#4. Cronologia di Atlas

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.      
     
    .
    Avatar


    Group
    Gestore
    Posts
    12,945
    Reputation
    +203

    Status
    Anonymous
    Trafiletto Modifiche1/11/2022 - Topic Aggiornato alla Patch "Scandrial" 3.1



    Introduzione


    Atlas è nota per essere una terra sventurata e ferita, dal presente oscuro e dal futuro incerto, in piena lotta per la sopravvivenza contro quel cataclisma chiamato Divoratore, ma proprio come tutte le terre giunte agli ultimi sgoccioli di vita, non è sempre stata così. Un tempo, quella di Atlas era ancora una terra prospera, in cui le creature erano guidate dalla divinità, anziché essere alla deriva, la magia era rilegata a pochi prescelti, anziché accessibile ai peggiori mostri, e le civiltà prosperavano in pace, senza la necessità di uccidersi fra loro. L'ordine del mondo era garantito dall'Atlante Nero.
    Di quei regni che si sono avvicendati sotto l'occhio della divinità, di quegli eroi e straordinari maghi delle storie, di quelle razze molteplici e curiose e di quanto costoro abbiano fatto, però, ad oggi non resta che cenere: la rottura dell'artefatto e la conseguente nascita del Divoratore sono stati avvenimenti epocali che hanno sconvolto l'intero pianeta, condannando all'oblio continenti interi. Un tale evento è così definente per la storia di questo mondo che gli atlassiani contano gli anni dalla prima comparsa del Divoratore. Da allora sono passati oltre duemila anni.

    Quanto è avvenuto nei periodi mitici che hanno preceduto la sua comparsa è per lo più ignoto o materiale da leggenda. Tutto ciò che resta di quegli eventi perviene agli atlassiani nella forma di una cosmogonia, un'interpretazione o un mito condiviso, ma nebuloso, sulla creazione del mondo, che ha nome Età della Creazione, e sul periodo successivo alla frantumazione dell'Unico, entità da cui gli atlassiani credono che discendano le divinità, noto come Età dei Miti. Epoche lontane, perse nella storia degli altri continenti e del tutto indecifrabili.

    Il periodo in cui si sviluppa la storia atlassiana è chiamato Età dei Molti. Ha una durata di circa duemilacinquecento anni, suddivisi in diversi periodi sanciti da significativi eventi della storia, quali lo scoppio delle Fratture. L'anno corrente è il 2023 a.a. (anno atlassiano).


    Epoche Mitiche


    Quello delle Epoche Mitiche è un periodo di indefinita origine che va dal tempo dalla stessa Creazione del mondo fino alla fondazione degli ultimi Regni Aurei. L'esatta ricostruzione di questi periodi storici è difficile senonché impossibile agli atlassiani perché i loro protagonisti e persino le terre che facevano da scenario per le loro imprese non esistono più. Di questo periodo gli atlassiani sanno del rapporto stretto fra divinità e mortali, mai più replicato nella storia, e le informazioni più strettamente legate al supercontinente. Gli elementi qui riportati fanno dunque parte di cronistorie pervenute da popoli antichissimi, che ora conoscono pochi o addirittura nessun erede diretto.


    epoche_mitiche

    L'Approdo ~ data perduta con la caduta della civiltà elfica.

    Quando ancora il mondo non aveva subito le pesanti trasformazioni che lo hanno condotto alla morfologia attuale, Atlas era solo una delle molte terre emerse sul pianeta. Un piccolo paradiso incontaminato, abitato solo da creature semplici che non conoscevano l'ombra di una reale civiltà e vivevano lontane dalle pretese di gloria dei popoli oltreoceano. A scoprirlo dapprima furono gli elfi, che lo tennero per sé per molto tempo prima di portarlo all'attenzione delle altre razze civilizzate.
    Il popolo elfico approdò per la prima volta ad est, che assunse allora il nome di Laendriel, e si insidiò presto nell'odierna Alioth, prima di esplorare l'intero continente e creare avamposti cilizzati in un Atem Lehelet non ancora toccato dai draconiani, né dai loro progenitori, che sabbero discesi solamente in seguito da un nord non ancora gelido. Fra elfi e draghi nacque presto un'inimicizia addirittura mortale, che tuttavia non impedì al popolo elfico di prosperare a lungo e segnare una svolta epocale nella vita del supercontinente. Svilupparono la loro civiltà pressoché indisturbati per secoli, ignorando la gran parte delle altre razze di Atlas, che nascevano e progredivano a modo loro, fino a che anche gli umani non giunsero sul continente e ne imitarono alcuni aspetti, primo fra tutti la lingua.


    La Chiesa degli Eterni
    ~ periodo imprecisato.

