picatrix ~ l'orso e la fanciulla bionda

[Ingresso: Indovino]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +4    
     
    .
    Avatar


    Group
    Gestore
    Posts
    2,665
    Reputation
    +1,186
    Location
    mnemonia

    Status
    Offline
    Fa freddo e spira un vento gelido misto a nevischio, un vento tagliente che graffia la pelle e strazia le labbra, che viene giù da nord-ovest, dalle montagne di Hederath. La strada è lunga e desolata, imbiancata di neve con i primi rigori del vero inverno alle porte. Agli angoli di un crocicchio - l'unico per chilometri - un cartello indica il nome della via maestra e ignora l'intersezione; poco più in là, davanti a un gruppo di alberi antichi quasi quanto le rocce della regione, un mucchietto d'ossa e carne traffica tra i rami, leccandosi le labbra divertito. Canticchia una canzone, la sua voce è argentina e spensierata come quella che ci si potrebbe aspettare da chiunque non abbia ancora conosciuto gli orrori della pubertà.

    Le note e le parole si confondono col respiro del vento del nord, glaciale e spietato, eppure in qualche maniera consolante nella sua presenza. I suoni si mischiano, vengono portati lontano, e ancora a molte centinaia di metri è possibile udire qualcuno cantare, con voce divertita, le parole di una vecchia ballata.

    Oh dolce era lei, pura e con gli occhi belli,
    la fanciulla con il miele nei capelli.
    I capelli, i capelli!
    La fanciulla con il miele nei capelli.

    Annusò essenze profumate, nell'aria dell'estate
    Annusò e ruggì e lo sentì il dolce profumo del miele, nell'aria della sera.

    L'orso e la fanciulla bionda
    rRF8RJc


    MORAIVE, la Via dei Martiri; Pomeriggio.
    .pov - siobhàn

    Moraive: la culla delle fedi e l'inizio di ogni perdizione. Curioso come le due cose spesso coincidano. Ti trovi a camminare su una via maestra, procedendo verso sud - verso il Laendriel e i suoi inverni più miti, più facili da affrontare di quelli rigidi e implacabili del Tovis. La strada non è lastricata e il nevischio che va sciogliendosi l'ha resa quanto di più simile a un pantano; è anche desolata, non hai incontrato anima viva da ore. Sarà anche a causa del maltempo: non ti trovi più nella parte settentrionale della regione, dove i rinnegati e le ombre bianche dettano legge insieme, quello che chiamano il vero nord, ma sei pur sempre nel Moraive. Il nevischio che ti sferza il viso e il cielo plumbeo sono una sicura promessa di tempesta. Sarebbe il caso di trovare un riparo.

    Raggiungi un crocevia - uno dei pochi. La strada che stai seguendo è nota come la Via dei martiri; pare che venisse percorsa dagli eretici inviati a sud da Ruavale, pronti per essere venduti come schiavi al caduto impero di Arevik. Un cartello appeso a un'asta di legno sottolinea la toponomastica stradale, ricordandoti che stai camminando verso il Laendriel. L'altra stradina, l'intersezione più stretta e abbandonata all'anonimato, si inerpica verso una foresta, probabilmente raggiungendo la collina al di là di essa. Inizia a salire la nebbia, non riesci a vedere vedere bene oltre le teorie aguzze dei pini.

    Di fronte a te, sull'angolo opposto al cartello, un gruppetto di querce fa da contraltare a una parete rocciosa e scoscesa ricoperta di neve e fanghiglia. Dai uno dei rami più bassi dell'albero che ti è più prossimo vedi penzolare quello che sembra un cadavere. Il corpo è quello di un ragazzino biondiccio col viso da mustelide, non molto alto; è appeso al ramo per una caviglia, mentre l'altra è legata alla gamba tesa, facendo sì che il ginocchio risulti piegato. Essendo il cadavere rivolto verso di te, il ginocchio punta in direzione dell'anonimo viottolo laterale, quasi ti stesse invitando a seguire quella direzione deviando dal tuo cammino. Lo vedi penzolare inerte e molle e osceno al soffio del vento, oscillando pericolosamente, ma sempre tornando alla sua posizione originaria. Adesso che ci fai caso, il volto del ragazzino è atteggiato a una specie di sorriso e gli occhi sono bene aperti, di un azzurro acceso.
    Chissà com'erano, da vivi.


    Benvenuto alla tua giocata iniziale! Ricorda che hai puntato 50 euro.
    In questo primo turno, ti lascio spazio affinché tu possa presentare il personaggio, magari narrando parte del viaggio o esplorando le sue motivazioni, i suoi scopi, il rapporto con l'orrore arcano; insomma, hai carta bianca.
    Trattandosi di un classico 'turno di presentazione' non ho altri particolari indicazioni o appunti da fare, al momento. Ti ricordo soltanto che fin da adesso puoi prendere l'iniziativa, se lo desideri.
    Il topic di supporto per questa giocata è già aperto.
    Ovviamente, per qualsiasi chiarimento, sono a disposizione per mp o su discord.


    Edited by vøx - 31/5/2023, 19:07
     
    .
  2.     +3    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Utente
    Posts
    586
    Reputation
    +396

    Status
    Offline
    Allora Apo mi è venuta questa idea che mi gasa. Tu immagina questo carro di legno che avanza nella nebbia, su e giù per la strada sterrata. Dentro ci sono delle fessure che sparano il dettaglio di luce un po' lugubre. C'è uno sfondo di sacchi di patate e foglie autunnali per terra e compare una mano che sfiora un vasetto di vetro e dentro si accendono delle lucciole che danno un tocco shabby chic arcano. La mano (bellissima) è di Siobhàn, che è tipo accucciata con uno che le massaggia i piedi. Kinky. Lei fa i riccioli ai capelli con le dita e ha lo sguardo da cassiera che fa scoppiare le Big Babol. Lui le chiede una roba tipo:
    - Allora come se la caverà il Capricorno in amore? Ad Alioth troverò da scopare?
    E lei: - Sarai pieno di figa fatata? Cazzo vuoi che ti dica.
    - Marta mi ha detto che sai leggere queste cose!
    - Mo ci hai provato anche con Marta?
    E lui le fa il solletico ai piedi e fanno una specie di pillow fight gioco complice piccante.
    Scusa ma oggi mi sento un po' fotoromanzo.
    - Quindi? Mi leggi le carte pls?
    Lei lo guarda un po' intenso e gli fa:
    - Va bene, ma mica ci arrivi ad Alioth te.
    E tipo mentre lo dice il carro si ferma. Tizio si caca sotto un attimo poi tenta di dissimulare facendo una risata nervosa. Tizio ha un naso davvero importante, questo ci serve per dopo. Tizio pensa che gli asini/cavalli stiano male or some shit. Poi grida il nome di un altro tizio che presumi sia quello che guida, fa un po' il gradasso e si gira verso Siobhàn e le pianta un limone e le dice tu stai qui, ci penso io. Real cowboy. Apre sto chiavistello di ferro esce e scompare. Rimane Siobhàn che fruga in un sacco e tira fuori una mela che addenta guardando il vuoto fuori, così si capisce che sta pensando a qualcosa. Probabilmente è perché le vengono i sensi di colpa.

    Insomma hai capito che qua tutti tranne Siobhàn stanno per morire male. Si sentono le grida in background e uno che tira fuori una spada ma è troppo tardi, un mostro che ruggisce, corpi spezzati a metà, cose così. Mentre tutto questo accade a Siobhàn si illuminano gli occhi perché nota qualcosa nella distanza. Si rimette le calze e le scarpe e scende giù dal carro e le lucciole si spengono. Lei è vestita un po' a strati stile rurale, ma non troppo povero. Arriva un'arietta e si para il viso camminando sulla sterrata. Adesso si vede il cadavere che dicevi te, quello appeso con la gamba piegata. Un altro po' di passi perché c'è maltempo, stivali sulla neve misto fango, un po' di fatica. Ok, ora Siobhàn studia il cadavere da vicino, è quasi stregata. Le piacciono molto gli occhi e le ricordano qualcosa. Le vengono dei brividi, si guarda un po' attorno e sente la tempesta e capisce che sarebbe davvero il caso di trovare un riparo. Lontano dal massacro, a proposito.

    AAAAAAAAAAH!


