#01. Umani

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    Trafiletto Modifiche20/04/2023 - Topic aggiornato alla patch "Scandrial" v3.2.

    umani

    INDICE DI NAVIGAZIONE
    Introduzione ~ Aspetto ~ Storia ~ Cultura ~ Demografia ~ Riferimenti


    Introduzione


    Gli umani sono la razza più diffusa del mondo di Atlas. I miti la riconoscono fra le prime ad aver trovato la vita per merito dell'Atlante Nero ed è da loro che derivano, a vario titolo, le più recenti creature generate dall'artefatto. La loro è una razza caratterizzata da grande versatilità e gli umani sono capaci come poche altre creature di adattarsi alle profonde difficoltà del super-continente, dalle instabili situazioni politiche, economiche e sociali dei suoi governi finanche agli inospitali ambienti naturali. Questa loro capacità è tale che cambiano sensibilmente per aspetto fisico, mentalità, società e cultura in base alla regione in cui vivono, della quale riescono con un certo successo ad assorbire i costumi. Tendono ad essere ambiziosi ed in loro si sono osservati tanto la smodata sete di potere quanto la nobiltà, così come l'inclinazione a compiere le più fenomenali imprese; è tuttavia un fatto che gli umani siano passati alla storia più per le atrocità commesse che per gli atti eroici, realtà verso la quale sono talvolta messi a dura prova dal resto delle razze che popolano Atlas, che li ritengono spesso responsabili delle sventure del mondo.

    Aspetto


    «Quando li incontrammo per la prima volta, alcune di noi li scambiarono per degli antenati così distanti da essere divenuti mito. Fu chiaro a tutte che se un disegno maggiore doveva esserci stato, loro ne erano certamente alla base.»

    ― (Shetha, luminobile Elari.)



    Simili, ma diversi. Gli umani sono da sempre caratterizzati da grande varietà e questa tanto più si fa acuta quanto più forti sono state le influenze che hanno subito nei millenni, siano queste culturali o ambientali, auto-indotte o casuali. L'altezza di un adulto maschio è solitamente compresa fra i centosessanta e i centottanta centimetri, il peso negli individui sani oscilla fra i sessanta e i centodieci chilogrammi, laddove le donne sono generalmente più minute. I tratti fisici sono più spesso europoidi, ma sono stati osservati tratti diversissimi negli antichi continenti del mondo e parte di questo retaggio è tuttora conservato in quanti sono riusciti a scampare alle prime Fratture nella forma di ristrette comunità e linee di sangue piuttosto definite.

    Fragili, ma fertili. Rispetto al grosso delle razze più prestigiose del mondo di Atlas, gli umani invecchiano più rapidamente e hanno l'aspettativa di vita più breve: un umano mediamente non supera i sessant'anni, se circostanze esterne non intervengono in suo favore, soprattutto di natura magica, che possono variare anche sensibilmente questo fattore. Nonostante questi limiti, sono fra tutte la razza più fertile e diffusa, e pochi sono i luoghi che gli uomini non hanno calcato.

    Favoriti dalla magia. Gli umani sono inoltre la razza che più di tutte ha subito l'influenza della magia nei millenni, che si annida sempre più in loro dalla rottura dell'Atlante. Anche senza alcun intervento esterno, che pure non di rado ricercano, la magia entra dentro di loro con modi quasi casuali, rinvigorendoli di quando in quando all'istante oppure dando nuova fortuna alla loro stirpe. Questa affinità è tale che spesso si manifesta tramite cambiamenti anche di natura estetica e non è così raro che il colore dei loro occhi, dei loro capelli o della loro pelle cambi... e si faccia assai inconsueto.



    Storia


    «In quanto umani, abbiamo vissuto le lenti traversie del mondo sulla nostra pelle. Questo avrebbe dovuto renderci più accorti, meticolosi e saggi, ma più il tempo passa e più di sovente ripetiamo gli antichi errori.»

    ― (Darvij Shel, storico aliothiano.)



