The Last Letter

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    Lady Ameralda,

    Oggi è il preludio di un qualcosa di grande.

    Sono in viaggio da otto lune nelle paludose terre di Veh Dreyva, lontane dalla vostra corte, dove tante son le volte che ho rimpianto un pasto caldo nella mia calda dimora quante le volte che son stato punto dalle nefaste zanzare del posto. Son finito in tale orripilante loco a causa di Lord Reveridich Balish, Paladino santificato di Rivergale, che ha assunto nuovamente i miei servigi da scriba per assicurarsi che le sue prossime gesta fossero immortalate su carta nel vivo dell’azione.
    Sarà la quarta volta che mi chiama e la quarta volta che me ne sorprendo. Non mi reputo un eccellente scrittore, ammetto i miei limiti, conosco giusto qualche incantesimo carino per proteggere la carta e poco più, ma son venuto a sapere che l’ultimo scriba lo dovette licenziare in tronco dopo che quest’ultimo gli fece fare la figura del fanfarone e dell’idiota. Risero per mesi del paladino alle feste di Lord Pavellan, leggendo ad alta voce quel testo esagerato e irrealistico di fronte a tutta la corte. Esilarante persino nella taverna di paese, dove pure gli ubriaconi riuscivano a riconoscere un falso racconto come quello; così si impara ad assumere al mio posto l’economico scellerato che ha scritto “Alister, Occhi di Sangue”.
    Lavorare per lui? Una persona boriosa e non tanto pia come vuol far credere il suo titolo. Abusa della sua carica per vivere nel lusso e la sua forza bruta per mantenere il suo status, si pavoneggia come se fosse chissà chi quando in realtà campa di farse, ingigantite soltanto da uno smisurato egocentrismo tossico, ma offre compensi molto generosi e le rette per l’Accademia della Magia non si pagano di certo da sole.

    A discapito di tutto non posso lamentarmene più di tanto: benché son trattato come uno straccio, insultato un giorno sì e l’altro pure perché “non enfatizzi abbastanza la mia divina figura”, son pur sempre uno dei pochi della sua équipe ad avere a disposizione il lusso di una striminzita carrozza dove posso scrivere in pace e lontano dalla fangosa melma di queste marce terre. L’unico a farmi compagnia è un vecchio chierico di alto grado, un potente curatore e un maestro delle sacre arti della luce, il quale però non ha proferito mai una parola per tutta la durata del viaggio. Penso che abbia fatto un patto del silenzio con il suo dio, non un suono esce dalle sue labbra. È una piacevole presenza, ma sto andando fuori tema, non è di lui o di altri ciò per cui vi scrivo, mia Lady.

    Siamo andati via di fretta e furia (mi scusi se non l’ho salutata infatti) perché apparentemente a lord Reveridich gli è stato spifferato di qualche sorta di “tana piena di bestie” che a detta dell’informatore avrebbe fruttato una fortuna per tutti quanti. Ha assunto per tale missione una cinquantina di forzuti sgherri locali e una decina di tagliagole esperti, oltre che il taciturno chierico e me medesimo per descriverne le gesta. Ha investito parecchi soldi per questa caccia miracolosa, e lo troverei bizzarro se non lo conoscessi bene. Non ci ha voluto rivelare tutto quanto, a detta sua ci saremmo persi la bella sorpresa, il che mi fa pensare a una sola cosa: stiamo andando a cacciare creature magiche!

    Lo so lo so, è moralmente sbagliato e lei non acconsentirebbe mai a una simile barbaria, ma pensateci, mia Lady: avrò l’occasione di studiare dal vivo un qualcosa di raro, o magari un nido di viverne dell’Era Antica di inestimabile valore culturale! Per quanto mi rammarica pensare che quel buzzurro appenderà la testa di qualche innocente creatura sul muro di casa sua, inoltre penso che i dati e i testi che ricaverò da questa spedizione mi permetteranno di avere un biglietto di ingresso all’Accademia della Magia con sola andata.
    Sarà tosto scrivere le false gesta per un pomposo paladino e allo stesso tempo buttare giù una tesi su creature d’autentica unicità che nemmeno riesco a immaginare, ma le prometto che non la deluderò e che soprattutto non smetterò mai di scrivervi durante questo viaggio.