    Siobhàn si gira, ricompare tizio col naso aquilino che sferza la nebbia e corre verso di lei gridando e BAM. Un'ombra nera e gigantesca lo fa scomparire di scena. Si sente solo un po' di nom nom, almeno è morto sul colpo dai. Siobhàn impietrita. Dopo un po' il mostro si avvicina e ta-dan, è l'Orrore Arcano. Si ferma a un metro dalla tipa e le fa cadere la testa di tizio ai piedi. Ci sono schizzi di sangue, la faccia deturpata in CGI di bassa qualità, ma che fa sentire a casa. Siobhàn si sente addosso il fiato della belva e capisce che ha ancora fame e le viene un po' di strizza, ma la belva non le fa niente come tutte le altre volte. Però lei mica è sicura che le cose rimarranno sempre così. È tipo una relazione da incubo con lui che fa piazza pulita delle persone nella sua vita. Dopo tutto questo tempo (circa quattro anni?) non è più convinta di poterlo salvare e una parte di lei vorrebbe farlo fuori, ma non sa ancora come. Per questo le serve capirci un po' di più di cose arcane, entrare più a fondo nella tana del coniglio. Però questa voce è ancora troppo timida e Siobhàn scuote metaforicamente la testa, allunga una mano e accarezza il muso dell'Orrore. Non si sa se è perché ha paura o se provi ancora qualcosa per la persona che era.

    È un grosso problema di consenso. Fare filtri d'amore vuol dire cercare di piegare il libero arbitrio di qualcun altro, senza avere il consenso, è praticamente magia nera. Poi in cambio ti ritornano cose spiacevoli. E qua sta il motivo per cui Siobhàn è un po' antieroina, anche se si droga. Cioè lei mica vuole pentirsi e cominciare a chiedere il consenso alle persone; lei decide tutte le volte, magari un po' passivamente, di cercare soluzioni alle conseguenze negative delle sue azioni - senza mai smettere di essere una persona di merda.

    Però è davvero figa, come una instagram girl nei boschi dell'Alaska. Ah, ha un qualche tipo di borsello con dentro cose di prima necessità e altre cose esoteriche. Il tamburo sciamanico lo tiene dentro un'altra sacca dietro la schiena. Alla fine ha deciso di inerpicarsi per il sentiero minore, pensando di poter trovare un riparo entro sera. Uno perché sulla strada maestra si sentiva scoperta alle intemperie. Due perché il cadavere era appeso con delle corde e le corde sono un po' dei feticci per Siobhàn. Tre perché non le frega molto, finché c'è l'Orrore che la segue un po' più indietro, passando per il bosco, non si sente minacciata dalle altre cose. Quattro perché è arrogante almeno quanto Stormy delle Trix ed è convinta di potersela sempre cavare.



     
    .
  3.     +2    
     
    .
    Avatar


    Group
    Gestore
    Posts
    2,665
    Reputation
    +1,186
    Location
    mnemonia

    Status
    Offline
    Segui la stradina senza nome, cedendo all'indicazione del cadavere. Che tu l'abbia fatto colta da un presentimento, o nella speranza di trovare un riparo, o ancora per pura incoscienza è del tutto irrilevante. Il fato ha il suo modo atroce di tessere i fili della vita, e chiunque conosca la Trama sa - o almeno dovrebbe sapere - che al destino non importano le tue motivazioni, perché sarà sempre pronto a ritorcertele contro in qualunque caso.

    La stradina si va facendo sempre più stretta e ripida man mano che avanzi. Alla tua destra hai la parete rocciosa che spinge, sulla sinistra alberi ad alto fusto vegliano la strada come sentinelle, avamposti di una pineta che hai sbirciato dal carro, in lontananza. La vegetazione sul lato sinistro della strada è rigogliosa nonostante le temperature rigide e persino nel mezzo del sentiero ciuffi di sterpaglie venivano su tra pietrame e fanghiglia, suggerendo come quella via non venisse usata spesso, o comunque non più almeno in tempi recenti.

    Risalendo l'erta della collina - cammini ormai da una quindicina di minuti - qualcosa rapisce la tua attenzione. Una massa scura sulla sinistra, sembra penzolare dall'albero. Ti avvicini, e scopri che si tratta di un altro cadavere, appeso allo stesso modo del primo. Il ginocchio piegato anche in questo caso indica di proseguire per la stradina, fino alla collina; adesso che sei riuscita ad avanzare, ti rendi conto che alla sommità della collina c'è qualcosa. Non sapresti definire cosa, la nebbia sale rapidamente, ma vedi delle strane forme, forse delle costruzioni non opera degli umani, forse un boschetto.

    Avvicinandoti ulteriormente, inevitabile nel tuo incedere, ti rendi conto che questo nuovo cadavere - inusitata innovazione della segnaletica stradale - è assolutamente identico al primo. Anzi, ti viene il dubbio che si tratti proprio di quello: stesso volto da mustelide, identici occhi azzurri, medesimi capelli color sabbia. Ti viene il dubbio che si trattasse di gemelli, o che qualcuno abbia smontato l'appeso dal crocevia per poi precederti e fartelo trovare qui. Quest'ultima ipotesi presuppone tuttavia che questo qualcuno abbia avuto il tempo di fare tutto questo e percorrere la tua medesima distanza abbastanza in fretta da poter poi ricomporre la propria opera prima del tuo arrivo. E tutto questo senza che l'Orrore Arcano si accorgesse di alcunché.

    Mentre stai ancora contemplando le spoglie del ragazzino biondo, una voce ti arriva alle spalle. «Pittoresco, nevvero?» domanda. Ti volti. La voce, bassa e gracchiante, appartiene a quello che sembra essere un elari - a occhio e croce piuttosto anziano - coperto da una mantella di tela marrone, un tipico saio da viaggio, di quelli resistenti alla pioggia. Dal cappuccio vengono fuori solo due lunghe antenne e due occhi verdastri rotondi, enormi e luminosi.


    Eccoci qua. Se desideri dialogare con l'elari, puoi farlo nel prossimo post - o possiamo accordarci in supporto o su discord, come preferisci. Sei ovviamente libero di ignorarlo, se credi. Ti ricordo che hai la possibilità di "chiamare" delle prove, se ti sembra che sia il caso.
     
    .
  4.     +3    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Utente
    Posts
    586
    Reputation
    +396

    Status
    Offline
    Apo! Ora che ci penso, questa storia potrei raccontarla in tono più serio. Ridendo e scherzando sono già morte almeno tre persone, quelle che ho ucciso io. Per cui penso che Siobhàn dovrebbe mettersi a cantare una canzone per accompagnarle, come una melodia senza testo e un po' malinconica, ma non troppo. Qualcosa che può mormorare tra un respiro affannato e l'altro, mentre sale per il sentiero nella pineta. Ad ogni passo affonda le scarpe sopra il tappeto di aghi e la terra morbida, calda nonostante faccia freddo. Le capita di scivolare un paio di volte. Ma a cantare, le sembrano più dolci e persino comprensibili gli orrori di questo pomeriggio. Ogni volta che un filo viene reciso, ricorda, è perché qualcosa sta per accadere. E la Trama non vuol male a nessuno, per quanto non voglia loro neanche bene.

    La canzone s'interrompe bruscamente quando Siobhàn vede il secondo cadavere. Per un istante le viene da pensare di aver sbagliato strada, di essere tornata in qualche modo al punto di partenza. Anche se questo è impossibile: il ginocchio penzolante indica un luogo più vicino di prima, qualcosa di diverso dal bosco di sotto, delle costruzioni che le sembrano abitate. Il dubbio le viene spontaneo, tuttavia, perché il cadavere è identico al primo. E osservandolo più da vicino capisce che si tratta proprio dello stesso muso di ermellino, gli stessi capelli color paglia. Per quanto riguarda l'odore, ora riconosce anche quello. Magia. Una forza che vuol piegare la realtà e indicarle a tutti i costi da che parte andare. Siobhàn pensa che si tratti di un invito a parlare, un messaggio ad personam, e si sente nuda. Vorrebbe mettersi in punta di piedi e tirar giù la corda, perdere del tempo a cercare di scoprire la fattura della magia, ma viene sorpresa dalla voce alle sue spalle:
    - Pittoresco, nevvero?

