#03. Qytir

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    Trafiletto Modifiche20/04/2023 - Topic aggiornato alla patch "Scandrial" v3.2.

    qytir2

    INDICE DI NAVIGAZIONE
    Introduzione ~ Aspetto ~ Storia ~ Cultura ~ Demografia ~ Riferimenti



    Introduzione


    Sangue dell'Impero. I Qytir, draconiani o figli dei draghi in lingua comune, sono una razza giovane, creata dai Draghi al tempo del loro dominio sul mondo all'incirca cinquecento anni dopo la frantumazione dell'Atlante Nero. Benché una qualche quantità di Frammenti Neri ai loro progenitori giustifichi certamente la loro creazione, i Qytir sono ad oggi una delle pochissime razze nate senza l'ausilio dell'artefatto completo, per tale motivo ci si è interrogati sul loro effettivo ruolo su Atlas e del rapporto con l'umanità e su quanto essi siano un derivato inusuale. A dispetto della loro discussa "purezza", hanno assunto un ruolo dominante nell'ultimo millennio. Sono infatti il popolo che ha formato l'impero dell'ovest e che ne tiene tuttora le redini e quindi la forza motrice di molte realtà che dipendono, del tutto o in parte, dall'autorità imperiale. Sono notevolmente patrioti e xenofobi, oltre che feroci, ma nessuno è riuscito a negare loro il posto che si sono costruiti con la forza, di volontà e delle armi, su Atlas.


    Aspetto


    «Ogni volta che li si guarda si vede il tradimento che ha condannato questo mondo, la loro è l'immagine del peccato.»

    ― (Neleth, Profeta degli Eterni negli Anni della Solitudine.)



    Grossi e Feroci. Imponenti fin da giovani, i Qytir torreggiano sul grosso delle altre razze atlassiane, sorpassando frequentemente i due metri d'altezza ed accompagnano la propria stazza con un fisico possente, muscoloso. Sono caratterizzati dalla maturazione estremamente rapida e raggiungono il completo sviluppo fisico nell'arco di una decade o meno.

    Variopinti figli dei Draghi. Sono sempre coperti di scaglie che possono variare molto nella colorazione e nei motivi, rappresentando in genere ragione di grande orgoglio, e presentano sovente altre caratteristiche tipiche dei propri creatori, quali ali membranose, code, creste, lingue biforcute, zanne ed artigli che rendono la loro figura ancora più minacciosa. Tendenzialmente carnivori, differiscono dal grosso delle altre razze senzienti per il sangue freddo e la muta, che talvolta li rendono alieni agli occhi di osservatori esterni. Come tutti gli altri umanoidi, non depongono uova.

    Agitati e famelici. La loro aspettativa di vita sfiora il secolo, quando non incappano in una morte violenta. Dato che sono, in ultimo, rettili, le donne e gli uomini non differiscono notevolmente dal punto di vista fisico, anzi, è in genere difficile distinguere un maschio da una femmina senza affidarsi agli indumenti ed agli accessori. Infine, le loro necessità, complice il peso elevato, sono particolarmente alte. Mangiano molto, non reggono bene la fame e dormono anche dieci ore al giorno abitualmente.


    Storia


    «Te lo riassumo: vedemmo, venimmo e conquistammo»

    ― (Kalsar, generale imperiale.)



    Nati come armi. Comparsi negli Anni della Solitudine ad opera dei Draghi, in principio servirono i propri progenitori con cieca devozione, impiegati come inquisitori e cacciatori di elfi, che hanno contribuito a sterminare. Alla fine dei conflitti, quando furono invece i loro creatori a subire quello stesso triste destino per mano delle Sentinelle, caddero nell'oblio, così privati del loro scopo primario, sconfitti e senza patria, e faticarono a trovare una sistemazione stabile, detestati come essi erano dal grosso delle popolazioni che avevano soggiogato. Furono così costretti a vivere per lo più lungo l'Edjerval per i due secoli successivi, più spesso come nomadi: razza vorace, esauriva spesso troppo in fretta le risorse per stabilire insediamenti duraturi. I più fortunati di loro continuarono a servire draghi morenti arroccati sui picchi più occidentali dell'Atem Lehelet e alla scomparsa di questi ultimi si appropriarono delle loro fortune leggendarie, di cui si servirono per l'edificazione delle prime fortezze a ridosso delle montagne che andranno a comporre la Qytiria. E così, mentre il mondo passava gli Anni della Guardia domandandosi cosa sarebbe stato dell'ovest, i qytir prosperavano nel segreto delle vette: svilupparono una miriade di piccoli regni feudali, per quanto grandemente frammentati, che divennero un luogo sicuro per l'ultima grande massa di disperati scampati alla furia del nuovo dio, giunti dai mari dell'ovest.