    Le entità oggi note come Divinità Antiche sono state in contatto con le creature mortali per lungo tempo nella storia. Per quanto ad oggi gli atlassiani tendano a ignorare e celare questa verità, queste entità hanno conferito loro dei doni, anche se spesso per motivazioni ignote e oggetto dei più diversi miti. Molte creature devono il picco della loro Civiltà a loro, che avevano un giusto epocale ascendente su tutte quante loro. In un siffatto mondo, dove al mortale si confonde il divino, nasce in un momento e luogo imprecisati la Chiesa degli Eterni, un organismo che arriverà a dominare l'Atlas per secoli. Non è noto se questa è stata la prima, men che meno l'unica, Chiesa in onore di queste entità, né se ha visto la luce sul supercontinente prima che altrove, ma è certo che la sua influenza su Atlas divenne tale che instaurò un autentico governo teocratico in molte sedi, con una presa particolare sul Tövis.
    Delle sue molte antiche sedi disseminate lungo l'Edjerval ne resta solo una piccola parte, ma è noto che da lì hanno governato sulle genti di Atlas per almeno cinquecento anni nel periodo di massimo splendore, che è presubilmente coinciso con la presenza dell'Atlante Nero sul territorio Atlassiano. La Chiesa cadrà molto in seguito, per i fatti arcinoti della storia atlassiana, ma la sua eco è potente, ed una sua piccola frangia si riscontra tutt'ora nel Culto del Divoratore, che è la sua diretta evoluzione.


    La Città d'Oro
    ~ circa 1000 anni prima della venuta del Divoratore.

    La nascita della Città d'Oro fu considerata come un fatto straordinario dai contemporanei, sia per l'ascesa sorprendente che ebbero gli Alishaan sul continente che per l'eccezionalità delle sue architetture, che invero stupisce ancora oggi anche gli avventori più preparati. Prima dell'erezione della città, la civiltà dei Naga era pressoché ignorata dalla politica dei potenti: quelle creature avevano ancora un aspetto estremamente ferale e vivevano sottoterra, lontane dall'interesse dei popoli più evoluti. Ma come era d'uso nelle epoche mitiche, le divinità avevano in serbo qualcosa di speciale per questo sconosciuto popolo. I fatti concreti che portarono all'Investitura Alishaan - ovvero il come questo popolo ha ottenuto un così straordinario controllo della magia - si perdono nei confini della leggenda, con un potente nemico sconfitto e un premio smisurato, ma ciò che fu incontrovertibile a tutti stava nel quanto, di quegli avvenimenti, avrebbe finito con lo sconvolgere il mondo conosciuto. La Città d'Oro si erse all'improvviso così come il suo popolo, ma la sua forza fu tale da non crollare mai, e dalle sue mura mirifiche gli Alishaan presero a dominare un'area dapprima povera, inospitale e temuta, riuscendo nell'intento di creare una vera e propria oasi desiderata da qualunque creatura, ma mai replicata altrove.


    La Grande Guerra
    ~ cinquecento anni prima della venuta del Divoratore.

    Degli eventi che hanno portato il mitico artefatto dell'Atlante nelle mani di semplici umani, e di come questi abbiano contribuito, se non di prima mano causato la sua rottura, gli atlassiani di oggi non sanno nulla. La gigantesca calamità nota come Divoratore, il caos risultante e soprattutto l'onta terribile degli uomini per questi eventi hanno fatto sì che le informazioni sgradite in mano a loro o controllate dalla Chiesa degli Eterni fossero distrutte in maniera sistematica, censurate e date alla fiamme. Ciò che è incontrovertibile sono i molti errori e orrori che gli uomini e non loro soltanto hanno commesso con l'Atlante Nero, che è finito in pezzi a causa dell'uso scellerato fatto del suo potere dai nuovi padroni. Si ritiene che i mortali abbiano sfruttato l'Atlante per circa trecento, forse quattrocento anni, un periodo in cui l'ordine costituito cambia frequentemente e la corsa al potere diventa una necessità: scoppia la Grande Guerra, un conflitto di portata planetaria in cui la civiltà mortale è tenuta a condividere fra più potenti gli straordinari prodigi dell'artefatto, mentre le Divinità Antiche (ancora conosciute come Eterni) cominciano ad allentare la presa sulle faccende mondane.
    Le esatte circostanze della sua frantumazione sono poi ignote, ma si suppone non debba essere passato molto tempo da questo evento e l'arrivo del Divoratore e tutti sono concordi che l'autentica fortuna del supercontinente è stata quella di non essere stato il primo scenario degli eventi, che si sono consumati altrove, assieme alle genti e alle terre che hanno, per prime, assistito all'avvento della Bestia.