    Con affetto, il vostro umile


    - Arthur W.


    Lady Ameralda,

    spero che la mia lettera abbia raggiunto le vostre mani.

    L’incantesimo di Viaggio che mi avete insegnato dovrebbe essere abbastanza sicuro, sperando di aver inciso le giuste formule sulla carta e che soprattutto funzionino. In caso contrario: vi prego a chiunque stia leggendo di portare questa lettera alla sua vera destinataria, grazie.

    Ordunque, dove ero rimasto? Ah già!
    Dopo altre tre lune siamo finalmente giunti ai piedi di un luogo abbastanza bizzarro, più o meno il centro della landa degli acquitrini. Sopra la mia testa, infatti, ora si erge una insolita e spoglia collina nera come l’ossidiana dalle forme aspre e molto scoscese, mai segnata dalle mappe; suppongo d’origine vulcanica, senza troppe certezze vista la zona. Essa è accerchiata come un’isola da profonde acque dove l’apparente Marcescenza sprigiona il suo distinto olezzo virulento. Poggio ora sulle sue dure spiagge desolate e prive di vita, scrivendovi col desiderio di essere altrove. Per raggiungere quel luogo tetro e solitario, l’apparente entrata alla zona di caccia, fummo costretti a prendere strade decisamente non convenzionali: passammo su secche e serpentine fangose, dove di tanto in tanto le ruote del carro si impantanavano e i cavalli si rifiutavano di proseguire. Due uomini del gruppo si ammalarono, probabilmente inalando il miasma del luogo. Furono curati senza difficoltà dal chierico, mentre uno degli equini che tirava la carrozza morì sul colpo senza lasciarci alcun preavviso.
    Nonostante tutte queste sventure, siamo riusciti a raggiungere le radici di questo monte senza ulteriori gravi imprevisti, forse con qualche bolla, pustola o vescica, ma con più imprecazioni che brutte sorprese. In questo momento scrivo infatti di fronte ad un caldo fuoco, poggiato sulla scura roccia di questo strano monolite naturale, seduto sull’umida pietra a ciottoli ancora incolume e vegeto. Vedo ora i restanti cacciatori metter su le tende e accendere a fatica altri falò per scaldarsi, stanchi di un viaggio con ancora la bocca asciutta e le braghe zuppe. Non riesco a distinguere che ore siano qui, ma dal brontolio del mio stomaco credo sia l’ora di cena.
    Pochi attimi prima che prendessi in mano penna e inchiostro, sia per lavorare che scrivere a voi, mia Lady, il lord ha avuto il piacere di incontrare faccia a faccia colui che gli aveva dato le coordinate di questa terra promessa: uno strano ibrido tra un uomo e una talpa, ma lontano dall’essere… umano. Ha braccia lunghe e mani artigliare, al dispetto delle gambe estremamente corte, piccole e tozze; un pallido busto rettangolare e grasso, coperto di qualche pelo e spoglio di qualunque vestito o decenza; privo di collo e dalla testa calva, con un volto bieco dai minuscoli occhietti neri e delle marce fauci deformi dalla troppa quantità di spazzatura che si sarà divorato in vita sua. Aveva un nome bizzarro e impronunciabile, anche volgare temo. Lo possiamo chiamare “Talpa”, se a voi aggrada.
    Non sono un uomo di pregiudizi, mi conoscete bene, mia Lady, ma Talpa è così inquietante e animalesco che faccio fatica a credere che stia avendo una conversazione semi-umana con un altezzoso e limpido (solo nell’aspetto) paladino. A scanso di equivoci quella creatura sarà la nostra apparente guida verso la fatidica zona di caccia. Sto seguendo proprio adesso la loro conversazione, benché Talpa biascichi soltanto parole storpiate dall’accento locale difficilissime da comprendere appieno. Si riesce ad intendere che ambo i due stanno parlando di attraversare i cunicoli scavati nell’entroterra della quasi montagna in cui l’animalesco Talpa vive da anni; cunicoli stretti e corridoi claustrofobici, ma pieni di saporiti funghi e succosi vermi (citazione di Talpa, ci tengo a precisare).
    Trattative e compensi non vengono citati, forse riservati, ma sta appunto dicendo in questo preciso istante di aver scavato un tunnel segreto, per errore, per arrivare proprio nella tana di creature chiamate…



    Mia Lady, qui sta accadendo il caos più totale: molti uomini hanno iniziato a disertare, strappando i contratti di lavoro e gettandoli nel fango, rivoltosi e spaventati. Le invio questa lettera mentre mi son rinchiuso al sicuro dentro la mia carovana in attesa che tutto si plachi; il lord ha già spaccato con il suo martello la testa a due tipi che lo stavano aggredendo di getto. Spero di poterle scrivere una nuova lettera quanto prima.