    Videro opportunità nelle sventure. In cambio della protezione che questi popoli sentivano di ricevere dalle montagne, divennero chi più, chi meno felicemente schiavi dei qytir, che rimpolpavano rapidamente i propri numeri richiamando i loro cugini dell'Edjerval. Nel mentre, la minaccia del Divoratore arrivò a ridosso dell'Atlas stesso, creando grande turbamento per tutti i popoli, ma non nei figli dei draghi, che ebbero invece l'intuito di servirsene: i loro regni trovarono una forza unificante ne Culto del Divoratore in piena ascesa, che essi abbracciarono e contribuirono a diffondere anche oltre i confini del loro stato. Sostenuti dai tesori che i loro progenitori avevano cumulato e nascosto, ristabiliti così impunemente i contatti con altre razze, si servirono bene di tempi tanto caotici, svilupparono una certa capacità di adattarsi alle situazioni più disperate e tornarono soprattutto ad impugnare le armi per respingere gli invasori stranieri, ingolositi dall'oro con cui speravano di ricostruire. Ciascuna vittoria aumentò il loro prestigio ed estese le loro terre, che si svilupparono con una certa rapidità ed animosamente entrarono in guerra gli uni con gli altri, per un conflitto per la supremazia: trovarono l'unità solamente in capo a due secoli ed è nella seconda metà di degli Anni della Guardia che nacque lo stato di Qytiria con le sue nuove regole.

    Un Ovest unito. Ma col sangue degli altri. Cominciarono a covare l'idea di espandere i propri domini per tutto l'Atem Lehelet e cominciarono ad espandersi in Veh Dreyva, una volta stretto un insospettabile accordo con gli umani di Lothringen. Forti del proprio casus belli religioso e favoriti dall'azione del nuovo Dio che si consumava in settentrione, indebolendo la sua presa su molteplici aree, diedero inizio ad una crociata contro gli innumerevoli stati minori dell'ovest, come era nelle loro intenzioni. Durante il lunghissimo e sanguinario conflitto, tramutatosi progressivamente in una devastante guerra d'attrito e di posizione contro una coalizione opposta alla potentissima macchina militare dei Qytir, migliaia, se non milioni, di soldati morirono per forgiare quello che si sarebbe poi tramutato nell'impero odierno. I Qytir si trovarono così alla testa di una potenza che non conosceva paragoni nell'Atem Lehelet. In seguito hanno continuato a prosperare, mantenendo stabili i propri domini e sopprimendo le ribellioni, allacciando al contempo solidi rapporti con l'est e il nord per garantire la pace sul continente.


    Cultura


    «La conquista è il nostro destino manifesto»

    ― (Nikissa, generale imperiale.)



    Mostri da Guerra. Nati per essere un impressionante strumento bellico ma presto defraudati della figura mitica dei progenitori e così dei loro primi comandanti, i Qytir hanno sempre vissuto una vita di conflitti e nulla di questo è mai cambiato nei vari secoli in cui si sono avvicendati al potere con le altre razze, che hanno solo contribuito a renderli più feroci e più abili alla guerra. I Qytir identificano il valore personale di un individuo con la sua capacità nel combattimento, la sua prestanza fisica e la capacità di comando e pongono un freno alla propria natura passionale tramite l'esercizio della disciplina militare. Fortemente patriottici, sono rarissimi coloro che non riconoscono nell'Atem Lehelet o nell'Edjerval la propria patria o non condividono i valori dell'Impero, che allora li rifiuta e li identifica col termine Mrosh-Qyt, letteralmente «i figli deprecabili», che finiscono con lo sposare le cause dei paesi indipendenti.

    Forgiati da disciplina militare Fisicamente imponenti e dal carattere molto turbolento, inclini alla violenza e spesso disposti a morire per la causa, i qytir fanno largo uso della disciplina militare, che li influenza in molti ambiti della loro vita e contribuisce in maniera determinante a fare di loro il grosso delle forze armate imperiali e uno fra gli eserciti più capaci dell'intero continente. Diffidano della conoscenza teorica in generale - per quanto esistano diverse eccezioni alla regola generale - e apprezzano grandemente ciò che possono utilizzare per fini pratici, spiccando, in particolare, per l'approccio tecnico alla magia.

    Xenofobi e orgogliosi. Inoltre, tendono ad essere estremamente diretti, ignorando molte delle complessità emotive di altre specie e preferendo grandemente esprimersi attraverso la ferocia, l'impeto, la schiettezza. Per questo motivo, non si risparmiano in genere commenti xenofobi su Fate, Gelidi, Giganti e quanti non apprezzano la loro cultura, e sono soliti rivolgere frasi velenose a chi occupa posizioni più basse di loro nella piramide sociale – verso la quale sono ossessionati. Sovente nutrono un certo astio anche nei confronti degli Hederati, rei di essere la progenie maledetta di chi ha ucciso i loro avi. Discendendo dai draghi, sono cresciuti sognando i grandi tesori degli antichi titani alati, infine appropriatisi di larga parte di questi, hanno generato una società che pone un peso enorme sulla ricchezza, sul denaro e sulla proprietà e sviluppando in fretta le conoscenze su come mettere a frutto tali tesori.


    Demografia


    «Ogni Qytir vale quanto due uomini di qualunque altra razza. In ogni contesto!»

    ― (Lusgar, avventuriero e mercenario.)