    Anni della Solitudine


    Le popolazioni di Atlas usano ricordare il periodo immediatamente successivo all'avvento del divoratore come gli "Anni della Solitudine". Gli Eterni sono oramai un ricordo agrodolce, confuso fra realtà e leggenda: fino ad allora venerati incessantemente dalle popolazioni, hanno già abbandonato il supercontinente con la rottura dell'Atlante, e se non lo hanno fatto sono morte oppure sprofondate in un profondissimo coma dal quale non si sveglieranno mai. Con loro, muore anche la Chiesa degli Eterni, e nasce il germe del nuovo culto. L'intero continente è nel caos, perché materialmente sconvolto dalle numerose fratture registrate in questo periodo o perché privato di una guida, e nuove guerre scoppiano in ogni dove per i motivi più futili, i potenti accecati dalla più cupa disperazione. Pezzo dopo pezzo Atlas cessa di essere un mondo completo, perde una delle due lune che si erano avvicendate nella sua volta celeste dall'alba dei tempi e per secoli si perdono tracce del pianeta Elarhale, che fino ad allora era considerato faccenda comune. Dei tre continenti abitati della terra, se ne perdono per sempre due, dei quali rimane poco più che i loro nomi: Deashen e Benor.

    anni_della_solitudine

    La Prima Frattura ~ il Divoratore è qui.

    La Prima Frattura è l'evento con cui gli atlassiani sono stati messi di fronte ai loro molti errori. È avvenuta sull'antico continente di Benor, che è stato il primo a soccombere alla potenza inarrestabile del Divoratore che arrivò all'improvviso, senza alcun preavviso per quelle popolazioni (sarà così per molto tempo, fino a che il Culto non imparerà a prevederle) che si arresero, imbelli, incapaci di opporsi alla manifestazione della loro colpa. Molte sono le ballate in onore di Benor, ma i reali avvenimenti sono ignoti, e i cantori intessono da tutta la vita storie su questa devastazione ispirandosi a tutte le altre che invece conosceranno molto bene: una luce anormale che si fa strada lungo l'intera volta celeste, crepandola in milioni di schegge, e appena dopo spezza il mondo, aprendo immense voragini su di un abisso insondabile dal quale erutterà magia per secoli, investendo e cancellando tutto. E per quanti allora alzeranno gli occhi al cielo, volti immensi che sbucano fra nuvole tremende a guardare il mondo nel disprezzo, che preannunciano una notte che durerà decenni. Tutto questo e altre mille apocalissi, perché la fine del mondo, dopotutto, è la cosa più comune su Atlas.


    I Dieci
    ~ secolo primo e quinto dopo l'avvento del Divoratore

    Il mondo si fa sempre più caotico. Il supercontinente diventa all'improvviso piccolissimo, ma soprattutto solo, i suoi fratelli inghiottiti piano piano, ma inesorabilmente, dalla forza più potente che il mondo conoscerà mai. Di quanti restano su queste terre (e sono in moltissimi, per buone ragioni), Benor e Deashen, non si saprà più nulla, ma molti danno vita a potenti migrazioni. Si tratta sempre di un affare confuso e non sempre di successo, perché ancora nessuno sa quali aree verranno risparmiate. Sfuggire a un cataclisma è cosa rara, e nell'arco del primo secolo se ne contano innumerevoli, piccoli e grandi. Sono questi ultimi a ridefinire in maniera brutale le terre che colpiscono, ad affondarle, quando sono fortunate, o a cancellarle del tutto quando non lo sono. Alcune Fratture nascono in coincidenza di vulcani, e il mondo si ricopre di cenere, sconquassato da ferite sempre più profonde, finché semplicemente non si spezza. Per un momento si teme la morte di ogni specie, ma potenti incantesimi vengono intessuti, e in qualche modo il pianeta non collassa su se stesso. Nella sua totalità, il mondo non si riprenderà mai, ma i suoi abitanti sopravvivono.
    Le fortune delle popolazioni non native di Atlas sono però alterne. La cultura Deasheni sopravvive abbastanza nel Laendriel, dove è portata principalmente da umani. Re Iuvali e sua figlia Eprisya sono i principali benefattori del popolo dei chiranti, per lo più nota per aver dato al Suhayl una nuova tradizione militare (l'altoprincipe Alioth sarà un loro discendente). Anche re Arvhas ha successo, in favore di tutta un'altra regione di Deashen, nota invece per la tradizione musicale, Blyss: questo popolo di umani e gnomi troverà pace solo nelle isole del Rohs Sirrah.
    La cultura Benori quasi scompare, benché approdi in qualche modo dall'altro lato del super-continente. Phatua è il re-veggente parnavi che ha previsto la frattura che avrebbe condannato la sua gente e convinto il suo popolo ad emigrare sugli altipiani della Zeigur.
    Questi sono solo alcuni dei Dieci, oramai considerati alla stregua di oggetto di culto, i cui popoli sono stati in grado di sopravvivere fino ad oggi e mantenere una qualche rilevanza.