    Le preannuncio solo una cosa: lord Reveridich ci ha portato a cacciare delle Maschere.

    Con affetto, il vostro umile


    - Arthur W.


    Lady Ameralda,

    Son entrato all’interno della grotta e non son certo se l’incantesimo sia così avanzato da trovare la strada giusta e uscire di qui, benché spero con tutto il mio cuore che le mie parole possano comunque raggiungervi. Siamo andati abbastanza in profondità, l’aria è calda e rarefatta, la luce è scarsa e i miei occhi non sono abituati a scrivere in tali condizioni.
    È follia pura quello che stiamo per fare. Lo so già, ci ho pensato in tutta questa notte insonne, andare a caccia di una setta così pericolosa è una cosa da matti… ma non posso più tornare indietro…
    Non ve l’ho mai voluto dire per non farvi preoccupare, ma… sono al verde. L’affitto della bottega di famiglia l’ho pagato con i soldi dei prestiti, soldi che son diventati debiti che gli strozzini rivogliono con gli interessi.
    Per quanto siano una pericolosa setta terroristica, ogni Maschera ha sulla testa una fortuna, soffiandone almeno una potrei ripagare i miei debiti o anche pagarmi i corsi dell’Accademia che io non…
    Anche se avessi voluto tornare indietro, senza le protezioni necessarie sarei finito sicuramente in pasto alle bestie del Veh Dreyva o con la gola tagliata da qualche assassino più disperato di me.
    Voglio però tranquillizzarvi: Lord Reveridich, per quanto borioso, ottuso e egomaniaco, è comunque un potente paladino. Lui sapeva fin dall’inizio a cosa stava andando incontro e credo con tutto me stesso che sia un guerriero d’ineguagliabile forza oltre che un abile stratega, avrà già calcolato tutto nei minimi dettagli, sicuramente sarà così. Anche il chierico sembra essere un pezzo grosso, forse anche molto più di lord Reveridich se son vere le storie che ho origliato sul suo conto. Quasi tutti i tagliagole esperti sono rimasti, il che per assurdo riesce in parte a rincuorarmi, assieme a metà dei cacciatori assunti assetati di fama e di ricchezze. Penso che siano state prese tutte le precauzioni possibili in modo tale che nessuno si faccia nemmeno un graffio. Poi quanto mai potranno essere potenti queste Maschere? Ho sentito di questo culto di forsennati, ma non mi sembrano tanto differenti dai ribelli del Moraive, umani e mortali come tutti quanti. Oltretutto, Talpa -per quanto poco affidabile- avrà ripetuto più o meno una quarantina di volte che quelle all’interno erano tutte Maschere giovani e perse, nascoste lì dentro solo per sopravvivere ai cacciatori di taglie e a pregare per il loro defunto dio. Non ho idea se lo fa per un compenso o per non condividere i suoi vermi, ma sembra deciso a sbarazzarsene anche lui di questi tumori della società. Noi non stiamo solo cacciando per il nostro bene, ma anche per il bene di Atlas.
    Più vi scrivo queste parole di autoconvincimento e più sento di riuscire a credere che in fondo è una normale caccia come le altre, che conseguirò il mio lavoro alla perfezione e che alla fine di tutto riuscirò anche a scucire qualche soldo in più di quello del mio compenso.
    Non si preoccupi per me, andrà tutto bene.