    Pur essendo principalmente presenti nella propria patria occidentale, ne esistono gruppi di dimensione ridotta al di fuori dei confini imperiali. Questi sono però visti con sospetto tanto dagli altri Qytir, che tendenzialmente li vedono come traditori del regime o dissidenti - e non è insolito che sia questo il caso - che dai nativi del Tövis e del Laendriel presso cui si stabiliscono, avvezzi a un disprezzo al più malcelato nei propri confronti. Nondimeno pare che siano destinati a diffondersi maggiormente con il passare degli anni, a dispetto di quelle forze centripete che vorrebbero il contrario.




    «I nostri padroni godono nel vederci in catene!»

    ― (Marcus Fedrel, capo di una rivolta di schiavi)



    qytir_imperiale
    I Dominatori dell'Atem Lehelet. Diffusi praticamente in tutto l'impero che ne è, nel periodo corrente, la sola e unica patria, rappresentano una fetta assai significativa della popolazione e sono più concentrati che in tutto il resto del continente. Nascono storicamente nella regione di Qytiria, loro terra natale che alcuni arrivano a considerare sacra, soprattutto nelle aree attorno alla capitale. Sono estremamente patrioti, spesso indottrinati o comunque convinti che la preservazione della nazione e la sopravvivenza della razza vadano di pari passo. In genere posizionati in cima alla gerarchia sociale dell'occidente, da Veh Dreyva a Lothringen, è frequente che siano loro aperte molte porte e che essi guardino con superbia gli esponenti delle altre razze. Ambiscono in genere alla carriera militare, ma sono anche bene inseriti nell'apparato burocratico e occupano il grosso delle posizioni di comando, controllano la maggior parte degli stati feudali. Sovente praticano e predicano le dottrine del Culto del Divoratore, anche solamente di facciata, allo scopo di farsi ben volere soprattutto dagli uomini, con i quali hanno stretto alleanze importanti per tutta la durata della loro espansione.




    «Sono pericolosi, non sanno apprezzare la nostra libertà.»

    ― (Yandall il Giovane, storico e membro del patriziato aliothiano.)



    qytir_alioth
    Il Flagello del Laendriel. Nell'est i figli dei draghi sono presenti soprattutto lungo il confine del Lesathar, dove vivono spesso al limite della legalità, tramite gruppi votati al brigantaggio e per lo più fedeli all'Impero. Sono raramente diffusi altrove: difficilmente apprezzano zone lagunari e sul mare delle sorelle ed è improbabile si spingano fin lì senza una ragione precisa. Sono infatti assai meno numerosi tanto più ci si spinge verso il limite opposto del mondo, principalmente a causa del clima umido e della mancanza di una gerarchia rigida all'interno della società, di cui raramente rispettano e condividono le libertà, ma abitano stabilmente le aree occidentali o tentano la fortuna come mercenari, soprattutto quando in esilio dalla loro patria. Raramente la cultura locale, troppo diversa, riesce ad influenzarli dal punto di vista sociale o religioso, di modo che tendono a rimanere ai margini della mondanità dell'oriente in largo numero. Tuttavia, in quanti di loro i costumi orientali attecchiscono, finiscono con l'estraniarsi radicalmente dall'Impero, le sue mire e la loro terra natia, sposando al contrario piuttosto fermamente la causa delle Sorelle: abitano allora l'oriente con grande vivacità come Mrosh-Qyt, praticano con determinazione la magia verso i quali non sono portati come le altre razze e stabiliscono persino piccoli avamposti propri, faticosamente accettati dalle Sorelle, che vegliano su di loro con grande sospetto.




    «Pochi di loro sopportano il gelo, ancora meno l'idea di essere uguali agli altri.»

    ― (Bor-Nug, luogotenente dei Campioni del Gelo.)



    qytyr_heder
    Ospiti fra i Ghiacci. Al nord i Qytir sono estremamente rari, ma diffusi in maniera più o meno uniforme a ridosso del versante settentrionale dell'Edjerval che hanno sempre abitato, lungo Nash Andii, Helinde ed Hederath, giacché se pure è per loro difficile riuscire a sopravvivere al gelo del frigido settentrione, quanti vi riescono sono in genere capaci d'inserirsi nella struttura sociale del nord, che li apprezza come temerari combattenti. Se è vero che devono superare lo scoglio della messa al bando del Culto del Divoratore, questo non è comunque sufficiente a fermare spiriti maggiormente volti all'individualismo ed all'indipendenza personale rispetto ai cugini dell'ovest, quando non proprio detrattori espliciti dell'impero, quali sono i Mrosh-Qyt. Tuttavia, raramente è permesso loro creare insediamenti propri e sono costretti a fare largo uso soprattutto di quelli Hederati, mentre complessi sono i rapporti con i Ravdoshi, che non riserbano loro un trattamento di favore neppure quando sono confermate le capacità di adattamento al gelo, poiché non è noto alla storia un Qytir toccato dal Soffio del Gelo.



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    Edited by Tied - 20/4/2023, 17:56
     
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