    Forse, i Primi. L'umanità ha un'origine antichissima che si perde nell'Età della Creazione, quando ancora gli Aspetti della Divinità non si erano separati e ben altre creature abitavano il mondo conosciuto. Ciò la rende una delle razze di maggiore prestigio fra le mortali, la prima e fra le poche ancora conservatasi ad aver goduto dei benefici dell'Entità in ciascuna delle sue forme, ma non sempre è stata nella condizione egemone di cui gode adesso. Quella degli uomini è una storia di enormi conflitti soprattutto intestini, risolti più spesso col filo della spada. Un tale atteggiamento ha ritardato grandemente lo sbocciare della loro civiltà in altre direzioni che non fossero la guerra e il combattimento e solamente la Chiesa degli Eterni, fondata nell'Età dei Miti, ha fornito loro un mezzo importante di unificazione interna.

    Cresciuti divisi, uniti nell'apocalisse. Al suo culmine, la Chiesa dominò per almeno cinque secoli e svolse un ruolo chiave nella mediazione con le Divinità stesse. Sebbene la comparsa del Divoratore abbia dipoi bruciato più e più millenni di storia, agli studiosi è bastato osservare le già profonde spaccature intestine fra le varie culture che caratterizzavano l'umanità fino a quel momento al fine di delineare il loro carattere così frammentario e belligerante già agli albori della sua civiltà. Ma è proprio a seguito dei cataclismi che hanno investito il vecchio mondo e dall'esigenza degli umani di affrontare le nuove avversità che nasce l'uomo moderno.
    Quando l'Atlante Nero si frammentò, anche e soprattutto a causa delle loro azioni, gli umani non potevano sapere quali sventure quell'evento avrebbe comportato, ma già lo sdegno e l'addio delle Divinità Antiche, che li rifiutarono e non li considerarono più degni d'attenzione, furono per loro una ferita profonda, difficile, se non impossibile da rimarginare: la Chiesa, che fino ad allora deteneva il potere, si sfaldò e morì, ponendo così fine ad un dominio plurisecolare. Gli umani, però, non ebbero allora il tempo di riprendere le loro lotte intestine: la comparsa del Divoratore avvenne di lì a breve, ebbe carattere epocale e si abbatté sulla terra spazzando via interi continenti nell'arco di una manciata di secoli. Le razze sopravvissute alle prime apocalittiche Fratture si riversarono allora sul super-continente, che i cataclismi rimodellarono, alla disperata ricerca di quello spicchio di terra ancora in vita, e gli umani capirono che le antiche divisioni dei loro genitori non avrebbero portato alcun beneficio. Il mondo come lo conoscevano era morto e il terrore era tale da indurre in loro un grande cambiamento, che fu comunque graduale e non senza bagni di sangue.

    Reami di sangue e Re dalle corone spezzate. Nel nuovo mondo gli umani si stabilirono presto ed instaurarono dall'est all'ovest i primi Grandi Regni, non senza dure repressioni, molto prima che altre razze, vecchie e nuove, riuscissero a compattarsi abbastanza da fare altrettanto: a ciò si deve in larga parte la loro fortuna, nonché la loro fama di conquistatori. In larga parte, gli uomini si mescolarono fra loro, mettendo a frutto tutte le conoscenze che possedevano al fine di primeggiare finalmente sulle altre razze e si divisero piuttosto equamente fra ovest ed est, in larga parte per differenze religiose. Quanti si stabilirono nell'Atem Lehelet fondarono la regione di Lothringen e un nuovo Culto, che attecchì prestissimo nelle aree più inospitali dell'ovest e li vide piegarsi al volere dell'Entità cui diedero il nome di Divoratore. Trovarono invece una terra fertile per onorare le vecchie Divinità nel Laendriel, dove consolidarono regni distinti in tutta la regione, ma eccellenti alleanze fra loro e con le molteplici creature che già abitavano quelle aree. In pochi si spinsero invece fino alle terre gelide del Tövis, benché strinsero egualmente importanti alleanze con gli Hederati che le governavano, e preferirono stabilirsi nel sud della regione.

