[LQS] cosa nasconde sotto

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    La lama affonda nella carne. Senza ostacoli. Il Lanakhor non ha alternative. I suoi occhi incrociano il mio sguardo.
    Non è violenza ciò che provo. Né ciò che ho provato. Un sentimento nuovo, non estraneo, ma che non avevo mai sperimentato. Non so come meglio definirlo se non costrizione. Obbligato a seguire la decisione del gruppo anche se tale sembra sbagliata. Gambizzare una bestia primordiale senza colpe se non quelle di esistere e assecondare i bisogni di sopravvivenza. Scaraventarle addosso un masso. Attaccarla senza remore. Affrontarla in numerosità. Colpirla quando debole e vulnerabile.
    Non è questo ciò che io sono. Ciò che io faccio. Quello che è appena successo mi fa schifo. Ripugna la mia volontà.
    Gli occhi della bestia mi giudicano. Hanno visto. Sentenziano la mia colpevolezza. Pungono il mio pensiero. Il tuo agire non era disinteressato, dicono.
    Sento un crampo nel mio petto. Una sensazione spiacevole. Come se il metallo implodesse.
    Vacillo, perdo le forze. Cado, faccia a terra. Mi manca il respiro. Il fango penetra dentro l'armatura. Insozza me. Pittura di melma il mio cuore. Il mio animo. Non sono rimasto fedele alla mia volontà. A me stesso.

    Un nuovo sentimento si fa spazio. Una sensazione umana: l'infamia. Cresce il pensiero è colpa degli altri. E rimbomba. Come tamburi di guerra TUMP TUMP contro il metallo dell'armatura. Mi pesta. Mi sconquassa.
    Non posso permettermi di lasciarmi andare ad esso. Se lo facessi non ci sarebbe scampo. Morirei.

    Gli occhi della creatura continuano a guardarmi. Sono morti. Eppure li sento vivi, pesanti, roventi.
    C'è un unico modo per sistemare l'ingiustizia di questa faccenda: redimermi. Fare in modo che la bestia non sia caduta per niente. Onorare la sua morte.

    Il dolore si fa via via meno acuto. Torno a respirare.
    Mi sollevo sulle gambe. Dentro, un fuoco rinnovato di brutale invincibilità. Il mio sguardo si sofferma sugli altri. Vi avverto, minaccia con fervore. Afferro l'animale per le zampe e con sforzo estremo lo sollevo da terra. Sulle mie spalle, lo porterò. Farò penitenza.
    Cacciare per sfamare la povera gente è un'azione buona. Giusta.
    Nessun angolo di questa bestia verrà sprecato. Lo spirito del Lenokhor vivrà in noi.



    R o z w a l d

    Livello: 5

    Salute: [40-13= 27/40] Danni modesti, diffusi, al corpo
    Energia: [40-12= 28/40]
    Stress: [4-3-1= 0/10]

    Competenze: Atletica 5, Percezione 4, Natura 1
    Difese: Riflessi 1, Tempra 1, Volontà 3
    Prestigio: Rango 5

    Equipaggiamento:
    - armatura pesante (equipaggiamento semplice)
    - Giustizia: spadone a due mani (arma superiore II; versatile I)

    Passive:
    - Corpo vuoto (immune a colpo fatale per punti deboli)
    - Infaticabile (malus 0/-1 per spese grandi/ingenti)

    Azioni:
    - Prova di atletica 5 (+3)
    - Offensiva alta; impreciso; atletica; volontà; costo 6; effetto 13
    - Offensiva alta; impreciso; atletica; volontà; costo 6; effetto 13
    - Azione difensiva base; volontà; effetto 3
    - Azione offensiva base; atletica; volontà; effetto 5 (+2)
    - Azione offensiva base; atletica; volontà; effetto 5 (+2)
    - Prova di atletica 5 (+1)

    Riassunto: Roz solleva la bestia sulle spalle, attraverso lo svolgimento di una prova di atletica di potenza 6.

     
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    Alla fine sono cadute due grosse bestie. La prima l'avete certo sottratta voi al suo secolare gelo incantato, ma avete lo stesso calato le armi e vinto una grossa preda, che vi ha anche lasciato in eredità un Troll. Che tornate indietro a prendere, naturalmente. Perché la carne è carne, e voi avete quasi un esercito da sfamare. L'ennesima occhiataccia di Rozwald non passa inosservata al gruppo, almeno non nelle persone dei due galzani, che leggono fin troppe cattive intenzioni dietro la sua ennesima provocazione. Ma si accontentano del trofeo che già hanno, di carne e lardo, anziché inseguirne uno di latta che non saprebbero spiegare bene ad Helishev, che per loro è alla stregua di un capobranco. Ti lasciano portare la bestia senza rumoreggiare, quasi accettando il tuo modo personale di trovare la pace, finché non invade la loro, e si occupano di fare grossolanamente a pezzi il troll, ficcarlo in alcuni grossi sacchi che si sono portati e infine distribuire il suo peso fra loro e Haan.
    – Ti spiace? – Chiede Gor, che allunga la sacca meno voluminosa. Il rapporto fra voi è diverso: c'è una forma di rispetto ora, come quello che intercorre fra chi è disposto a collaborare. Tale che accetterebbero anche un rifiuto senza fiatare. Questo a loro riesce meglio che non assecondare le pretese di un pazzo. Dopotutto sono Galzani. A renderli schiavi per capriccio ci hanno già pensato altri.

    E la seconda? Più subdola e a diverse ore di cammino, era il sospetto, insinuatosi fra i più degli esodati. O peggio ancora, negli stessi bambini che alla fine avete accolto, ma non con troppa allegria. Dar'yana si è comportata bene, e ha vinto le resistenze dei nuovi arrivati davanti ad una richiesta impossibile. Se ne ricorderanno. Ma ricorderanno anche la giustizia dell'azione, il rispetto, la gentilezza. E alla fine il ricordo di questa giornata si farà agrodolce. Dopotutto, sono stati trattati meglio qui che dalla communità che li ha cacciati. Scalciare e ringhiare troppo non li aiuterà oltre: è una lezione che il leader ha appreso, anche se adesso è troppo disperato per mettere in ordine tutti i pezzi. Così non vi rimane che aspettare il ritorno dei cacciatori. Con un funerale da preparare e una veglia da rispettare, mentre Helishev osserva in silenzio con occhi che vanno molto indietro nel tempo.

    Vi ricongiungete ore dopo, quando il sole dovrebbe già essere tramontato, ammesso che le osservazioni dei più che vi circondano siano corrette. Lo fate con un certo sollievo di entrambe le parti. Il campo di Helishev ha acceso molti fuochi. Alcuni magici, ad opera del mangiapietra e verso l'esterno, altri no. I primi dovrebbero tenere ben lontano i nemici, i secondi riscaldare meglio gli amici - e chissà, magari arrostire qualcosa. Il punto è sempre lì. Fortunatamente, sono ben quattro le prede con cui i cacciatori ritornano. Il Troll, ovviamente, attira l'attenzione di tutti ancora più del Lanakhor, che Dorvast il mangiapietra fissa immobile per venti minuti buoni, prima di esprimersi in un sospiro fin troppo accentuato, come fanno gli umani davanti a fatti più forti di loro, quando borbotterà qualcosa a proposito del fatto che lo conosceva.
    Siete sopravvissuti. – Commenta allora Helishev, per distrarre dal compagno. – Mi avete quasi fatta preoccupare. Cosa abbiamo qui?
    I galzani sogghignano quando escono fuori la terza e al quarta preda, recuperate da solo sulla via di ritorno con un'azione veloce, di mestiere. Sembrano volpi grasse, ma hanno zampe anteriori straordinarie, per non dire deformi, che da vive le sostenevano senza che quelle anteriori poggiassero a terra. Adesso hanno proprio l'aspetto di grossi polli, che i bambini osserveranno in tralice.
    – Mai viste. Forse la Stagione ha risvegliato pure loro. Ad una manca una zampa. – Osserva Artak, mentre Helishev si sincererà delle condizioni di Rozwald ed Haan, prima di condividere con loro i molti fatti della giornata e infine congedarli.
    Mettete quella roba a cuocere. Mangeremo, poi penseremo al funerale. Irina, dà una mano con la carne, per favore. – Si rivolgerà allora così a tutti, sbraitando un'altra mezza dozzina di ordini al medico, a qualche uomo in forze per fare da guardia al perimetro dei fuochi incantati di Dorvast e a donne gelide preparatesi per il funerale.
    Più o meno allora, mentre i galzani cominciano a lavorare di fino col coltello per separare le parti commestibili da quelle che non lo sono del Troll, che finirà almeno per la metà come stufato, Irina sentirà tirare alle spalle. È il leader del gruppo, che porta nuove.




    Qm PointNulla in particolare, ci vediamo in supporto. Haan e Rozwald hanno "la serata libera", ma possono contribuire come vogliono.
     
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    * Cosa nasconde sotto *
    - La Quinta Stagione -
    Il capo di Irina era appena flesso in avanti, rischiarato e riscaldato da uno dei tanti falò accesi da Heli con l'avvenire della "sera". Ormai la Quinta Stagione pareva voler cancellare ogni certezza, persino quelle più basilari. Sgomento nella piccola, vigile attesa nella donna interiore, anche quando i compagni in esplorazione tornarono non a mani vuote. Stomaco brontolante, pregustazione di un pasto caldo in arrivo. Con integrata richiesta di aiuto, cosa che l'animo buono di Irina attendeva da tempo. Fece un cenno afferrmativo tirando ancora su col naso, ancora devastata dalla terribile scelta di sua madre. Troppi pensieri si affacciavano in lei, dettati dall'empatia e dalla giovane età che le rendevano difficile assimilare i motivi di Dar'yana. La quale non perse tempo a manifestarsi ancora, un imperioso comando in mezzo al turbinare di infiniti rimpianti.
    " Non distrarti. "
    Abituata ad avere tutto sotto controllo, la Gelida detestava quando esso non fosse assoggettato a lei nel lasciare spazio alla figlia. Le avrebbe concesso di sporcarsi le mani per gli altri, azione ch'ella giammai avrebbe compiuto in prima persona, senza tuttavia dimenticare l'importanza dell'autopreservazione. In tempi di carestia e di apocalisse, le distrazioni anche minime divenivano fatali. E Dar'yana questo non poteva concederlo nemmeno a Irina. Così la piccola iniziò a sollevarsi le maniche del mantello, pronta a seguire le indicazioni dei cuochi e dei più esperti in cucina per trattare la carne degli animali cacciati. Calderoni pronti, fuoco acceso, restava solo da occuparsi della proteina. Fu in quel momento che le spalle minute ricevettero una stretta gentile ma intensa, al punto da costringerla a voltarsi.

    Le iridi verdognole, pur se offuscate e umide, identificarono il leader del gruppo di bambini annesso al loro.
    « Mh, s-sì? »
    Irina asciugò veloce i residui di lacrime ancora tremolanti lungo le ciglia, gli occhi rossi e gonfi di pianto. Ma nonostante tutto la sua attenzione era fissa sul bambino - così come Dar'yana, nel silenzio, era pronta ad ascoltare.
    « P-penso che devo dirti qualcosa. »
    La risposta giunse a sua volta esitante, gli occhi dell'altro che saettavano veloci dal basso dei propri piedi al bancone con gli animali macellati. Involontario movimento di sguardo nel medesimo punto, con annessa la tipica confusione dettata dall'innocenza bambinesca. Perché era venuto da lei? Non sentendo alcun tipo di protesta o suggerimento da parte della madre - che poteva significare disinteresse o riflessione - Irina proseguì.
    « Ti a-ascolto. O preferisci appart-tarti da qualche parte? »
    Chiese la bambina, scossa di tanto in tanto da qualche singhiozzo. Era convinta si trattasse di qualche confessione, forse un rinnovato spirito vendicativo per aver condannato a morte il loro amico. O forse uno sfogo in vista della cerimonia che si sarebbe tenuta dopo la cena, una cerimonia che anche la stessa Gelida in qualche modo temeva.
    « Uhm. » Irina empatizzò il disagio dell'altro, lo rese suo con un lieve disappunto interiore, evitando di far notare la presenza del Galzani a fissarlo. Avrebbe solo peggiorato la situazione. « No, no. S-stai bene? »
    Fu grata intimamente della domanda, anche se non diede modo esteriore di lusingarsene. Irina annuì piano, pur se con espressione affranta.
    « Sono solo... scossa. È l'idea dei funerali che... che... »
    Non riuscì a terminare la frase, sopraffatta da ricordi che avrebbe voluto dimenticare, ma sollevò ugualmente gli angoli della bocca in un tentativo malconcio di sorriso. Non per finzione, sia mai: prima il benessere altrui, poi il suo. Decisamente non era il caso di inondare il bambino dei propri ricordi, soprattutto legati al padre che tanto aveva amato.
    « Già. » Chissà cosa stesse pensando ora di lei, dato il repentino cambio di personalità senza apparente senso. Il colore delle iridi, con i bagliori dei fuochi, sarebbe risultato pressapoco lo stesso senza risaltare la differente sfumatura. « Senti. Sai com'è andata. Al vecchio villaggio siamo stati attaccati. Poi ci siamo vendicati. Poi... il mio amico si è ammalato, e ci hanno cacciati. »
    L'urgenza nel tono di lui la preoccupò, ancor più nel far tornare l'attenzione della bambina sulla creatura monca di una gamba come accaduto prima.
    « Credo... cioè... che sia lo stesso animale che ha mangiato... »

    I successivi singhiozzi ferirono il cuore di Irina come se fosse stato trapassato da spuntoni di ghiaccio. Il suo stesso elemento ritorno a mo' di arma. Si sentiva devastata ancora una volta per la tragica fine del loro amico, quasi avesse ella le mani sporche del suo sangue. Ma tutti quei sentimenti di dolore e di sofferenza furono presto annichiliti dalla gelida voce di sua madre, del tutto ininfluente alle lacrime dei due minori. Questa volta però incalzante, secco e perentorio il tono ma lasciando trapelare una certa esigenza.
    " Chiedigli di spiegarti a fondo la faccenda. Se è come credo... "
    La mente analitica della donna aveva già compiuto la logica connessione, Irina ovviamente no. Ma messa al corrente a sua volta, anche in lei iniziò ad affacciarsi un terribile presagio. Lo sguardo spaventato corse al soggetto in questione, distogliendolo subito con altrettanta rapidità.
    « Vuoi... parlarne meglio? Se te la senti. »
    A detta di Dar'yana, quell'ultimo commento poteva anche evitarselo. Doveva conoscere i dettagli della questione, a qualsiasi costo: aprire un varco in cui far ritirare l'obiettivo equivaleva a un fallimento. Per fortuna, nonostante i tentennamenti emotivi e i sospiri atti a calmarsi, il leader non si trasse indietro nel rispondere.
    « Credo che... quell'animale... sia lo stesso che ha attaccato il villaggio. E si è portato via... il nostro amico. Poi è tornato da noi una seconda volta, ma gli abbiamo tagliato una zampa ed è fuggito. La zampa... che poi ha mangiato.. quello di noi.. che poi si è ammalato. »
    « Ne... ne sei sicuro? »
    Era più una domanda retorica, la sua, ché dubitava si sarebbe scomodato per raccontarle frottole. E perché sentiva l'urgenza della madre a doversi muovere, il prima possibile. Annuì con aria grave, cercando di assimilare il potere della notizia.
    « Ti ringrazio per questa preziosa informazione. »
    Gli sorrise, questa volta con un briciolo in più di serenità, prima di alzare un braccio per farsi scorgere da Heli in modo che la raggiungesse. Era lei la diretta interessata alla questione, lei che avrebbe potuto aiutarla a fermare quello che poteva divenire un mattatoio a cielo aperto. Silenzioso, inesorabile, distruttivo. Da un lato Irina pregava di salvare le persone grazie al tempismo del bambino, dall'altro Dar'yana non aveva alcuna intenzione di sembrare una sciocca e vedersi disgregare il gruppo per colpa di una negligenza del genere. Non sotto il comando suo e di Heli. L'onore ne andava più del benessere altrui, l'ennesima differenza a separarle del tutto.

