La Cripta [Contest]

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    Ravdösha ; Arx; Cripta del palazzo Reale 1521
    “Rigirava e rigirava gemente lo sguardo nel buio del sepolcro urlando ruggine di rabbia, le orbite vuote e l’apostasia della sua condizione, nulla e peggio di un oblio vivente”

    Quando i suoi occhi si riaprirono si rese conto di vivere quello di cui nessun vivente vorrebbe avere esperienza , seppellita viva.
    Lo sguardo rosso rubino dell’Albina scrutava ansimante il buio col fiato corto di una preda, intorno a lei la completa oscurità. Alzò le mani a fatica visti gli spazi angusti e tastava il coperchio con la consapevolezza e la terribile conferma di essere all’interno di una bara, distesa dentro un letto di fiori bianchi. Un profumo che sarebbe stato un sollievo per chiunque in un qualsiasi frangente, ma in quella occasione si rivelò essere un tormento. Il terrore si dipinse sul suo delicato viso, era la peggiore delle torture quella di sentirsi morti già da vivi, ben presto la calma e la freddezza tipiche della “Stella Bianca” lasciarono il posto alla disperazione e la rabbia.
    Urlava feroce mentre sbatteva in continuazione i pugni sulla fredda pietra, come se inutilmente cercava di infrangerla, arrivando quasi a rompersi le ossa delle mani nel cercare di smuovere il pesante coperchio e farsi strada, ma nonostante quei suoi continui tentativi nulla poteva contro quel destino che qualcuno aveva deciso per lei, le sue urla continuarono fino a quando non sentì dei passi farsi strada vicino a quel suo sarcofago. <aiuto AIUTO SONO QUIII> Una maschera di disperazione, il volto bagnato dalle lacrime e la sua voce che perdeva vigore senza quasi più fiato. La sua era una richiesta disperata, verso quel suo salvatore sconosciuto di cui lei solo dai passi poteva intuire che era una donna, per via del tipico tacchettare degli stivaletti. La risposta di quella presunta salvatrice non era quella che lei sperava, una vocina maliziosa e penetrante ,era quella di Elizabeth la sua rivale e un tempo amica. <oooh ma dai ti credevo tanto arrogante e spietata ,vedo che ora hai guadagnato umiltà> la voce era proprio quella della Nobile che lei conosceva fin troppo bene, capelli neri lunghi e lineamenti nordici in un abito nero di pizzi e merletti, elegantissima in ogni occasione <sapevo che ti saresti lasciata morire di fame piuttosto che rischiare di essere avvelenata dal cibo della prigione, così ti abbiamo presa di sorpresa con un potente sonnifero> si muoveva girando intorno a quel sarcofago ,con l’aria leggera di una bambina al parco giochi [vi è un entrata segreta per le celle delle carceri e da lì abbiamo versato il liquido dentro il tuo orecchio, e molto potente ,e sembra quasi che il cuore si fermi..ma dovresti essere felice, lo sai che ora sei regina di Arx?] una risata delicata, da un visino d’angelo, ma il cuore di pietra, alzava la mano gesticolando come se Lenora poteva vederla <non temere! Il sarcofago ha un'apertura al centro che serve per far entrare aria, così non morirai soffocata, ma di stenti e molto lentamente...>andò a sedersi sul coperchio del sarcofago, accavallando le gambe e bussando sulla pietra, come a farsi rispondere .
    La risposta dell'albina non si fece attendere
    <la tua e voglia d'amore o di potere Eliza?>i pugni della triste regina vanno a battere contro il coperchio
    <a te cosa importa? forse entrambi? non potevi startene al tuo posto e basta? , se fossi diventata la sua amante non mi sarebbe importato, ma addirittura regina NO>
    la voce calma che le rispose , stranamente era quella dell'albina <e stato lui a volermi al suo fianco, ma e inutile continuare a parlare per far tacere la tua coscienza, ho la triste consapevolezza che stai condannando Arx alla fine >
    Un miagolio come se rispondesse provando piacere di quella donna rinchiusa dentro al sarcofago
    <bla bla bla>la interruppe e con la mano simulava il becco d'una papera< tu e Akbaa e quella vostra insulsa superstizione, non mi ci pulirei neanche gli stivali con la statua di Akbaa e ora che Arx vada avanti e che abbia una nuova e carismatica regina al suo trono>