    Litigiosi, Rivoluzionari, Sventurati. Ma vivi. I tre grandi avamposti umani di Atlas vissero alterne fortune. L'uomo dell'ovest assistette impotente alla Tirannia dei Draghi prima, di cui non colmò da sola il vuoto, cosa che fece invece l'Impero Qytir, che arrivò a favorire, trovando nella progenie dei draghi un insospettabile alleato e sposandone l'ideale di un occidente unito, causa che tuttora tenta di perorare.
    Nelle terre orientali, invece, l'uomo adottò un grande regime magocratico che durò molto a lungo, per larga parte degli Anni della Solitudine, fino a che i Galzani non consolidarono l'impero di Arevik, in cui riuscirono comunque a vivere da privilegiati. Quando poi arrivarono le Elari, in cerca di asilo da un altro devastato mondo, contribuirono ad innescare una rivolta contro il governo centrale, che portò alla fondazione di numerose repubbliche e una prestigiosa alleanza fra città sorelle. Tuttavia, se nell'est e nell'ovest le ostilità si sono dimostrate occasione di crescita o vere e proprie opportunità, il Tovis non è stato clemente con l'uomo, che ha affrontato di nuovo un nemico inarrestabile. Stabilitosi nelle grandi steppe di Nash Andii, ha vissuto ancora una volta l'ira terribile del Divoratore, che mai aveva colpito il super-continente così da vicino e così gravemente, e la sua azione è stata tale che tutt'oggi le città sopravvissute alla devastazione devono fronteggiare un'orda di invasori nuovi, le terribili Aberrazioni: un nemico che, proprio come il loro progenitore, non sembra voler sentire le ragioni degli uomini.



    Cultura


    «Umani... volubili e guerrafondai. Dicono che possono cambiare. Certo, anche una lancia può essere usata come bastone da passeggio, ma questo non cambia la sua natura.»

    ― (Eshikna, luminobile Elari.)



    Cittadini del mondo. Gli umani hanno progressivamente invaso tutto il super-continente. Se ne contano comunità diversissime dalle Terre del Gelo agli ammassi vulcanici dell'Impero, e spesso due gruppi apparentemente simili hanno pochissimi tratti in comune. Ad averli così favoriti è stata anche la loro predisposizione ad assumere costumi e usanze di altri popoli, con cui si mescolano facilmente e volentieri, ma è anche raro che, una volta stabilitisi, condividano tali onori con i cugini stranieri: ciò ha sempre comportato il proliferare di sotto-culture, più che una visione unica ed unificatrice.

    Ossessionati dagli antichi onori. Gli umani sono soliti intraprendere lunghi viaggi alla scoperta del mondo conosciuto e non è raro che tengano lo sguardo fisso oltre le cascate o in quei luoghi ancora inesplorati, animati da un misto di timore, curiosità e opportunità. Essi tendono tuttavia a raccogliersi dietro imponenti castelli o rifugi fortificati, attorno ai quali rifondare importanti regni e imperi e tengono in grande considerazione concetti quali l'ambizione ed il possesso, che animano facilmente questa razza tipicamente guerrafondaia. Importante per loro è la percezione del potere: se ai tempi dell'Età dei Miti o della Creazione questo aveva molto del senso del diritto divino o di nascita, quasi legittimato dalle Divinità Antiche, ad oggi, con la morte di queste divinità, ogni uomo tende a possederlo, a primeggiare, se non nei confronti dei propri simili allora sulle altre razze.

    Assetati di soldi e prestigio. Argomenti sensibili per loro sono la distribuzione della ricchezza, che premia la sagacia, la guerra, vista come un'opportunità, e infine il prestigio, la cui acquisizione rappresenta talvolta lo scopo principale di una vita. L'onore, l'altruismo, la bontà sono concetti cari a pochi, ma sono stati osservati in misura simile all'ambizione e alla ferocia dei più grandi Signori della Guerra, e sono generalmente considerati degni di beatificazione. L'istruzione, appannaggio dei ricchi per millenni, volge ora lo sguardo ai meritevoli dell'Età dei Molti, che ha portato magia in ciascuno degli umani.

