#04. Elari

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    Trafiletto Modifiche20/04/2023 - Topic aggiornato alla patch "Scandrial" v3.2.




    Introduzione


    Creature grandemente eterogenee per aspetto eppure fra loro così simili, le Elari, note anche come Fae o Fate in lingua comune, non sono native del mondo di Atlas. Il grosso di questo popolo è apparso sul supercontinente ben a seguito della comparsa del Divoratore, sul limitare degli Anni della Guardia che hanno contribuito a concludere. Provengono dal vicino pianeta morente Elahrale, dal quale hanno tratto il loro nome corrente, e sono state accolte in quello che oggi è il cuore del Laendriel. Posseditrici di molti segreti e beni ignoti agli atlassiani, le fate Elari hanno elargito le proprie nutrite conoscenze in cambio del favore dei nativi, soprattutto con l'Est da cui sono assai benvolute, ed altrettanto presto hanno edificato un proprio piccolo, mitico regno. Purtroppo, il viaggio per la salvezza è stato difficile e il mondo di Atlas non si è sempre dimostrato caritatevole con loro né pronto ad ospitarle, ed hanno perso la capacità di procreare secondo i modi loro convenzionali. Così costrette a ricorrere ad alternative oggetto di aspre contese, sono ad oggi una razza decadente, ma pacifica, che conosce differenze anche importanti fra gli individui più antichi e i nuovi, e che vede contrapporsi ad un lignaggio oltremondano una nuova forza che ha perso parte del carattere dei genitori, ma non meno importante.


    Aspetto


    «Non avevo mai visto creature più belle eppure più terrificanti.»

    ― (Alioth, l'Altoprincipe.)



    Bellezze aliene. Le fate Elari più anziane mantengono puro il retaggio oltremondano che le caratterizza ed assumono le forme e le dimensioni più disparate, con altezza più spesso contenuta tra gli ottanta ed i duecento centimetri. Sono considerate imperiture e pur essendo spesso umanoidi, simbolo del loro legame originale col Creatore, presentano una pletora di caratteristiche corporee inusuali quali un fisico estremamente esile nella maggior parte degli esemplari, capelli ed occhi di colori bizzarri quanto variegati, tonalità della pelle talvolta innaturali, presenza di più di cinque dita alle mani o ai piedi. Rimane difficile catalogare i tratti comuni, poiché i nati di Elarhale sono in realtà un conglomerato di razze differenti, ma un discreto numero di queste presenta ali, code, molti occhi, bioluminescenza anche non omogenea e i più bizzarri dimorfismi sessuali, che vanno al di là della loro incapacità di procreare.

    Sterili, ma pronte ad adattarsi. Le Elari, fuori dal proprio ambiente nativo, non possono più generare propri simili coi metodi convenzionali e devono ingegnarsi attraverso l'arcano, continuando una delle tradizioni più discusse del continente. Esse sottraggono i nascituri alle altre razze per innestarvi le anime artificiali della propria stirpe, create con la magia. In seguito, il corpo si adatta spontaneamente e muta negli anni, maturando assai lentamente e tramutandosi in un involucro faerico caratterizzato da scarsissime necessità fisiologiche, a loro volta sterili.

    Due mondi nell'arco di una generazione. Le fate più giovani così generate presentano solo un numero ridotto delle peculiarità dei genitori, somigliando maggiormente alle altre razze dalle quali maturano, pur presentandosi longilinee nei lineamenti, assai più piacenti e generalmente più longeve. Queste caratteristiche fanno delle fate di seconda generazione (o di generazione atlassiana) delle prede preziose agli occhi dei più.


    Storia


    «Non c'è un futuro che ci appartenga. Dovremo prendercene uno.»

    ― (Ferdovian Erysh, capostipite della Sorella omonima di Alioth.)



    Da una Atlas che ha fallito. Le Elari sono una civiltà di fate provenienti da luoghi distanti la maggiorparte delle quali ha fatto la sua comparsa su Atlas nel Laendriel, durante fase finale degli Anni della Guardia. Della loro storia prima che avessero messo piede su Atlas hanno sempre rivelato poco e malvolentieri: esistevano in un mondo andato distrutto, non erano tutte in pace, assai ampi erano i progressi che avevano compiuto negli ambiti magici che il loro sistema permetteva. Non è noto un conflitto particolare fra loro e le Divinità Antiche comparabile a quello degli atlassiani, ed esse nutrono ancora un profondo rispetto per le loro Entità creatrici, ma qualcosa o qualcuno le ha forse esiliate dal loro luogo d'origine, ed è con rammarico profondo che parlano degli "Eventi dell'Esilio".