    Dall'ilarità iniziale, la simile passò in fretta a un'espressione più tesa. Proprio quello che Dar'yana si aspettava, che la Gelida comprendesse l'imminente pericolo o che sospettasse la possibile piega degli eventi.
    « Allora? »
    Sentendo il peso addosso di una simile responsabilità, dacché la madre non accennava ancora a voler riassumere il controllo, la bambina si sforzò di prendere in mano la situazione.
    « Credo... credo ci sia un problema urgente da risolvere. » Farfugliò a bassa voce Irina, abbassando il capo in segno di rispetto nei confronti della Gelida. Poi cercò di riprendersi dal misto di tristezza e paura che aveva provato. « La preda a cui manca una gamba. È lo stesso animale la cui carne ha causato la malattia del bambino, secondo il suo racconto. Perciò, se lo mangiamo anche noi... »
    Le venne una strana sensazione opprimente al petto. Quella di un pericolo imminente, se non fosse stato sventato. La conclusione a cui ella non sarebbe mai arrivata, non fosse stato per la sagacia di Dar'yana a guidarla in silenzio. Ebbe per un attimo timore che una simile ignoranza le sarebbe risultata fatale un giorno, tanto quanto dannosa per chi diceva di voler proteggere. Perché non credeva che la madre sarebbe rimasta per sempre intrappolata nel suo corpo, rendendola forse più vulnerabile a pericoli simili.
    Se Heli parve voler soppesare le informazioni fornite da Irina, ciò non fu per il Galzani cacciatore di quella creatura. In fondo poteva capirlo, aveva speso forze e forse altro per donare cibo al gruppo. Ma la sicurezza prima di tutto... e la Gelida sembrò intenzionata ad assicurarsene, oltre che sventare una possibile protesta da parte del bambino riportante i fatti.
    « Chiamate il medico. Vediamo cosa può dirci. »
    Le spiegazioni fornite dall'uomo non soddisfarono Dar'yana, tutt'al più perché non aveva che installato ulteriori dubbi nella gente attorno. Toccava dunque a lei, o meglio a Irina, dimostrare la veridicità dei fatti e non lasciarsi suggestionare dalla carenza di cibo. Vero che ammazzare parte del gruppo con quello strano morbo avrebbe reso le cose più semplici per tutto l'accampamento, ma non poteva dimostrare che fosse stato accidentale. Il leader sapeva, glielo aveva confessato perché forse voleva redimersi; con l'aggiunta dell'empatia di sua figlia, Dar'yana non aveva avuto altre scelte.
    « Posso controllare la carne? Basterà poco per verificare che sia salubre. »
    Gettò uno sguardo ai presenti, soprattutto verso il bambino come a lanciargli un messaggio di vicinanza. Era fiduciosa che l'esame avrebbe confermato senza ombra di dubbio quale fosse la verità. Mani veloci in fretta affondate nella carcassa, ispezionandone ogni anfratto. Bocca, corpo, zampe, organi. A volte dovette trattenere qualche conato per quanto stesse compiendo, vari brandelli di carne e schizzi di sangue a macchiarla inesorabile. Alla fine qualcosa trovò nello sforzo di esaminare ogni centimetro della carcassa. Troppa saliva e denti troppo consumati, come in preda a un forte bruxismo prima dell'abbattimento. Abbastanza perché il medico corse ai ripari, ricordando una malattia dai simili sintomi. E considerando quanto accaduto al giovane moribondo... Heli si convinse a distruggere la creatura con soddisfazione comune di Irina e Dar'yana, sebbene per motivi diversi.

    L'abbraccio del bambino giunse totalmente inaspettato, tanto per l’irruenza quanto per le condizioni in cui la Gelida versava.
    « Ma no, ma no, sei tu che ci hai salvati. »
    Irina avvampò di colpo per l'abbraccio pur ricambiandolo, le gote dalla pelle azzurrognola che divennero di un tenue color glicine. Seppure stanca e sudicia era decisamente contenta di come si fosse risolto il problema... e sotto sotto le parve di udire qualcosa simile all'approvazione da parte della madre. Il cuore le si gonfiò di gioia. Era stata in grado di ribaltare il risultato a suo favore, tra l'altro senza arrecare danno a nessuno. Passò in rassegna il leader, tornato trionfo dai proprio compagni, per poi fissare le iridi su Heli. Eloquente il messaggio che volle passarle. La bambina si limitò ad annuire. Sua madre era stata chiara, per quanto detestasse la perentoria scelta: se avessero combinato altri guai lei li avrebbe scacciati via. Per questo motivo si era lasciata andare alla felicità non appena il leader aveva letteralmente salvato il gruppo da morte certa, perché aveva dimostrato di non voler tradire la loro fiducia.
    « Vuoi che continui a dare una mano con il cibo? O che faccia tornare mia madre per il funerale? »
    Chiese dopo lunghi attimi di silenzio a Helishev. Lei sapeva il suo segreto, non c'era mai stato alcun dubbio nel voler mettere al corrente la simile di chi fosse davvero.
    « Puoi continuare o prenderti una pausa. Per il funerale c'è tempo. Abbiamo già finito coi preparativi del caso. Certo, se magari il sole desse una tregua. »
    « C'erano stati dei tuoni, prima. Forse è in arrivo una tempesta. »
    Di riflesso guardò in su, gli occhi verdeacqua che fissavano a sua volta il cielo con aria affranta. Non le piaceva quello scombussolamento da parte del cielo, che già il clima più torrido aveva minato non poco la sua resistenza nelle terre degli Hederati.
    « Questo posto rischierebbe di diventare un pantano. » I calci insistenti sul terreno la distolsero per due secondi dalle nubi aleggianti sopra le loro teste.
    « Pantano? Che il Soffio del Gelo ce ne scampi! »
    La piccola si coprì la bocca ed ebbe un singulto di apprensione, al quale si unì il dubbio di Dar'yana martellante nella testa e che lesta riportò.
    « Siamo... preparati per un'evenienza del genere? Cioè, se dovesse davvero piovere, non vorrei che si allaghi anche questo posto. »
    La risposta non poteva che essere tra le peggiori.
    « No. Non c'è un luogo adatto per miglia, i ricognitori lo hanno confermato. Forse la grotta dei ragazzini, ma non penso avremmo potuto raggiungerla neppure camminando tutto il giorno. »
    Non aggiunse altro alla constatazione di Helishev. Se ne rimase in silenzio ancora per un po', sempre puntando le nuvole, prossima poi ad alzarsi per aiutare i cuochi a preparare la cena.
    « Gronk aiuta te. »
    Irina annuì con l'ombra di un sorriso verso il fidato amico Hederati, in disparte per tutto quel tempo. Si era occupato di Svin'ya frattanto, un accorgimento per cui la bambina ne sarebbe stata sempre grata. Finite le incombenze legate alla cucina, Irina si servì di poco stufato di troll. Dar'yana l'aveva spinta a cibarsi con l'unica pietanza che il medico aveva reputato commestibile di sicuro, perlomeno per riprendere in toto le forze. Perché poi sarebbe giunto il momento del funerale, ricordi di entrambe legati a una simile lastra di ghiaccio in cui era stato conservato Valerij. Nulla di diverso dalla bara in cui era criogenizzato il corpo di Dar'yana. Tipico di un Gelido affidarsi al Soffio e al potere dell'elemento, anche quando ci fosse la Quinta Stagione a volerlo fondere. Cordoglio, solenne silenzio, rispetto per il povero caduto. E quando Irina avesse chiuso gli occhi per riposare, una volta aperti di nuovo le iridi sarebbero tornate quelle azzurre di Dar'yana.

    Salute 40/40
    Energia 40/40
    Stress 3/10

    Competenze Artigianato IV - Natura IV - Carisma II | Influenza V
    Classi di Difesa 1[r] - 2[t] - 2[v]
    Ferite: ---
    Status: ---
    Bonus: ---
    Malus: ---

    Equipaggiamento:
    - Albedo [Mangiamana II][Nascosto]

    Passive:
    - Rigenerazione: +2 Risorse a scelta all'inizio di ogni turno
    - Ispirazione: +3 Risorse a scelta ogni 15 danni inflitti

    Attive:
    //

    Prove effettuate Natura (7)

    Riassunto: Dar'yana spende 3 punti stress per superare la prova di Natura da 7, per provare che la carcassa possa essere pericolosa. Si nutre con lo stufato di troll ed effettua un Riposo Medio, che le ripristina +2 di stress.
     
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    H A A N


    Haan_2
    Libero. Divertente pensare di poter avere un momento libero, in un sasso alla deriva che va rivoltandosi su se stesso nelle acque torbide del destino. Un momento libero per dimenticare quello che è trapassato, per calare nelle braccia della notte profonda - se mai giungesse. O di un'anima amata, per chi ne ha la fortuna. Forse già sta aspettando, laggiù tra i vivi che ancora nutrono speranza, ma temono di enunciarlo.
    Un momento libero, e basta così poco per gettarlo alle nevi sozze di orina. Così fa un cervello esausto che pur rimugina, ispirato da una qualche scintilla fugace nella solitudine pesante di qualcosa di talmente antico da generare oppressione. Così mi avvicino al litoideo Dorvast susseguendomi al mio altrettanto non biologico compagno, come parlando a una persona molto distante.
    « Hai parlato del Nord quand'era giovane. Com'era allora? » Un tentativo, una domanda ripetuta, per provare, ma con una pagliuzza d'interesse nel cuore. L'intera mole si sposta, col ritardo dell'eco di montagne lontane.
    « Mmmh. Beh. No aberranti. Campioni... di più. Tanti amici. Qualche stagione, sì. Meglio, peggio. » Non un capolavoro d'eloquenza insomma. Una piccola finestra appena appena socchiusa sul tempo sepolto.
    « Addirittura peggio di ora? » Il mangiatore di sassi deve averne passate tante, anche troppe. Forse per la sua grigia materia è in fondo un bene non ricordare. Il suo sguardo è fisso, su di me o sul niente.
    « C'è carne su fuoco. Cibo, bene. Manca un tetto, ma dormire... non problema. Tempo fa, tanti terremoti. Perso amici mangiapietra e umani. Nessun posto sicuro. Qui, oggi, sicuro abbastanza. » Mette davvero tutto in prospettiva.
    « Mi dispiace. » Per aver rivangato memorie di compagni persi. O per averne forse eliminato l'ultimo.
    E qui è la campana a salvarmi. Ora di mettere qualcosa sotto i denti. Qualunque cosa.

    Un pasto consumato con inerzia, nella bolla di chi piano piano si cala nell'isolamento che prende chi ha dovuto reggere la fatica del giorno. Solo l'istinto di assimilare la razione, e giusto una punta di soddisfazione nell'osservare il banchetto. La consapevolezza di aver fatto qualcosa di buono, in fondo. Rende quasi meno aspro il dover partecipare al funerale di un bambino.

    Il bianco di fiamme innaturali. Un bianco danzante dapprima puro, via via sempre più argenteo. Grigio.
    Quelle impronte nella neve.
    « Ce la siamo vista brutta quella volta, eh? »
    « "Per parafrasare", ti avrei risposto allora. Mannaggia, Ham'Aas.»
    Ma anni dopo, davanti al caldo focolare, anche i ricordi più cupi possono diventare piccoli tesori. Il compagno ritrovato distende le braccia da mollusco punteggiate di ventose, mentre la chela sottile posa la tazza mezza svuotata. Un mezz'elfo e un halun, tali e quali a quella volta là... eppure ne è passata di acqua sotto i ponti. Di lì a poco, avrebbe colpito la Quinta, e il ritrovare il calamarcio taciturno in un localaccio malfamato, per coincidenza, beh è uno degli ultimi momenti lieti prima di tutto questo.
    Eh già, quel villaggio laggiù nel Moraive ci riuscì quasi, a farci la pelle. Quei mezzi-uccelli delle montagne d'oriente non ci andavano per il sottile, col loro odio. « Hanno portato la marcescenza tra noi. Maledetti… » si sentiva bisbigliare, attorno. Sapevamo che sarebbe stata solo questione di tempo, prima che scagliassero il primo sasso. Contro gli untori, i forestieri eletti responsabili della loro sciagura. E io allora avrei risposto, nel modo più orrifico. L'unico possibile, ormai.
    « Basta. »
    Questa sì che è una novità. Può un vecchio ricordo colpire la mente con nuova forza?
    Gli attori si fermano, instupiditi, persi. Nel vuoto. Si placa la loro e la mia mano. Tre volti, tre maschere fondono, neve grigia al sole. Tre brutti anatroccoli si rivelano cigni.
    « Cessate il vostro futile scontro! Il Tempio di Ea'Vraan non può tollerare la follia dei suoi vicini, oltre la montagna. »
    Il luccichio di una gemma, e tutto si perde, confuso.
    Non è possibile, non è corretto!
    Ma gli occhi di Amatheya questo non lo vedono, quando incontrano i miei.
    « Ehi, il rito è finito. » Mi sussurra reggendomi la guancia. Quanto... quanto tempo è passato?
    Il tempo di uno strano sogno che si inabissa nell'oblio di una gelida fiaccola azzurra.
    « Torniamo "a casa", allora... o credo che tra un po' ti toccherà trascinarmici. »
    Oggi è stata una giornata troppo lunga, e lo sarà anche domani.