    È il vecchio figuro coperto dalla testa ai piedi, una mantella di tela e un cappuccio sulla fronte. Sembra emettere una luce verdastra dagli occhi. A giudicare dalle antenne e dal suo viso, Siobhàn lo riconosce come Elari: una razza che dalle sue parti, un posto tutto sommato piccolo, è raro incontrare. La donna decide di far finta di niente, dopo la sorpresa, e accenna un sorriso. Forse riesce a strapparne uno anche a lui.
    - Sembra uscito da una fiaba. L'hai fatto tu?
    - Oh, no, non sono così bravo con queste cose. Adoro la composizione, però!
    E i due si trovano, così, a parlare di gusti in fatto di cadaveri e di come metterli in mostra.
    - A me piacciono gli occhi - dice Siobhàn e si gira a guardare le due perle di ghiaccio. Sono ancora lì a penzolare con il vento, sempre nella stessa direzione. Poi si avvicina all'Elari e, a voce più bassa, continua:
    - Lo conoscevi? Prima che...
    - Prima che lo facessero diventare un'attrazione per i passanti? Sì, lo conoscevo. Si chiama... si chiamava Fehal.
    - E che cosa ha fatto Fehal per meritarsi una meravigliosa esposizione?
    - Non ne ho idea. Sta qui da circa una settimana. Si diverte così. Curioso, nevvero?
    - Scusami, ti sto riempiendo di domande - Siobhàn fa un passo indietro e aggiunge, frettolosamente:
    - È che non vedo l'ora di trovare un riparo, ma forse non sono nel posto giusto.
    Gli occhi a palla del vecchio brillano, le antenne vibrano.
    - Nessun posto è il posto giusto per chi non sa dove andare - recita, prima di incamminarsi sulla stradina:
    - Se ti serve solo un posto per la notte, puoi seguirmi.

    Siobhàn rimane per qualche tempo sul posto. Di solito ha la risposta pronta, ma questo sconosciuto ha colto dritto nel segno. Lo vede allontanarsi, vestito simile a lei, un viandante che sta per scomparire nella nebbia. Sa che è stato sincero - dopotutto, queste cose riesce veramente a leggerle -, ma non le ha detto tutto quello che c'era da dire. È ora di ammettere che si sta invischiati in una nuova storia, un filo che non si può fare altro se non riavvolgere. Fino ad arrivare all'altro capo.
    - Vengo con te! - grida Siobhàn e stringe le spalle a un alito freddo di foschia.
    Per la seconda volta decide di dare ascolto alla macabra segnaletica.



    SPOILER (click to view)

    S I O B H À N , L V. 5



    Salute: Illesa, 40/40.
    Energia: 40/40.
    Stress: 8/10.

    Difese: riflessi 3, tempra 1, volontà 1
    Competenze: arcana I, carisma V, percezione III.
    Specializzazione: chiaroveggenza (percezione).

    EQUIPAGGIAMENTO

    Tamburo. Uno strumento dal suono capace di stregare.
    [Arma Superiore: +1 Carisma][Equipaggiamento Superiore: +1 Carisma]

    Cuore di maiale. Un pendente avvizzito, feticcio di protezione.
    [Armatura Superiore: +1 Volontà]

    ABILITÀ PERTINENTI

    Nessuna.

    RIASSUNTO

    I. Chiamo una prova tipica di percezione sul cadavere, percepire cose, spendendo 2 punti stress. A valore 3+2, Siobhàn scopre delle tracce magiche che provengono dalla corda e costringono l'appeso a indicare nella stessa direzione; il cadavere è lo stesso che ha visto nella scena precedente.
    II. Chiamo una prova tipica di carisma (identificare manipolazione). A valore 5, Siobhàn scopre che l'Elari non le ha mentito, ma non le ha nemmeno detto tutta la verità.

    edit: refusi.



    Edited by Indovino‚ titubante - 5/30/2023, 03:01 PM
     
    .
  5.     +3    
     
    .
    Avatar


    Group
    Gestore
    Posts
    2,665
    Reputation
    +1,186
    Location
    mnemonia

    Status
    Offline
    Camminate controvento per una decina di minuti, durante i quali l'elari non si lascia sfuggire nulla, non una parola né tantomeno una confidenza. D'altra parte, non vi siete nemmeno presentati - e forse il fatto che nonostante tutto ti abbia offerto un riparo per la notte dovrebbe farti riflettere. Risalite la china del colle fin quasi alla sommità - anche se da lì ancora non riesci a intuire cosa ci sia in cima alla collina. Qualcosa c'è di sicuro, ma è già molto se riesci a tener dietro all'elari, data la nebbia - che, a proposito, è salita con velocità allarmante, quasi innaturale.

    L'elari scarta verso sinistra, abbandonando la stradina senza nome e proseguendo lungo quello che chiamare sentiero sarebbe un insulto alla categoria; è un leggero declivio in realtà, che sembra aggirare la collina; superate una decina di pioppi e castagni che fanno ala al vostro passaggio, quindi l'elari si ferma davanti a una parete rocciosa coperta di muschio. Tira fuori un piccolo bastone da passeggio da non si sa dove e tira due tocchi contro la nuda pietra, ricavandone un suono strano, secco e legnoso. La parete rocciosa scompare, rivelando al suo posto una piccola porta rotonda con un pomello d'argento. Apre, e si ferma sull'uscito, facendoti cenno di entrare. Lui ti segue a ruota, richiudendo la porta alle proprie spalle. Vi ritrovate in un andito piccolo ma confortevole: non è l'interno di una spelonca, quando piuttosto una casa scavata nel fianco della collina; non sembra nemmeno umida, ma non sapresti dire se per un miracolo d'ingegneria o per una più pragmatica opera magica.

    L'arredamento è piuttosto povero: un bastone di legno funge da attaccapanni e una vecchia ottomana dai manici di bronzo ospita un candelabro. L'elari sussurra qualcosa in una lingua che non comprendi, e le fiamme si accendono. Con calma - quasi con fatica - si toglie di dosso il saio da viaggio e l'appende al bastone. Alla luce delle candele il suo aspetto risulta ancora più strano: gli occhi a palla rifulgono lividi di striatura cremisi, le antenne vibrano e il suo muso da mosca potrebbe causare incubi a più di un adulto. Si sfrega le zampette - a proposito, ne ha sei: due anteriori, quattro posteriori - e prende il candelabro.

    «Dovrai perdonarmi il disordine» dice. «Sai, è trascorso del tempo dall'ultima volta che ho avuto ospiti» continua, alternando le sue parole con una risata stridula, fatta di accenti lugubri e irritanti. Ti precede, e dall'andito scivolate in quello che sembra una via di mezzo tra un comune soggiorno e uno studiolo. Una finestrella tonda permette di gettare uno sguardo fuori, dove ormai nebbia e oscurità regnano sovrane. In compenso, l'elari di nuovo pronuncia poche parole e un fuocherello vispo si accende nel piccolo camino all'angolo. Il resto del mobilio è composto da un tavolo con quattro sedie sgangherate, una poltrona sformata foderata di velluto rosso di pessima qualità, un tavolino da tè; in un angolo, uno scrittoio ricolmo - siccome il tavolo - di scartoffie e ninnoli soverchiati da un sontuoso strato di polvere.

    «Se vuoi del cibo, deve esserci della carne secca nella credenza» ti dice, indicando un grosso armadio a muro nella parte meno illuminata della stanza. Sei libera di servirti, se lo desideri. A dispetto delle apparenze, e della curiosa presenza del tuo (poco) munifico ospite, quel posto è caldo e in qualche maniera ti risulta piacevole trovarti lì. Sempre meglio che fuori, a soffrire il gelo, in compagnia del tuo orso.


    Niente da segnalare al momento, puoi postare in supporto o direttamente qui, a tua preferenza.
     
    .
  6.     +2    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Utente
    Posts
    586
    Reputation
    +396

    Status
    Offline
    A dispetto della camminata breve, seppur faticosa, sembra trascorso un sacco di tempo. Un'eternità, come quella che intercorre tra una stagione e l'altra, tra il freddo e il caldo, il secco e l'umido. Quando Siobhàn ritorna in sé, si scopre ospite di quel figuro, una persona che prende molto in prestito da una mosca: ha sei zampe, due antenne e una voce a tratti molto sgradevole. Proprio come il rionzio di un insetto. Ora che s'è tolto il saio da viaggio è tutto evidente. Forse questo le può bastare per spiegare i silenzi e gli strani manierismi; forse può aggrapparsi a questo, alla loro differenza di pelle e connotati, per nascondere un po' del suo disagio. Non è carino ricambiare con una smorfia a chi ti offre riparo, anche se le circostanze non sono del tutto lucide.
    - Ti ringrazio; gli dice. - Hai un posticino accogliente.