    Un Perenne Inverno
    ~ secolo secondo e terzo

    Dei molti approdi conosciuti dall'Atlas nei tempi incerti del Divoratore, non tutti sono stati pacifici. Alle volte il supercontinente conosceva un nuovo popolo battagliero, assai confuso dagli eventi, ferito dalla perdita della propria patria opppure ancora incapace di adattarsi alla nuova condizione che dava inizio ad una guerra insensata e portava alla morte di molti. Altre volte, il nemico agiva in modo del tutto nuovo, e si infiltrava neli delicati equilibri del supercontinente in modi diversissimi, cambiando talvolta irrimendialmente il territorio che decideva di occupare.
    Un esempio di questo è il Tövis, quando l'entità nota come Soffio del Gelo fugge da Benor sotto la gigantesca pressione esercitata dalla Prima Frattura e lì si insedia, cambiando il volto della regione in due secoli di agonia. Rispetto a come è conosciuta negli Anni della Restaurazione, la Ravdosha del secondo secolo è una terra fertile di nome Beria, rigogliosa e boscosa, tutta villaggi di agricoltori e cacciatori, dove nessuno si aspetta i cambiamenti epocali che il destino ha programmato per lei. Proprio presso uno di questi villaggi dal nome dimenticato andrà insediarsi Ravdoös, il cui alito troverà la sua prima incauta ospite. Non ci sarà medico, guaritore, stregone né entità magica simil-divina che riuscirà a fermare l'effetto del Soffio sul suo corpo. Alla fine, col sopraggiungere dell'inverno, la ragazza sarà la prima Gelida, e per la dolce Beria sarà l'inizio della fine. La regione andrà indurendosi poco a poco, ricoprendosi di ghiaccio di decade in decade, e per la fine del secolo terzo sarà così in tutto il nord. Gli eruditi del tempo guarderanno con sconforto alla vecchia Beria come l'inizio dell'Inverno Perenne, ma per la civiltà di creature dalla pelle blu e gli occhi di ghiaccio quella sarà «casa», negli anni a venire.


    La Tirannia dei Draghi
    ~ secolo terzo e settimo

    L'Atlas del terzo secolo è un continente ferito gravemente, che accusa i colpi di una guerra impari, ma è anche una opportunità ghiottissima perché qualcuno di potente abbastanza possa esimersi dal cogliere. Nelle corti di quegli stati ancora in piedi e non devastati da guerre intestine fatte di poveri vecchi e nuovi ed esuli terrorizzati di terre lontane si comincia a mormorare il nome di bestie potenti, alate, che potrebbero governarli, proteggerli da loro stessi quando non dallo stesso divoratore in cambio di quell'oro e di quei preziosi che tanto desiderano. Dopotutto, dicono, sono noti draghi in grado di rivaleggiare con divinità, o che abbiano ancora compiuto incredibili imprese e cancellato da soli regni aurei, proprio come le fratture di oggi: le epoche mitiche sono piene zeppe di esempi di questo. E allora, se sono così forti, che male c'è a tentare?
    Probabilmente la tirannia dei draghi è cominciata veramente così. Un patto assurdo fra mortali terrorizzati e bestie mostruose attratte dai loro molti tesori. Le esatte circostanze della nascita di questa tirannia sono in realtà oscure, perché in molti si sono dati pena di cancellare queste notizie dalla storia - gli atlassiani sono bravissimi a occultare verità scomode, dopotutto. Si sa, tuttavia, che un nugulo di draghi anziani prese ad oscurare il sole con le loro ali gigantesche, allontanati dal vecchio Tövis non ancora interamente gelido per insediarsi nel cuore dell'Atem, dove è l'attuale Qytiria. E che vi abbiano soffiato fiamme ininterrottamente per cinquant'anni, radendo tutto al suolo e forgiando una nuova culla per loro e la loro stirpe, che sarebbe durata per secoli, e lambito con lingue di fuoco persino il cuore dell'est. Un proposito, questo, che i loro discendenti molti molti secoli dopo di loro ancora coltivano, all'ombra dei loro palazzi mostruosi, almeno la metà dei quali risale proprio a questo brutto, oscuro capitolo della storia.


    Lo Sterminio degli Elfi
    ~ secolo sesto

    I draghi avevano un nemico. Certo, durante il periodo della loro tirannia, questo nemico era rappresentato da tutto il mondo ancora vivo, subito ravvedutosi delle proprie incaute decisioni, ma è vero anche che i draghi erano così forti, all'apice del proprio splendore, che davvero in pochi rappresentavano un reale pericolo per loro. C'era il Divoratore, certo, ma i draghi capirono subito di non poterlo combattere, e addirittura alcuni fra loro cominciarono a venerarlo in quanto divinità incarnante la loro stessa fame. Ma un nemico in particolare i draghi avevano in testa: gli elfi. Le cause di questa inimicizia sono antichissime, ma è noto che il sangue della civiltà di Elfi che colonizzò per prima Atlas avesse proprietà miracolose nella lotta contro le bestie alate, addirittura per loro mortali. Un tale affronto che non poteva essere tollerato, all'apice del potere dragonico. Lo Sterminio degli Elfi fu un qualcosa di brutale, sistematico, estremamente intelligente e preciso, tanto che i popoli dell'epoca si ritrovarono tutti concordi nel sostenere che una tale causa fosse perorata per mezzo di un qualche rimasuglio di Atlante Nero, che aveva reso infallibili i draghi. I discendenti puri della prima civiltà arrivarono sull'orlo dell'estinzione. E persino una quantità di elfi il cui sangue non aveva più nulla dell'antico veleno finì disciolta fra lingue di fuoco, perché quanti fra i draghi si ritenevano eruditi sostenevano che avrebbero potuto riprendere quelle qualità così spiacevoli per loro. Alla fine, degli elfi non rimase che il ricordo, mentre i sopravvissuti si nascondevano, magari aiutati da altre razze. E molte, moltissime civiltà caddero in rovina.