    P.s.
    Non è vero, NON STA ANDANDO PER NULLA BENE!
    Siamo arrivati, ma Talpa è scomparso e il fottuto cunicolo da dove siamo venuti è chiuso. CHIUSO! Non c’è via d’uscita, l’abbiamo cercata ovunque, ma è tutto troppo scuro e non riusciamo più ad uscire… Non siamo in una tana, non siamo da nessuna parte che sia lontanamente un “piccolo” nascondiglio come quel maledetto surrogato di roditore aveva descritto. La montagna all’interno è concava, un’enorme tonda grotta ampia decine di ettari illuminata cupamente da un tetto di luminescenti pietre vermiglie. Il pavimento è costellato da una città fantasma dalle mille tetre dimore senza lumi, ma ululati profondi e stridii pipistrelleschi rimbombano raccapriccianti tra esse. Nel mezzo una grossa colonna scarlatta… no, mi correggo: è una torre, domina su tutto il paesaggio, con al centro di essa un lume rosso e pulsante come un grosso grumo di sangue… o… un cuore. Pulsa.
    Rimbomba come una campana. Sento come se le sue pulsazioni siano vive.
    Ho paura.
    Non siamo in una tana.

    SIAMO DENTRO UN LORO SANTUARIO!

    La prego, non so dove volerà questa lettera incantata, non so quando le arriverà e se mai le arriverà. Ma se dovesse leggere, la scongiuro, mandi qualcuno a salvarci.
    La scongiuro.
    Ho paura…
    Ho molta paura.


    - Arthur W.


    Lady Ameralda,

    non ho idea del perché ancora provo a scrivervi, forse per mantenere la lucidità, forse perché non sento di aver nient’altro a cui attaccarmi se non voi, mia signora. Il Lord ci ha costretti a proseguire, ad addentrarci senza timore perché “non dobbiamo temere le tenebre, noi figli della luce” pronunzia con fare spavaldo. LUI! Lui che ci sta portando in quella che sarà la mia tomba! Ho letto delle Maschere: divorano le anime delle persone, uccidono per gioco, sono creature malsane e malevole! Le sento muoversi tra le alte case di pietra, mi sembra di vedere i loro sguardi fissarmi nel buio. Tra queste dimore ci sono simboli che non riconosco, ma assieme a essi grosse ragnatele con sopra diversi scheletri.
    Dove mi sono cacciato…

    Nelle lunghe strade ogni ombra può nascondersi un pericolo, dietro ogni porta potrebbe esserci un mostro, da ogni finestra potrebbe essere qualcuno che ci osserva… che attende… pronto a uccidere.
    Sento… sento qualcosa ringhiare in quella...



    Ci stanno attaccando! Son nascosto dietro a una maceria, ma sento la morte alle mie spalle. Lupi, no, licantropi. Non so quanti siano, ma sento le urla! Le Maschere sanno! Loro sanno che siam qui! Vogliono ucciderci! AIUTO!

    Una luce!

    Il chierico!

    Riesco a vedere il lume della sua luce risplendere nel buio, sento quelle maledette creature essere folgorate dalla potente luce sacra della sua fede mentre piangono dall’agonia! Ho preso coraggio, mia Lady! Se queste saranno le mie ultime parole voglio scrivergliele, per voi, voglio che voi vediate quello che sto vedendo io! Sto osservando ora la battaglia, nascosto, sto vedendo come sia il chierico che Lord Reveridich stanno affrontando quella decina di bestie con coraggio. Alle loro spalle i cacciatori e i tagliagole si stanno dando da fare, fornendogli copertura con balestre e lance, sciabole e asce. Ma quel lume bianco, quel meraviglioso candido e splendente lume bianco sta scacciando via le belve! Le sue parole esoteriche imprimono coraggio, forza, mentre il suo potere arcano sta letteralmente scacciando via le Maschere nell’oscurità da dove sono nate! La sua magia cura le ferite, il suo arcano annichilisce le tenebre risplendendo nella notte. Loro non sembrano aver speranza, scappando con la coda tra le gambe e rintanandosi lontane mentre tutti gli altri li iniziano a seguire. Lord Reveridich fieramente annuncia l’inizio della caccia, però non mi importa più di nulla di lui, perché quel silente chierico sta letteralmente dominando il campo della battaglia!
    Lui è la nostra salvezza! Lui ci salverà tutti. Li ci porterà via di qui sani e salvi!




    no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no.