    Lenora rispose con un fil di voce a quei suoi progetti , ormai consapevole che non sarebbe più uscita da quel sarcofago
    <ti sei presa tutto..tutto, anche la mia vita, ora hai quello che volevi e ti chiedo solo di tappare quel buco, in modo che possa morire soffocata dolcemente, come se mi addormentassi>
    Glielo chiese implorante, con le lacrime che le scendevano sul viso, la risposta fu' repentina, con Elizabeth che diede una pacca dolcemente su quel buco con la sua delicata mano come a ribadire che in questo momento era lei che comandava
    <oh e perché? È delizioso saperti soffrire ancora per qualche giorno prima di morire...a proposito hai visto che abito indossi? > rise delicata, con aria leggera da Duchessina mentre togliendosi un guanto riprese a parlare in direzione di quel buco <sai l’ho scelto io, e non solo, devo farti una confessione... tuo figlio era così delicato, l’ho ucciso con le mie mani soffocandolo appena nato, si non è nato morto>
    Prese un ampio respiro mentre si alzava da quella seduta <dai ora vorrai riposare, ti lascio all’eternità, e in ultima, mi stavo quasi dimenticando> mentre guadagnava l'uscita diede un calcio ad una piccola pietra a parete dalla quale iniziò a uscire sabbia, la quale ricadeva dentro un tombino <nessuno verrà a salvarti, quando la sabbia che senti sarà tutta uscita una pesante pietra chiuderà la cripta per sempre > la sua risatina mentre si allontanava uscendo dalla porta era insopportabile , lentamente la porta a ghigliottina andava chiudendosi <lenora Lenora> un sospiro che sembrava un miagolio <hai finito di rompere il caz*o> la porta si chiuse in un tonfo quando la sabbia finì di fluire ,e con lei la sua ultima speranza .
    Passarono ore in cui Lenora si rassegnò al suo destino, lasciandosi andare a quel epilogo senza cuore. Dopo una ricerca durata ore tastando al buio fu lei a tappare quel buco con un lembo della stoffa del suo abito da sposa. Quando finalmente le venne sonno, un profondo torpore che lentamente prendeva sempre più strada, capi che stava giungendo la sua ora. Fu in quel momento che un urlo feroce usci per l’ultima volta dalla sua bocca, <'Igh!> "maledetti" talmente forte che arrivò a scuotere lo scranno di Akbaa in persona, con un a tale foga che sembrò quasi scardinare le fondamenta stesse della città.
    Chi in quel momento si trovava vicino al palazzo reale dove si trovava la Cripta poté vedere una Stella Bianca che brillava sopra la cupola, una stella mai vista prima, dopo un breve bagliore che illuminò quasi a giorno tornò alla normale luminosità. Un profondo rombo fece tremare la città , un rombo che sembrava far vibrare anche le ossa ,seguirono mesi in cui una coltre nera come la pece avvolse le strade e le case con cenere che cadeva notte e giorno senza mai fine con gas veleniferi che risalivano dal terreno ,una profonda vibrazione faceva tremare case e monumenti a intervalli regolari.
    Poi un giorno un fulmine spaccò l’aria e tutto tornò normale, ma fu in quel momento che tutta la frustrazione di Lenora arrivò prepotente dentro le anime dei presenti che si radunarono in piazza per assistere all’evento. Difatti la sua voce era cambiata ,e non aveva più nulla di umano.
    <come notte e giorno e come fuoco e acqua ora Arx conoscerà la dea vendetta che passerà sui cadaveri di coloro che ora abitano la città delle miniere. Il mondo di Arx Crollerà e tutti sapranno che sono stata io, ma non oggi né domani, ma al termine del ciclo della stella bianca> la voce dell’Albina risuonava dentro le teste dei presenti, quando la nube nera si diradò la Cripta di Lenora era stata aperta e sulla tomba la mano divina di Akbaa aveva incise queste parole: “una goccia la risveglierà, e di colui resterà in debito devota” quando crollò poco dopo il tempio dedicato al culto di Akbaa in molti capirono di chi fosse a manovrare quella voce. Apparteneva alla sacerdotessa dei Dio Serpe. Era Akbaa in persona a parlare.
    La sorte di Arx era segnata per sempre.

    Edited by Lenora Morgan - 31/10/2021, 14:59
     
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