    Sentinelle
    ~ secolo settimo

    Se già il divoratore non aveva inflitto una ferita sufficiente al mondo di Atlas, la Tirannia dei Draghi gettò nei cuori della sua gente come un'ombra, perché il sentimento di speranza diffusosi in tutti loro (nonostante la gente che bruciava per strada) era autentico. Ma se neppure le creature mitiche più potenti dopo le divinità - che già avevano abbandonato gli uomini - potevano nulla contro la Bestia, a cosa serviva darsi battaglia? A cosa sarebbero valsi gli sforzi mortali? Tanto valeva morire. Che gli anni bui si risolvessero pure fra le fiamme.
    È in questo clima di profonda disperazione che le Sentinelle apparvero. Per quanti li videro per primi fu un qualcosa di anormale, profondamente sbagliato: queste gigantesche costruzioni come stelle accese si svelarono nel cielo o dagli oceani o dalla terra stessa come se fossero sempre state lì, benché nessuno prima le avesse mai viste o percepite in qualunque modo, e avanzarono a guerra bersagliando e ammazzando i draghi e ignorando qualunque altra minaccia. Alcuni eruditi del tempo sostenevano che la loro reale origine fosse antichissima, da ricercare in qualche sperduto continente non ancora interamente inglobato dal Divoratore (probabilmente è davvero così), meglio ancora un'arma in mano ad altri Elfi, mossi a pietà dalla sorte dei loro cugini. Benché la tempistica della loro apparizione fu sospetta, il mistero non fu mai svelato, e di queste straordinarie costruzioni, che gli uomini del tempo chiamarono Sentinelle, si conobbero solo le straordinarie capacità, che furono buone abbastanza da porre fine all'impero draconico. Dopo la guerra, le Sentinelle attive rimasero sospese in aria per secoli, e alcune sono addirittura ancora visibili, fattesi solo più traslucide e indefinite, così com'erano apparse. Molte altre caddero al suolo, creando imponenti crateri da cui uscirono i primi Hederati.
    Nessuna di loro osò battagliare il Divoratore, ma il loro retaggio nella figura dei golem fu enorme, e gli atlassiani ancora ringraziano.



    Anni della Guardia


    Sconfitta la calamità dei Draghi ad opera dei nuovi paladini del mondo, gli Atlassiani sono chiamati a riflettere, e invitati e curarsi le molte ferite di quasi un millennio di Divoratore. Il mondo è cambiato per sempre e le vecchie divinità si fanno ignote, addirittura oggetto di scherno. È un periodo di enormi tumulti che sembra trovare qualche spiraglio di speranza, ma invano. Le Fratture non si sono certo arrestate, diminuite come sono solamente di numero, mai di intensità, e quando colpiscono, dopo lunghi periodi di quiete, i popoli che le subiscono sono doppiamente in pericolo, perché disabituati a tanta violenza. Ma è vero che qualcosa si sta smuovendo, nelle menti atlassiane, e la magia confusa eruttata dall'Atlante distrutto arriva a una sorta di primo compimento. Gli uomini migliorano. Nuove civiltà nascono. Il mondo ferito respira.
    L'evento più notabile di questo periodo della durata di mille anni è da ricercare nell'azione del Culto del Divoratore, che trova il modo di predire le Fratture e di sventare così nuovi disastri epocali, quando possibile. Il periodo è allora noto come Anni della Guardia, proprio in riferimento all'attenzione nuova, fruttuosa del mondo nei confronti delle Fratture. Anche se non tutti i disastri sono evitabili...