    Ma devoti... finché hanno qualcosa da guadagnare. Gli umani sono inoltre profondamente divisi dalle proprie credenze religiose, verso le quali impiegano spesso molte delle loro energie: fondatori tanto della Chiesa degli Eterni, ad oggi sfaldatasi in nugoli ed interpretazioni diverse in tutto il Landriel e nel Tövis, quanto del Culto del Divoratore, mai così forte e in rapida diffusione nell'Atem Lehelet. Discutono spesso in materia di fede e, qualunque essa sia, sono soliti praticarla con una cieca devozione, al punto che i figli dell'Est e del Nord si dichiarano apertamente di cultura Antica persino nei confini dell'Impero, fatto che non fa che inasprire i rapporti infelici fra i popoli.
    Lo scopo principale dell'uomo è di volta in volta identificato differentemente dalla cultura dei singoli popoli, ma ciò a cui l'animo umano tende con più vigore è il riappropriarsi degli antichi onori, per poter riplasmare la «casa» tanto agognata. Con una divinità o con l'altra.



    Demografia


    «Siamo un popolo diviso che ha trovato una vera unione solamente una volta e solamente attraverso la chiesa. Dovrà accadere di nuovo, se vogliamo sopravvivere agli eventi nefasti in agguato.»

    ― (Geoff Hasting, nobile imperiale.)



    Suddivisa in maniera omogenea fra i grandi stati di Atlas, l'umanità è solita affrontare duramente tanto più le sue profonde ed intestine spaccature culturali o religiose che non le differenze con gli altri grandi popoli con cui generalmente convivono. Sono, fra tutte, la razza che meglio tollera e meglio è in grado di gestire gli umori dei Qytir nell'ovest e gli umani, quando di cultura antica, sono generalmente considerati fra i popoli amici degli Hederati e non c'è popolo che abbia rapporti migliori con le Elari del loro.
    Le loro spaccature intestine non gli permettono di radunarsi come le altre specie fanno, e ciò li rende dei cosmopoliti con una patria diversa e spesso non troppo definita a seconda delle proprie credenze religiose, delle proprie tradizioni e della loro cultura.



    «Non sono tutto ciò che mostrano. Ma nemmeno mostrano tutto ciò che sono.»

    ― (Silnar, scriba Elari.)



    icon_alioth_umani
    I Protettori del Laendriel. Il tentativo di un governo magocratico nell'Est ha profondamente cambiato il volto e le abitudini degli uomini del Laendriel, di cultura tipicamente Antica: persino quando il vecchio impero di Arevik è caduto, gli uomini hanno continuato con le loro usanze, che favorivano menti e maghi brillanti al governo, che assunse tipicamente la forma di una repubblica. Tutt'oggi sono solo i più grandi maghi del loro tempo a detenere il potere, persino quando il primato non spetta agli uomini, fatto che questi rispettano grandemente. Tale continuità di tradizione ha tanto influenzato l'uomo al punto da rendere quello della magia un esercizio pressoché obbligato per i delfini della nobiltà e il riconoscimento di un certo potenziale magico nelle più diverse razze dalla rottura dell'Atlante ha favorito una società multirazziale che non ha eguali nel mondo atlassiano. Lungo le cinque regioni del Laendriel l'uomo sempre giocato un ruolo di rilievo, rendendosi cruciale fautore di civiltà man mano che attecchiva nelle nuove regioni e diversificandosi sempre più in molteplici etnie che hanno sempre avuto in comune un ideale ben preciso: l'est come patria indiscutibile. Ad oggi, l'uomo è equamente diffuso nell'Alioth, nel Lesathar, nel Rohs Thuban e nello Suhayl e in ciascuna di queste regioni è facilmente la razza più comune. Per quanto correntemente non sia un umano ad avere il controllo della Dominante, questa razza è comunque trattata col rispetto che indubbiamente merita ed è considerata ancora e indiscutibilmente come il popolo più importante dell'oriente.