    CITAZIONE
    Prove:
    Azioni: Haan mangia lo stufato di troll e fa un riposo lungo. Se ho capito bene recupera 40 di risorse (8 salute + 32 energia) e 5 stress.
    Bonus:
    Malus:

    Stats
    Conto:
    Livello: 5
    Risorse di Base:
    Energia: 40(8 + 32) | Salute: 32(24 + 8) | Stress: 10 (5 + 5)
    Punti Competenza: [10/10]
    Arcana: 4 | Furtività: 3 | Atletica: 2 | Percezione: 1
    Classi di Difesa: [5/5]
    Riflessi: 2 | Tempra: 1 | Volontà: 2
    Lingue parlate:
    Atlassiano, Elfico, Aliothi

    Abilità Artefatto: [5/5]

    Bussola del cercatore: tale bussola, infusa di magia oscura come tutti gli oggetti che ti porti dietro da decenni, con un po' di pazienza puoi farla puntare nella direzione di ciò che cerchi al momento. Se ti trovi in un gran casino ora, è solo perché hai voluto mostrarla alla tua nuova compagna in un istante di deficienza. Ti dà una chance in più di ritrovare una creatura, persona o cosa perduta, a patto di averne un'immagine abbastanza precisa in mente. Il quadrante stesso, color avorio, vira progressivamente sull'arancio all'accorciarsi della distanza dall'obiettivo. Data la sua importanza per te, la mantieni in un piano immateriale di oscurità, al quale solo la tua mente può accedere per recuperarla.
    [Attrezzi del mestiere (+1 Percezione: Inseguire)][Nascosto][2 Slot]
    Jessica: C'è pure una spada a una mano di ben maggior valore, che è diversa da tutte le altre e sulla cui lama è incisa la parola Jessica: è del capitano, prenderla sarà molto più difficile. [prova di furtività] Riesci a prendere la spada senza che il Capitano se ne accorga, per adesso. Non appena la afferri senti qualcosa dentro cambiare: una addizione che ti rende un po' diverso da ciò che eri, un po' migliore. Sembra che lei abbia una parvenza di una coscienza e che tu le piaci, così tra le altre cose ora puoi farla apparire nella tua mano ogni volta che desideri. Goditela finché puoi, ché le donne sanno essere delle persone estremamente lunatiche. (there were dragons)
    [Attacca su Riflessi][Arma curatrice I][Versatile I (Tempra)][Nascosto][3 Slot]

    Abilità Personali: [5/5]

    Convivio d'Inferno: al culmine dello scontro, se danneggiato o in preda a quella frenesia istintuale di cui provi grande ribrezzo, ecco che i segni sulla tua pelle si ramificano su di essa e sul mondo esterno, formule di antica fattura che evocano la Congrega di Asmeretk. Orrificante stato in cui il tuo corpo si trasforma in un piceo fulcro abissale dalla vaga forma umanoide, con mille occhi di brace, ammantato da nere creature striscianti: scolopendre che si perdono indefinite nel buio con l'essenza delle arti precluse. La Congrega, mente alveare la cui volontà può confliggere col tuo intelletto superiore, ingloba e divora la carne e il sangue degli sconfitti, traendone possenza. Una volta riacquisito il controllo, sarai risanato; ma a quale prezzo.
    [Passiva di Recupero: Trionfo (Salute)][2 Slot Abilità]
    Ombra di Madràk: una creatura ha sfidato la tua furia interiore al punto che il tuo sangue ribolle e percepisci il nero potere espandersi sulla pelle. L'inchiostro maledetto dalla fronte, ti attraversa e si propaga a terra, in acqua o anche nell'aria, come serpe immateriale scatta e morde in una frazione di secondo, lasciando un'ustione nell'area colpita.
    [Attacco di Arcana su Riflessi][Costo 8][Effetto 12][1 Slot Abilità]
    Occhio di Ea'Vraan: senti scorrere le sfolgoranti correnti del mondo. Un anello di luce aurea o celeste si frappone tra il nemico e te, proteggendoti come un vero scudo. Il talento non è stato ereditato da Asmeretk, ma ti è stato conferito da Gorthan l'Illuminato, come ringraziamento per averlo aiutato a rintracciare i propri fratelli dispersi e addormentati.
    [Difesa attiva di Volontà][Costo Variabile I (3/5)][Effetto 4/6][1 Slot Abilità]

    Istinto di conservazione: schivare quel fendente di spada è decisamente una buona idea.
    [Difesa attiva di Riflessi][Costo 8][Effetto 10][1 Slot Abilità]
     
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    Passano giorni. Forse settimane. Qualcuno dei profughi sicuramente ha smesso di contare, ad un certo punto, soprattutto perché esausto dal continuo marciare. Helishev è una donna gelida, ma non tutti lo sono, e c'è più divisione nella crisi. Di più: è un campione del Gelo, e questo insinua il tarlo che abbia instaurato lo stesso regime militare su tutti, e per alcuni è veramente intollerabile. Nascono discussioni che si fanno sempre più accese, sotto un sole che non muore mai. Alla fine, i profughi si scindono. C'è chi resta con Helishev, a seguire una marcia che altri danno per sconsiderata, e chi va via, prendendo una strada diversa. Vi abbandonano trenta persone, soprattutto anziani radunati attorno a capivillaggio più vecchi di loro, tutta gente di cui non saprete più nulla.
    Quella stessa sera, la gelida osserverà che vi state muovendo a circa un terzo della velocità che lei avrebbe tenuto, e che non sa se questi sacrifici saranno sufficienti: il nord del paese è pieno zeppo di laghi gelati, e con questo sole maledetto scioglieranno. Muoversi per queste acque non sarà facile. Il giorno dopo, riprendete il viaggio alla stessa velocità.
    C'è da dire che questo clima ha cambiato molte cose. Lo scenario, certo: le distese innevate adesso sono lande infinite di terra bruna. Ma anche le risorse alimentari del paese sono cambiate. Il lanakor cui avete dato il colpo finale deve avervi portato molta, molta fortuna, perché larga parte dei vostri problemi viene spazzata via da una caccia sempre proficua, ricca di carni diverse, come il benestare di un avatar spirituale. Proprio qualcosa in cui alcune tribù di gelidi fra i vostri profughi crede ciecamente, ed è di sovente argomento di discussione lungo la marcia. Quanti di voi hanno consumato la carte di troll, invece, vedono un netto miglioramento delle loro prestazioni fisiche, come se la forza della bestia li avesse rafforzati, ed anche questo si è rivelato molto utile in questo lasso di tempo. Anche di questo elemento c'è una forte credenza fra i vostri profughi, ma ne parlano meno, forse perché questa carne non è stata toccata da tutti. La realtà, è che tutto considerato, state bene. La Quinta non ha avuto fenomeni diversi da quel sole maledetto che tiene sempre lunghe le vostre ombre, e neppure quando il cielo si fa più nuvoloso e minaccia di piovere, succede mai veramente qualcosa di troppo spiacevole. Alla fine, però, arrivate alle zone dei laghi. Giusto in tempo perché Dorvast, il mangiapietra che doveva essere la vostra bussola vivente ricominci a sentire... qualcosa. Di non troppo certo, però.

    Muovete lungo una sottile striscia di terra che sembra separare due grossi laghi dalle acque cristalline, ma comunque appena mosse da una leggera brezza. Non è un'informazione di cui potreste normalmente servirvi, però, perché nel frattempo il nord è cambiato così tanto che ovunque voi siate la conformazione della superficie è tanto diversa da non rispecchiare mai, come avete imparato, cosa nasconde sotto. E i misteri non finiscono mica qui. La ragione principale per cui vi siete arrischiati a intraprendere questa strada, che in tutta onestà Helishev avrebbe volentieri fatto a meno di dettarvi, è su richiesta del mangiapietra stesso. Peccato che i più accorti di voi abbiano tutti i sensi così in allerta da fare male, e c'è persino una ragazzina che caccia uno strillo così forte da farvi fermare tutti. A sua discolpa, questa piccola figlia dell'inverno che fa parte proprio del gruppo dei bambini profughi che hanno fatto amicizia con Dar'yana, ha un insetto grosso quasi quanto il suo pugno su un braccio. Tanto che uno dei bambini chiederà: – E quello che straca... è?
    Riceverà risposta dal medico del gruppo, che chiamerà l'insetto libellula, affermando che la reazione della bimba è comprensibile, perché non è che al nord gli insetti siano mai stati così grossi come questa libellula qui, che uno dei suoi amici afferra a piene mani per cominciare a giochicchiarci.
    In effetti, non è che al nord gli insetti siano... proprio mai stati.




    Qm PointAll'amicizia, fatemi una prova di percezione di livello 3-4-5.
    Rozwald salta il turno, ma non il riposo, che autoconcludo per lui essere lungo come quello del compare Haan. Prego, non c'è di che.
     
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    Mattina. Almeno credo. Camminiamo da ore su questa passerella insidiata dalle acque. Laghi. Non mi piacciono i laghi: acque ferme, profonde, dove fiumi e ghiacciai travasano il loro pattume. « Non so se ci sono solo libellule là sotto. Questo sarebbe il posto perfetto... »
    Come un'increspatura nell'acqua.
    Come un movimento impercettebile della terra.
    « ...per una trappola! Attenti di là! »
    In coda al gruppo, sulla destra, emerge il bastardo. Lo bersaglio prima che possa attaccare. Nemmeno l'ho visto, davvero, ma quell'istinto mi dice di farlo.
    Il dardo nero esplode sulla creatura. Ho agito di fretta, non devo averle fatto troppo male. Frattanto la bambina fa forse miglior uso del proprio tempo, schierando i guerrieri. La vedo disegnare qualcosa nell'aria: non so cosa sia, ma l'acqua ghiaccia. Ecco, è fatta, è andata.
    non lo penso davvero, ma è bello credere in ciò cui non si crede, alle volte. Rende il resto meno difficile.

    Massimiliano emerge dalle acque palesando appieno il proprio disappunto di creatura possente e feroce. Spacca il sottile strato come il verme lacera la terra e grida, le sue fauci ardenti di collera e morte. Massimiliano è un bel nome, penso, e anche questo mi aiuta a incassare il colpo. Un pensiero stupido per non soccombere alla paura e allo sconforto di chi è stanco di combattere, e affrontare un nuovo incontro con un sorriso candido.

    Ma tu vuoi combattere. Sia fatta la tua volontà.
    Il mio metodo è sempre quello. Un po' ripetitivo, oramai. Menare lo stronzo più di quanto possa menare noi.
    Non voglio dargli vantaggi. Grido all'abisso che grida con me, cavalcando i destrieri dell'oltretomba. Serpeggianti nella terra e nel ghiaccio, le due vipere arcane sferrano quasi all'unisono il proprio colpo. Il dragone d'acqua ha due occhi, e non voglio lasciarglieli intatti.
    Come la mia oscurità riede alla sua dimora, non è il mio corpo, ma la spada ad ammantarvisi. La mia volitiva compagna brama di essere usata. La scaglio così caricata, superando persino, nella traiettoria, il serpente del lago. Allora la richiamo a me. Sarebbe troppo bello pensare di poter recidere il lungo collo della creatura, ma nulla costa sognare un po', ora che il mondo si squaglia.

    « Ehilà Dorvast! Vecchio pietrone, scommetto che bestioni del genere sono proprio della tua taglia! Devi averne viste tante quando il Nord era giovane... »
    Provo a richiamare la sua attenzione, non si sa mai. Magari gli sblocco qualcosa, magari è già pronto, magari l'alleata saprà chiamarlo alle armi in un modo migliore.

    CITAZIONE
    Prove:
    Azioni:
    Turno 1 (supporto):
    Attacco base con Arcana su Volontà [Effetto 4]
    Turno 2:
    Ombra di Madràk [Attacco di Arcana su Riflessi][Costo 8][Effetto 12] all'occhio destro
    Ombra di Madràk [Attacco di Arcana su Riflessi][Costo 8][Effetto 12-1] all'occhio sinistro
    Attacco base con Arcana [Effetto 4-1] con Jessica [Attacca su Riflessi][Versatile I (Tempra)] all'attaccamento della testa sul collo

    Bonus:
    Malus: Spese Grandi][-1] (Attacco del Lapras + Attiva 1 = -18 en)

    Stats
    Conto:
    Livello: 5
    Risorse di Base:
    Energia: 16 (40 - 10 - 8 - 8) | Salute: 32 | Stress: 10
    Punti Competenza: [10/10]
    Arcana: 4 | Furtività: 3 | Atletica: 2 | Percezione: 1
    Classi di Difesa: [5/5]
    Riflessi: 2 | Tempra: 1 | Volontà: 2
    Lingue parlate:
    Atlassiano, Elfico, Aliothi

    Abilità Artefatto: [5/5]

    Bussola del cercatore: tale bussola, infusa di magia oscura come tutti gli oggetti che ti porti dietro da decenni, con un po' di pazienza puoi farla puntare nella direzione di ciò che cerchi al momento. Se ti trovi in un gran casino ora, è solo perché hai voluto mostrarla alla tua nuova compagna in un istante di deficienza. Ti dà una chance in più di ritrovare una creatura, persona o cosa perduta, a patto di averne un'immagine abbastanza precisa in mente. Il quadrante stesso, color avorio, vira progressivamente sull'arancio all'accorciarsi della distanza dall'obiettivo. Data la sua importanza per te, la mantieni in un piano immateriale di oscurità, al quale solo la tua mente può accedere per recuperarla.
    [Attrezzi del mestiere (+1 Percezione: Inseguire)][Nascosto][2 Slot]
    Jessica: C'è pure una spada a una mano di ben maggior valore, che è diversa da tutte le altre e sulla cui lama è incisa la parola Jessica: è del capitano, prenderla sarà molto più difficile. [prova di furtività] Riesci a prendere la spada senza che il Capitano se ne accorga, per adesso. Non appena la afferri senti qualcosa dentro cambiare: una addizione che ti rende un po' diverso da ciò che eri, un po' migliore. Sembra che lei abbia una parvenza di una coscienza e che tu le piaci, così tra le altre cose ora puoi farla apparire nella tua mano ogni volta che desideri. Goditela finché puoi, ché le donne sanno essere delle persone estremamente lunatiche. (there were dragons)
    [Attacca su Riflessi][Arma curatrice I][Versatile I (Tempra)][Nascosto][3 Slot]

    Abilità Personali: [5/5]