    Sono portatrici di meraviglia. Una volta finite su Atlas, furono dapprima accolte da quei loro simili già da lungo tempo stanziati sul nuovo mondo che del loro arrivo ebbero triste notizia. Per mezzo di queste figure e data la loro notevole attitudine all'arcano, i magocrati dell'ormai scomparso regime monarchico orientale furono ben felici di consentire a questi stranieri di insediarsi nelle regioni selvagge dell'est, nelle foreste e nelle profondità della terra, nelle paludi e nelle gole selvagge. Accettata la loro nuova condizione, le fate fondarono una serie città nell'entroterra, che ben presto divennero importanti nodi commerciali per merito della quantità di beni esotici che i viandanti planari erano in grado di produrre e lavorare. Le fate introdussero seta, incenso, carta, porcellana, cannella, caffè ed altri beni di lusso fondamentali nella trasformazione dell'economia dell'oriente. Ben presto, le meravigliose cittadelle di marmo e cristallo divennero meta abituale dei mercanti imperiali e orientali, e, poi, centri regionali dotati di grande autonomia e prestigio, ma tutti assoggettati e fortemente divisi.

    Eppure non benvolute da tutti. In genere soddisfatte del proprio isolamento e del proprio distacco dalle questioni politiche, cose rese possibili dalla loro enorme ricchezza, le fate hanno cominciato ad espandersi solo durante il periodo corrente, quando diversi gruppi, da alcuni ritenuti meri separatisti esiliati e da altri addirittura una seconda ondata di esuli planari, si stabilirono lungo i confini imperiali e nelle terre del nord, formando stati clienti distaccati dall'est ma, in questo modo, scissi dai centri della cultura nativa. Queste nazioni, avanzando le medesime pretese di indipendenza ed autonomia di quelle più antiche, furono rispettivamente schiacciate dall'esercito imperiale e distrutte dalla rigidità del clima settentrionale, non sopravvissero a lungo, e sono oggi ridotte a piccoli gruppi grossomodo integrati nei grandi governi del continente.

    Hanno svolto il loro compito ad est. D'altro canto, nell'est i principati faerici divennero fondamentali in occasione della rivolta dell'Altoprincipe Alioth, durante la quale contribuirono al collasso del sistema monarchico per favorire l'ascesa delle Repubbliche Sorelle il cui modello politico era ispirato al loro, con le dovute accortezze di questo tempo. Ad oggi occupano ancora una posizione di rilievo grazie alla propria ricchezza e alla benevolenza del patriziato, che, in virtù della loro forza economica e dell'onnipresente favore mostrato loro dalle popolazioni orientali le quali ammirano la loro magia, lascia che continuino indisturbate a governare i propri possedimenti, ottenendo al contempo posizioni di rilievo nella gerarchia governativa, commerciale, politica e sociale della Dominante.


    Cultura


    «Gli altri popoli lamentano che non li prendiamo a esempio, che non emuliamo i loro costumi, ma non sono mai stati capaci di mostrarmi qualcosa per cui valesse la pena rinunciare alle nostre libertà.»

    ― (Alindiel, signora dell'estate di Sirrah.)



    Indipendenti. Pur essendo creature longeve, le Elari non sono attaccate alle proprie tradizioni, ma amano l'individualismo e lo preservano con estrema cura, coltivando frequentemente passioni personali, spesso di carattere artistico o intellettuale. Tendono ad essere distaccate e riservate nei confronti delle altre razze, per motivi ambigui: talvolta per un senso di superiorità scaturente dall'ambiente nel quale crescono, in altri casi per il profondo senso di colpa scaturito dai nuovi metodi di preservazione della loro specie.

