50
     
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