    Convivio d'Inferno: al culmine dello scontro, se danneggiato o in preda a quella frenesia istintuale di cui provi grande ribrezzo, ecco che i segni sulla tua pelle si ramificano su di essa e sul mondo esterno, formule di antica fattura che evocano la Congrega di Asmeretk. Orrificante stato in cui il tuo corpo si trasforma in un piceo fulcro abissale dalla vaga forma umanoide, con mille occhi di brace, ammantato da nere creature striscianti: scolopendre che si perdono indefinite nel buio con l'essenza delle arti precluse. La Congrega, mente alveare la cui volontà può confliggere col tuo intelletto superiore, ingloba e divora la carne e il sangue degli sconfitti, traendone possenza. Una volta riacquisito il controllo, sarai risanato; ma a quale prezzo.
    [Passiva di Recupero: Trionfo (Salute)][2 Slot Abilità]
    Ombra di Madràk: una creatura ha sfidato la tua furia interiore al punto che il tuo sangue ribolle e percepisci il nero potere espandersi sulla pelle. L'inchiostro maledetto dalla fronte, ti attraversa e si propaga a terra, in acqua o anche nell'aria, come serpe immateriale scatta e morde in una frazione di secondo, lasciando un'ustione nell'area colpita.
    [Attacco di Arcana su Riflessi][Costo 8][Effetto 12][1 Slot Abilità]
    Occhio di Ea'Vraan: senti scorrere le sfolgoranti correnti del mondo. Un anello di luce aurea o celeste si frappone tra il nemico e te, proteggendoti come un vero scudo. Il talento non è stato ereditato da Asmeretk, ma ti è stato conferito da Gorthan l'Illuminato, come ringraziamento per averlo aiutato a rintracciare i propri fratelli dispersi e addormentati.
    [Difesa attiva di Volontà][Costo Variabile I (3/5)][Effetto 4/6][1 Slot Abilità]

    Istinto di conservazione: schivare quel fendente di spada è decisamente una buona idea.
    [Difesa attiva di Riflessi][Costo 8][Effetto 10][1 Slot Abilità]


    Edited by Mantis - 21/11/2023, 15:52
     
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    * Cosa nasconde sotto *
    - La Quinta Stagione -
    Il cammino si prolungò per svariati giorni. Uno dopo l'altro, incessanti come i passi dei profughi in viaggio, si susseguivano con la certezza di un nuovo status nel Nord. Il mondo stava cambiando, prima si accettava la realtà prima ci si organizzava di conseguenza. Alcuni però non furono dello stesso avviso, abbandonando il gruppo in men che non si dica. Codardi, ignobili, zavorre, questi e altri epiteti passarono nella mente della Gelida, in sella al grosso cinghiale nei pressi della simile. Dar'yana apprezzava il rigore militare imposto da Heli, anzi si poteva dire non conoscesse altra disciplina all'infuori di quella impartita fra i Campioni del Gelo. Lo era stata per molti anni, occupando una delle più alte gerarchie, non avrebbe cambiato attitudine in regime apocalittica: impossibile dimenticare il passato, pur se rinchiusa nel corpo di sua figlia. Ed era chiaro che anche il seguito avrebbe dovuto accettarlo, pena l'abbandono volontario e non. Meno bocche da sfamare, nonostante il passo non ancora ottimale e per il quale si augurava presto di trovare risoluzione.
    Scenario diverso da come Dar'yana ricordava la terra degli Hederati, ghiaccio assente come presupponeva lo fosse anche Ravdösha. Fisico più resistente chissà come dopo aver mangiato la carne di troll, credenze da Gelidi insiti in lei da credere a una forza divina che l'aveva benedetta. Per le scelte "giuste", non in senso morale ma almeno a garantire la sopravvivenza di se stessa e dei commilitoni - sì, anche i bambini. Dorvast parve riprendersi un giorno, conducendoli nella zona dei laghi. Il viso dalla pelle azzurrognola e incorniciato dai capelli platino fissò a lungo la simile, in netto disappunto sul tragitto intrapreso. Lo capiva, in maniera logica, come allungare il passo avrebbe condotto tutti a morte certa. A prescindere da fortuna e forza impartiti di certo dal Soffio del Gelo... non si poteva tirare troppo la corda. E se Dar'yana proseguiva imperterrita e rigida, incurante dell'ambiente circostante e proiettata solo ed esclusivamente all'obiettivo finale, qualcun altro non fu dello stesso avviso. Non la ragazzina strillante, ma Haan che riportò a voce qualcosa che alla Gelida era sfuggito. Movimenti nel terreno.

    Sguardo glaciale rivolto al mezzelfo, palpebre socchiuse come a valutare gli scenari. Tanti, troppi e tutti plausibili per ora.
    « Chi sa combattere si schieri in avanscoperta, i più deboli rimangano nelle retrovie. Non attaccate ancora, potrebbe essere un alleato. »
    Difficile a dirsi invero, ancor di più immaginare che genere di essere si stesse avvicinando con così pochi indizi visivi, soprattutto per una comandante come lei. Strategie e risoluzioni le appartenevano, non indagini e osservazioni; quelle le relegava ai sottoposti, esigendo poi rapporto per muoversi nella migliore delle ipotesi ideate da ella. Il falcetto comparve presto nella mancina, stretta attorno al manico che che poco prima possedeva la forma di un ciondolo, con l'altra a recuperare l'incensiere argenteo. Simbolo dell'Aria disegnato vicino allo strumento, bagliore familiare azzurro del Soffio a congelare l'acqua dei laghi per rallentare e sfiancare la bestia. Non fu sufficiente. Lo squarcio della coda li divise dai pelosi guerrieri e dal resto del plotone, relegandola a difendere i deboli e gli infermi... con il mezzelfo e Dorvast. Ringhio basso e gutturale, occhi di ghiaccio puntati sulla creatura ora svelatasi, piccola colpa attribuita al mezzelfo che aveva agito di testa sua. Cos'era però? Attingere alle conoscenze di base faunistiche della zona sarebbe stato semplice per identificarla.
    « Ha proprio la faccia di un Laperfido. »
    Piccola distrazione da parte di un commento infantile, chiacchiere di sottofondo da parte di giovani ancora inconsci dell'apocalisse in corso. Testa scossa, non era il momento di pensare alle sciocchezze. Un ricordo affiorò veloce nella mente, ossa e ferocia di una creatura che certo avrebbe voluto ripetere il massacro. Riportare le notizie a tutti sarebbe stato il passo successivo da compiere.
    « Va abbattuta, ci annienterà altrimenti. Gronk, avvisa Dorvast del pericolo, così che ci possa aiutare. »
    « Io... messaggero. »
    Breve scambio di battute, la prima urlata a squarciagola perché anche dall'altro lato sentissero Dar'yana e la seconda sommessa, obbediente. Irina taceva, spaventata dalla creatura sebbene in cuor suo non le avrebbe torto una scaglia. La Gelida invece si preparava al contrattacco, dopo essersi fatta scivolare addosso quello della bestia. Per modo di dire, insomma, ché le forze iniziavano a venirle meno per lo sforzo. Neanche lo stufato di troll e l'effetto rigenerante del ghiaccio l'avrebbe salvata dallo sfinimento. Ma ciò avrebbe solo incrementato il desiderio cocente in lei di insistere, attaccare e sferrare quanto più danno possibile per non diventare ossa anch'ella. L'ampolla coi fitormoni, distrutta al suolo ghiacciato, avrebbe smosso le alghe presenti sotto la superficie dell'acqua per avvinghiarsi attorno al corpo dell'animale, stritolandolo quanto più possibile. Fare male, ferire, schiacciare le membra sotto la forza della Terra che giungeva in soccorso di Dar'yana. E quanto si sarebbe esaltata a vederla soffrire, ghigno malefico e soddisfacente nel bersagliere il nemico come voleva, sul quale avrebbe poi lanciato una sferetta di ghiaccio volta a paralizzare di poco gli arti e renderla più lenta nei movimenti. Incurante della fatica e della spossatezza già presente in lei, forte era la risolutezza della Gelida: marmorea e statuaria come il Soffio del Gelo l'aveva resa tempo prima, così sarebbe stata nell'approcciare l'avversario. A testa alta e senza nascondersi, portando aventi sulle spalle il fardello dell'intero attacco. E non sarebbe stata soddisfatta finché anche l'ultima briciola di vitalità non fosse svanita da quel mostro.

    Salute 40/40
    Energia 14(40-10+2-10-8)/40
    Stress 3/10

    Competenze Artigianato IV - Natura IV - Carisma II | Influenza V
    Classi di Difesa 1[r] - 2[t] - 2[v]
    Ferite: ---
    Status: ---
    Bonus: ---
    Malus: Spese Grandi (proccata durante la seconda azione, -1 a ogni azione)

    Equipaggiamento:
    - Albedo [Mangiamana II][Nascosto]

    Passive:
    - Rigenerazione: +2 Risorse a scelta all'inizio di ogni turno
    - Ispirazione: +3 Risorse a scelta ogni 15 danni inflitti

    Attive:
    AER - Dar'yana disegna col proprio falcetto il simbolo alchemico dell'Aria, un triangolo barrato, sopra un piccolo incensiere portatile argenteo su cui poi vi soffia. Queste azioni attivano una coltre gelida di brina e nebbia, talmente spessa da ergersi a mo' di barriera attorno a lei o verso chi indirizza il flusso. Un muro che è volto a far rabbrividire e rallentare le azioni dell'avversario, sfiancandolo oltre misura e danneggiandolo, oltre che a sfiduciare a tutti gli effetti lo sferrare l'attacco.
    [Offensiva di Artigianato][Bersaglia Volontà][Versatile II (A): Tempra, Riflessi][Costo Alto (8+2)][Effetto 12 (8+4)][1 slot Abilità]

    TERRA - Dar'yana disegna col proprio falcetto il simbolo alchemico della Terra, un triangolo rovesciato e barrato, su un'ampolla contenente vari fitormoni. Questi, attivati dal simbolo, si sprigionano nella zona attigua per raggiungere le piante più adiacenti, le quali si animano a bloccare l'avversario e infliggere danno stritolando le zone colpite, come se li rendesse più fiacchi e lenti. L'interconnessione con l'elemento, che unisce ogni essere vivente e non, fa si che la Gelida acquisisca maggiore enfasi quando attacca successivamente.
    [Offensiva di Natura][Esaltante II (A)][Bersaglia Riflessi][Costo Medio (4+4)][Effetto 8 (4+4)][Se colpisce, +6 agli attacchi fino a fine turno][1 slot Abilità]

    Prove effettuate Natura (4)

    Riassunto: Nel pre-scontro Dar'yana usa l'attiva AER, scala su Artigianato mirando su minore di rtv grazie a Versatile II per 12 punti su Energia (per effetto di Mangiamana II dell'equip), recuperando +2 Energia per effetto della passiva Rigenerazione. Successivamente:
    AZIONE 1) Effettua una prova di Natura con il punteggio base che possiede (4) per comprendere che la creatura sia pericolosa. Avvisa chi può della notizia e manda Gronk verso Dorvast perché lo convinca ad aiutare il gruppo;
    AZIONE 2) Incassa i 10 su Energia proccando il malus Spese Grandi. Usa l'attiva TERRA, scala su Natura mirando su Riflessi per 7 punti danno (8-1 Spese Grandi);
    AZIONE 3) Usa un Attacco Base, scala su Artigianato mirando a Riflessi per 3 punti danno (4-1 Spese Grandi) + 6 punti aggiuntivi se hitta il precedente colpo per effetto di Esaltante II.


    Edited by ~Terrarium~ - 23/11/2023, 09:41
     
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    L'urlo della bestia è terrificante, e sembra quasi scuotere il tempo e lo spazio. Sono passati millenni dall'ultima volta che ha visto il cielo, dall'ultima volta che ha cacciato. Il mondo lo sa, ed era convinto di essersi sbarazzato di questa mostruosità. Potete dargli forse torto, se adesso trema? Ne ha conosciuto altre, molto vero. Ma alcune sono celate da una maschera di bonaria indifferenza. Come quegli Hederati e i loro marchingegni, che adesso dominano la regione. Immaginate cosa sarebbe successo se avessero scelto alleati diversi durante la Tirannia: c'è che dice che avrebbero governato per sempre, forse persino trovato una soluzione al problema finale rappresentato dal Divoratore. Draghi e Mangiapietra insieme. Terrificante. Ma questo, voi proprio non lo vedete. E come potreste? Il vostro Mangiapietra sembra essere al massimo pronto alla pensione. Forse potrebbe fare da guardia a una piccola colonia di gatti, al sud, lontano dalla ferocia del suo paese. Quando vi rivolgete a lui sembra persino scocciato, perché lo state distraendo da quel mezzo ritmo che ha ripreso a sentire. Scaccia via Haan, poi osserva Gronk come un nonno stanco che non ha piacere a parlare col nipote. In tutto questo, vi sovviene per la seconda volta la mancanza di qualcosa. Qualcosa di importante. Non per voi nello specifico, non è qualcosa di così privato. Ma è qualcosa che avete sentito nelle ultime settimane, e adesso che c'è più bisogno, manca. A dirla tutta, ne mancano due. Vittime di quel colpo di coda che ha distrutto quella striscia di terra su cui posavate i piedi, vi ha divisi, e vi ha gettato nel caos.

    La battaglia però infuria, e non è tempo di unire i pezzi. Ecco che i vostri attacchi si abbattono su questo sauro preistorico, che fa poco o nulla per opporsi. Gli attacchi di Haan riescono ad accecare almeno un occhio della creatura, che riesce appena a ritrarsi da quelle esplosioni magiche. Adesso ha tutto un lato della testa ustionato, ma non sembra esattamente preoccuparsene. Anzi. Ti squadra dall'occhio buono, ancora più incazzata di prima, ignorando la traiettoria della lama che hai lanciato e che urta contro le scaglie del suo collo senza sortire alcun effetto apparente. Il mostro inclina la testa. Cos'era, vuoi giocare?
    Ma ecco Dar'yana. Adesso tocca lei. Se il mezz'elfo ha aperto le ostilità, è la gelida ad aver inflitto alla creatura un primo importante avvertimento. Sappiamo combattere come te. Sappiamo combattere più di te. Gli elementi infuriano una seconda volta, e il mostro finisce in trappola nel suo tentativo di scappare inabissandosi. Una seconda offensiva colpisce le pinne, e da qui in poi è solo rabbia pura, mezza cieca. Se non può fuggire, tantovale assicurarsi che non possiate farlo anche voi. Nessuno di voi.
    Così, urla. Una seconda volta. Un ruggito che viene da lontano, dicevamo, ma minaccia di mettervi in ginocchio proprio adesso. Non è l'unica cosa che fa. Le basta uno strattone per liberarsi dagli impicci che ha, perché è la gigantesca coda che lo smuove. E lo getta in avanti, il lungo collo che muove rapidissimo a intercettare uno dei vostri. Uno dei bambini. Potreste opporvi, ma finireste probabilmente voi in mezzo a quelle fauci. Fortuna che avete un Campione del Gelo. D'accordo, è solo quel Mangiapietra mezzo tocco, ma per fortuna ricorda di essere stato un eroe, un tempo. O almeno un Guardiano. E la sua colonia non si tocca.
    Dorvast si oppone al mostro, sbucando per metà dal terreno proprio davanti al bambino, le braccia enormi a trattenere la mascella del mostro, che fa veramente di tutto per non perdere questa prova di forza, e infatti riesce a serrare le fauci, alla fine. Ma nella sua bocca oscena scrocchia solo pietra, che rigurgita a lato anziché inghiottire.
    Il bambino è salvo. Il Mangiapietra resta lì, sopra il livello del terreno per mezzobusto soltanto, un braccio e mezzo in meno, mentre il bambino alle sue spalle sviene. Ma la guerra di attrito in cui il mostro vi ha trascinati è appena cominciata.