    Si guarda attorno sorridendo, poi scopre i capelli impiastricciati dal vento e si passa una mano sulla fronte. Le guance e le orecchie e la punta del naso sono rosse come le mele, il gelo che le era rimasto appiccicato al volto comincia a sciogliersi. Si toglie dalle spalle la mantella e una borsa di tela piuttosto ingombrante, che contiene una forma rotonda e produce un suono cupo quando batte per terra. Appende entrambe allo schienale di una sedia, poi la tira verso di sé e si siede sul bordo. Tiene i gomiti appoggiati alle ginocchia, la schiena curva e il mento sorretto dalle mani. Getta un'occhiata fuori dalla finestrella e sospira. Non le resta che farsi comoda e lasciarsi scaldare dal tepore del camino.
    - Aspetto che passi la tempesta; comincia a buttare giù un piano ad alta voce. - Torno giù alla strada maestra e riprendo il viaggio.
    Poi cerca rassicurazione negli occhi verdastri di lui, luminosi come sfere di cristallo. Ha quasi l'impressione di poterci leggere il destino.
    - Sempre che qualcuno non voglia appendermi a testa in giù!
    Ride per sdrammatizzare.

    Lo studiolo è un posto tutto sommato interessante: arredato con poco, pieno di polvere e di note scritte a mano. All'interno di una casa segreta, incastonata sul fianco di una collina. Le viene naturale domandarsi che cosa ci faccia, qui, una persona-mosca avvezza alla magia. Un erudito, forse, con delle conoscenze che possono tornarle utili? Devono esserci, poi, degli altri - almeno uno. Qualcuno che si intende di intrecciare corde e mettere i cadaveri in posa, capace di condurre i passanti in una trappola di nebbia. Le potrebbe servire del tempo per districare questo mistero; per tagliare la testa al toro, decide che varrà la pena cominciare dall'Elari e conquistarsi un po' della sua fiducia. Decide di rischiararsi la voce e di metterci su del miele. Si tratta di un gioco innocente, un talento che ora le viene del tutto naturale; ha a che fare con i suoi occhi color nocciola, con il modo in cui sostiene lo sguardo, con il profumo e il suo modo di atteggiarsi. Si chiede quanto possa funzionare con un muso come quello, uno di cui non sa ancora leggere le espressioni.
    - Io sono Siobhàn. Come posso ripagarti dell'ospitalità?
    Il volto le si accende con una nuova idea e si avvicina per pronunciare un'offerta.
    - Posso guardare nel tuo futuro. O nel passato, se vuoi. Hai una domanda da farmi?



    SPOILER (click to view)

    S I O B H À N , L V. 5



    Salute: Illesa, 40/40.
    Energia: 40/40.
    Stress: 8/10.

    Difese: riflessi 3, tempra 1, volontà 1
    Competenze: arcana I, carisma V, percezione III
    Specializzazione: chiaroveggenza (percezione)
    Prestigio: influenza V

    EQUIPAGGIAMENTO

    Tamburo. Uno strumento dal suono capace di stregare.
    [Arma Superiore: +1 Carisma][Equipaggiamento Superiore: +1 Carisma]

    Cuore di maiale. Un pendente avvizzito, feticcio di protezione.
    [Armatura Superiore: +1 Volontà]

    ABILITÀ PERTINENTI

    Nessuna.

    RIASSUNTO


    Chiamo una prova di Ammaliare senza spesa, con l'intento di guadagnare la fiducia dell'Elari e fargli rivelare qualcosa di più.

    edit: refusi.



    Edited by Indovino‚ titubante - 5/30/2023, 03:01 PM
     
    .
  7.     +3    
     
    .
    Avatar


    Group
    Gestore
    Posts
    2,665
    Reputation
    +1,186
    Location
    mnemonia

    Status
    Offline
    L'elari si stringe nelle spalle. Sembra che le tue preoccupazioni non riesca a comprenderle, o che non gli interessino particolarmente. Il suo sguardo non esprime alcun tentativo di rassicurazione, ma nemmeno di minaccia. Semplicemente non coglie il sottotesto della tua battuta.
    «Non è propriamente casa mia» dice. «Solo un posto che ho trovato. Quanto al finire appesa, non credo ci sia pericolo stando qui.»
    Il suo tono è colloquiale, sta solo esprimendo la sua convinzione senza sforzarsi troppo di apparire rincuorante; sembra quasi ti abbia trasmesso un'ovvietà, limitandosi a correggerti - anche se a trarti in inganno sono state le sue stesse parole. Quando qualcuno parla di 'avere ospiti' è lecito presumere che stia parlando della propria abitazione. L'elari pare pensarla diversamente.

    «Non è necessario ripagarmi» aggiunge un istante dopo. Dal suo punto di vista, ripagare qualcuno che non ha fatto niente se non metterti un tetto sopra la testa per una notte, è uno spreco di risorse. Non si aspetta particolari ricompense per il semplice buonsenso.
    «Altetla» si presenta, facendo un cenno leggero col capo, qualcosa che in altri tempi sarebbe potuto somigliare a un inchino ma che ha ormai perduto tutta la deferenza e l'eleganza, lasciando solo i modi spicci di qualcuno che ha trascorso troppo tempo fra le brutture di questo mondo.
    Il suo è un nome palindromo, e questo dovrebbe farti riflettere: è una singolare usanza dei luminobili elari, ma il suo aspetto e la sua condizione sembrano tutto meno che quelli di una persona d'alto rango. Devono essergliene capitate parecchie, e non di quelle belle da raccontare.
    E lui, quasi per confermare la tua intuizione, aggiunge:
    «Guardami bene: credi che possa interessarmi la tua offerta? Non voglio essere scortese, ma ho vissuto abbastanza da non aver voglia di ricordare il passato, né da avere interesse per il futuro.»


    Niente da segnalare al momento, puoi postare in supporto o direttamente qui, a tua preferenza.
    Ti ricordo che - se lo desideri - puoi chiamare delle prove, ma non è strettamente necessario.


    Edited by vøx - 27/5/2023, 00:14
     
    .
  8.     +2    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Utente
    Posts
    586
    Reputation
    +396

    Status
    Offline
    Siobhàn è impassibile, come tutte le volte che vuole dissimulare le preoccupazioni. A pensarci bene c'è qualcosa di lui che le dà irritazione allo stomaco - ed è così dai loro primi scambi di parole, solo che ora riesce a motivare il disprezzo: è per il suo modo di sprofondare, stare assorto nel dolore. Di essere cieco o non voler proprio vedere. Meglio, avere la testa ficcata su per il culo. Quelli come lui fanno finta di non desiderare nulla in cambio, ma con la mano nascosta dietro la schiena tirano tutte le attenzioni su di sé. Vogliono che ti unisca al coro dei: che cosa ti è accaduto? Chi ti ha tradito? Poverino.
    - Questo è molto triste, Altetla; commenta.
    Con la mano aperta sul petto accenna un inchino e un sorriso.
    - Tutta la vita è triste.
    Non ha proprio voglia di rispondergli. Del resto, per quanto ne sa Siobhàn potrebbe davvero essere vecchio, molto più vecchio di lei. L'unico modo che conosce per rispettare i vecchi è starsene in silenzio. Piuttosto, ora che le sembra di aver inquadrato la persona-mosca, può permettersi di cambiare argomento.
    - Credo di aver visto delle case in cima alla collina. Ha un nome, questo posto?
    L'elari sembra doverci pensare un po', come se dovesse sforzarsi di ricordare:
    - Olbean. Si chiamava Olbean; precisa.
    Siobhàn tende l'orecchio al mormorio fuori dalla finestra.
    - Sei rimasto soltanto tu?
    - Siamo rimasti in tre, pare. Io, quel simpatico giovanotto che hai visto appeso, e... beh, un suo amico. Olbean ha smesso di essere viva molto tempo fa.
    Quanto, esattamente? Le viene da domandare, ma se ne sta zitta per un po'. Si sfrega le mani sulle spalle, chiude gli occhi, si lascia coccolare dallo scoppiettio del fuoco. L'Orrore dev'essere da qualche parte là fuori, al freddo, in attesa. Convive con il pensiero; una volta i sensi di colpa non le avrebbero dato pace.