    Libertine. Il concetto di famiglia, per una Elari, è fortemente cambiato nei secoli e si è allargato, soprattutto negli individui che hanno scelto di non procreare secondo i nuovi metodi, fino a comprendere anche amici e conoscenti, e così quello del matrimonio, non più praticato al fine di proteggere un determinato nucleo familiare ma, se mai, una collettività dove chiunque, fra i simili, è bene accetto. Cionondimeno tendono ad amare l'indipendenza e l'intraprendenza e, per questo motivo, i loro domini, che sono spesso gerontocratici, sono relativamente liberali, se non libertini, mentre i singoli membri delle comunità, sia giovani sia anziani, tendono a viaggiare molto, a cercare nuove esperienze.

    Curiose abbastanza da riempire due mondi. Più che l'anzianità in sé, le Elari tendono a tenere in alta considerazione le gesta di un individuo e le storie che ha da raccontare. Quante di loro hanno almeno in parte superato il trauma dovuto alla perdita delle proprie case e, soprattutto, delle fonti di energia magica che utilizzavano un tempo per moltiplicarsi, cercano con avidità nuove esperienze, nuove fonti, nuove nozioni con cui riempire le loro incredibili enciclopedie.

    Decadenti. Le Elari, però, hanno già raggiunto il culmine della loro civiltà, e da molto tempo anche. I fasti di Elarhale sono lontani per tutte, ed anche le nuove generazioni sentono che non raggiungeranno mai quello splendore, e non solo per le memorie dei padri: è la loro stessa anima a dirlo. Così, queste creature immortali o ultralongeve vivono per soddisfare i propri piaceri, le proprie curiosità, e certe volte sono anche disposte a tramandare parte della loro conoscenza. Ma raramente trovano le giuste motivazioni per fare alcunché di diverso, o cambiare una storia che - dopotutto - è loro solo in parte.


    Demografia


    «Ho visto ogni angolo di questo mondo che non ci appartiene. Non mi ha impressionato particolarmente.»

    ― (Irion, ambasciatore elari.)


    Concentrate maggiormente nel Laendriel per vicende storiche e affinità culturale, le Elari sono creature ancora aliene al mondo di Atlas e in quanto tali sono considerate dalla maggioranza della popolazione, che li teme e disprezza. Possiedono nondimeno caratteristiche uniche e capacità che le hanno rese di grande interesse per le popolazioni regnanti, interessate quando possibile a sfruttare questi loro tratti.



    «Considerato tutto quello che le fate ci hanno dato, vale la pena di sorvolare su certe loro... peculiarità.»

    ― (Matheus Tein, esponente del patriziato aliothiano.)



    elari_alioth
    Il nuovo faro del Laendriel. Le Elari ricoprono in genere il ruolo di individui privilegiati del Laendriel, in particolare grazie alle accentuate capacità magiche che le contraddistinguono e sono inoltre a capo di diversi stati clienti dotati di larga autonomia e di grandi ricchezze, situati principalmente nell'entroterra di Suhayl. Grazie alla propria posizione, promuovono una raffinata cultura talvolta barocca, reinventandosi ora come mecenati, ora come ricchi mercanti, ed attirano facilmente l'attenzione su di sé sfruttando il proprio status di prestigiosa ed enigmatica élite. Nondimeno, questa posizione le rende talvolta decadenti ed amorali, fatto che le contraddistingue soprattutto in Lesathar, dove instaurano avamposti dai costumi piuttosto dubbi persino per il libertino oriente. Loro centro economico e politico è la sorella Nuova Elarhale, attorno alla quale sorge una sfera d'influenza fondata sul commercio dell'Illium. Mantengono nel complesso una forma di governo più affine a quelle tradizioni repubblicane che hanno avuto tanto successo nel resto dell'oriente, ma, complice la presenza di un numero relativamente elevato di Elari più anziane, restano attaccate a certe tradizioni. Il caso più significativo di questa commistione malsana tra tradizione antica e nuova decadenza è quello della divisione in tribù gentilizie che ne domina l'ordinamento e spesso e volentieri maschera iniquità e corruzione dietro complesse relazioni di sangue e di potere.




    «Bastardi. Strappano i figli a madri che non possono permettersi di nutrirli e la chiamano compassione. Dovremmo decapitare tutti i maledetti Elari, uno di questi giorni.»