    Qm PointReport dell'allegro Laperfido:

    (difficoltà: bassa)

    Salute: Ferite ingenti fra testa e pinne, cieco da un occhio. [-38/?]
    Energia: [-40/?]
    Stress: [?]
    Status: Spese Ingenti (-2atk/def/supp).
    Forse danni rilevanti.

    Competenze: Arcana 4+2, Atletica 4, Percezione 2
    Difese: Tempra ?, Riflessi 2, Volontà ?

    Equipaggiamento:
    - ?

    Passive:
    - Ferocia (attiva), Ispirazione, Trionfo

    Attive:
    - Urlo Primordiale: Il personaggio evoca una tempesta di fuoco attorno a un bersaglio.
    [Offensiva Arcana su Volontà][Mangiamana][Costo Energia 7][Effetto 10]

    Riassunto:
    I) Il laperfido(tm) incassa. Tipo, tutto. Difende col suo punteggio di riflessi solo dalla prima offensiva di entrambi (risparmiando tipo 4 danni complessivi).
    II) Usa la prima e la seconda azione offensiva che ha a disposizione per attaccare con Urlo Primordiale, una volta a testa. L'effetto dell'abilità è nerfato da spese ingenti.
    III) Come terza azione fa male al mangiapietra, che gli impedisce però di attivare il regen.
     
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    Haan_2
    Come (non) ammazzare un Laperfido, capitolo secondo. Dar'yana & Haan, Atlas editore.
    Divoratore bastardo. L'ultrasuono antidiluviano mi ha come vampirizzato le forze, ma sono ancora in piedi e, per quanto mi possa costare, quel collolungo colerà a picco.
    « Ehi tu verme! Non ti permetterò... di mangiare nessuno oggi, fosse anche l'ultima cosa che faccio! »
    Non c'è nulla, a parte una consapevolezza pesante. La Quinta Stagione: qui si fa Atlas e si muore. In una bella giornata di sole.
    Raccolgo la mia ultima determinazione per scagliare, infilare, rigirare il coltello nella piaga già aperta. Azioni semplici, che già avevano dimostrato di poter funzionare: restiamo attaccati alla routine. Per eseguirle mi premuro di essere quanto più nel punto cieco del rettile, e allora cedo al mio impeto bersagliandolo con la mia competenza più proficua finché, all'ultimo, la stanchezza non prende a farsi ancor più pesante.
    Se solo... un bisbiglio mi prende. Se solo potessi cedere, ora. Le mie pupille ocracee si posano sul primo degli innocenti. Sarebbe la via facile quella, per recuperare e tornare in piedi. Quella voce nella testa che urla "FAME". Ma non posso. Non posso tradire chi mi ha concesso ancora questi giorni.


    CITAZIONE
    Prove:
    Azioni:
    Attacco base con Arcana [Effetto 4-1] con Jessica [Attacca su Riflessi][Versatile I (Tempra)] all'occhio messo peggio
    Attacco base con Arcana [Effetto 4-1] con Jessica [Attacca su Riflessi][Versatile I (Tempra)] all'occhio messo peggio
    Ombra di Madràk [Attacco di Arcana su Riflessi][Costo 8][Effetto 12-1] all'occhio messo peggio


    Bonus:
    Malus: Spese Grandi][-1] a questo turno, Spese Ingenti [-2] al prossimo.

    Stats
    Conto:
    Livello: 5
    Risorse di Base:
    Energia: 1 (16 - 7 - 8) | Salute: 32 | Stress: 10
    Punti Competenza: [10/10]
    Arcana: 4 | Furtività: 3 | Atletica: 2 | Percezione: 1
    Classi di Difesa: [5/5]
    Riflessi: 2 | Tempra: 1 | Volontà: 2
    Lingue parlate:
    Atlassiano, Elfico, Aliothi

    Equipaggiamento:

    Jessica: C'è pure una spada a una mano di ben maggior valore, che è diversa da tutte le altre e sulla cui lama è incisa la parola Jessica: è del capitano, prenderla sarà molto più difficile. [prova di furtività] Riesci a prendere la spada senza che il Capitano se ne accorga, per adesso. Non appena la afferri senti qualcosa dentro cambiare: una addizione che ti rende un po' diverso da ciò che eri, un po' migliore. Sembra che lei abbia una parvenza di una coscienza e che tu le piaci, così tra le altre cose ora puoi farla apparire nella tua mano ogni volta che desideri. Goditela finché puoi, ché le donne sanno essere delle persone estremamente lunatiche. (there were dragons)
    [Attacca su Riflessi][Arma curatrice I][Versatile I (Tempra)][Nascosto][3 Slot]

    Passive:

    Convivio d'Inferno: al culmine dello scontro, se danneggiato o in preda a quella frenesia istintuale di cui provi grande ribrezzo, ecco che i segni sulla tua pelle si ramificano su di essa e sul mondo esterno, formule di antica fattura che evocano la Congrega di Asmeretk. Orrificante stato in cui il tuo corpo si trasforma in un piceo fulcro abissale dalla vaga forma umanoide, con mille occhi di brace, ammantato da nere creature striscianti: scolopendre che si perdono indefinite nel buio con l'essenza delle arti precluse. La Congrega, mente alveare la cui volontà può confliggere col tuo intelletto superiore, ingloba e divora la carne e il sangue degli sconfitti, traendone possenza. Una volta riacquisito il controllo, sarai risanato; ma a quale prezzo.
    [Passiva di Recupero: Trionfo][2 Slot Abilità]

    Attive:

    Ombra di Madràk: una creatura ha sfidato la tua furia interiore al punto che il tuo sangue ribolle e percepisci il nero potere espandersi sulla pelle. L'inchiostro maledetto dalla fronte, ti attraversa e si propaga a terra, in acqua o anche nell'aria, come serpe immateriale scatta e morde in una frazione di secondo, lasciando un'ustione nell'area colpita.
    [Attacco di Arcana su Riflessi][Costo 8][Effetto 12][1 Slot Abilità]
     
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    * Cosa nasconde sotto *
    - La Quinta Stagione -
    Il ghiaccio dà e il ghiaccio toglie. Questo era il mantra che guidava Dar'yana in battaglia, che impartiva al nemico che osava frapporsi tra lei e il successo. La strategia che da sempre adoperava si concentrava in un unico dettaglio: sfinimento. Un guerriero senza energia era un guerriero morto, soprattutto se poco allineati o abituati al clima rigido tövisiano. La dura legge del Nord non perdonava gli sprovveduti. Peccato che nella terra degli Hederati, in tempi di apocalisse per di più, questa regola la conoscevano molto bene. Tanto i Mangiapietra quanto le bestie che si annidavano laggiù, risvegliate da un'ibernazione non più garantita. Mancanza di ghiaccio, risveglio dei sensi, strategia d'attacco volta a sfinire l'avversario. Per quanto Laperfido - Dar'yana aveva catalogato suo malgrado quel nome - avesse incassato quasi ogni danno dei presenti combattenti, ancora non dava cenno di abbattersi. Pila di ossa che desiderava certo ottenere con loro, coi bambini e con Svin'ya. Dar'yana non glielo avrebbe permesso, costi quel che costi. Attimo di ripresa grazie al potere benefico dell'elemento su di lei, proma del contrattacco. Urlo della creatura rimbombante e travolgente fin dentro i muscoli, tentativo della Ravdösha nel non lasciarsi travolgere dalla paura dettata dal terribile verso. Poco funzionò. Stanchezza in arrivo a renderle il fisico da bambina Gelida più pesante di un iceberg. Irina manifestava preoccupazione per la debolezza percepita, la madre digrignava i denti decisa a non soccombere così presto. Detestava non possedere più le energie e le capacità di un tempo, quelle che le avevano consentito di divenire la fiera condottiera che era stata. Misura di adattamento con un nuovo corpo e nuove strade da intraprendere, come quella dell'Alchimia.

    Ma dall'altra parte del baratro nessuno reagiva? Dov'era quell'uomo di latta, dov'erano i Galzani che tanto ostentavano desiderio di caccia? Dov'era Heli? Piccolo tremore di coscia, cedendo presto su un ginocchio. Sforzo immane per non crollare del tutto, ma sarebbe bastato un altro attacco perché succedesse davvero. In quel marasma di spossatezza, la forza per gridare Dar'yana la trovò infine.
    « Heli! Se mi senti, dà il comando per attaccare! Gronk, se la bestia attacca di nuovo sostieni Dorvast, non può essere mutilato ancora. È la nostra guida. »
    « Obbedisco. »
    Obbedire non significava necessariamente riuscire, ma almeno il fidato Hederati sarebbe rimasto a fianco del simile. Costi quel che costi, lo aveva già pensato. Ed era tempo per Dar'yana di applicarlo a sua volta. I fitormoni sarebbero stati riattivati dal sagace cerchio, ma questa volta attingendo anche al potere stesso dell'arma. Non più ferite fisiche, bensì infliggere lo stesso tipo di danno alla creatura come lo aveva sopportato lei. Chi di energia ferisce, di energia perisce. Mente pronta a richiamare le alghe presenti nel lago, stirngendosi attorno al Laperfido come prima forzando nei punti già lesi dai precedenti colpi. Digrigno sempre più forte, intenso, così come il tremore alle gambe. Dar'yana non aveva mai patito il freddo, ma forse in quell'occasione sì... nonostante il caldo afoso della Quinta Stagione. Tutto cambiava, in fondo. Non la determinazione che l'avrebbe spinta a lanciare un altro artefatto contro l'animale, prima di cadere anche con l'altro ginocchio sul terreno leso e privo di neve. Petto sussultante, respiro affannoso, viso sconvolto e tirato dalla stanchezza. Era al limite... e non voleva credere di essere stata meno efficiente di quanto avesse voluto.

    Salute 40/40
    Energia 1(14+2-7-8)/40
    Stress 3/10

    Competenze Artigianato IV - Natura IV - Carisma II | Influenza V
    Classi di Difesa 1[r] - 2[t] - 2[v]
    Ferite: ---
    Status: ---
    Bonus: ---
    Malus: Spese Grandi (-1 a ogni azione) ; Spese Ingenti (proccata durante la seconda azione, -2 a ogni azione)

    Equipaggiamento:
    - Albedo [Mangiamana II][Nascosto]

    Passive:
    - Rigenerazione: +2 Risorse a scelta all'inizio di ogni turno
    - Ispirazione: +3 Risorse a scelta ogni 15 danni inflitti

    Attive:
    TERRA - Dar'yana disegna col proprio falcetto il simbolo alchemico della Terra, un triangolo rovesciato e barrato, su un'ampolla contenente vari fitormoni. Questi, attivati dal simbolo, si sprigionano nella zona attigua per raggiungere le piante più adiacenti, le quali si animano a bloccare l'avversario e infliggere danno stritolando le zone colpite, come se li rendesse più fiacchi e lenti. L'interconnessione con l'elemento, che unisce ogni essere vivente e non, fa si che la Gelida acquisisca maggiore enfasi quando attacca successivamente.
    [Offensiva di Natura][Esaltante II (A)][Bersaglia Riflessi][Costo Medio (4+4)][Effetto 8 (4+4)][Se colpisce, +6 agli attacchi fino a fine turno][1 slot Abilità]

    Prove effettuate: //

    Riassunto:
    AZIONE 1) Dar'yana recupera +2 Energia per effetto della passiva Rigenerazione. Usa una Difesa Base su Volontà per contrastare Urlo Primordiale, perdendo 7 di Energia (10-2 Spese Ingenti, contrastato da Volontà 2-1 Spese Grandi);
    AZIONE 2) Usa l'attiva TERRA, scala su Natura mirando su Riflessi per 7 punti su Energia (per effetto di Mangiamana II dell'equip, 8-1 Spese Grandi), proccando il malus Spese Ingenti;
    AZIONE 3) Usa un Attacco Base, scala su Artigianato mirando a Riflessi per 2 punti su Energia (per effetto di Mangiamana II dell'equip, 4-2 Spese Ingenti) + 6 punti aggiuntivi se hitta il precedente colpo per effetto di Esaltante II.
     
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    Nel nord di ieri, quello freddo che avete conosciuto per tutta la vita e che non vi sareste mai aspettati di vedere cambiare, uno scontro mortale con una grossa bestia non è poi così inusuale. Le grosse carovane sono da sempre il bersaglio prediletto di questi mostri, e voi siete una fiumana di gente ancora più indifesa di loro. Non è neppure inusuale che, da situazioni come queste, nascano eroi. Né che molti ne muoiano. La gelida fra voi, Dar'yana, è la prima a darsi pena di guardare dall'altra parte. Di chiedersi dove sono finiti Helishev e Rozwald. Oppure perché i due galzani non si sono ancora fatti vedere. Col senno di poi, ti saresti risparmiata una stretta allo stomaco: la realtà è che mentre voi cercavate di non farvi ammazzare, loro stavano facendo lo stesso, con un altro nemico diverso dal vostro e più subdolo ancora, che trascina ignari nelle acque. E lo stanno affrontando con molta meno fortuna di voi.
    Nel nord di oggi, che scongela e che dovete imparare a sopravvivere di nuovo, non avete più alcun dubbio che questa battaglia non varrà certo una ballata, ma solo un'ode ai caduti. Ammesso che la Quinta o chi per lei non vi uccida prima tutti, è chiaro.