    ascesadelculto

    Ascesa del Culto ~ seconda metà secolo ottavo

    All'alba dell'ottavo secolo dalla venuta del divoratore, il Culto è ancora una cosa minuscola, poco organizzata e profondamente detestata soprattutto dalle autorità del mondo civile, coltivata in angoli sperduti dell'Atem Lehelet con poco successo e molto sospetto. Le grandi civiltà tendono a stare alla larga dai nuovi santoni nerovestiti che si dice abbiano contatti con mostri e demoni di ogni sorta, che infestano le loro menti e organizzano sacrifici in nome di divinità ritenute inesistenti. Dopotutto il Divoratore è l'unica divinità che conta davvero qualcosa, e gli uomini si sono tutti rassegnati. Ma lo stesso il Culto raccoglie fedeli. Sono pazzi e disperati, per lo più gli stessi di sempre, ma una nicchia di nuovi adepti si fa sempre più importante: sono magnati annoiati quando non stregoni ambiziosi attratti dall'indicibile potenza della creatura di là dal mare e dei suoi figli. Ed è questo, il fascino per questo potere, l'attrattiva immortale che invero possiede, a dare forma alle nuove caste. Piano piano si muove qualcosa, ed una delle molteplici fazioni del Culto, spinta dalle nuove prospettive e da menti sempre più abili, riesce in qualcosa che i più eminenti eruditi dell'Atlas non avevano neppure mai osato sperare.
    In questo periodo il culto predirrà con precisione assoluta quattro Fratture di seguito per i popoli di Atlas nell'arco di vent'anni. Due di queste saranno innocue, consumatesi nell'oceano, e le grandi civiltà riterranno le onde anomale che investiranno le coste dell'Atem solamente un caso. La terza colpirà nel Tövis, cancellando una popolazione vichinga del nord del Moraive, il cui governo ancorato alla Chiesa degli Eterni insabbierà l'accaduto. Solo quando anche l'ultima civiltà prevista scomparirà per sempre, nel Laendriel, che subirà una ferita a Sud e perderà una grande città con un magnifico faro e ventimila persone, allora i popoli si costringeranno ad ascoltare il Culto.
    La sua ascesa si fa inarrestabile.


    Concilio Atlassiano
    ~ a cavallo fra il secolo ottavo e nono

    L'esigenza di un Concilio Atlassiano è nata poco a seguito della grande devastazione dei draghi, quando i popoli capiscono che in uno scenario di lotta impari con la Grande Bestia che è il Divoratore, diventa intollerabile l'ennesima grande guerra fra fratelli. Ci vorranno quarant'anni di accordi, patteggiamenti e nuove alleanze, un periodo lunghissimo dovuto al fatto che nuove civiltà sorgono e antiche città muoiono nel frattempo, ma finalmente si giunge al Concilio I.
    Il Tövis è ancora una cosa confusa: gli Hederati perorano da molto poco i loro propositi di unificazione delle terre gelide, e i popoli Ravdö sono ancora barbari, assai lontani da quello splendore che conosceranno solo tramite i loro cugini di pietra. Nell'Atem i Draghi hanno lasciato solo devastazione sui confini ed accentrato i poteri, ma se il cuore della regione è un seggio sontuoso, edificato di preziosi e oro, è anche una poltrona scomoda in una città-stato fantasma che manca di un Re. Il Laendriel ferito a morte dallo sterminio del loro più potente popolo deve capire che direzione prendere. C'è anche Dalgon, ma non c'è verso di coinvolgere i suoi Sultani nelle faccende del super-continente.
    Alla fine, il Concilio è una cosa fra alishaan, golem e umani, che vede anche la partecipazione straordinaria del Culto del Divoratore, notabile quantomeno per tenere saldi gli ultimi. A nulla valgono i tentativi di persuadere Qytir o Galzani, che vivono una condizione ancora instabile, morti come sono i loro principali riferimenti. L'incontro si tiene a Navryzra, che è la città più grande e potente del tempo, e i temi dibattuti sono i confini di stato (il problema più opprimente), il Divoratore e il nuovo Culto (ma non si giungerà a nulla), la magia sempre più a portata di tutti (nascerà allora l'Accademia). C'è tempo anche per un dialogo aperto su tutte le questioni dell'Atlas moderno. Viene stabilito un calendario e il nuovo anno zero coincide con l'arrivo del Divoratore, un qualcosa che molti popoli già davano per fatto. Il Laendriel, il Tövis e l'Atem Lehelet, al tempo del concilio, non hanno ancora raggiunto i confini attuali: sono entità ancora lontane dal concetto di nazione, e nessuna di loro occupa la sua porzione di continente per intero. Definiranno, in questo periodo, meglio i propri confini, inglobando formalmente nuove regioni. C'è una lunga discussione su chi, fra le lande gelide e le terre dei draghi, debba farsi carico di Nash Andii, che troverà soluzione solo dopo altri due secoli. Soprattutto, viene stabilito dalle parti coinvolte di non muoversi mai guerra l'un l'altra e che nessuno degli stati debba interessarsi mai degli affari delle altre regioni. È questo il debole compromesso su cui si costruirà l'Atlas dei successivi mille anni.