    - Perché non cercate lavoro altrove?
    Una domanda del tutto ingenua, come un'idea affiorata dal nulla. Non vuole lasciare intendere il suo sospetto, che ci sia qualcosa a Olbean che li tiene stretti. Anzi, nè è sicura: a furia di riavvolgere i fili della Trama si è sempre imbattuta, a un certo punto della storia, in qualche tipo di ragnatela. A proposito di mosche e problemi senza via d'uscita.
    - L-Lavoro...?; lui ridacchia. - Ti pare che io abbia l'età o la voglia di lavorare?
    - Da dove vengo la gente fa così. Dicono che si muore prima, e meglio.
    - Allora dovrò sul serio cercarmi un lavoro.
    Oh, per favore, finiscila. Siobhàn sorride compiaciuta. Ammazzati qui ed ora, sedutastante.

    - Hai detto che il ragazzo aveva un amico?
    Chiede dopo un po'. Il terzo tentativo potrebbe essere quello giusto per arrivare al cuore.
    - Un amico, sì. Quasi. Un po' amico, un po' servitore, se preferisci. Aveva una vera e propria venerazione per Fehal. Lo seguiva ovunque.
    Siobhàn si distende sulla sedia. Qualche scricchiolio maldestro, uno sbadiglio interrotto per metà. E poi torna a fare lo sguardo serio, anche se proseguire con la conversazione le risulta faticoso. Pur avendo presa sugli altri, non lo deve certamente all'educazione che le è stata impartita. Sa leggere e scrivere, contare quel che basta; Altetla avrebbe da ridire sulla sua ortografia. Lei è come un animale affamato. Affine all'urgenza, alla fortuna, all'intuizione.
    - Pensi che lo abbia appeso lui?
    - Possibile. Probabile, anzi. O magari si è appeso da solo. Chi lo sa. Fehal è sempre stato un tipo strano.
    Le tornano in mente gli occhi azzurri, il ghigno divertito. Dev'essere così, pensa: se l'è fatto da solo. Forse voleva soltanto guardare il mondo a testa in giù. Avverte di non avere più nulla da tirar fuori dalla bocca della persona-mosca, pertanto l'esistenza di un terzo incognito le appare come un punto luminoso. La sua salvezza.
    - Mi piacerebbe chiacchierarci. Prima di andare.
    Ma l'elari scrolla le spalle.
    - Chi può dirlo? Abbiamo una lunga notte davanti a noi.
    E così andrebbe a letto stanca, con una domanda formulata appena a girlare per la testa. Andrebbe a dormire e le verrebbe in sogno un volto sconosciuto; incontrerebbe qualcuno del tutto indefinito, se non fosse per la lingua a penzoloni e una gobba pronunciata sulla schiena. È questo che intendi, quando suggerisci che accadrà tutto stanotte?


    SPOILER (click to view)

    S I O B H À N , L V. 5



    Salute: Illesa, 40/40.
    Energia: 40/40.
    Stress: 8/10.

    Difese: riflessi 3, tempra 1, volontà 1
    Competenze: arcana I, carisma V, percezione III
    Specializzazione: chiaroveggenza (percezione)
    Prestigio: influenza V

    EQUIPAGGIAMENTO

    Tamburo. Uno strumento dal suono capace di stregare.
    [Arma Superiore: +1 Carisma][Equipaggiamento Superiore: +1 Carisma]

    Cuore di maiale. Un pendente avvizzito, feticcio di protezione.
    [Armatura Superiore: +1 Volontà]

    ABILITÀ PERTINENTI

    Nessuna.

    RIASSUNTO


    Nulla da segnalare. Solo un lungo dialogo e battute pseudo-acute.



    Edited by Indovino‚ titubante - 5/30/2023, 03:01 PM
     
    .
  9.     +1    
     
    .
    Avatar


    Group
    Gestore
    Posts
    2,665
    Reputation
    +1,186
    Location
    mnemonia

    Status
    Offline
    La notte è fatta per dormire, cospirare, bere e - se proprio non hai nulla di meglio - scopare. Ci sono notti che passano tranquille, in cui rapidamente si scivola dai rimpianti alle promesse, ci si addormenta pieni di buoni propositi che non vedranno l'alba del giorno dopo ma che sono tanto confortevoli da conciliare il sonno. Forse a tenerci caldo in notti come questa è proprio l'idea di aver un piano, di poter avere il controllo su ciò che accadrà a partire dal giorno dopo. Una piccola illusione, una bugia sempre pronta all'uso; succede spesso con le bugie a cui si vuole disperatamente credere.
    Questa è una di quelle notti, e scivola placida sopra di te come un lenzuolo leggero, che senti appena accarezzarti i capelli come la carezza di un amante che non vuole svegliarti. Sarebbe bello se continuasse così, se fosse tutto così accogliente, confortevole. Sarebbe bello. Ma noi non siamo qui per raccontare qualcosa di bello.

    La prima cosa è il rumore. Un rumore che conosci, perché è il rumore della violenza, della vessazione, del dolore. Il rumore di vetri in frantumi, è quello che ti costringe a svegliarti di soprassalto. Una folata di vento peggiore delle altre - più rabbiosa, più cattiva - letteralmente divelto la porta rotonda. Deve essere stato il vento, giusto?
    Da quell'unica apertura scorgi uno sprazzo di quello che avviene all'esterno: una tempesta in piena regola, pioggia fitta, vento freddo che viene da nord-ovest, dal Baluardo. Molto lontano da dove ti trovi, si perde il rompo di un tuono. Passano pochi istanti, un lampo illumina la stanza per un breve istante. Un baluginio improvviso che non ti offre il tempo di realizzare ciò che vedi, ma che ti lascia l'impressione di aver scorto qualcosa di ingiusto e terribile. Il tuono che segue - più nitido, come se qualcosa si stesse progressivamente avvicinando a te - sottolinea quell'orrore. Un nuovo lampo. Stavolta sei attenta, e riesci a imprimere l'immagine nella tua mente.

    L'elari che ti ha dato ospitalità giace per terra sul pavimento, il corpo atteggiato a una posa troppo composta per essere naturale. I grandi occhi verdi sono aperti ma ogni luce in loro si è spenta. Un taglio sottile ma lungo attraversa la parte anteriore del corpo, fino ad allargarsi all'altezza dell'addome. Le sue viscere sono sparse in giro, e già questo sarebbe un elemento abbastanza rivoltante, ma non è tutto. Al centro della stanza, Fehal pende dal soffitto nella posa consueta. Sorride, immobile.
    Una risata nel buio. Stridula, fastidiosa. E poi nient'altro.


    Scegli la tua prossima mossa, e non titubare troppo.
     
    .
  10.     +1    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Utente
    Posts
    586
    Reputation
    +396

    Status
    Offline
    Il vento si mette a giocare con le carte. Deve aver spinto i faldoni giù dal tavolo, con un risveglio così brusco. Ci sono oggetti in frantumi, c'è un ninnolo che rotola sul pavimento e produce un rumore metallico, come quello di una moneta. Le sembra assordante. Siobhàn non è mai stata il tipo da gridare per la paura, prendere e scappare. L'immagine di Altetla le si imprime nel cervello e lo congela. Le viscere si attorcigliano, sospendono il respiro, salgono su per la gola. Vorrebbero riversarsi fuori dal corpo, ma lei si copre la bocca. Le pupille si dilatano per cercare qualcosa nel buio, tanto che ogni nuovo lampo è una fitta di dolore. Un altro conato. Poi qualcosa comincia a cambiare: riesce a trovare la forma del suo terrore. La afferra e la comprime, finché non è così piccola da poter stare dentro lo spazio fra una vertebra e l'altra. Ho parlato con persone che hanno sperimentato la possessione, che sanno che cosa vuol dire; descrivono tutte un'esperienza simile a questa: prima ti lasci spingere in un anfratto nel retro della testa, da dove puoi soltanto guardarti. Ti senti muovere il corpo, ti sorprendi a parlare ma non riconosci la tua voce. Qualcun altro sta parlando per conto tuo.