    I vostri molti attacchi feriscono e debilitano il mostro, che per un momento si ferma e sembra valutare attentamente se non sia semplicemente il caso di fuggire, l'unico grosso occhio che gli resta a osservare la scena. Le ferite di Haan lo hanno privato della vista per metà e quelle di Dar'yana lo hanno fortemente debilitato, cosa di cui si rende conto lui stesso quando caccia un urlo: è molto diverso da quelli a cui siete abituati, proprio perché non alimentato dalla magia che alimentava il suo corpo e adesso è dispersa nell'aria, in quell'unico strato di ghiaccio che resta ancora in piedi. Così si inabissa, ritirando il suo grosso corpo nelle acque con un singolo sforzo della coda. Ora che sembrano non piovervi più attacchi, siete entrambi liberi di osservare la scena consumatasi alle vostre spalle, e non è buona. Capite che Dorvast si è ritirato per metà nel terreno non come semplice vezzo di stile, ma perché ha dovuto fare da scudo anche al gruppo dell'altro lato, dove giace una sua mezzacopia esatta, una piccola colonna su tante macerie. Non individuate ancora Helishev, ma riconoscete almeno il vostro amico di latta, di cui non restano che i gambali vuoti, ancora in posizione di battaglia, a ricordarne l'esistenza. Quindi i galzani: ad uno di loro manca un braccio, mentre l'altro solleva quella che deve essere la testa decapitata di un altro mostro preistorico sconosciuto. Ai suoi piedi, però, la strage: gli uomini in arme che vi accompagnavano si sono almeno dimezzati per numero, e molti di più sono feriti abbastanza da non poter più garantire protezione a nessuno, men che meno a loro stessi. Alcuni sono in acqua.
    –Tutto bene? Heli?– Vi domanda urlando il galzani, che lascia andare il suo trofeo. Ma dalla vostra parte non c'è. Magari speravate fosse dalla loro.
    –ATTENTI!– Vi urla poi, indicando un punto nell'acqua, perché le disgrazie non finiscono mai.

    Il vostro nemico è tornato alla carica, questa volta con la stessa strategia di quando è iniziato il combattimento: abbattendo la sua enorme coda sulla striscia di terra, magari non per dividervi, ma uccidervi soltanto o trascinarvi nelle acque. Non è finita, perché proprio prima del suo attacco lo vedete virare verso l'altro gruppo, e non fate difficoltà a indovinare il perché: nuoterà a fauci spalancate verso uno dei caduti in mare.




    Qm PointReport del (mica tanto) allegro Laperfido:

    (difficoltà: bassa)

    Salute: Ferite ingenti fra testa e pinne, cieco da un occhio. [35/94]
    Energia: [0/50]
    Stress: [?]
    Status: Danni/Spese Ingenti (-2atk/def/supp, -8 cond. prove).


    Competenze: Arcana 4+2, Atletica 4, Percezione 2
    Difese: Tempra ?, Riflessi 2, Volontà ?

    Equipaggiamento:
    - ?

    Passive:
    - Ferocia (attiva), Ispirazione, Trionfo

    Attive:
    - N/A

    Riassunto:
    I) Il laperfido(tm) incassa. Tipo, tutto. Un'altra volta. Subisce gli attacchi di Haan e gli ultimi due fanno colpo fatale per 2 unità di danno in più a botta.
    II) Di nuovo, non difende neppure dagli attacchi di Dar'yana, e così non può più attivare abilità.
    III) Purtroppo, non è morto. Si inabissa, quindi cerca di abbattere la sua coda contro il terreno. Questa volta l'azione è lenta, prevedibile, e siete in grado di reagire co una controprova di livello 5/6/8, da comunicare in supporto.
    IV) Prova a mangiarsi un cadavere di nuovo. Questa volta Dorvast non vi aiuterà.
     
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    Haan_2
    È quando speri di aver vinto, che il mostro riemerge per l'ultimo colpo di coda. È sempre così. Non sono del tutto pronto; quel poco, me lo farò bastare. Sono il peggior ammazzadraghi della Storia. Gli altri sono quasi tutti morti, però. Me lo farò bastare. Una cosa so fare, o spero di saper fare, e la farò. Guardare là sotto, in quel frammento d'irrealtà malata nel quale strani occhi e strani volti scrutano la voragine del vuoto senza ritorno, ha un prezzo al quale non voglio pensare. Il mistero dell'eredità della strega, la mia rovina e insieme il mio potere. Potessi chiudere gli occhi e laggiù scomparire come il corpo si disfà: quanto sarebbe facile e dolce!- ma no, ho preso un impegno con questa gente, e gli impegni vanno portati a termine.

    La coda sauresca non sfiora nemmeno la tenera carne, s'infrange su un muro, una barriera al contempo solida ed evanescente. Sospiro: non questa volta, Laperfido. Non questa volta.

    Sospiro per poco. Un ordine imperioso raggiunge le mie orecchie da elfo, un imperativo dalla piccola, grande, stratega. Ci metto un attimo per realizzarlo, e sfruttando il varco ancora aperto mi riesce facile, a sorpresa, carpire l'oscura materia delle arti nefaste per costruirvi qualcosa di concreto e ancora una volta salvifico. Una speranza dal buio: un ponte arcano per collegare le sponde così come richiesto.

    Sospiro ancora, mentre il mondo cade. Non è il mondo, è l'intera piattaforma che si sgretola e frana, porta con sé gli orrori di un'era che sepolta doveva rimanere.
    « 'Yana, sei un genio! » mi esprimo con una nota di sollievo.

    Sollievo che lascia spazio a un silenzio ghiacciato. Ringraziando la sorte, l'unica persona qui a cui tenga davvero, potrò ancora stringerla fra le braccia. Ma in questa battaglia abbiamo perso degli amici, dei compagni, dei fratelli. Dar'yana è la prima a rompere il sortilegio delle voci spezzate. Dov'è la nostra gelida guida? Dispersa, là dove l'acqua incontra il fango. Non possiamo fare nulla per lei, o questo è ciò che mi racconto.

    Galleggiano. I loro sogni, le loro speranze, galleggiano. La morte si sconta vivendo, come disse un giorno quel tale, e noi che siamo rimasti in piedi dovremo pagare i nostri tributi. Qualcuno viene recuperato: per rispetto, o per la disperazione di chi vorrebbe potervi associare un volto, e trovare - o non trovare - quello della propria guida perduta.
    L'altro, la Bussola, osserva lontano. Gli domando se abbia notato qualcosa; incontro solo la perplessità di una faccia di pietra. Se solo potessi... riparare a questa disfatta. Non posso essere d'aiuto ai feriti, curarli attingendo alla mia fonte, non meglio di quanto già l'Uomo Saggio si stia preoccupando di fare. L'unica cosa che posso fare è domandare scusa a tutti quanti, per non essere il difensore che queste persone meriterebbero, per non essere riuscito a evitare queste dolorose perdite.

    Suggerisco, forse con non troppo tatto, di smaltire - seppellire, bruciare - quanto prima i cadaveri recuperati, per non attirare altre disgrazie. Nella battaglia ha perso la vita anche, fortunatamente, un compagno di merende dell'abbietta creatura respinta in fondo al lago, e mi offro di trasportala. Tutta intera e al più presto, per non attirare col suo sangue e le interiora qualche altro "pesciolone" più brutto, grosso e cattivo. Lo faremo a pezzi non appena disporremo di un'area pulita e sicura, magari circondata da dei fuochi per tenere lontane le bestie. Ma nel dubbio, l'idea migliore è chiedere a 'Yana, che sa organizzare le cose meglio di me e probabilmente di tutti gli altri qua attorno. Ed è così che alla fine carichiamo la grottesca carcassa in modo che sia il suino della stessa Gelida a trainarlo. Torno presto un puntino nel coacervo di disperati che si affrettano a cambiare aria.

    « Era un tuo amico? »
    « Non lo so. A modo mio, credo che mi ci fossi affezionato. »
    Pezzi di metallo che ancora si ergono su quanto resta della sponda franata, come testimoni di una volontà, forse, non ancora estinta. Amy li addita con tristezza, i due gambali che ancora resistono fieri, lì in mezzo alla desolazione di Laperfido.
    « Lasciamoli dove stanno. Ho la sensazione che il Cavaliere Vuoto ne avrà ancora bisogno, che questo non sia stato il suo ultimo viaggio. Forse un giorno lo rivedremo, quando questa stagione sarà finita. »
    Quando questa stagione sarà finita. Faremo meglio a crederci.

    CITAZIONE
    Azioni:
    Prova Arcana 8: Barriera arcana [4 stress]
    Prova arcana 6: Ponte arcano [2 stress]
    //


    Bonus:
    Malus: Spese Ingenti [-2]

    Stats
    Conto:
    Livello: 5
    Risorse di Base:
    Energia: 1 | Salute: 32 | Stress: 4 (10 - 6)
    Punti Competenza: [10/10]
    Arcana: 4 | Furtività: 3 | Atletica: 2 | Percezione: 1
    Classi di Difesa: [5/5]
    Riflessi: 2 | Tempra: 1 | Volontà: 2
    Lingue parlate:
    Atlassiano, Elfico, Aliothi

    Equipaggiamento:

    Jessica: C'è pure una spada a una mano di ben maggior valore, che è diversa da tutte le altre e sulla cui lama è incisa la parola Jessica: è del capitano, prenderla sarà molto più difficile. [prova di furtività] Riesci a prendere la spada senza che il Capitano se ne accorga, per adesso. Non appena la afferri senti qualcosa dentro cambiare: una addizione che ti rende un po' diverso da ciò che eri, un po' migliore. Sembra che lei abbia una parvenza di una coscienza e che tu le piaci, così tra le altre cose ora puoi farla apparire nella tua mano ogni volta che desideri. Goditela finché puoi, ché le donne sanno essere delle persone estremamente lunatiche. (there were dragons)
    [Attacca su Riflessi][Arma curatrice I][Versatile I (Tempra)][Nascosto][3 Slot]

    Passive:

    Convivio d'Inferno: al culmine dello scontro, se danneggiato o in preda a quella frenesia istintuale di cui provi grande ribrezzo, ecco che i segni sulla tua pelle si ramificano su di essa e sul mondo esterno, formule di antica fattura che evocano la Congrega di Asmeretk. Orrificante stato in cui il tuo corpo si trasforma in un piceo fulcro abissale dalla vaga forma umanoide, con mille occhi di brace, ammantato da nere creature striscianti: scolopendre che si perdono indefinite nel buio con l'essenza delle arti precluse. La Congrega, mente alveare la cui volontà può confliggere col tuo intelletto superiore, ingloba e divora la carne e il sangue degli sconfitti, traendone possenza. Una volta riacquisito il controllo, sarai risanato; ma a quale prezzo.
    [Passiva di Recupero: Trionfo][2 Slot Abilità]

    Attive:

    //
     
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    - La Quinta Stagione -
    Nuovo urlo gutturale della bestia, nuovo anche in relazione alla percezione sul proprio corpo del tutto diversa. Dar'yana sospirò. Fiaccato il fisico dalla spossatezza, unito al caldo che iniziava a non sopportare più per via della sua natura da Gelida, ma questa volta la creatura non inveì ancora su di loro. Per come era stata ferita vistosamente dalle capacità arcane del mezzelfo e a sua volta provata dai colpi alchemici di Dar'yana, battere in ritirata divenne la più logica delle azioni. Colpo di coda, corpo sinuoso e flessoso a ripiegare nell'acqua, silenzio e ritrovata pace dopo la battaglia infuriata. Uno sguardo veloce permise alla bambina di comprendere perché nessuno dall'altro lato fosse intervenuto a difesa: avevano i loro grattacapi a cui badare. Piccolo verso di disapprovazione alla vista dei gambali metallici dell'uomo di latta, sciocco pensare di poterlo comsiderare un valido alleato. Il resto del gruppo militava tra ferite vistose e perdite ingenti, ma come accaduto dall'altro lato Dorvast aveva scongiurato il peggio. E la testa mozzata di un'altra belva era divenuto il trofeo di quei Galzani bellicosi come vanto di un'impresa non propriamente meritevoledi festeggiamenti.
    « Credevo che Heli fosse- »
    Ignorata la domanda personale, a Dar'yana importava più quel singolare nome espresso interrogativamente. Disappunto tramutato in sgomento nel non vedere la simile militare assieme agli altri vivi. No, non era possibile. Ma il tempo per preoccuparsene venne presto meno.
    « SCUDI! »
    Ella non ne possedeva, esigerne uno fu l'ovvia alternativa. L'ordine non cadde nel vuoto, fortunatamente, ché quando voleva il mezzelfo sapeva sfoderare le armi migliori a disposizione. Nessun colpo ricevuto o altri corpi riversi in acqua, anzi la creatura parve tentennare per un attimo.
    Un attimo solo che gli sarebbe costato tutto.