    È morto.
    È morto. Lui, il chierico, è morto.
    Come dal nulla una freccia nera ha trapassato la sua gola. Dopodiché, prima che potesse reagire, un’altra freccia nera trafisse la mano sinistra. Successivamente la destra. Fu un attimo, come uno scherno, ma poi una pioggia nera cadde su di lui. Mille frecce, non naturali, come composte da un miasma oscuro, iniziarono a piovere su di lui inesorabili e infinite, trasformandolo in pochi secondi un cumulo di carne e ossa irriconoscibili. La luce è morta assieme a lui… morta assieme alla nostra unica speranza di vita. Stanno scendendo dal cielo delle creature cerulee, agghindate come nobili… ci sorridono dietro le loro maschere di vetro… con gli archi pronti a
    Perché sto scrivendo? PERCHE’ STO SCRIVENDO INVECE CHE SCAPPARE?





    Sono fuggite.

    Improvvisamente son tutte fuggite. Fino a pochi secondi fa quelle presunte Maschere ci stavano massacrando, a malapena metà dello squadrone è rimasto in vita e lo stesso lord Reveridich è privo di energia per combattere. Il vantaggio era dalla loro, perché sono fuggite? Decine e decine di apparenti vampiri, strane streghe dal busto da donna e il corpo di ragno, altri licantropi e mezzi licantropi, erano a centinaia e giocavano con noi come fossimo le vere prede della loro caccia. Si muovevano precisi, coordinati, attaccando in modo astuto… eppure son tutte fuggire adesso. Perché? Le scrivo anche se non so cosa mi accadrà ora, sono diversi minuti che il silenzio prevale, ma percepisco di non essere al sicuro.

    Ho un brutto presentimento, sento come se il mio cuore mi stesse uscendo del petto per la paura che sto provando. Tutto questo è insensato. Non dovrei essere qui. Non dovevo cacciarmi in una simile situazione. Ho paura. Sento il mio cuore uscirmi quasi dallo sterno, farmi male. La testa mi gira, la mano mi preme, riesco a fatica a scrivervi. Sento il battito del cuore, lo sento come un tamburo in piazza.

    Eppure… perché mi sembra di sentire anche il cuore degli altri fare questo rumore?

    Sento… quello stesso battito della torre, allo stesso ritmo di tutti i nostri cuori… quello che le avevo raccontato qualche lettera fa, adesso sembra così vici___



    UN ABOMINIO ROSSO! ECCO DA COSA STAVANO SCAPPANDO! CI STA INSEGUENDO! CI STA UCCIDENDO! UNO AD UNO! GLI STERNI ESPLODONO E I CUORI ANCORA PULSANTI FLUTTUANO VERSO LE FAUCI DI QUEL DEMONIO!



    Mi sono nascosto, sono riuscito a nascondermi dentro una casa diroccata, sotto a un letto polveroso. La bestia di sangue caccia senza sosta, lenta, inesorabile, troverà tutti, ma non troverà me.

    Io sono speciale, non può essere questa la mia fine.

    Sento le urla, sento le grida, le preghiere, il dolore, la paura. Stanno tutti morendo, nessuno scapperà da essa, ma io invece sopravvivrò. Ho già un piano: aspetterò che se ne vada sazia, rimarrò qui immobile, aspetterò fin quando lei non manderà qualcuno a salvarmi, lo so che lo farà, lo so che prima o poi riuscirà a convincere l’Impero a mandare i suoi soldati a salvarmi e a quel punto potrò finalmente tornare da lei. Voglio fare passeggiate sotto il sole, pescare nei ruscelli dei suoi giardini, ridere davanti una tazza di tè.

    Ho ancora tempo di scriverle, ho ancora tempo per dirle la verità se non avessi più il tempo di farlo.

    Si ricorda quando mi ha fatto entrare a casa vostra come suo servo? Quando mi avete sottratto dai bassifondi e mi avete dato una possibilità di redimermi? Vi ho amata da quel giorno. Mi avete dato tutto, persino la libertà, ma non son mai stato libero davvero senza di voi al mio fianco. Ogni volta che mi venivate a trovare nella bottega volevo dirle mille parole, tornare da voi, ma non ho mai avuto il coraggio di farlo. Se questa lettera riuscirà a raggiungervi voglio poterglielo dire, la amo, la amo con tutto me stesso e rimarrò sempre fedele a voi e soltanto a voi.