    Siobhàn è in piedi. Avanza nel buio, si staglia sopra il cadavere a sei zampe - la fine che prima o poi fanno tutti gli insetti intrappolati tra le mura domestiche. La luce cupa del temporale le taglia il viso a metà e la fa apparire più affusolata di quanto non sia in realtà. Disegna un ghigno con la bocca. Poi ruota il mento e porta lo sguardo oltre le spalle, grida:
    - Hai la mia attenzione.
    La voce squarcia la notte, le parole formano un ordine irresistibile.
    - Ora vieni fuori, voglio parlare.
    La risposta non tarda ad arrivare. Si sente ancora quella risata fastidiosa, che accompagnava l'apparizione dell'appeso, poi un rumore di passi sopra i cocci di vetro. Qualcuno striscia fuori dall'oscurità per entrare nel cono di luce che viene dalla porta: è un uomo di piccola corporatura, con la gobba proprio come nel sogno trascorso. Ha i capelli color sabbia, un volto appuntito da mustelide, dei baffetti grigi e radi. Ridacchia, ma i suoi occhi verdi sembra esprimano più che altro paura. Siobhàn sente un brivido di eccitazione correrle su per il collo; fai bene ad avere paura, pensa. Paura di me.
    - Suppongo che sia stato tu a fare... Questo; gesticola, indica prima Altetla e poi Fehal.
    - E questo. Che cosa vuol dire? Cosa vuoi da me?
    Ma lui si limita a scuotere la testa in segno di diniego. Ridacchia ancora. Le fa rivoltare il sangue, come farebbe uno psicopatico di cui non può conoscere le intenzioni. Le viene in mente che sia qualcun altro a farlo tremare di paura. Il ghigno di Siobhàn si smorza e lascia il posto a una collera crescente, da corrucciare la fronte e scoprire i denti. Tuttavia, gli abiti dell'omuncolo sono intonsi, non può essere colpevole del delitto.
    - Chi, allora?
    - Koja non lo sa. Koja non ha fatto niente! Niente!
    La bile sale e trabocca. Avverte un pelo sulla lingua, apre la bocca e prova a tirarlo fuori: è un filo di cotone inzuppato di rosso. Lo tira con entrambe le mani, ma prima di trovarne l'altro capo le viene a mancare il fiato. Il suo volto si trasforma e assume un colorito violaceo, le ginocchia cedono. E poi viene tutto fuori in una volta. Siobhàn annaspa, la fronte madida di sudore; a terra vede soltanto una pozza di saliva. Dopotutto, ignorare l'offerta di carne essiccata si è rivelata una buona idea. Si risolleva a fatica, spingendo con le mani sulle cosce; squadra Koja con gli occhi iniettati di sangue. Ti sei goduto lo spettacolo?
    - Lo sai di essere il prossimo della lista? Sarà meglio che mi aiuti.

    Parole sconosciute. Il polso rotea, le dita scattano verso l'alto - il crepitio delle ossa e del fuoco sono una cosa sola. Le fiamme divampano nel camino con un'esplosione maldestra, per poi quietarsi in una danza sommessa, dal bagliore troppo bluastro per trattarsi un fenomeno naturale. Anche così, tuttavia, il vento che soffia dalla finestra rotta costituisce un pericolo. La strega attraversa la stanza con una certa urgenza, soffrendo il freddo all'improvviso; per la strada urta un tagliacarte, che batte sul pavimento con un rumore stridulo. Torna dall'anticamera con il mantello di Altetla, lo distende per prendere la misura. Koja le dà una mano per fissarlo al telaio della finestra. A dispetto delle apparenze, riesce a fare un buon lavoro: il tessuto si gonfia con le spire del temporale, ma gli resiste e ne ammutolisce il lamento. Nello studiolo rimangono un sibilo, ombre lunghe e tetre e un odore alquanto sgradevole. Ora Siobhàn rivolge la sua attenzione all'appeso, il cadavere più sorridente dei due. Osserva i nodi che lo tengono legato al soffitto: uno, due, tre. Ma prima di avvicinarsi oltre, Koja sguscia e si mette in mezzo, scuote la testa.
    - Fatti da parte; intima lei: - Voglio solo tirarlo giù, per tenerlo d'occhio.
    Questa è la seconda volta, ricorda, che qualcuno la interrompe proprio un momento prima che possa maneggiare quelle corde, fili attorcigliati e intrisi di magia. C'è qualcosa di quel mistero che non le torna, che le fa tendere i muscoli del ventre. Come si fa quando si aspetta di ricevere un pugno nello stomaco.
    - No! Koja... Koja non può. Fehal...
    Gli occhi di Siobhàn si illuminano.
    - Non vuoi liberare il tuo amico?
    L'omuncolo non risponde, ma dopo un po' si sposta di lato. Non le sembra affatto contento. La strega pondera tra sé e sé, getta un'occhiata nervosa verso Altetla. Infine giunge alla conclusione che non può fare altrimenti: tutto è iniziato con un ragazzino appeso alla gogna, tutto finirà quando i morti riposeranno in pace. Quindi afferra una sedia per lo schienale e la trascina alle spalle di Fehal. Le gambe disegnano due scie parallele di sangue sul pavimento. Siobhàn sale con cautela; da lì sopra può toccare il soffitto con le mani. Decide di cominciare dal nodo che gli lega la caviglia destra.
    - Preparati ad afferrarlo.



    SPOILER (click to view)

    S I O B H À N , L V. 5



    Salute: Illesa, 40/40.
    Energia: 40/40.
    Stress: 2/10.

    Difese: riflessi 3, tempra 1, volontà 1
    Competenze: arcana I, carisma V, percezione III
    Specializzazione: chiaroveggenza (percezione)
    Prestigio: influenza V

    EQUIPAGGIAMENTO

    Tamburo. Uno strumento dal suono capace di stregare.
    [Arma Superiore: +1 Carisma][Equipaggiamento Superiore: +1 Carisma]

    Cuore di maiale. Un pendente avvizzito, feticcio di protezione.
    [Armatura Superiore: +1 Volontà]

    ABILITÀ PERTINENTI

    Nessuna.

    RIASSUNTO


    1. Spendo 3 punti stress per superare una prova di Carisma a 8, per far uscire Koja dal suo nascondiglio.
    2. Spendo 3 punti stress per superare una prova di Percezione a 6, chiamata dal master a fine turno.



    Edited by Indovino‚ titubante - 5/30/2023, 03:02 PM
     
    .
  11.      
     
    .
    Avatar


    Group
    Gestore
    Posts
    2,665
    Reputation
    +1,186
    Location
    mnemonia

    Status
    Offline
    Koja si lamenta. Lo fa in maniera quasi del tutto silenziosa, come se temesse di darti fastidio. Non è contento della tua decisione, anche se pare mancargli il coraggio per impedirti fisicamente di agire. Se ne rimane in disparte, la testa basta e le spalle scosse da singulti. Hai un bel dire nell'avvisarlo di tenersi pronto a raccogliere il corpo di Fehal, ma Koja non sembra darti ascolto. Non si avvicina, non tende le braccia. Solleva il capo di scatto, fissa per alcuni istanti il sorriso enigmatico sul volto dell'impiccato, quindi torna a guardare in basso.

    Lo perdi di vista per qualche istante, mentre ti concentri sulle corde. E qui succedono due cose.
    La prima è che percepisci della magia, e ti ricordi che avevi sentito qualcosa di simile anche la prima volta in cui hai visto Fehal pendere al crocevia. Indubbiamente c'è qualcosa di strano in quel corpo - in quel cadavere. La corda utilizzata per appenderlo deve essere incantata.
    La seconda cosa, e forse la più preoccupante, è che ti accordi di Koja. E lo guardi, un attimo prima di toccare la corda. E ti rendi conto che ti sta fissando con occhi diversi: non sembrano più impauriti e colmi di apprensione, ma rabbiosi. Conosci quello sguardo e sai che non promette nulla di buono. Koja ti odia - o almeno ti sta odiando in questo momento. Forse perché non lo hai ascoltato, forse perché stai provando a toccare Fehal. Koja tira fuori qualcosa, somiglia a un pugnale - forse uno stiletto. Cosa ti aveva detto il vecchio elari prima di crepare? C'era un terzo. Un terzo che aveva una venerazione per Fehal. Un terzo che, evidentemente, non ammette che sia tu a toccarlo.
    Che è disposto a tutto per evitarlo. Lo sai, perché l'hai sentito. Sta per attaccarti.