    Il Cataclisma di Dalgon
    ~ anno mille

    Le storie che ancora circolano su Atlas raccontano di Dalgon come un'isola dove i deserti si allungano per leghe inframmezzati da oasi verdi, e di una civiltà florida di alti palazzi bianchi dalle torri bombate dove si coltivava ogni sapere e di corti dove i re erano filosofi e i filosofi re. Tutti i racconti terminano allo stesso modo: con il grande cataclisma di Dalgon.
    Fra le testimonianze, ogni voce è concorde sulla scoperta di un frammento dell’Atlante Nero in una delle corti delle sabbie e, poco tempo dopo, il disastro che ha reso l’isola un coacervo di rovine e innominabili creature ad abitare una terra di deserti brulli e inospitali. La natura dell’utilizzo del frammento è oggetto di disputa: alcuni riferiscono di un grande Sultano che desiderava schiacciare i suoi pari e dominare sull’isola. Altri narrano di una guerra civile che imperversava fra più fazioni e dell’utilizzo del Frammento nero per porre fine al conflitto fra fratelli. Altri, pochi altri, raccontano la storia di come il Frammento Nero fosse usato unilateralmente allo scopo di sanare i deserti di Dalgon e far sì che le vaste distese di sabbia mutassero in campi fertili per tutti. Qualunque sia la verità, oggi nessuno si avventura più presso Dalgon, che è solo l'ennesimo errore commesso dalle popolazioni di Atlas ed è da allora un monito evidente e terribile: un coacervo di fumi tossici e fiamme che non hanno, ad oggi, alcuna intenzione di smettere di bruciare.


    L'Occupazione Militare di Zeigur
    ~ dodicesimo e tredicesimo secolo

    L'occupazione militare di Zeigur è l'evento con cui l'impero dei qytir prende finalmente forma. Al tempo dell'aggressione, la Qytiria è uno stato nuovo ma fragile, il cui Re, poi primo Imperatore, tiene saldi tutti i clan dei figli dei draghi delle terre centrali e dei Picchi Gelidi con la promessa di ricondurli alla gloria della Tirannia, solo con un piglio nominalmente più moderato dei loro padri. I parnavi degli altopiani del tempo sono un popolo ancora fragile reso esausto dagli sforzi di costruzione delle Grandi Catacombe e dalle nuove avversità della Zeigur, e sono una prima perfetta preda per qytir tanto ambiziosi e affamati di gloria. La campagna militare condotta dai figli dei draghi durerà più o meno cent'anni, soprattutto per le difficoltà territoriali che hanno dovuto abbattere, al termine dei quali gli altipiani saranno interamente annessi all'impero e tutti i parnavi fatti schiavi e largamente deportati, con grandi benefici della produzione dell'impero.
    La portata dell'evento convincerà molte delle più illustri famiglie umane di Lothringen a imbracciare le armi in favore del nuovo stato, che si scoprirà così subito grande.


    Il Grande Esodo
    ~ prima metà secolo quindicesimo

    L'arrivo delle Elari è stato un qualcosa di inatteso per le popolazioni dell'Atlas. Il Laendriel del tempo, che servirà da scenario del loro approdo, è una regione che ha finalmente un capo, quell'impero di Arevik figlio dei Galzani che ha inglobato fra le altre Navryzra, ma che non dominerà da Rohs Sirrah ancora per molto tempo. Soprattutto, benché il popolo luminoso sosterrà il contrario, pochi sul continente ricorderanno di loro, e di quanto questo popolo fosse legato all'Atlas ben prima dell'avvento del Divoratore, in quelle epoche lontanissime che per le Elari sono solo un battito di ciglia.
    Il popolo luminoso arriverà per lo più nel Suhayl, che al tempo è scenario di guerre intestine volte a rafforzare un'elite militare di signori galzani. Le fate riusciranno nell'impresa di azionare antichissimi marchignegni sepolti dalla storia e pagheranno per questo un prezzo altissimo, ma alla fine l'esodo avrà luogo lo stesso e sarà lungo, una cosa tortuosa che durerà per cinquant'anni, e salverà la civiltà Elari. Le fate già presenti sul supercontinente saranno felicissime di accogliere i loro cugini, almeno fino a quando non sapranno dei nefasti avvenimenti di Elarhale, ma si prodigheranno ugualmente per evitare i più grossi attriti con le comunità locali. L'integrazione in qualche modo avviene, perché nessuno è veramente interessato a scacciare dei benefattori all'apice della loro civiltà, quali le Elari invero sono, e le fate, dal canto loro, sono troppo scoraggiate per tentare un qualunque approccio che non sia la condiscendenza. Sarà così per almeno altri due secoli, fino a quando non riceveranno nei palazzi che sono riusciti a contrattare un nuovo Altoprincipe. Si chiamerà Alioth, ed avrà intenzione di dare un nuovo volto all'intero Est.