    « Portali dall'altra parte! Crea un ponte o qualsiasi diavoleria resistente come hai fatto poco fa. Ci penso io qui. »
    Ordinò imperiosa Dar'yana nonostante la stanchezza che la attanagliava da cima a fondo. Toccava a lei porre fine al tutto. Ma prima serviva che il mezzelfo riattingesse al suo potere perché l'armata posta sull'altro lato li raggiungesse. In fretta. Uno, due, poi tutti, veloci a recepire l'ordine e soprattutto a eseguirlo. Al contempo Dar'yana si portò sulla lastra, non del tutto al centro, ma sufficientemente lontana da ambo i lati del crepaccio creatosi prima. Perfetto.
    Occhi chiusi, profondo respiro, l'elemento Terra che rispondeva a lei consentendole di frenare le zolle di terra sotto l'arcano ponte su cui si trovava. Era stanca, molto, ma non le avrebbe impedito di attingere alla forza di volontà e alla tenacia che mai l'avrebbe abbandonata. E quando il lamento della belva non divenne altro che un'eco lontana, la Gelida si concesse un attimo di tranquillità. Solo uno, ché a indugiare ancora si sarebbe perso il vantaggio creatosi tra Laperfido - diamine, quel nome ormai le si era cesellato in testa! - e loro. Pessima idea, a meno che qualcuno non volesse raggiungere nell'aldilà gli altri.
    Busto ruotato a fissare dietro le spalle, espressione appena accigliata all'esclamazione. Genio? Forse no, di certo esistevano idee più efficaci di quella... a cui però non aveva pensato. Constatare però l'effetto finale la rendeva in qualche modo tranquilla. Il mostro non si vedeva, sarebbe bastato come incentivo personale. Quello che le premeva però era chiarire un punto assai spiacevole, sebbene sentisse Irina sogghignare in sottofondo.
    « È Dar'yana, non 'Yana. Per questa volta passi, ma ti avverto: storpia ancora il mio nome e non sarò tanto indulgente. »
    Discorso chiuso: non avrebbe indugiato ancora sui perché, doveva farsi bastare quell'intimazione. C'era un gruppo da mandare avanti. La Gelida infine raggiunse gli altri sulla sponda rimasta integra.
    « Heli, dov'è Heli? »
    Sarebbe stato il primo pensiero espresso verbalmente, ruotando il capo alla ricerca della simile.
    « Dobbiamo andare via da qui. »

    Recuperato il facocero ed ergendosi a temporanea guida, gli occhi azzurri saettavano in cerca dell'altra Gelida mentre chiedeva di lei a chiunque fosse a tiro. La notizia di sentirla in acqua la rabbuiò, non abbastanza da confabulare con l'Hederati.
    « Dorvast, conducici via da qui. Puoi fare affidamento a Gronk per proseguire, se lo ritenessi necessario. »
    Non tanto per benevolenza, anche per garantire che Dorvast non smarrisse la via se motivato da un suo simile. Come la bambina lo era stata assieme a Heli. Pupille baluginate verso il punto in cui le parve vedere Dorvast posare attenzione, prima che essa fosse convogliata su Gronk. Che sapesse il luogo in cui Heli fosse piombata nell'acqua? Ordine veloce di controllare la zona - finché il ponte reggeva e il mostro non tornava, ogni azione si rivelava fondamentale per saperne di più. Nessuna presenza della condottiera, viva o morta. Uno status che scattò in lei una e una sola possibilità di ragionamento, prudente ma sensata. E la relativa conseguenza.
    « Finché non si trova un cadavere, Heli è da considerare viva e dispersa. »
    Se non avessero trovato modi per scovarla, perlomeno avrebbero segnato la strada perché una redidiva Heli potesse seguirla. Qualche segnale per terra sfruttando la natura circostante, oppure una traccia tramite i poteri arcani di qualcuno per formare un percorso visibile solo a lei. Persino Irina sgomitava per ritrovarla.
    « Roba da Campioni. » La risposta di Dorvast rincuorò tanto la madre quanto la figlia.
    « Proprio quello che speravo. »
    Era quasi un ringraziamento, il suo, chinando di poco il capo verso l'Hederati in segno di reciproca comprensione. Poi si rivolse al resto del gruppo.
    « Non possiamo fare altro, qui. Restare aumenterà solo la probabilità di essere attaccati ancora da quel mostro. Dobbiamo allontanarci, trovare un luogo sicuro dove curare i feriti e rifocillarci. »
    E di nuovo guardò Dorvast, la guida per quell'apocalisse che pareva non avere fine. Reiterato il messaggio di prima, ovvero di allontanarsi dai laghi, con la testardaggine di farsi ascoltare in sostituzione di Heli. Ed era certa che sarebbe andata così. I bambini come minimo l'avrebbero seguita, legati a lei dopo gli ultimi eventi, così come i rimanenti dotati di sufficiente raziocinio. Da soli erano perduti. Insieme e sotto la guida di un capace condottiero, forse i più forti sarebbero sopravvissuti. Non vi era posto per i fragili, anche se dimostravano una corazza di metallo. Come l'uomo di latta. Lo avrebbe presto gettato nel dimenticatoio, al pari di chi non meritava un briciolo di attenzione: poco incisivo nella causa, lo sarebbe stato anche nelle memorie di Dar'yana.
    Per quanto riguardava il dibattito sulla preda uccisa dall'altro gruppo, la Gelida si risolse accettando l'idea del mezzelfo di non mutilare in loco la preda. Più facile da trasportare, ma spargimento di sangue avrebbe attirato di nuovo il mostro... e forse molte altre. No, lo avrebbero portato con sé integro, anche a costo di usare Svin'ya come soma momentanea. Ma ora, in marcia, intimando agli altri di fare lo stesso seguendo Dorvast. Posto sicuro lontano dai laghi, eccolo l'obiettivo... ed Heli li avrebbe raggiunti, grazie al trucchetto dell'Hederati.
    Ne era certa.

    Salute 40/40
    Energia 1(14+2-7-8)/40
    Stress 0/10

    Competenze Artigianato IV - Natura IV - Carisma II | Influenza V
    Classi di Difesa 1[r] - 2[t] - 2[v]
    Ferite: ---
    Status: ---
    Bonus: ---
    Malus: Spese Ingenti (-2 a ogni azione)

    Equipaggiamento:
    - Albedo [Mangiamana II][Nascosto]

    Passive:
    - Rigenerazione: +2 Risorse a scelta all'inizio di ogni turno
    - Ispirazione: +3 Risorse a scelta ogni 15 danni inflitti

    Attive: //

    Prove effettuate: Natura (7)

    Riassunto:
    AZIONE Dar'yana spende 3 stress per una prova di Natura 7 per franare la terra sul Laperfido, per allontanarsi dai laghi - mentre Dorvast si mette a segnare il terreno per Heli come pattuito.
     
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    Vi lasciate alle spalle i laghi e i sauri gemelli, con quel bagaglio chiamato esperienza fattosi più pesante e il vostro gruppo, al contempo, sfoltito di qualche volto amico. Non avete tempo per piangere nessuno, però, perché l'indomani resta fortemente incerto, come la vostra meta. E così è: in pochi di voi se lo aspettano davvero, in questo nuovo nord così abituato a sorprendervi, ma certe vecchie abitudini sono dure a morire persino in una Stagione, ed ecco allora che ritrovate un pezzo del vecchio nord sempre uguale proprio davanti a voi, ma con tutti i connotati nuovi. Esatto: un'altra striscia di terra, ed altri due laghi. È lo schema che dominerà le vostre settimane successive.
    C'è chi solleva un sussurro: sopravvivere non è sempre la cosa migliore. Forse non è la teoria più lucida dalla Stagione, e non varrà esattamente un premio a nessuno, ma di certo è quella che si diffonde di più e più rapidamente fra i profughi, come una malattia che nessuno sa come combattere. Il grosso di voi ha mantenuto la marcia imposta dalla fu caposquadra Helishev solo per un giorno, forse per rispetto della sua figura. Qualcuno per due, i più avventurosi. Poi avete rallentato tutti, e infine avete ritrovato i laghi. Questa volta, però, sembrano un passaggio obbligato, perché sono tantissimi. Sopravvivere non è sempre la cosa migliore, se poi vi manca un capo: questa è la realtà. A questa mancanza in particolare, il gruppo di profughi guarda e vede ciò che vuole in Dar'Yana e ed Haan. Varrebbe anche per Dorvast, ma quello è stato bollato come un sasso quasi inutile già ai tempi di Helishev, e adesso a credergli sono sempre in numero minore. Altri si affidano ai due Galzani, che però seguono a vista il medico, che è l'ago della bilancia di questo gioco fra fazioni. E sta con voi, per adesso, motivo per cui anche i Galzani lo fanno. E voi non avete alternativa, perciò che striscia di terra e nuovi laghi siano. Questa volta le acque non sono così cristalline, però. Si fanno limacciose, sporche. Sopravvivete incolumi il primo giorno e il secondo. Al terzo, però, comincia a mancarvi acqua potabile. Il medico vi dice di bollire, filtrare e buttare giù tutto. Così fate.
    Poi arriva la febbre, che colpisce almeno metà accampamento, e di questi porta via un terzo in una settimana senza che possiate fare nulla. C'è ancora chi spera in un ritorno di Helishev, ma della caposquadra gelida non avete più notizie dal combattimento coi sauri. Allo scoccare del diciottesimo giorno da soli, però, la compagnia è esausta. Alcuni di voi sono in condizioni così critiche da non riconoscere più la realtà dalla finzione, e avete visto almeno due profughi abbandonarsi alle acque sempre più limacciose e lasciarsi divorare dalle piccole creature che le abitano, scambiando quel fango per il mare del nord. Altri, come i galzani, sono sicuri che l'intero gruppo non sta facendo altro che muoversi in cerchio da giorni, forse settimane, e non si fidano più della traccia che il mangiapietra giura di star seguendo. Ma ci sono due novità. La prima, è che anche il medico si ammala, e la febbre lo porta via in una sola notte, o almeno quello che vi sembra ancora di poter chiamare così: pochi di voi sanno ancora distinguere le fasi del giorno come si conviene. La seconda è che questa traccia, questa volta, la sente anche Gronk.
    Così, vi ritrovate ad un paio di ore dal decesso del medico in una cerchia con i galzani. La miccia che il medico teneva domata è accesa.

    Non possiamo più continuare. I profughi non ce la fanno più. Cercheremo di accamparci qui, con buona pace per il clima. Il cibo non manca. Le acque sono quelle che sono, ma ci sono.
    Taglia corto il primo di loro, che va per il nome di Artak. È quello che ha perso il braccio, anche se non lo direste dal suo temperamento. Non è esattamente guarito bene, ma si è fatto certamente più spigoloso di carattere.
    Esatto... esatto...
    Il fratello gli dà man forte, a modo suo. Sembra si siano esercitati molto su questa conversazione. A differenza di Artak, però, Gor trascina molto più le parole di prima. L'apprensione deve averlo divorato più di quanto la perdita dell'arto ha fatto col suo pari.
    Abbiamo una lista di quindici nominativi che vogliono restare con noi. Vi rimangono solo i ragazzini e un paio di adulti.
    Insiste Artak, che prende una lunga pausa, prima di aggiungere:
    Tratterremo i due terzi delle provviste.




    Qm PointSupporto, ragazzi.
    Considerate di aver fatto un riposo lungo.
     
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    H A A N


    Haan_2
    Non c'è di che essere allegri, in questa lunga giornata senza fine. Le mosche allargano le proprie file, mentre le nostre seguitano ad assottigliarsi. Divoratore maiale, le mosche non dovrebbero avere ali. Questo cielo senza riparo concede di malavoglia una tregua alle nostre membra stanche, desiderose di riposo e di anelito libertario. Il tempo di un sogno confuso... e di qualche vecchio ricordo perduto.

    « Cosa si nasconde in fondo al pozzo? »
    Gorthan era un gigante, visto con gli occhi di allora. Il becco mi celava quel suo volto carico di ombre.
    « Hai mai avuto paura del buio? L'oscurità che ti porti dietro non è diversa. »
    Con un colpo di manica, l'evroniano trapassa il sigillo a mezz'aria accanto a lui. La biblioteca precipita nell'ombra assoluta.
    « Abbiamo paura di ciò che non vediamo, di ciò che non conosciamo. E finiamo per credere che debba esserci qualcosa, di nascosto... »
    Uno schiocco di dita, e le candele tornano a emettere quella luce celestina.
    « Questa convinzione è cresciuta con te, giovane Haan. In alcuni di noi, l'oscurità si sviluppa come un parassita... un "oscuro passeggero", se vuoi. Assimila ciò che noi ci mettiamo dentro. Sopravvive sulla nostra paura e sul nostro rancore. Ha già riscritto alcuni dei tuoi ricordi, per mantenere la sua esistenza di nemico ineffabile. Continuerà a farlo, finché non troverai la forza per visualizzare la verità. »
    « Dici che ce la farò? Come? »
    « Non sei un ragazzino debole, Haan. Non posso dirti come ne uscirai, questo dipende solo da te. Ma un giorno la vita ti offrirà una buona ragione... e non avrai più paura. Ti accorgerai che il tuo "passeggero oscuro" non ti servirà più, e andrai oltre. Fino ad allora, dovrai lottare con le unghie e con i denti. Queste mie stesse parole, si perderanno presto nel buio. »

    Il mattino ha l'oro in bocca, come dice anche mio zio. Ci svegliamo all'alba Ci svegliamo alle quatt- cinq- ott- Ci svegliamo, che di per sé è una gran cosa di cui essere grati. Giusto il tempo di ritemprare il fisico, la mente, fare una colazione buona e abbondante probabilmente non letale e condividere le nostre esperienze notturne con chi ci resta di caro. Ma tagliamo corto: questo mattino, in bocca, ha qualcosa di marrone. Qualcosa che puzza.
    L'odore del tradimento. Lo sciame con troppe regine si divide. Si dividono anche le provviste e a noi, gli ultimi arrivati, non restano che le briciole. L'ottuso Artak non sente ragioni: ha tracciato un cerchio dal quale siamo esclusi. Che restino a farsi ammazzare, per quanto mi riguarda! Ma il cibo non basterà per il gruppo di marmocchi. A nulla vale questa osservazione mossa da Dar'yana. Non siamo cacciatori efficienti come i due tigracci. Noi possiamo combattere al più la bestia già stanata. E proprio di questo dovresti esserci grato, signor Artak: se non fosse per noi, non te la saresti cavata semplicemente nella lista dei feriti. Ma è inutile ragionare con la bestia.
    « "Il cibo non manca", ma pretendete due terzi delle provviste. Un po' troppo conveniente, considerando che il fabbisogno dei bambini è certo maggiore del vostro e non possiedono al momento i mezzi per ricavare le provviste. »
    « Ah, noi ameremmo lasciarvi con un ricco regalo d'addio. Davvero. E giudichiamo che un terzo è un tesoro ricco abbastanza. Dopotutto, ragazzina, quelle provviste sono state fornite... da chi? Chi ha cacciato, in tutto questo tempo, mentre tu facevi da balia? Il nostro è un gruppo più numeroso, è solo normale chiedere la giusta quantità di provviste. »
    « Ah, non vi conviene iniziare questo giochetto con me. Perché potrei spostare il discorso su chi vi abbia salvato il culo tutto questo tempo... E cosa sia successo quelle volte in cui ci avete provato da soli. Per poco non ci ammazzavate tutti portandoci una bestia appestata, per non parlare dei disastri contro Laperfido. Volete morire qui? Prego, chi sono io per negare alla Quinta di compiere il suo naturale corso verso chi si arrende. Ma non siete nella posizione di esigere nulla, specie perché era vostro compito occuparvene. E non siete stati cacciati quando avete fallito, consideratelo già un premio. »
    Qui qualcosa si rompe definitivamente.
    « Non venire a parlare a me dei disastri sotto quel mostro, puttana! Voi due siete ancora tutti interi, come pure il fottuto sasso! E belli pasciuti, pure! Come cazzo è che siamo noi altri gli unici ad aver pagato il prezzo della vostra indecisione? Ma se è per far crepare anche te, la prossima volta sarò lieto di ficcarmi di persona nelle fauci di qualche mostro, piuttosto che resistergli e darvi tempo di imparare a fare gli eroi. »
    La filippica termina con un sonoro sputo. La ragazzina non perde la propria granitica freddezza, tuttavia il suo volto si irrigidisce in qualcosa che farò fatica a dimenticare.
    « Ringrazia di aver perso solo un arto e non la vita, come invece è successo con lo stupido uomo di latta. Non sai proprio vivere tra i Gelidi, Galzani. Fossi stato sotto il mio comando, a quest'ora saresti già carne da macello. Rivolgi una preghiera a Heli, perché è lei che ti ha salvato. A differenza tua, so quale sia il mio posto. »