    Prova superata. Hai iniziativa parziale, il che significa che per questo turno avrai a disposizione 1 sola azione.
    Di seguito le specifiche del PnG.
    Il fatto che tu abbia iniziativa non significa che tu debba necessariamente attaccare.

    Koja
    Comune

    Risorse: 32/32 (salute) - 32/32 (energia);
    Classi di Difesa: 1 - 1 - 2
    Ferite: Nessuna.
    Status: Nessuno.
    Bonus: +2 Atletica dall'equip.
    Malus: Nessuno.
    Competenze: Atletica IV - Furtività IV
    Equipaggiamento:
    - Stiletto: Arma Superiore II (+2 Atletica). Attacca su Tempra, Difende su Volontà.

    Passive: Ispirazione (A).
    Descrizione:
    Combattente corpo a corpo; agile nella difesa, imprevedibile nell'attacco.


    Riassunto: Ti minaccia, sostanzialmente.


    Edited by vøx - 30/5/2023, 11:46
     
    .
  12.     +2    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Utente
    Posts
    586
    Reputation
    +396

    Status
    Offline
    La sedia emette uno scricchiolio e il piede le penzola a mezz'aria. Lascia cadere le braccia lungo il corpo, senza osare staccargli gli occhi di dosso. Ha la bocca atteggiata in un sorriso enigmatico: sta trattenendo il respiro. Scende al pavimento quasi senza fare rumore, come farebbe un cacciatore di fronte a un grande carnivoro - un'espressione che ha molto a che vedere con il rispetto. Mentre indietreggia, Siobhàn raccoglie la sacca di tela che riposa a terra dalla sera prima. Una vistosa chiazza di sangue riluce sul tessuto.
    - E così questa è la tua vera faccia.
    Solleva la borsa di fronte a sé e vi fruga con la sinistra: il suo rituale è già cominciato. I lacci di cotone sfregano su un telaio circolare, legno che stride e si lamenta. La strega sfila un tamburo di inquietante fattura, costellato lungo il bordo di simboli incomprensibili. Come cicatrici sulla pelle umana.
    - Lascia che ti mostri la mia.

    Il battito del tamburo colpisce le pareti della stanza. Poi una pausa greve, tanto silenzio che la tempesta sembra cessata. E poi un altro battito. Il ritmo accelera senza dare preavviso: Siobhàn lo batte rapidamente con il palmo e il dorso della mano. Tum. Tu-tum. Tum tum tum tum tum. Il fuoco nel camino si mette a danzare con il suono, le ombre gettate dall'arreddamento scivolano sul soffitto come le quinte di un teatro. Gli occhi sbarrati della donna hanno lo stesso bagliore di un animale notturno. E comincia a schioccare con la lingua, mormorare con la bocca: sibila un comando arcano a tutti i presenti. Prima si uniscono al ballo i diari e le carte riverse sul pavimento. Si rivoltano le viscere di Altetla. Dalla pozza del suo sangue alcuni rivoli scorrono in linea retta, come i fili di una ragnatela: troveranno il loro centro ai piedi di Koja. Infine, l'elari stesso apre le braccia a ventaglio. Le ginocchia gli si piegano di scatto, le articolazioni gridano un lamento chitinoso - ma ogni rumore viene attutito dalle vibrazioni assordanti del tamburo. Altetla cade sul fianco come una marionetta, il ventre uno squarcio e i grandi occhi spenti. Una voce lo trascina per le quattro zampe anteriori. Il volto di Siobhàn è sfigurato da una smorfia terribile, che la fa apparire vecchia e arcigna; i capelli sono intrisi di sudore, appiccicati alla fronte e alle tempie. Prende fiato. Le mani di Altetla scattano come chiodi, le dita pronte a chiudersi attorno alle caviglie dell'omuncolo.



    SPOILER (click to view)

    S I O B H À N , L V. 5



    Salute: Illesa, 40/40.
    Energia: 23/40.
    Stress: 2/10.
    Malus dal prossimo turno, -1 alle azioni di attacco, difesa e supporto per spese grandi.

    Difese: riflessi 3, tempra 1, volontà 1
    Competenze: arcana I, carisma V, percezione III
    Specializzazione: chiaroveggenza (percezione)
    Prestigio: influenza V

    EQUIPAGGIAMENTO

    Tamburo. Uno strumento dal suono capace di stregare.
    [Arma Superiore: +1 Carisma su Tempra][Equipaggiamento Superiore: +1 Carisma su Volontà]

    Cuore di maiale. Un pendente avvizzito, feticcio di protezione.
    [Armatura Superiore: +1 Volontà]

    ABILITÀ PERTINENTI


    [3] Piegare la Volontà. Siobhàn manipola la volontà del suoi nemici e ne intralcia il movimento.
    [Aura Malefica: Paralisi]
    [Paralisi: Carisma su Volontà][Variabile][Alto: (8+1)+5][Critico: (16+1)+5]

    L'abilità passiva infligge 2 punti di Paralisi.
    A costo critico, l'abilità attiva ha effetto (16+1)+5= 22+1 dato dall'equipaggiamento, per un totale di 23.

    RIASSUNTO


    Siobhàn utilizza un'abilità di supporto per infliggere Paralisi sull'avversario; la descrizione è puramente scenica, anche per quanto riguarda Altetla - come da accordi presi.
    Ho specificato la classe di difesa su cui hanno effetto Arma ed Equipaggiamento superiore, dato mancante che era sfuggito in fase di convalida.




    Edited by Indovino‚ titubante - 30/5/2023, 01:36
     
    .
  13.     +1    
     
    .
    Avatar


    Group
    Gestore
    Posts
    2,665
    Reputation
    +1,186
    Location
    mnemonia

    Status
    Offline
    Giocare con i cadaveri non è carino. Questo potrebbe dirtelo chiunque, e se credi all'aldilà farai bene a immaginare un Altetla parecchio incazzato per come stai trattando il suo.
    Koja, d'altra parte, non sembra particolarmente colpito dalla cosa in sé e non sapresti dire se questo è dato dal fatto che pare già avere un certo rapporto col cadavere di Fehal o se piuttosto non sia perché non sembra molto in sentimento allo stato attuale.
    Sia come sia Koja non ha quella che potremmo considerare una grande capacità difensiva - o comunque riesci a coglierlo di sorpresa, tanto che, in effetti, il suo unico tentativo contro il tuo attacco veicolato dal cadavere è sventagliare il suo pugnale ma - a parte tagliare un dito o due - non si rivela di una qualche efficacia.
    La cosa sorprendente, tuttavia, è che a dispetto di quanto di peggio tu possa fare per impressionarlo e tenerlo fermo, Koja è del tutto fuori di sé e infatti pur trattenuto dal cadavere si scaglia su di te. L'attacco è più furioso che programmato, il ragazzo si butta sulla tua sinistra ma all'ultimo momento utile scarta verso destra, affondando con il pugnale verso il tuo addome.


    Daje con ste botte che siamo in dirittura d'arrivo.

    Koja
    Comune

    Risorse: 32/32 (salute) - 16/32 (energia) [Spese Grandi];
    Classi di Difesa: 1 - 1 - 2
    Ferite: Nessuna.
    Status: 23 Paralisi [Paralisi I]
    Bonus: +2 Atletica dall'equip.
    Malus: -1 azione per turno.
    Competenze: Atletica IV - Furtività IV
    Equipaggiamento:
    - Stiletto: Arma Superiore II (+2 Atletica). Attacca su Tempra, Difende su Volontà.

    Passive: Ispirazione (A).
    Azioni:
    1. Attacco fisico puntando all'addome.
    [Offensiva] [Critico] [Scala su Atletica] [Colpisce su Tempra] [Costo: 16] [Effetto: 22]


    Riassunto: La 'difesa' di Koja è solo scenica, si è limitato a sventagliare il pugnale. Di fatto, non ha effetti.
    L'attacco è un critico su Tempra. Vuole farti la bua, in sostanza.
     