    Anni della Restaurazione


    Gli Anni della Restaurazione rappresentano il periodo corrente della storia atlassiana. Cominciano con la caduta di Arevik, una nazione che governa da oltre ottocento anni in oriente ed è stato il governo più duraturo fra quelli instaurati dall'arrivo del Divoratore, e rappresentano un'autentica ventata di aria fresca per gli atlassiani. Ciò che più importa è che i popoli hanno oramai imparato a festeggiare anche i più effimeri successi, che in questo periodo si moltiplicano.
    Il Laendriel di questo tempo ha abbracciato larga parte degli ideali Elari o ne è stato grandemente ispirato, e nascono così le prime Repubbliche. L'Atem Lehelet è stato riconquistato dai figli del suo vecchio nemico negli ultimi cinquecento anni, e questi si sono dati il proposito di unificare l'intero ovest: l'Impero Qytir è tutto sommato prospero, per quanto ancora in guerra. Le terre gelide godono dell'alleanza duratura fra Ravdoshi ed Hederati, e solo una causa grandemente sovrannaturale potrebbe scalfirlo... cosa che puntualmente avviene.

    cadutadishillia

    Alioth Alhurhir ~ secolo diciassettesimo.

    Il grande impero di Arevik è il cancro che ha confuso e deviato i buoni propositi di pace e virtù dei laendreliani per quasi un millennio. È anche il governo che ha portato ordine in un est immenso e più che mai diviso a seguito della terribile tirannia dei draghi, ma l'Altoprincipe Alioth vedrà solo il lato cattivo della medaglia, così faranno pure le Elari, e quella sarà una causa che tutti i popoli sposeranno, persino i Galzani che l'impero lo hanno fondato.
    La rivolta comincia all'alba del nuovo secolo, quando le città alleate di Alioth, che al più tardi un ventennio dopo assumeranno il titolo di Sorelle, sentono che non ci sarà mai momento più propizio. I Galzani di Arevik daranno ardua battaglia, ma la vittoria passerà alla storia come schiacciante e assoluta, anche se i sacrifici saranno innumerevoli. Ad ogni modo, l'impresa si compirà ugualmente e il Laendriel si animerà di un processo di ricostruzione molto forte. Nascerà così il mito di Alioth Alhurhir, e tutti i nuovi nati verranno coltivati sugli ideali dell'Altoprincipe. Un proposito di fratellanza edificato col sangue dei fratelli.
    Il Concordato sulla Caduta di Arevik sarà firmato di lì a breve, da tutti i grandi stati di Atlas, ed avrà lo scopo di conservare i confini di stato.


    La Frattura di Nash Andii
    ~ secolo diciannovesimo.

    Quello di Nash Andii è un nome che gli atlassiani contemporanei pronunciano con orrore. Sono scenario dell'ultima incursione continentale del Divoratore, che ha aperto una ferita devastante in quelle che, da allora, vengono chiamate non a torto "Terre Infrante". Dei molti che intuiranno il pericolo, il Culto cade in agitazione già più di vent'anni prima dei fatti, quando i veggenti dell'Occhio vedono per primi il nuovo pericolo e capiscono subito che c'è qualcosa di anormale, anche se stabilire effettivamente cosa si rivela uno sforzo enorme e infruttuoso. L'imprecisione della profezia, nonostante gli sforzi compiuti dal Culto per venderla come un fatto certo, e l'ostinazione dei potenti tovishi di ignorare queste incomprensibili faccende oltremondane sono ciò che condannerà il regno di Eshara - oltreché il motivo che farà inchinare il grosso delle popolazioni nashi dinnanzi al Culto. L'apocalisse che colpirà il Tövis è in realtà una piuttosto fitta serie di fratture piccole e grandi che sarà concentrate in un periodo minuscolo per gli standard atlassiani e che inghiottirà i tre quarti del territorio nashi.
    L'intera regione cambierà volto, ma le nuove faglie non si estingueranno mai, e continueranno a bruciare nel cuore della terra fino ad oggi. Di più, ciò che erutteranno non sarà solo magia incomprensibile e aliti di morte, già noti agli atlassiani, ma un nuovo nemico, che i popoli chiameranno Aberranti, e che saranno un'autentica piaga per il Tövis.


    Il Risveglio degli Abissali
    ~ ultimi cento anni.

    In un tempo lontano, distante dalle catastrofi delle Fratture e da tutto ciò che la storia moderna di Atlas racconta, un popolo nato proprio sul supercontinente dominava il mare e il globo: quello dei malakozoi. La loro storia così come le spoglie della loro civiltà sono andate sepolte dal tempo nelle viscere della terra, e raccontano di errori mostruosi compiuti in favore della gloria e dell'ambizione, già compiuti per mezzo dell'Artefatto più potente del mondo. Errori che hanno condotto un intero popolo sotto il gioco di un incantesimo oggi finalmente spezzato e che hanno devastato le loro terre, vittima come loro degli effetti nefasti della Marcescenza. I nuovi malakozoi tornati alla vita hanno scelto per loro stessi il nome di Halun, ed hanno ripreso a camminare per le strade di Atlas come dopo un lungo sonno, con la pretesa di ignorare le migliaia di anni che li separano dal resto del mondo.


    Edited by Tied - 12/11/2023, 14:24
     
    .
0 replies since 31/3/2019, 23:25   978 views
  Share  
.
Top