    «Sono nati senza zanne, senza artigli e senza scaglie. Così hanno forgiato le loro ossa nell’acciaio e nel sangue dei loro nemici.»

    ― (Garoh, governatore Qytir.)



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    L'Equilibrio dell'Atem Lehelet. Patria prediletta per i guerrafondai di ogni specie, ad Ovest vi trovarono dapprima rifugio quegli umani che ancora non avevano ricevuto una forte impronta dalla magia, come quelle dinastie meno ricettive che dovettero cercare terreno fertile per reclamare onori al di là dei confini magocratici del Laendriel. Quanti di loro si instaurarono soprattutto in Lothringen generarono comunità piuttosto chiuse e xenofobe, che non avevano simpatia per il diverso e si arroccarono alle pendici delle montagne in roccaforti che furono celebri negli Anni della Solitudine, prima dell'espansione qytir. Benché col passare del tempo la crescente diffusione della Magia anche nell'Ovest abbia appianato il distacco con i cugini del Laendriel, gli uomini dell'ovest nutrono ancora un profondo astio verso di loro, rei di non averli accolti prima e di non essersi dipoi convertiti al Culto del Divoratore da loro fondato. Sono diffusi per tutto l'occidente ed oltre in maniera piuttosto omogenea, ma prediligono la loro regione d'origine e quelle limitrofe di Qytiria e Veh Dreyva, dove agiscono da mediatori fra i figli dei draghi e le altre razze. Spesso si radunano anche in piccoli regni generalmente compresi nei confini dell'Impero Qytir, che ha alta considerazione di loro e favoriscono carriere militari o ecclesiastiche. Sono generalmente considerati alla stregua di pari dai discendenti dei draghi, con i quali instaurano anche complesse alleanze.





    «Hanno corpo e animo troppo morbidi. Il vero Nord non è fatto per quelli come loro.»

    ― (Bakkala, campione Hederati.)



    donna_in_hederath
    La Terza Voce del Tövis. Poco favoriti dal clima, gli umani abitano il nord preferibilmente lungo il confine col Laendriel o le province imperiali, prevalentemente nelle regioni di Nash Andii e Moraive, quando ancora le intemperie delle Terre del Gelo non sono tali da farli desistere. Si concentrano spesso lungo piccoli o modesti agglomerati urbani quando fedeli al culto del divoratore, perché assai invisi al Re di Hederath, che mal tollera tali pratiche e tende persino a condannarle apertamente, bandendole dai centri di rilievo affinché il culto non si diffonda. I rapporti più distesi fra i giganti di pietra e quegli umani di cultura antica, ancora fedeli alle Vecchie Divinità, ne fanno invece la terza forza del paese, sia per numero che per effettive capacità: riescono allora a vivere in pace e portano prosperità e buoni commerci. Umani di cultura antica si raccolgono preferibilmente nelle più importanti città e numerosi sono i centri a loro dichiaratamente destinati dal Re, soprattutto in Moraive. Sono chiamati a svolgere soprattutto lavori umili quando non temprati abbastanza da opporsi ai veri pericoli del nord, ma non disdegnano incarichi di potere o di cultura, militari o politici, che possono spingerli fino in Hederath.
    Dal canto loro, gli umani guardano ai Gelidi con grosso sospetto e piglio pregiudizievole, soprattutto quanti di loro ne condividono il sangue, poiché rei di aver abbandonato il proprio lignaggio in favore di un corpo e capacità più adeguate alla sopravvivenza del Nord.


    Riferimenti



    Allo scopo di favorire la corretta interpretazione della razza, la gestione fornisce all'utenza un elenco di materiale di ispirazione supplementare, quali una lista di prestavolto suggeriti e tipicamente usati dai giocatori per meglio inquadrare lo stile generale di gioco, eventuali supporti audiovisivi o focus aggiuntivi in ambiti diversi, quali ad esempio l'abbigliamento e la moda corrente della razza, o ancora giocate simboliche. Le voci verranno ampliate periodicamente.



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    Edited by Tied - 20/4/2023, 17:55
     
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