    Non riesco a tenermi dentro tutto ciò che mi arde in petto. I miei occhi si fanno luminosi, mentre tutto attorno si condensa di nero.
    « Se vuoi, una decisione la prendiamo subito, qui e ora. »
    Una minaccia che potrei facilmente portare a compimento, non fosse per quella mano che mi trattiene. Una buona ragione che mi segue nel mio peregrinare dai tempi di Valgelida. È un equilibrio precario: un passo falso, e potrei evocare davvero l’ombra del serpente arcano Madràk.
    « Non voglio arrivare a tanto. Ma voi non mi sembrate nelle condizioni di poter dettare legge. Sappiamo bene che Dar’Yana ha ragione. »
    Mi rendo conto solo ora dell'errore di valutazione: il consiglio si è riunito proprio nel mezzo della cloaca a cielo aperto, e gli ammutinati sono lì pronti a dar man forte alle palle di pelo, se muovessi un passo di troppo.
    E allora tento la mia, magari tra mille fesserie una frase degna verrà fuori.
    « Quanto alle vostre perdite, dovrebbero solo farvi riflettere. Cosa farete domani, quando il prossimo drago, lanokhor o gigante di pietra che sia sorprenderà il vostro ridicolo baluardo? Davvero credete di potervela cavare per giorni e giorni con le vostre sole forze? » e incontro con lo sguardo il non braccio di Artak e gli occhi apprensivi del silente Gor.
    « Se a voi sembra più saggio continuare a girare in tondo per farvi ammazzare, è un cazzo di vostro problema. »
    Artak si gira verso destra, muove qualche passo verso un punto imprecisato alla destra. Sarà imbarazzato dalla sua stessa scemenza.
    « Girare in tondo? Ancora con questa stracazzo di cazzata? E... e questo che cazzo è. »
    Segni sul terreno, fatti con un rametto si direbbe. Segni che lasciano percepire... qualcosa.
    « Fa' qui uno di quei tuoi trucchetti magici, mezz'elfo. Lo riconoscerai come uno dei segnali magici fatti da quello stronzo di un sasso. Sono due settimane che glielo vedo fare. Ogni volta che ci passiamo, ci faccio un segno nuovo. Siamo a tre.
    Siamo passati da questo cazzo di punto tre volte nell'ultima settimana. Forse è il caso che iniziate a domandarvi perché. »

    Tu non sai quanto mi costa “uno dei miei trucchetti magici”. Tu non sai quanto mi costa frenare quella voce che mi sta strillando di ucciderti qui e ora. Non tentarmi ancora, perché è il ventre purulento dell’abisso, che stai stuzzicando.
    « Se questo è vero, Artak… e, Divoratore figlio illegittimo di lavoratrice della Rosa in Fiore - per parafrasare - confermo che è proprio quello il sigillo... e quindi ora te lo chiedo con estrema calma, Artak... PERCHÉ STRACAZZO NON CE LO HAI FATTO NOTARE LA PRIMA VOLTA? »
    Una scrollata di spalle.
    « Il medico si fidava di voi. Noi no. »
    Una. Scrollata. Di. Spalle.
    Per fortuna di tutti i presenti, è Dar'yana a farsi avanti e sbrogliare la situazione.
    « [...] troppo conveniente ricordarsene ora. Tre segni, hai avuto tre possibilità di sollevare il problema e lo rendi noto solo ora che le cose si mettono male? Non funziona così. »
    « Ho anche avuto tre possibilità di strapparvi la gola nel sonno, ma non l'ho fatto. »
    Ben gentile.
    E snuda le zanne.
    « Siamo in venti. Voi non arrivate alla metà. Lo chiedo un'altra volta soltanto. Le nostre provviste, ragazzini. »

    « Metà, non due terzi. Prendere o lasciare. »
    E capisco che con lasciare intende "potete dire addio al fegato di metalontra, per cominciare". Abbiamo avuto la stessa idea, ma sono stato battuto sul tempo. L'importante, comunque, è il risultato.
    Dall'altra parte, non sorprende che sia Gor a dimostrarsi quello ragionevole. Un accordo rapido, forse non indolore, ma per questa volta possiamo andare con un peso in meno sul cuore: nessuno si è fatto male. E gli ammutinati scompaiono per sempre dietro i nostri mantelli sdruciti. Le mosche, le lasciamo con loro.

    « Casa. »
    Questo ciò che i pietroni stanno seguendo. Una risposta a una domanda, quella di Dar’yana (o Irina? Non lo so più a questo punto) che avevamo probabilmente dato per scontata, ma che effettivamente avremmo dovuto porre prima. Ad ogni modo, questo non risolve la questione: perché stiamo girando in tondo?
    « Il tuo sigillo, Dorvast. Artak l’ha trovato già tre volte in questi giorni, lo stesso identico sigillo. Ci stiamo muovendo in cerchio sui nostri passi. Perché questa rotta inconcludente? Forse “Casa” si muove? »
    « Sì. »
    « Ma questo non ha senso! Se così fosse, insomma, una Sentinella che gira nei paraggi l’avremmo vista! »
    A meno che.
    A meno che, considerando l’esaurienza della testa di sasso, la risposta giusta non sia un’altra…
    « Una Sentinella, un costrutto gargantuesco sfracelladraghi che cade dal cielo… deve aver fatto un bel… buco. »
    E osservo il lago attorno al quale abbiamo orbitato per tutto questo tempo, come delle api deficienti.
    « Credo sia venuto il momento di scoprire… » sguardo intenso, dissipando le due barriere d’oscurità erte a protezione degli occhi dai raggi intensi del sole « cosa nasconde sotto. »

    Non mi piacciono i laghi, ma questo potrebbe anche essere divertente. Troppo dispendioso portare i nostri compagni: attenderanno sulla riva. Dar’yana e io siamo gli unici in grado di immergerci dietro i due hederati, fino in fondo all’abisso. Potremmo unire i nostri sforzi e ottenere una bolla d’aria per respirare sott’acqua, come propone la ghiaccioletta, e quindi procedo a distillare gocce del mio nero potere per trasmutarmi in un mezzo qurashi. Prima le branchie lungo il collo, esterne come quelle di un anfibio, poi la pelle blu iridescente, le pinne e tutto il resto. Sono un capolavoro dell’anatomia e l’acqua è la mia seconda natura. Mi dispiace, ma la bolla era un’idea noiosa.
    « Andiamo e torniamo. Ti lascio alle piccole pesti, Occhibelli. »
    « Vedi di tornare tutto intero, pesce da lenza. »
    Vorrei avere sempre la risposta pronta come Amatheya. Magari troverei anche il modo di chiarire perché io non tornerò, stavolta.
    Io resterò sul fondo, per il bene di tutti voi.

    Il primo impatto con la mia nuova natura mi richiama una piacevole giornata in quel di Ty’Laf: il freddo fin nelle ossa e l’incapacità di vedere a un palmo dal naso ci accolgono immediatamente. Lunghi fili dalla puzza invereconda e della consistenza di capelli sfiorano qualsiasi cosa, e ripetutamente, mi ritrovo a sputare loro e le chioccioline. Miriadi di chioccioline maledette. Dopo il primo quarto d’ora, credo, comincio a odiarle: sono spigolose, ruvide, irritano le branchie e s’infilano dappertutto. Ma almeno non mordono come i ditischi.
    Senza le nostre pietrose guide, alle quali restiamo abbarbicati per quelli che devono essere un paio di millenni, finiremmo dritti nella gola di una tartaruga colossale, se non ci siamo già. Fortunatamente, quaggiù dove le alghe filamentose si diradano e la melma lascia il posto a ghiaia e ciottoli, quaggiù nelle acque fonde, si comincia a vedere qualcosetta. A parte le strane palle verdi che rotolano al nostro passaggio, che credo siano ancora altre alghe, ma meno insidiose, a parte quelle cosette che ogni tanto guizzano di qua e di là e spero non siano le leggendarie sanguisughe giganti, nell’acqua via via più limpida pare quasi di scorgere qualcosa di grosso. Ma che dico grosso, immenso. Ma che dico immenso, colossale.
    Una montagna che non è una montagna, ma qualcosa di sorprendentemente regolare. Utilizzando il rasoio di Occam - strumento essenziale per la rasatura in stile elfico - per tagliare qualche vegetale residuo e osservare meglio il profilo triangolare, giungo alla conclusione che quella sia proprio la Sentinella, o parte di essa. Dar’yana ne sta parlando a gesti con Dorvast e Gronk, i quali, per quanto possibile, sembrano due bambini speciali incantati davanti alla ruota di un mulino.
    Utilizzo la mia coda da tritone dell’Edjerval per darmi una rapida spinta verso la piramide, che ispeziono con curiosità. È una bella piramide, probabilmente, è di un materiale del quale non ho memoria, e la cattiva notizia è che non sembra avere ingressi. Però a un’ispezione più attenta è evidente che questa cosa può reagire alla magia. Potrei provare a… boh, non ho idea. Mah, chissà cosa succederebbe se fossero i due massicci rocciosi a toccarla…
    Detto fatto, ecco il teatrino degli idioti. Ovviamente i golem possono entrare e uscire quante volte vogliono, ma questo è abuso di poteri, ecco cos’è.
    « Come immaginavo, potete entrare. Cosa c'è dall'altra parte? »
    Che si sentirebbe GLUB GLUB, se la mia trasformazione non mi permettesse di comunicare esattamente come i veri uomini-pesce. E non ditemi che non è così e che devo usare la lingua dei segni, perché sarebbe davvero tedioso.
    « Casa. »
    Rispondono in coro con lo stesso tono, quello di due mangiatori di cervelli nella terra delle Lapidi.
    Seguono interminabili minuti di vani tentativi per provare a cacciare un ragno dal buco, scoprire se possiamo in qualche modo passare pure noi dall’altra parte. Finché la mente brillante del gruppo non finisce per domandare dove sia l’entrata, e i massi vaganti non si mettono a indicare il fondo scuro e limaccioso. Come dice il saggio: “Deficienti, c’è il sentiero!”
    « E mettiamoci a scavare, allora. »
    E niente, gli strani mi guardano strano. Dopo un primo tentativo capisco perché: il fondo “scuro e limaccioso” è una solida realtà di pietra.
    « Glub glub… come dicevo, mettiamoci a scavare, allora. »
    Mi volgo verso Dar’yana: è tempo di combinare i nostri talenti, e apporre la parola fine su questa lunga serie di sfortunati eventi… almeno, lo spero.
    Il vortice arcano, divenuto una potente e solida macchina della distruzione totale, si fa beffe in pochi secondi di qualunque pietra che ci separi dal nostro destino di gloria. Lancio un sorrisetto a Dorvast e a quell’altro che mi avevano dato per matto: “con chi credete di avere a che fare?” è il sottotesto.

    Quando il detrito si sedimenta, riusciamo a scorgerla. È… non saprei dire se sia bellissima oppure no, ma è una luce di speranza. Il bambino speciale numero uno fa subito la cosa che gli viene più naturale, attraversare quella… sagoma, porta, uscio che sia. E il bambino speciale numero due ci si para innanzi un istante dopo. Non ci sono dubbi sul motivo: improvvisamente tutto è scuro, come se quintali di sabbia si smuovessero tutto d’un colpo, e un rumore profondo proviene da tutte le parti.

    Il mondo sta finendo? No è solo una Sentinella che si risveglia. Io, invece, chiudo gli occhi.

    È buio, in fondo al pozzo. E non ho nemmeno una candela per accendere una luce. Cosa si nasconde sotto?
    La mia anima corrotta. La mia vergogna.
    Secondo Gorthan, nulla più della mia paura. Ma si sbagliava. C'è davvero qualcosa, quaggiù.
    « Dammi la mano, piccolo Haan. Ti porto fuori da questo postaccio. Torniamo a casa, tutti quanti. »

    Il peso che gravava sul mio cuore fonde come i ghiacci al sole. E mi lascio tutto alle spalle in un solo respiro d'aria dell'Hederath, a pieni polmoni.

    CITAZIONE
    Azioni:
    Prova Arcana 7: Respirare sott'acqua [3 stress]
    Prova Arcana 6: Trivella [2 stress][Combinata con Natura di Dar'yana per una prova comune di 7]
    //


    Bonus:
    Malus:

    Stats
    Conto:
    Livello: 5
    Risorse di Base:
    Energia: 40 (riposo lungo) | Salute: 33 (riposo lungo) | Stress: 4 (4 + 5 riposo lungo - 3 - 2)
    Punti Competenza: [10/10]
    Arcana: 4 | Furtività: 3 | Atletica: 2 | Percezione: 1
    Classi di Difesa: [5/5]
    Riflessi: 2 | Tempra: 1 | Volontà: 2
    Lingue parlate:
    Atlassiano, Elfico, Aliothi

    Equipaggiamento:

    Jessica: C'è pure una spada a una mano di ben maggior valore, che è diversa da tutte le altre e sulla cui lama è incisa la parola Jessica: è del capitano, prenderla sarà molto più difficile. [prova di furtività] Riesci a prendere la spada senza che il Capitano se ne accorga, per adesso. Non appena la afferri senti qualcosa dentro cambiare: una addizione che ti rende un po' diverso da ciò che eri, un po' migliore. Sembra che lei abbia una parvenza di una coscienza e che tu le piaci, così tra le altre cose ora puoi farla apparire nella tua mano ogni volta che desideri. Goditela finché puoi, ché le donne sanno essere delle persone estremamente lunatiche. (there were dragons)
    [Attacca su Riflessi][Arma curatrice I][Versatile I (Tempra)][Nascosto][3 Slot]

    Passive:

    Convivio d'Inferno: al culmine dello scontro, se danneggiato o in preda a quella frenesia istintuale di cui provi grande ribrezzo, ecco che i segni sulla tua pelle si ramificano su di essa e sul mondo esterno, formule di antica fattura che evocano la Congrega di Asmeretk. Orrificante stato in cui il tuo corpo si trasforma in un piceo fulcro abissale dalla vaga forma umanoide, con mille occhi di brace, ammantato da nere creature striscianti: scolopendre che si perdono indefinite nel buio con l'essenza delle arti precluse. La Congrega, mente alveare la cui volontà può confliggere col tuo intelletto superiore, ingloba e divora la carne e il sangue degli sconfitti, traendone possenza. Una volta riacquisito il controllo, sarai risanato; ma a quale prezzo.
    [Passiva di Recupero: Trionfo][2 Slot Abilità]

    Attive:

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