    La prego però, la scongiuro, diventerò un uomo migliore e ripagherò tutti i miei debiti, però mandi qualcuno a salvarmi.

    Vi amo.

    La amo.

    Ti amo.

    Ti amo.

    Ti amo.





    SONO QUI! SONO QUI! SENTO LE LORO RISATE! SENTO CHE MI STANNO CERCANDO. MI CHIAMANO! MI VOGLIONO UCCIDERE! SENTO I LORO PASSI SUL PAVIMENTO, SENTO IL LORO RESPIRO AFFAMATO. MI VOGLIONO UCCIDERE. IO NON VOGLIO MORIRE.

    IO NON VOGLIO MORIRE

    IO NON VOGLIO MORIRE

    IO NON VOGLIO MORIRE

    IO NON VOGLIO MORIRE

    IO NON VOGLIO MORIRE

    IO NON VOGLIO MORIRE

    IO NON VOGLIO MORIRE

    IO NON VOGLIO MORIRE

    IO NON VOGLIO MORIRE

    IO NON VOGLIO MORIRE

    IO NON VOGLIO MORIRE

    IO NON VOGLIO MORIRE

    IO NON VOGLIO MORIRE

    IO NON VOGLIO MORIRE

    IO NON VOGLIO MORIRE

    IO NON VOGLIO MORIRE

    IO NON VOGLIO MORIRE

    IO NON VOGLIO MORIRE

    IO NON VOGLIO MORIRE

    IO NON VOGLIO MORIRE

    IO NON VOGLIO MORIRE

    IO NON VOGLIO MORIRE

    IO NON VOGLIO MORIRE

    IO NON VOGLIO MORIRE

    IO NON VOGLIO MORIRE

    IO NON VOGLIO MORIRE

    IO NON VOGLIO MORIRE

    IO NON VOGLIO MORIRE



    IO NON VOGLIO MORIRE




    Mia dolce e amata Lady Ameralda,

    Oggi è il preludio di un qualcosa di grande.

    Sto bene, a discapito di ciò che in passato vi avevo scritto, in realtà sono vivo. Persino rinnovato, oserei dire. Adesso faccio parte della famiglia delle Maschere, i miei nuovi fratelli mi hanno accolto a braccia aperte e hanno purificato il mio morente animo corrotto.

    Mi piange il cuore non avervi scritto per così tanto tempo, molte lune sono passate dalla mia ultima lettera, ma siete sempre rimasta nei miei pensieri. Immagino che anche voi vi siate preoccupata per me, vero?

    Ho avuto molto da fare, ma soprattutto molto tempo per pensare e capire cosa era giusto e cosa era sbagliato sia di me che di questo mondo.

    Non è mai arrivato nessuno a salvarmi, ma non gliene faccio una colpa, in fondo non c’era nessuno da salvare in realtà se non la mia anima. Come le ho detto, adesso sono un uomo nuovo. L’Accademia è oramai un sogno dimenticato, inutile e sorvolabile, con i nuovi poteri a me conferiti dal Culto ho raggiunto uno stadio che l’umana cognizione non potevo nemmeno immaginare nel mio vecchio me.

    Mi hanno aperto gli occhi. Una nuova vita mi attende, lontana da tutto l’empio che nella mia vita mi ha circondato, ghermito e infine ucciso.

    Però i miei sentimenti per voi non sono cambiati, Lady Ameralda, vi amo ancora più di ogni altra cosa al mondo.

    Vi amo come i lupi amano la luna piena nella nera volta del cielo.

    Vi amo come i ragni amano l’ignaro ospite entrato nella loro tana.

    Vi amo come i pipistrelli amano il dolce sapore del caldo sangue.

    Il mio però non è un addio, non voglio farvi piangere la mia scomparsa e non voglio che soffra ancora in un mondo senza che l’uno possa vivere senza l’altra.

    Desidero tanto poterla stringere per sempre tra le mie braccia, accarezzare la vostra pelle d’alabastro, sentire l’aroma della vostra dorata chioma.

    Assaporarla, frutto di divina grazia.

    Quindi, mia Lady Ameralda.

    Oh mia amata, dolce, unica e sola Ameralda.



    SI GIRI


     
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