    .
  14.     +2    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Utente
    Posts
    586
    Reputation
    +396

    Status
    Offline
    Siobhàn fa un passo indietro, ma si ricrede immediatamente. Sa bene di non poter sciogliere i nodi della Trama quando è stata già scritta. Il suo ritmo cavernoso cresce e fa ancora più eco, raggiunge il climax solo all'ultimo istante. E poi s'interrompe tutto d'un colpo. Il tamburo cade a terra con gran fracasso, la pelle rivolta verso l'alto. Quanto lo stiletto affonda tra la nona e la decima costola non avverte subito il dolore. Se ne sta con lo sguardo congelato, la bocca aperta in un sussulto e il respiro sospeso, a squadrare il naso di Koja a pochi centimetri dal suo. La mano avvinghiata al polso di lui, tutt'e due stringono l'acciaio freddo ora, ma che presto diventerà rovente. La strega storce la bocca. Raccoglie in fretta il suo disgusto, gli sputa dritto sugli occhi. Spalanca la mandibola, con un velo di terrore che le scende sul volto, e solleva il mento. Poi dà tutta la sua voce al travaglio, un grido gutturale e fiabesco.

    Gli ingranaggi di Altetla tornano a grattare. Il corpo scatta e annaspa, gli arti corrono su per le gambe del servo - non come farebbe un organismo vivo, piuttosto come un telo bianco intrappolato dal vento: vuole avvinghiarsi attorno alla schiena dell'omuncolo, perfezionare la sua stretta letale. Dall'altra parte, Siobhàn gli affonda il palmo della destra sul petto e lo spinge via. Libero dallo stiletto, il sangue zampilla e scorre sul suo ventre come acqua di sorgiva. Barcolla all'indietro, le gambe cedono. Le zampe dell'insetto cercano la risalita lungo la colonna ricurva, aggrappandosi alla gobba; vogliono girargli attorno al collo, stringere la testa di Koja per le tempie. La bocca chitinosa a un pelo dal suo orecchio, potrebbe sussurrargli un insulto in segreto. Siobhàn indietreggia ancora, strisciando sul pavimento, si ferma accanto al tamburo. Solleva una mano tremante. Questa è la tua ora, Altetla. Prenditi il merito. Se hai le palle, trascinalo con te all'inferno.

    Tum. La nocche battono sulla membrana. Il cadavere si irrigidisce al punto da spezzarsi.
    Tum. Altetla si attorciglia a spirale, come un fazzoletto intriso di sangue. È il perno di una forza misteriosa che minaccia le vertebre di Koja, manifestazione di una volontà di uccidere.

    SPOILER (click to view)

    S I O B H À N , L V. 5



    Salute: 18/40. Lesione grave da taglio all'altezza dell'addome.
    Energia: 14/40.
    Stress: 2/10.
    Malus -1 alle azioni di attacco, difesa e supporto per spese grandi.

    Difese: riflessi 3, tempra 1, volontà 1
    Competenze: arcana I, carisma V, percezione III
    Specializzazione: chiaroveggenza (percezione)
    Prestigio: influenza V

    EQUIPAGGIAMENTO

    Tamburo. Uno strumento dal suono capace di stregare.
    [Arma Superiore: +1 Carisma su Tempra][Equipaggiamento Superiore: +1 Carisma su Volontà]

    Cuore di maiale. Un pendente avvizzito, feticcio di protezione.
    [Armatura Superiore: +1 Volontà]

    ABILITÀ PERTINENTI


    [3] Piegare la Volontà. Siobhàn manipola la volontà del suoi nemici e ne intralcia il movimento.
    [Aura Malefica: Paralisi]
    [Paralisi: Carisma su Volontà][Variabile][Alto: (8+1)+5][Critico: (16+1)+5]

    L'abilità passiva infligge 2 punti di Paralisi.
    A costo alto, l'abilità attiva ha effetto (8+1)+5= 14. Il bonus dell'equipaggiamento è annullato dal malus per spese grandi.

    RIASSUNTO


    Siobhàn incassa a pieno l'offensiva. Utilizza i suoi slot in questo modo:
    1. Abilità di supporto a costo alto, che infligge Paralisi con il cadavere di Altetla come mezzo scenico.
    2. Attacco base: Carisma su Tempra, con effetto 5 (+1 -1).
    3. Un secondo attacco base: Carisma su Tempra, con effetto 5.
    Entrambi gli attacchi utilizzano Altetla come mezzo scenico; il cadavere non possiede una forza reale e, in caso di lesioni, sarebbe effettivamente Koja a procurarsele da solo.

    edit: refusi e dimenticanze.



    Edited by Indovino‚ titubante - 30/5/2023, 15:23
     
    .
  15.     +2    
     
    .
    Avatar


    Group
    Gestore
    Posts
    2,665
    Reputation
    +1,186
    Location
    mnemonia

    Status
    Offline
    Koja riesce a colpirti. La cosa sembra sorprendere più lui che te. Si guarda le mani e il suo sguardo e di nuovo preoccupato, quasi ripugnato dalle sue azioni. Il suo volto è una maschera di contrizione, sembra appartenere a una di quelle sette di flagellanti che vanno predicando il martirio del corpo in attesa dell'inevitabile apocalisse. A martoriare il corpo di Koja, però, stai già pensando tu. Sferri il tuo attacco successivo, il corpo del povero Altetla funge ormai da tramite, è un serpente e tu la sua incantatrice - senza flauto, solo un tamburo che suona un ritmo atavico. Quello che succede a questo punto tutto racchiuso in una serie di rumori.

    Un grido, di quelli a metà strada fra rabbia e paura. Koja già non era del tutto padrone di sé, ma adesso la sua sorte è completamente nelle tue mani. Si lamenta con un misto di dolore e disperazione, e lo sguardo di chi si è perso e sa che non farà in tempo a ritrovarsi.
    Un sibilo. L'aria che lascia i polmoni, è un suono che ha vita breve. Estremamente breve. L'ultimo respiro di Koja se ne va così. I suoi ormai sono gonfi, arrossati e fuori dalle orbite. Il volto da paonazzo vira al cianotico. Le vene del collo sono talmente gonfie che potrebbero scoppiare da un momento all'altro.
    Uno scatto secco. Il tipico rumore delle ossa che si spezzano reso ancora più ripugnante dal silenzio intorno. Il corpo di Koja non ha più una consistenza propria, né una vita. La testa penzola di lato, il pugnale cade a terra. Quando il fu Altetla viene abbandonato dal tuo potere, il suo cadavere scomposto ricopre quello di Koja, entrambi abbandonati a una immobile danza macabra sul pavimento. Silenzio.

    E poi il rumore di qualcosa che si infrange. La luce che tremola, l'aria che si fa pesante.
    Una risata. La luce che scompare, la risata che si fa più vicina, e più forte. Qualcosa che ti tocca la spalla, facendoti sussultare.
    La luce torna, in qualche modo; lo spazio vuoto dove fino a un attimo prima c'era un cadavere appeso al contrario. E Fehal lì, in piedi accanto a te, che sorride.
    Ti dispiacerebbe smetterla con quel tamburo? domanda, senza muovere le labbra e accarezzando con lo sguardo il corpo dell'appena defunto.
    Povero, povero Koja.


    Beh, daje tutta, il fight l'hai fatto.

    Koja DECEDUTO
    Comune

    Risorse: 22/32 (salute) - 16/32 (energia) [Spese Grandi];
    Classi di Difesa: 1 - 1 - 2
    Ferite: Mortale alla colonna vertebrale (Sarebbe un danno Grave, ma nella scena il png è crepato, so).
    Status: 46 Paralisi [Paralisi II]
    Bonus: +2 Atletica dall'equip.
    Malus: -1 azione per turno.
    Competenze: Atletica IV - Furtività IV
    Equipaggiamento:
    - Stiletto: Arma Superiore II (+2 Atletica). Attacca su Tempra, Difende su Volontà.

    Passive: Ispirazione (A).
    Azioni:
    \\\


    Riassunto: E niente. Lo immobilizzi e poi vabbè, diciamo che non aveva molto altro da dare allo scontro il povero Koja e piuttosto che farti fare altri 2 turni di attacchi base per finirlo, diciamo che è crepato e bonanotte al secchio.


    Edited by vøx - 30/5/2023, 20:55
     
    .
16 replies since 18/10/2022, 17:51   598 views
  Share  
.
Top