    ― (Gandur il Mangia-Orsi, capo di una tribù di Gelidi.)



    elari_hederath
    Una debole luce fra i ghiacci. Al nord le Elari hanno vita breve. Furono spazzate via dalle intemperie all'epoca dell'esilio e sono poco numerose, ma comunque presenti come viaggiatrici spaesate, poco affini al clima rigido e all'ambiente ostile, per quanto determinate, soprattutto in Moraive ed Helinde. Esistono pochi gruppi bene integrati che, vista la poca tolleranza della monarchia settentrionale nei confronti delle loro pratiche, incrementano i propri ranghi ricevendo volontari soprattutto da Nash Andii che, per disperazione data la povertà del loro territorio d'origine, rinunciano alla propria precedente vita al fine di unirsi spontaneamente al popolo luminoso. Pur non essendo fisicamente adatti a sopportare il freddo, le Elari sono comunque capaci di schermarsi da esso con la magia, ma ne fanno uso di rado, solo se obbligate, favorendo comunque climi più adatti alle loro caratteristiche. A dispetto delle loro strategie tipiche di insediamento, al nord non hanno trovato popoli che fossero altrettanto interessati alla loro cultura o alle loro capacità che mal si adattavano alle necessità del Baluardo, e dovettero reinventarsi come mercanti capaci di connettere al meglio gruppi barbarici e città isolate. Si sono sparsi soprattutto nella parte orientale del regno e da essa mantengono contatto coi cugini laendrieli, con i quali intrattengono ad oggi rapporti pacifici, a seguito di inimicizie iniziali che li hanno tenuti distanti per i cinquant'anni dal loro arrivo su Atlas, dovuti principalmente ai sacrifici che hanno dovuto fare e alle numerose perdite che hanno dovuto subire rispetto a loro, maggiormente favoriti fra le sorelle.




    «Stranieri. Sgraditi.»

    ― (R'Illak il silenzioso, mercante Qytir.)



    elari_loth
    Nell'impero, l'esaltazione della decadenza. Vittime, in principio, di una dura repressione, le Elari dell'Impero sono riuscite a ritagliarsi un dignitoso spazio nella società grazie alla propria ricchezza, spesso sfruttando la vanità di taluni aristocratici locali. Loro insediamenti si riscontrano soprattutto in Veh Dreyva e Lothringen, dove fungono, occasionalmente, da tutori eterodossi per i delfini della nobiltà e, più in generale, da luminari, saggi ed individui di cultura, oltre che da informatori e mercanti. Grazie alla propria longevità, gestiscono attività finanziarie di successo e, per mezzo di esse, ottengono introiti tali da poter comprare regolarmente schiavi giovanissimi per rinfoltire le proprie fila. D'altro canto permane un senso di estraneità in tutto il contesto imperiale che è principalmente dovuto all'ostilità naturale dei Qytir nei loro riguardi, perché non disposti a condividere la propria posizione dominante con un'altra razza. Benché nei loro riguardi la posizione dei figli dei draghi sia andata lentamente rilassandosi anche per via dell'azione di mediazione intrapresa dagli umani, i rapporti fra le due razze sono ancora tesi e oggetto naturale di contese, soprattutto lungo il confine e nei confronti di quante, fra le Elari, si oppongono attivamente alle politiche qytire. Nelle regioni più distanti da Lothringen, dove l'azione umana è più forte e più rispettata, una tale inimicizia sfocia naturalmente in conflitti armati, spesso sanguinosi per ambedue gli schieramenti.


    Riferimenti


    Allo scopo di favorire la corretta interpretazione della razza, la gestione fornisce all'utenza un elenco di materiale di ispirazione supplementare, quali una lista di prestavolto suggeriti e tipicamente usati dai giocatori per meglio inquadrare lo stile generale di gioco, eventuali supporti audiovisivi o focus aggiuntivi in ambiti diversi, quali ad esempio l'abbigliamento e la moda corrente della razza, o ancora giocate simboliche. Le voci verranno ampliate periodicamente.


    Prestavolto Tipici




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    Speciale

    Pantagruel. Location della Wikia che descrive il sottosuolo del Suhayl. Governato dalla variante Elari delle Profondità, arroccata nel Protettorato di Ly Adaran, Pantagruel è una grande area che le fate condividono con la giovane razza dei nativi Gaalari, una specie fungina senziente agli albori della sua civiltà.



    Edited by Tied - 20/4/2023, 17:56
     
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